Episodi

Ogni settimana un nuovo episodio!

Lista episodi

Torna in alto
16 Set

Episodio 11 – La Festa del Papà – 3° Parte – di Eugeniusz S. Lazowski

“Madre de Dios!” esclama Blanco spaventata.

“Stavolta ha ammazzato qualcuno!” si lamenta Bell un attimo prima di attaccarsi al suo inalatore.

“Questa volta davanti al plotone di esecuzione ci finisce lui…” è il commento di Moore.

Lo staff del Presidente, e alcuni uomini della scorta accorrono verso il tendone distrutto, temendo il peggio.

Il sindaco accorre, in preda al panico.

“La nostra festa! I carri! Il tendone della premiazione!”

“Signor sindaco,” chiede ansimante Blanco, “sa se ci fosse qualcuno in quel tendone?”

“No, era il tendone della premiazione! La premiazione dei migliori papà dell’anno…” risponde disperato Morgan. “E adesso, dove la facciamo la cerimonia?”

“In paradiso…”

“Cosa?” esclama Morgan.

“In paradiso,” continua Naive commossa, “il povero generale è andato in paradiso…”

Tra la folla spaventata e stordita dal boato si fanno largo gli uomini della sicurezza, che a fatica camminano sul tendone ormai crollato alla ricerca di Byjove.

“È volato in cielo…” è il commento di Naive.

“Tiratemi fuori da questa baracca!” tuona la voce di Byjove. “Come diavolo si esce da questo tendone?”

“Quell’uomo è indistruttibile…” commenta Wright.

Gli uomini della scorta si dirigono verso le urla, ma si fermano di fronte alla sciabola che volteggia in aria.

“Largo, toglietemi questo tendone di dosso!” impreca il militare, menando fendenti e squarciando il telo con la sciabola.

Byjove esce fuori dalle rovine a colpi di spada, tra lo stupore di tutti, che pensavano al peggio. “Pista, fate largo!”

“Generale, è ancora vivo…” gioisce Naive.

“Ma si capisce che sono vivo!” le risponde. “Piuttosto…a che punto è la gara delle bighe?”

“L’atterraggio deve essere stato più traumatico di quanto sembri…” pensa ad alta voce Moore.

“Generale,” gli consiglia Bell, “forse dovrebbe sdraiarsi e riprendersi dal colpo subito. Sa, alcuni traumi possono manifestare le proprie conseguenze dopo molte ore …”

“Bell!” sbotta Byjove. “Il trauma che potrei procurarle io, se non chiude la bocca, avrebbe conseguenze immediate, ha capito?”

“Oddio…” ansima Bell attaccandosi all’inalatore.

“Sì, sì,” constata Moore, “sta benissimo, è sempre lo stesso.”

“Generale,” interviene Blanco, “non c’è nessuna gara, ricorda? Stavamo cercando di fermare il carro del Presidente ed il suo…”

“Per non parlare dei carri di tutti gli altri papà.” aggiunge Wright. “Guardatevi attorno…”

Il caos regnava sovrano in tutto il parco, avvolto in un unico, grande polverone. Carri lanciati al galoppo, padri terrorizzati, bancarelle distrutte. In quel momento il carro di Super Dan si dirige a tutta velocità verso il bancone dei salumi.

“Guardate, il carro del Presidente!” dice Bell col poco fiato rimastogli.

“Uomini, correte, presto!” grida Blanco.

Troppo tardi…il carro di Super Dan travolge in pieno il bancone dei salumi. Il boato è spaventoso, legno, salami e salsicce volano in tutte le direzioni, mentre i tre passeggeri si librano in aria come tre acrobati circensi.

La First Lady compie una parabola e atterra su una grande siepe, che la salva da conseguenze peggiori.

Ms Brontenserious vola in direzione di un tendone, uno dei pochi rimasto in piedi, e ci atterra sopra, abbattendolo.

Super Dan si leva nel cielo come la stella cometa, con tanto di coda, rappresentata dagli spiedi nel posteriore. Il bancone della carne su cui si abbatte esplode in mille pezzi.

“Il Presidente, salvate il Presidente!” è l’urlo di Byjove, mentre tutti accorrono in suo soccorso.

“Oddio,” esclama Naive, “questa volta è morto!”

“Naive, non mi dia false speranze…” ribatte Moore prontamente.

La scorta, lo staff e parte del pubblico sono intorno a lui, immobili di fronte alla scena: Super Dan a terra, con le natiche all’aria e tre spiedi di carne conficcati nelle chiappe, una bistecca in testa al posto del parrucchino, e una collana di salsicce intorno al collo.

