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21 Lug

EPISODIO 03: La tavola rotonda – di Eugeniusz S. Lazowski

INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – CORRIDOIO – MATTINA.

Il neo Presidente e sua moglie camminano per i corridoi della Big House assonnati e con i vestiti stropicciati, aprendo tutte le porte alla ricerca di qualcosa, con la cartina della dimora Presidenziale in mano.

“Ma quanto accidenti è grande questo posto? Ma che cos’è, un labirinto?” mugugna Super Dan.

“Non per niente si chiama Big House.” replica la consorte.

“Giusto, dimenticavo. Sapevo di aver sposato una donna intelligente.”

“Già, intelligente e fedele…”

“Oh, ancora con questa storia! Te l’ho detto che è stato tutto un equivoco. Non c’è mai stata nessun progetto di crociera con nessun’altra donna.” dice cercando di essere romantico con la moglie.

“Lo sai che ci sei solo tu, “pesciolina” mia. Come posso dimenticarlo?”

“Tesoro mio. E cerca di non dimenticare nemmeno la scure.”

Aprono l’ennesima porta, ma rimangono ancora una volta delusi.

“No, dico, ma con tutti questi studi ci sarà almeno un posto per dormire?”

“Mi fa male la schiena e non mi sento più il collo.” si lamenta Gwendoline.

“Non lo dire a me. Non mi sento più le ossa. Mi fa male anche il parrucchino.”

“E se chiedessimo aiuto a qualcuno? Non possiamo continuare a dormire sui divani di quel salotto, soltanto perché è l’unica stanza che riusciamo a trovare facilmente.”

“Cosa?? Mai! Neanche morto! Il Presidente che non riesce nemmeno a trovare la sua camera da letto per andare a dormire la sera. Sai cosa direbbero? Riderebbero per anni. Scommetto che il mio amico Donald Trump non ha di questi problemi alla Casa Bianca.”

Arrivano Louis Foster, “chief usher” della Big House, e Ms Brontenserious.

“Signor Presidente, First Lady, Buongiorno. Avete riposato bene?”

“Benissimo, Louis, mai dormito meglio in vita nostra, vero cara? Nemmeno a casa nostra.”

“Ci può scommettere…ehm, voglio dire…” aggiunge la moglie “che mai abbiamo riposato in questo modo prima d’ora.”

“Nein, sembra che abbiate dormito tutt’e due sopra un cactus.” commenta la loro governante.

“Chi, noi? Sta scherzando? È che siamo svegli da un pezzo, siamo gente mattiniera, noi!” afferma spavaldo Super Dan.

“Signori, sono lo “chief usher” della Big House, se avete un problema di qualunque tipo è mio dovere aiutarvi a risolverlo.”

“Problema? Quale problema? Non c’è nessun problema. Io e mia moglie stavamo solo discutendo.”

“Ja? Discutendo? Problemi, ja?”

“Ho detto di no, stavamo parlando…stavamo discutendo…ehm…”

“…di come organizzare la nostra giornata qui. Non potrà certo essere come prima, giusto caro?”

“Esatto! Assolutamente. Stavamo solo cercando di organizzarci.”

“È incredibile, tesoro” si rivolge il Presidente alla moglie. “Questi due pensavano che non avessimo dormito nel nostro letto. Ma perché, cosa credevate, che non riuscissimo neanche a trovare la camera da letto? Sono il Presidente! Con chi credete di parlare?”

“Vorrei saperlo anch’io.” commenta Moore, giunto in quel momento.

“Chiedo scusa se vi ho offesi in qualche modo, non era mia intenzione. Col vostro permesso mi attendono giù da basso. Ms Brontenserious vorrebbe essere così gentile da accompagnarmi? Il suo aiuto è sempre prezioso.”

“Jawohl Herr Louis.” Luis e Ms Brontenserious se ne vanno.

“Sulla piantina.” continua il Capo di Gabinetto.

“Cosa? Sulla piantina cosa? Non capisco.” replica il Presidente.

“La vostra camera da letto è segnata dalle lettere BP.”

Moore si gira e se ne va, ma dopo pochi passi si ferma e fissa i due, rimasti interdetti.

Super Dan e la moglie fingono indifferenza.

Appena Moore è lontano tirano fuori la piantina della Big House e riprendono affannosamente la ricerca.

INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – SALA ROTONDA.

Frattanto lo staff si sta preparando alla prima riunione di Gabinetto, in cui verranno prese le decisioni iniziali di questo governo.

C’è preoccupazione perché su questi provvedimenti verranno espressi i primi giudizi della stampa e della gente.

“Verremo tutti giudicati, è importante partire col piede giusto.” esordisce Blanco.

“Già, ma con il Presidente ci riusciremo?” fa presente Bell.

“Ma certo, perdiana, con un presidente così arriveremo anche in capo al mondo!” dice euforico Byjove.

“Mi basterebbe arrivare alla fine del mandato.” aggiunge Moore giunto in quel momento.

“Ma per favore! Con un simile comandante raggiungeremo un orizzonte di gloria!” esulta il generale.

“Ho capito, mi accontento di arrivare alla fine del mese.” conclude il Capo di Gabinetto.

Nel frattempo Super Dan e consorte hanno trovato la loro camera da letto, così lui può mettersi in ordine e recarsi alla riunione col suo staff.

Intanto nella Sala Rotonda la squadra del presidente continua a discutere.

Finalmente giunge lui, Daniel Kramp.

Appena entrato si mostra sicuro si sé, ma quando si avvicina al tavolo si ferma, inizia a fissarlo.

È colto da una profonda emozione, quasi singhiozza. “Sigh, sigh.”

“Signor Presidente, tutto bene? C’è qualcosa che non va?” chiede Bell preoccupato.

“No, no, nulla, sto bene.”

“È sicuro? Se vuole rimandiamo la riunione.” propone Blanco.

“Non l’ho mai visto in questo stato. Sono preoccupato per la sua salute.” sussurra Bell agli altri.

“Bell, lei è sempre preoccupato per la salute, sua o del resto  del mondo.” è la risposta sarcastica di Moore.

“Scusatemi, sono emozionato di essere in questa stanza, mi viene quasi da piangere.” dice il grande capo sempre più turbato.

“Visto? Non è quel burbero che tutti credevate, è persino emozionato di essere in questa stanza!” è il giudizio di Wright.

“Certo, in questa Sala sono state prese decisioni importanti per il nostro paese.” concorda Bell.

“Qui hanno preso vita provvedimenti che hanno influenzato il mondo intero.” conviene Blanco.

“Qui sono state firmate le più gloriose dichiarazioni di guerra!” ricorda Byjove.

“Qui hanno anche giocato a nascondino…” interviene Moore.

Tutti guardano Moore perplessi perché non hanno capito, solo il Presidente appare seccato perché invece ha compreso.

Così Moore piega il busto di lato leggermente e guarda sotto il tavolo, mentre dalla testa di Super Dan nasce la nuvoletta dei fumetti con i suoi pensieri, al suo interno vi sono l’ex presidente Flinstone e la sua segretaria sotto il tavolo.

Moore alza la testa verso la nuvoletta, poi guarda Super Dan con aria di rimprovero, e col dito gli buca la nuvoletta, che scoppia come un palloncino.

Il Presidente appare dispiaciuto e indispettito, con il broncio di un bambino a cui hanno tolto il giocattolo.

Poi cerca di darsi un contegno.

“Ehm…ehm…bene, vogliamo dare inizio a questa riunione?”

“Ma certo, sa, anch’io sono molto emozionato, è la prima riunione della mia vita.” confessa Wright.

“Certo, la capisco figliolo, questo tavolo trasuda di gloria.” ne conviene il generale.

“Di decisioni storiche.” aggiunge Bell.

“Di provvedimenti  che hanno guidato il mondo.” prosegue Wright entusiasta.

“Sopra questo tavolo sono stati decisi i destini del mondo.” ricorda il Presidente.

“E cerchiamo di rimanerci, sopra al tavolo, non finiamo per scivolarci sotto.” conclude il corrosivo Moore, facendo infiammare i vasi capillari del viso di Super Dan.

Finalmente si siedono per iniziare i lavori.

L’unico che non trova posto è il grande capo, che continua a girare intorno.

Infatti è la prima volta che si siede alla Tavola Rotonda.