“Presto,” rompe il silenzio la voce di Byjove, “togliete quegli spiedi dalle chiappe presidenziali!”

“Aiutate il Presidente,” ordina Blanco alla scorta, “e soccorrete la First Lady e la governante.”

Vengono chiamati vigili del fuoco, ambulanze, esercito, guardia nazionale e Protezione Civile. Dopo tre ore di duro lavoro il parco non assomiglia più ad un campo di battaglia, i tendoni e le bancarelle distrutte sono state sgomberate, i feriti medicati o ricoverati.

Mentre tutto ciò avveniva, in una tenda, circondata dagli uomini della sicurezza, sdraiato a pancia in giù su un lettino, lontano da occhi indiscreti…

“Tranquillo, signor Presidente,” assicura Byjove, “adesso ci penso io alle sue chiappe!”

“Cosa?! No, un momento, generale, ma non c’è un dottore…”

“Un dottore?” sbotta sicuro Byjove. “Quei dannati segaossa! Stia tranquillo, ho ricucito più ferite io in Vietnam di un pronto soccorso!”

“Vietnam?!” trasecola Super Dan. “No, un momento…”

“Tranquillo, mio comandante, ci metto un attimo. Ecco, via il primo…”

“Aahhhh!!”

“Non faccia così, che vuole che sia. Adesso le tolgo gli altri due spiedi, due cerottini e tutto è finito.”

“No, un momento…” supplica Super Dan, mentre la moglie e la sua fedele governante lo tengono fermo.

“Et voilà!” esclama Byjove, estraendo brutalmente entrambi gli spiedi.

“Aahhh!!”

“Così impari ad avere certe idee.” lo rimprovera la First Lady. “Tu e i carri trainati dai buoi…”

“Ja, i carri, ma con birra e salsicce sopra, questo pensa lui!” aggiunge Ms Brontenserious.

“Le mie chiappe!” strilla il Presidente.

“È finita, mio comandante.” dice Byjove scattando sull’attenti. “Operazione riuscita!”

“Riuscita?!” si lamenta Super Dan. “Ho le chiappe in fiamme…”

“Vuole che chiami i pompieri?” chiede Moore, appena entrato nel tendone. “Sono proprio qui fuori, stanno cercando di rimediare ai disastri che avete combinato. Vuole che ne chiami uno con l’estintore?”

“Cosa?!” sbotta il grande capo ferito. “Moore!! Che diavolo ci fa qui dentro?”

“Mi chiedevo se potevo in qualche modo essere utile al suo posteriore presidenziale. Generale, le serve una mano?”

“No, Moore, grazie del pensiero, ma ho risolto la situazione. Operazione riuscita!”

“Ne è sicuro?” insiste Moore. “No, perché qui fuori c’è Bell che ha una vasta esperienza in fatto malattie e cure, e se vuole possiamo invitarlo…”

“Ma certo!” urla Super Dan, sdraiato, senza più spiedi, ma con le natiche sanguinanti. “E visto che ci siamo, perché non organizziamo una riunione di gabinetto intorno alle mie chiappe??”

“Ma, signor Presidente,” borbotta Byjove, “non mi sembra il caso, un po’ di pudore, sono sempre chiappe presidenziali…”
“Generale!” strilla il primo cittadino. “Era una battuta! Che vuole, organizzare davvero una riunione di gabinetto intorno alle mie chiappe?”

“Agli ordini, mio comandante!” scatta sull’attenti Byjove.

“Piuttosto,” continua Moore, “potrei far notare una cosa?”

“No!” continua a strepitare il primo cittadino. “Non può! Fuori di qui, esca subito!”

“Allora,” continua Byjove confuso, “vado fuori a chiamare gli altri?”

“Gli altri chi?” sbotta Super Dan.

“D’accordo,” replica serafico il britannico, “ma non è il caso di alterarsi, le fa male alla pressione, vero Milady?”

“Ha ragione” risponde Gwendoline. “Le vene del collo stanno per scoppiarti…”

“Gli altri membri del governo…” spiega il militare.

“Gli altri membri…” balbetta Super Dan interdetto. “E per cosa?”

“Per la riunione di riunione di gabinetto intorno alle sue chiappe,” continua Byjove, “come ha detto prima…”

“Fuori!! Tutti fuori di qui!!” strilla super Dan furioso.

“…e il suo posteriore continua a sanguinare. Questo volevo far notare.” conclude Moore. “Generale, ma l’operazione non era perfettamente riuscita?”

“Per mille baionette!” esclama il militare. “Mi sono scordato di suturare la ferita!”

“Scordato??” esplode Super Dan. “Mentre voi state qui a parlare a vanvera, io sto morendo dissanguato!”

“Questo mai!” scatta sull’attenti Byjove, che si volta verso Ms Brontenserious. “Ago e filo.”

“Nein, io no ago e no filo.”

“No?” si stupisce Byjove. “Ma che razza di governante è lei? Si porta appresso sempre tutti i pezzi di ricambio…”
“Ja. Parrucche per testona di Presidente e panciera per suo pancione.”
“Va bene,” borbotta Byjove, “mi dovrò arrangiare…”

“Pancione?” sbotta Super Dan. “Come si permette?” Io non ho nessun pancione…”

“…cauterizziamo la ferita.” conclude Byjove.

“…e non indosso panciere…cauterizzare?! Ma che vuol dire?”

“Accendiamo un bel fuocherello, ci metto sopra la mia sciabola per pochi minuti e poi la appoggio sulle ferite, premendo con forza. Un attimo ed è finita.”

“Cosa? generale, è impazzito?? Sono le mie chiappe…”
“Le sue chiappe non sono diverse da quelle di un soldato!” risponde fiero Byjove. “Ne ho cauterizzate tante di ferite, ai tempi del Vietnam!”

“Beh, signori,” dice Moore con un sorriso beffardo, “vedo che avete da fare, dunque vi lascio. Aiuterò Blanco ad organizzare soccorsi qui fuori. Arrivederci, signor Presidente.”

“Nooo! Non se ne vada! Generale, tenga quella sciabola al suo posto e non si avvicini!”

Fuori dal tendone, Bell, ansioso, va incontro a Moore.

“Moore, ma è così grave? A giudicare dalle urla sembra in fin di vita…”

“No, stia tranquillo” lo rassicura Moore. “È in buone mani, se ne sta prendendo cura il generale.”

Un’ora dopo…

Il Presidente, claudicante, sofferente e con un nuovo parrucchino in testa, esce dal tendone. Al suo fianco la moglie, la governante e Byjove.

“Eccolo tornato nel mondo dei vivi!” esclama Moore. “Un applauso al nostro Presidente!”

“Moore,” ringhia Super Dan, “un giorno di questi io…”

“E un bell’applauso anche al nostro eroe,” prosegue imperterrito Moore, “il generale Byjove, che ha salvato il Presidente con un delicatissimo intervento chirurgico!”

“Dovere, dovere,” risponde Byjove sorridendo, “ho fatto solo il mio dovere di soldato.”

“Generale,” insiste Moore ironico, “non faccia il modesto, conosciamo tutti la sua grande esperienza sui campi di battaglia. Piuttosto, ci spieghi, come ha effettuato l’intervento chirurgico? Ci dica…”

“Beh, a dire il vero,” risponde prontamente Byjove, “la situazione era delicata. Sa, le chiappe del Presidente erano conciate piuttosto male…”
“Moore!! Generale!!” grida Super Dan ancora dolorante. “Volete chiudere quella boccaccia?”

“Ehm, signori,” interviene Bell, “credo che il Presidente voglia mantenere il giusto riserbo sulla questione…”

“Ma certo,” continua Moore con un ghigno, “è comprensibile, visto l’argomento, vero generale?”

“Moore!” grida il Presidente. “Se non chiude quella dannata bocca…”

“Capisco!” scatta sull’attenti Byjove. “Operazione Chiappe Presidenziali chiusa definitivamente!”

“Generale,” urla Super Dan paonazzo, “la pianti. Non voglio più sentire parlare di questa faccenda, è chiaro?”

“Agli ordini!”

“Signor Presidente,” replica Bell, “sapremo mantenere il riserbo più assoluto sulla questione. A proposito del decorso post operatorio, potrei consigliarle delle pomate davvero miracolose…”

“Bell!!” urla Super Dan davvero fuori dai gangheri. “Ho detto basta! Sa dove può mettersi le sue pomate?”

“Oddio…” è il gemito di Bell.

“Mi lasci indovinare…” lo pungola Moore. “Ha a che fare con la sua operazione?”

“Moore…” grida Super Dan sul punto di esplodere.

“Basta, caro,” interviene la moglie, “le vene del tuo collo stanno per scoppiare. Pensa solo che il peggio è passato.”

Giunge in quel momento il sindaco Morgan, afflitto più che mai.

“Signori, come state?” domanda preoccupato. “E lei, signor Presidente, come sta?”

“Perfettamente,” risponde piegato in avanti e zoppicante. ”Perché me lo chiede?”

“Beh,” prosegue imbarazzato Morgan, “dato il delicato intervento che ha dovuto subire…”

“Cosa?” sbotta di nuovo Super Dan. “E lei come fa a saperlo?”