Sceglie una poltrona, vi si siede, poi si alza, va a sedersi su un’altra poltrona, si siede per poi rialzarsi nuovamente.

“Signor Presidente, mi perdoni, c’è qualcosa che non va? Vuole forse una poltrona più comoda?” domanda Wright.

“Sa, il dolore lombare alle volte nasconde un problema molto più grave, quello vertebrale.” spiega Bell. “Vede, spesso un’ernia del disco è in agguato, capisce, con l’età, i dischi iniziano a degenerare e si restringono. Così la spina dorsale col tempo ne risente.”

“Abbiamo trasmesso: Medicina Oggi.” commenta Moore.

“Bell! Santo cielo le mie vertebre stanno benissimo, al contrario delle mie orecchie, che non ne possono più di sentirla!” sbotta il  grande capo.

“Perdiana, Bell se ne vada! Siamo qui per prendere i primi provvedimenti di questo governo, non per conoscere i dettagli della sua cartella clinica!” esplode Byjove.

“Etciù! Etciù!”

“Ecco ci risiamo, un’altra delle sue crisi. Per favore, lasciatelo in pace.” prega Blanco.

“Ma questo dove l’abbiamo pescato, in un sanatorio?” riflette Super Dan ad alta voce.

“No, in una delle più grandi multinazionali del mondo. Ha una vasta esperienza internazionale.” spiega il Capo di Gabinetto.

“Ah si? E in che settore? La Sanità?” scherza il Presidente, il quale si alza e cambia posto nuovamente.

“Per la miseria, si può sapere chi ha fatto questo tavolo? Dove diavolo è il capotavola? Il mio posto dov’è?” sbraita Super Dan.

“Ehm, signor Presidente, veramente questa sarebbe la Tavola Rotonda.” chiarisce Wright.

“Appunto, chi si è preso il capotavola? Dov’è finito? Mi spetta di diritto, sono il Presidente!” insiste il Presidente.

“Signor Presidente, quello che Wright sta cercando di dirle è che nella Tavola Rotonda non esiste il capotavola, capisce?” interviene Blanco.

“Io capisco che il falegname qui deve essere licenziato!” conclude Super Dan adirato. 

“È un simbolo, signor Presidente, di democrazia e uguaglianza. Le intenzioni di chi ha costruito questo tavolo erano di far sentire tutti uguali.” continua Blanco.

“Tutti uguali un accidente, io sono il Presidente! Chi si è fregato il mio posto?” strepita il grande capo.

“Dobbiamo trovare questo falegname e passarlo per le armi, sicuramente deve essere un falegname comunista!” lo sostiene Byjove.

“Per favore, potreste calmarvi tutti, così potremmo iniziare a discutere sui provvedimenti da prendere? Per il bene del paese, signor Presidente, potrebbe sedersi su una poltrona qualunque, così da cominciare i lavori?” chiede Wright con gentilezza.

“D’accordo, iniziamo pure i lavori, ma ci tengo a dire che questo tavolo non mi piace. Non è abbastanza presidenziale” precisa Super Dan.

“E va bene, ma sia chiaro che taccio solo per il bene del paese. E comunque questo falegname comunista lo voglio incontrare, faccia a faccia.” aggiunge il generale.

“Bene, chi ha l’ordine del giorno?” domanda Blanco.

“Io, naturalmente. Sono il Presidente!”

“Non l’avevamo capito.” commenta Moore.

“Qual è il primo ordine esecutivo?” domanda Bell.

Un silenzio carico di attese nella sala, tutti guardano il grande capo, inattesa. Ma lui non parla.

“Signor presidente, scusi al primo punto dell’ordine del giorno che ordine esecutivo c’è?” insiste Blanco.

Super Dan continua a tacere, gli altri continuano a fissarlo.

“Un ordine esecutivo è un provvedimento firmato dal presidente, che indirizza le politiche esecutive delle agenzie del Governo. Gli ordini esecutivi hanno forza di legge quando sono emessi da un’autorità legislativa che delega questo potere all’esecutivo. Per esempio il Congresso può demandare con una legge delega una parte dei propri poteri al governo.” spiega Moore.

“Adesso è chiaro di cosa stiamo parlando, signor Presidente?”