“Ecco,” continua Morgan, “il Capo di Gabinetto ci ha informato dell’accaduto e…”

“Moore! Ma che diavolo ha fatto? Lo ha raccontato a tutto il mondo?”

“Oh no,” risponde Morgan, “soltanto a me e ai consiglieri comunali stia tranquillo.”

“Tranquillo??” prorompe Super Dan ormai viola in viso. “E visto che c’eravate, perché non l’avete detto anche in televisione?”

“Non c’era una telecamera a portata di mano, in quel momento…” è la risposta di Moore.

“Le chiappe presidenziali sulla bocca di tutti…non c’è più rispetto.” borbotta Byjove pensieroso.

“Moore, un giorno di questi io…”

“Sindaco Morgan!” grida un suo assistente che giunge in gran fretta. “I falò…cosa facciamo con i falò?”

“Giusto…” replica Morgan. “Con tutto quello che è successo quasi me ne dimenticavo. Avete voluto voi questa nuova usanza, importata dall’estero, e così abbiamo preparato molta legna per i fuochi…”

“Fuochi?” salta su Byjove. “Chi ha detto fuochi? Eccomi, sempre pronto!”

“Ma non so se sia il caso di…” tenta invano di opporsi Super Dan.

“Non sia mai!” sbotta Byjove. “Un vero soldato non si tira mai indietro!”

“Beh, se ci tenete a continuare…” acconsente dubbioso Morgan.

“Finiamo questo calvario,” commenta Blanco, “e andiamo a casa.”

“Concordo.” si unisce Wright.

“Perfetto!” esulta Byjove estraendo la sciabola. “Andiamo! Fuoco alle polveri!”

Il gruppo si avvia verso un grande spiazzo, in cui diverse cataste di legna sono già pronte per essere bruciate.

“Bene signori, ecco la legna che avevate richiesto.” dice il sindaco. “Volete procedere voi all’accensione?”

“Senz’altro!” risponde sbattendo i tacchi Byjove. “Dov’è la polvere da sparo?”

“Cosa?” esclama Morgan.

“E la benzina?” continua Byjove.

“Oddio…” sospira Bell allarmato, “…ci risiamo…”

“Ma neanche qualche candelotto di dinamite?” insiste Byjove. “Ma come diavolo li accendo io, questi falò?”

“Nella maniera tradizionale,” interviene disperata Blanco, “sono certa che gli assistenti del sindaco sono già pronti, vero signor Morgan?”

“Certo…” risponde il sindaco allibito.

Gli uomini della manutenzione accendono i falò, mentre Byjove crucciato borbotta: “Che gente, escono per andare ad una festa senza portarsi dietro neppure qualche candelotto di dinamite…”

Intorno la folla sopravvissuta al finimondo del mattino comincia a radunarsi.

“Che spettacolo, davvero suggestivo…” commenta il romantico Wright.

“Eh sì,” concorda Morgan, “una buona idea, lo riconosco. I falò, il crepitio della legna che brucia, le famiglie riunite intorno…”

“…il salto del falò…” interviene esaltato Byjove.

“Il salto…?” domanda interdetto il sindaco.

“Il salto del falò!” conferma il generale. “Ma perché, non glielo hanno detto?”

“Veramente non ne so nulla…”

“Deve sapere,” spiega Blanco, “che in alcune zone dell’America del Sud, durante la festa del papà, vengono accesi falò e i padri si sfidano a superarli con un solo salto.”

“Ed il nostro Presidente, come tale,” interviene Moore sorridendo, “inaugurerà questa nuova tradizione.”

“Cosa?!” esclama Super Dan, ancora dolorante.

“Ma certo,” continua Moore beffardo, “il nostro Presidente non si tira mai indietro di fronte ad un ostacolo, vero generale?”

“Questo mai!” esclama Byjove. “Il nostro Presidente è un vero condottiero!”

“Davvero?” esclama Naive. “Salterà quel grande falò? Ma non sarà pericoloso?”

“Il nostro Presidente,” insiste Moore, “non conosce la parola pericolo.”

“Esattamente!” dice Byjove scattando sull’attenti. “Come ogni guerriero!”

“Stupendo,” dice Naive battendo le mani, “non vedo l’ora…”

Messo alle strette di fronte a tutti Super Dan è costretto ad accettare.

“Ma certo. Sono pronto.” dice avviandosi claudicante verso il falò, mentre con lo sguardo incenerisce il sorridente Moore.

“Caro, ma sei sicuro…” cerca di fermarlo la First Lady.

“Signora,” interviene Byjove, “non si opponga al destino di un guerriero!”