“Ma certo che lo sapevo! Stavo solo cercando di mettere in ordine questi provvedimenti! Ho costruito un impero dal nulla, non vi dimenticate con chi state parlando!” risponde Super Dan risentito.

“Impossibile scordarlo.” commenta Moore.

“Fino all’altro giorno sono stato un grande uomo d’affari, ho realizzato progetti, costruito palazzi, spianato montagne…”

“Diviso le acque, attraversato il Mar Rosso…” si intromette Moore pungente.

Il Presidente paonazzo fulmina Moore con gli occhi.

“Ho persino depositato il mio nome e la mia immagine come dei veri e propri marchi commerciali. Ci sono palazzi nel mondo che portano il nome, lo sapete?” ricorda il grande capo.

“Oui, la Tour Eiffel!” ancora il Capo di Gabinetto provocante.

Super Dan sempre più indispettito incenerisce Moore con lo sguardo.

“E ho persino assicurato la mia inconfondibile mascella per cinquanta milioni di dollari!”

“Ed io per il mio cervello quanto dovrei chiedere allora, il deficit pubblico?” insiste Moore.

“Signori, scusate, non credo sia il caso di parlare dei nostri meriti personali passati, che nessuno mette in dubbio, per carità. Siamo qui per promulgare i primi provvedimenti per il bene del nostro paese.” interviene Bell cercando di troncare la diverbio.

“Sono d’accordo. Vogliamo cominciare la lettura dell’ordine del giorno?” gli dà man forte Blanco.

Tutti gli occhi sono puntati su Super Dan.

Lui con i fogli in mano inizia la lettura delle varie proposte, con tono deciso e sicuro.

“Titolo della proposta: trasformazione della Big House mediante due modifiche sostanziali, ovvero il cambiamento del nome e una ristrutturazione edilizia della stessa.” esordisce il grande capo.

Tutti si guardano in faccia sconcertati.

“La trasformazione avverrà attraverso il cambiamento del nome da Big House in Pink House e la ristrutturazione edilizia con la modifica del tradizionale colore bianco in rosa!”

Cala il silenzio tra i presenti, tutti fissano Super Dan.

Lui disorientato cerca di difendersi.

“Scusi, ehm, ma questo sarebbe il suo primo atto da Presidente?” balbetta Bell incredulo.

“Che vergogna, rosa, il Palazzo del Presidente rosa, ed il nome…Pink! Che vergogna!” si lamenta Byjove.

“Beh, effettivamente io, pur essendo una donna,” interviene Blanco “non mi sento di giudicare una simile iniziativa decisiva per  l’economia del paese.“

“Vuole rilanciare l’industria delle vernici?” è la stilettata di Moore.

“Non scherziamo, io non ne so niente, non c’entro niente.” sbraita il Presidente. “Cos’è, uno scherzo  di qualcuno di voi?”

“Certo, abbiamo accettato i nostri incarichi e rinunciato alle nostre carriere per venire qui a scherzare.” replica Moore. “ Sa, noi burloni non possiamo proprio farne a meno.”

“Siamo qui per servire il nostro paese, non per fare scherzi, signor presidente.” replica Blanco decisa.

“È un complotto comunista, ecco cos’è, lo sapevo, cercano di screditare il nostro governo!” strepita Byjove.

Bussano alla porta, entra Ms Brontenserious che porta acqua e bevande per tutti. Sentendo la discussione interviene.

“È un’iniziativa di sua moglie, ja, ne parlava da giorni.”

Il silenzio domina nella stanza.

“Pink House. Sua moglie vuole dare un’impronta più femminile a questo posto, gliel’aveva detto giorni fa, ja?”

“Si, beh, ecco, mi pare, non ricordo adesso, a dire il vero…”

“Ecco, voi uomini tutti uguali, non ascoltate mai le donne, ma poi pretendete loro seguano sempre i vostri consigli, ja?”

“Beh, non è proprio così, non esageri, è che a volte…”

Ms Brontenserious agita il frustino facendolo sibilare proprio vicino a Super Dan, che sobbalza sulla poltrona.

“Ja, è così, voi uomini parla, parla, parla, e noi donne, ascolta, ascolta, zitta, zitta. Così sua moglie ha avuto questa idea geniale: ridipingere la Big House e trasformarla in una Pink House.”

I presenti ascoltano sbigottiti.

“Così finalmente le donne di tutto il mondo otterranno il loro riscatto, sarà una rivincita per tutte noi, un riconoscimento a tutte le donne, sempre sottovalutate e oppresse. E poi starebbe così bene, ja? Un tocco di classe, dice sua moglie.”

“Ma certo, il rosa le donerebbe signor Presidente. Le darebbe quel non so che in più…” aggiunge Moore.

“Ma si può sapere chi comanda qui, lei o sua moglie? Chi è il Presidente?” protesta Byjove.

Super Dan sbatte il pugno sul tavolo.

“Sono io il Presidente! E qui non  si cambia niente!”

“Adesso si ragiona. Rosa, che schifo!” commenta soddisfatto  il generale.

Ms Brontenserious esce. “Jawohl. Riferirò a sua moglie.”

“Ma riferisca a chi le pare, ci lasci lavorare in pace!” sono le parole di Byjove che l’accompagnano alla porta.

“Bene, abbiamo chiarito l’equivoco.” dice Blanco più serena. “Vogliamo passare al secondo provvedimento?”

“Ma certo. Per la politica estera propongo un ordine esecutivo per sospendere l’ammissione dei rifugiati per quattro mesi e per negare l’accesso ai cittadini dell’Iraq, Iran, Libia, Somalia, Siria, Sudan e Yemen per novanta giorni, per motivi di sicurezza sul terrorismo.” apre la discussione il grande capo.

“Giusto! Sacrosanto! Lei è un vero comandante, signor Presidente. E visto che ci siamo, volevo fare una piccola aggiunta per completare l’elenco dei paesi bolscevichi e ostili.” si unisce Byjove al dibattito.

Byjove tira fuori un foglio e legge un elenco.

“Liechtenstein, Andorra, Svizzera, Trinidad e Tobago, Antartide, Artide, Mongolia, Lussemburgo, Principato di Monaco, Malta, Repubblica di San Marino, il Principato di Hutt River in Australia, il Regno di Redonda, è un’isola delle Antille, il Principato di Sealand in Gran Bretagna, la Repubblica di Conch in Florida, la Repubblica di Molossia nel Nevada, di sei abitanti, Uzupis, è un quartiere di Vilnius, la capitale della Lituania, Christiania, è un piccolo quartiere di Copenaghen, e Grand Duchy of Flandrensis nell’Antartico.”

I presenti ascoltano sbigottiti.

“Una piccola aggiunta??” chiede Bell sbigottito.

“Generale, non le sembra di esagerare un po’?” domanda Blanco.

“No, ma che dite? Ah, generale, ha dimenticato il macellaio sotto casa mia. Sa, ha aumentato i prezzi in maniera vergognosa, un vero ladro!” interviene Moore.

“Generale, effettivamente dovremmo discutere di questa sua aggiunta…” fa presente Wright timidamente.

“Ma che c’è da discutere? Sono paesi ostili e bolscevichi, andrebbero rasi al suolo!”

“Byjove si calmi, diciamo che prenderemo in considerazione questa sua piccola aggiunta nelle prossime riunioni.” dice il Presidente cercando di calmare il generale.

Entra senza bussare la First Lady.

“Tesoro, scusa, volevo dirti che sto uscendo, vado dal parrucchiere e dalla manicure.”

“Signor Presidente, senza complimenti, se vuole accompagni pure sua moglie, qui ce la sbrighiamo da soli.” fa presente Moore.

Super Dan guarda seccato sia la moglie che Moore, ma cerca di contenersi.

“Va bene, cara, va bene, ma ora ho da fare, come vedi.”

“Beh, volevo solo chiederti se vuoi che porti anche i tuoi parrucchini di ricambio dal parrucchiere. Pensavo di farti un favore, non di disturbarti.”

I presenti cercano di trattenere le risate, Super Dan è in grande imbarazzo e guarda di traverso la moglie, che senza attendere la sua risposta si gira e se ne va.

“Va bene, caro allora ci pensi tu questa volta.”

“Vogliamo riprendere la seduta o è chiedere troppo?” domanda il generale al limite dell’esasperazione.

“Per una volta mi trovo d’accordo con il Generale.” concorda Bell.

“Passiamo al prossimo provvedimento. Cosa c’è all’ordine del giorno?” domanda impaziente Blanco.

Ms Brontenserious bussa alla porta ed entra per portare dei giornali con articoli riguardanti i sondaggi sui primi giorni del Governo.

“Herr President, sua moglie mi aveva raccomandato di portare giornali con articoli e sondaggi sui vostri primi giorni, ja?”

“Mia moglie??”

“Ja. Io eseguo ordini.”

La governante sbatte la pila di giornali sul tavolo davanti al Presidente e se ne va.

“Sua moglie? Signor Presidente potrei sapere cosa c’entra sua moglie con le faccende di Governo?” gli chiede Byjove.

“Niente, certo che non c’entra niente, sono io il Presidente!”

“Si, e questa sarebbe una riunione di Gabinetto.” aggiunge l’acido Moore.

In quel momento la porta si spalanca ed entra ancora una volta Gwendoline senza bussare, va dritta dal marito.

“Tesoro, perdonami, ho dimenticato il portafoglio in camera, non avresti qualche spicciolo?”

“Le ultime parole famose…” borbotta il Capo di Gabinetto.

“Cara, ma stiamo tenendo una riunione importante non puoi entrare così…”

Gwendoline si abbassa sul marito, lo accarezza e inizia ad coccolarlo. “Oh, tesoro mio, lo sai quanto è sbadata la tua “pesciolina”, ho preso la borsa in fretta senza controllare se ci fosse il portafoglio.”

Super Dan imbarazzato per liberarsi della moglie subito tira fuori il portafogli, sua moglie con un gesto rapido infila le dita al suo interno e gli sfila tutte le banconote. Poi se la svigna rapidamente.

“Grazie, amore, sei il solito tesoro. Ci vediamo stasera, allora. Vedrai che saprò ricompensarti, orsacchiotto.”

“Pesciolina??” implora il primo cittadino. “Ehm, scusate l’interruzione, un disguido…”

“Orsacchiotto??” borbotta Byjove esterrefatto.

“Allora “orsacchiotto”, possiamo riprendere a parlare dei provvedimenti all’ordine del giorno, ora che la sua “pesciolina” è uscita?” interviene Moore.

“Moore, come si permette? Queste sono cose private!”

“Appunto, e questa è la Sala Rotonda.”

Louis bussa alla porta, entra con un vassoio con le medicine di Bell e va dritto da lui a portargliele.

“Grazie Louis, lei è impagabile.”

Byjove sta per scoppiare. “Allora, Bell, Louis, ora possiamo continuare questa riunione?”

“Oh certo, certo, non fate caso a me.” replica Bell, “continuate pure.”

“E come diavolo si fa a continuare in queste condizioni? Ero più tranquillo in Vietnam sotto i bombardamenti!!” tuona il generale.

Ms Brontenserious bussa alla porta ed entra per portare a Super Dan le pillole dimagranti che la moglie gli ha imposto, mentre Louis esce.

“Herr President, sue pastiglie, ja?”

“Quali pastiglie?!?”

“Pastiglie che sua moglie dice lei deve prendere per suo pancione, ja?”

“Pancione? Ma, mi scusi, sta parlando col Presidente…” fa presente Wright.

“Miseriaccia ladra, le pastiglie per il pancione? Qualcos’altro?” strilla Byjove.

“Generale, si impicci del suo pancione!” gli fa presente il Presidente.

“Mettiamo anche questo all’ordine del giorno?” propone beffardo Moore. 

“Possiamo cercare di mantenere la calma e terminare questa riunione?” propone l’assennata Blanco, mentre la governante austriaca esce.

Louis bussa alla porta, entra portando un vassoio con l’inalatore di Bell e va dritto da lui.

“Grazie Louis, non so cosa farei senza di lei.”

“Ma che cos’è questo, un supermarket??” grida Super Dan.

“Se facciamo pagare i biglietti all’ingresso, guadagniamo i soldi per i lavori pubblici.” commenta il Capo di Gabinetto.

“Bell, che altro si è fatto portare? Spero un po’ di cianuro, maledetto mollusco!” sbraita Byjove.

Bell si attacca all’inalatore in preda a una crisi di panico.

“Perché non ci mettiamo un bel tornello girevole all’ingresso?” consiglia Moore con un sorriso beffardo.

Bussa alla porta Naive, la giovane segretaria, fa pochi passi ma non ha il tempo di parlare.

“Fuori!! Esca subito, perdiana, o la metto davanti a un plotone d’esecuzione!!” strilla Byjove.

“Generale, non è il caso di prendersela con la signorina Naive. Signorina, credo sia meglio che lei esca, non è un buon momento.” suggerisce Wright.

“Ma no, rimanga qui con noi, signorina” propone Moore, “ormai siamo tutti una grande famiglia, vero “orsacchiotto”?

Naive scappa fuori impaurita, Bell si attacca all’inalatore.

“Santo cielo sto male…”

Bussa e rientra Ms Brontenserious col frustino sotto al braccio. Va dritta dal grande capo con passo deciso.

“Desidera qualcosa anche lei, Ms Brontenserious?” domanda ironica Blanco.

“Ja, devo controllare che Herr President ha davvero preso pastiglie per suo pancione. Moglie ordina così.”

Byjove si alza in piedi e sfodera la sciabola urlando.

“Adesso basta, questo si chiama sabotaggio. State cercando di rovinare questa riunione. Il prossimo che interrompe lo infilzo con la mia sciabola!”

Swish! Ms Brontenserious fa schioccare il suo frustino e fa cadere all’indietro Byjove sulla sua poltrona.

“Herr President, tu ha davvero preso pastiglie per tuo pancione?”

“Si Ms Brontenserious, si. Ha la mia parola d’onore.”

“Parola di “orsacchiotto” s’intromette Moore.

“Jawhol, allora posso andare. Vado a riferire a sua moglie.”

“Mi saluti la pesciolina.” saluta Moore.

“Jawhol, riporterò.”

Ms Brontenserious uscendo fa sibilare il frustino e fa sobbalzare ancora Super Dan.

Bell, ormai in preda al panico, continua a fare lunghi respiri con l’inalatore, mentre Moore lo osserva.

“Visto che serviva l’inalatore? Volete favorire anche voi?”

“Per chi mi ha scambiato, per questo smidollato?” risponde il generale.

“Perché non facciamo la prossima riunione direttamente in farmacia?” consiglia Blanco esausta.

“Già!” continua il Capo di Gabinetto, “potrebbe partecipare anche il dottore e dire la sua, così avremmo anche il parere del settore sanitario.”

“Moore, per favore, almeno lei abbia un po’ di comprensione.” implora Bell.

“Pietà, la parola giusta è pietà, non comprensione! E in guerra non si fanno prigionieri, si ricordi!” ricorda a tutti Byjove.

“Oddio mio!” singhiozza Bell.

“Signori per cortesia, vogliamo mantenere un po’ la calma? Abbiamo dei compiti istituzionali da svolgere…” esorta Blanco.

“Io non faccio più i compiti da quando andavo a scuola, ha capito? Come si permette?” sbotta Super Dan.

“Signor Presidente,” tenta di chiarire Blanco, “credo che Wright si riferisse ai provvedimenti che dovremo prendere in materia di…”

“Ma quale materia, come si permette di insultare il nostro presidente? Non fa più i compiti da un pezzo, non siamo mica a scuola!” interviene il generale.

“No, ma ritornarci tutto sommato non vi farebbe male…” è la stoccata di Moore.

Rientra Naive ancora una volta.

Stende le braccia in avanti per mostrare cosa penzola dalle sue mani: due minuscoli bikini.

“Signor Presidente avevo dimenticato: per quella crociera il mio bikini come lo preferisce, questo rosa shocking a sinistra o quello verde pastello qui a destra?”

“Fuoooorriiii!!! Fuori tutti !!” strilla Super Dan esasperato.

Super Dan urla, Byjove insegue Naive con la sciabola sguainata, gli altri cercano di fermarlo, Bell è in crisi respiratoria e viene travolto da Byjove, tutti si rincorrono e urlano.

Questo è la prima riunione di Gabinetto del nuovo governo di Daniel Kramp.

Alla settimana prossima. Sigla!

Super Dan
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