“Mi raccomando, signor Presidente,” lo incoraggia Naive, prenda una bella rincorsa.”

La folla aspetta in silenzio, Super Dan è fermo, gli occhi come due fessure, persino il suo parrucchino sembra concentrato. Poi all’improvviso scatta, saltellando per il dolore, è vicino al falò, un balzo e…

Super Dan non riesce a superare il falò e atterra seduto sulle fiamme.

“Dios mio!” esclama Blanco. “Il Presidente va a fuoco! Tiratelo fuori!”

Gli uomini della sicurezza immediatamente tirano fuori Super Dan, mentre uno dei pompieri presenti col suo estintore riempie il Presidente di schiuma bianca.

“Aahh!” grida Super Dan. “Le mie chiappe! Le mie chiappe!”

“Oddio!” strilla Naive che sta indicando il falò. “I capelli del Presidente!”

Tutti si voltano a guardare il suo parrucchino rimasto sul falò, mentre lentamente va a fuoco.

“Spruzzate un po’ di schiuma anche sul testone del Presidente.” consiglia Moore. “Così nessuno noterà nulla.”

“Ottima idea! Adesso ci penso io!” esclama Byjove strappando dalle mani del pompiere l’estintore, che punta dritto su Super Dan, il quale sparisce dentro una enorme schiuma bianca.

“Ecco fatto!” afferma soddisfatto il militare. “Adesso nessuno può vedere nulla!”

“Già neppure il Presidente…” commenta Moore. “Toc Toc…c’è qualcuno?”

“Non sarà mica morto soffocato, vero?” domanda Bell preoccupato. “Perché la schiuma antincendio ha la capacità di sottrarre l’ossigeno alle fiamme e dunque i polmoni ne soffrirebbero…”

“Bell!” sbotta Byjove, “qui le uniche cose che stanno soffrendo sono le mie orecchie!”

“Puah!” si sente un gemito provenire dalla grande massa schiumosa.

“È vivo! È vivo!” esulta Naive.

“Presto,” dispone pronta Blanco, “portatelo in quell’ambulanza e occupatevi di lui!”

Mentre gli uomini della sicurezza portano via Super Dan, accompagnati dalla First lady e dell’inseparabile governante, Byjove si fa avanti.

“Fate largo, ora tocca a me!”

“Che Dio ci protegga…” bisbiglia Moore.

“Generale,” dice Wright cercando di fermarlo, “ma è proprio sicuro di…”

“Sicurissimo!” risponde Byjove sguainando la sciabola e puntandola verso il cielo. “Pistaaa!!!” e parte come un razzo verso il falò.

Il suo balzo è degno di un campione olimpico, persino esagerato. Supera il falò e punta come una palla di cannone verso una delle ultime bancarelle rimaste, colpendola in pieno.

La deflagrazione assomiglia a un colpo di bazooka, pezzi di legno e torte salate volano intorno colpendo gli spettatori.

“Stavolta non si alza…” commenta Moore speranzoso.

Tutti accorrono spaventati, ma ecco dalle macerie spuntare fuori lui, Byjove.

“È inutile,” conclude Bell sconsolato, “è indistruttibile…”

“Avanti il prossimo adesso! Bell, che aspetta?” avanza Byove urlando. “Tocca a lei!”

“Cosa?? Ma è impazzito??”

“Glielo avevo detto durante la riunione, non ricorda? Lei eseguirà il salto in rappresentanza del governo.”

“Ma non se ne parla nemmeno. La mia spina dorsale potrebbe subire dei danni…”

“Bell!” strilla Byjove con la sciabola in mano. “Non si preoccupi della sua spina dorsale, non corre alcun rischio, perché non ce l’ha! Sia uomo e faccia vedere a tutti di cosa è capace il nostro glorioso governo. All’attacco!!”

Byjove insegue Bell agitando la sciabola fino al falò dove, terrorizzato, compie un balzo prodigioso, riuscendo a saltare il fuoco.

Purtroppo l’atterraggio non è dei migliori e Bell rimane steso a terra…

“Ahhh!” si lamenta il Segretario del Tesoro. “Aiutatemi, non riesco più a muovermi, sono tutto un dolore!”

“Incredibile, l’ha saltato!” commenta Blanco stupita.

“Visto?” osserva Byjove. “È tutta una questione di stimoli. Uomini, sollevatelo e portatelo via!”

“Dove?” chiede uno della scorta.

“In una discarica.” risponde Byjove.

“Generale,” lo rimprovera Blanco, “un po’ di comprensione, non vede che sta male? E solo per eseguire quel benedetto salto…”

“Portate Bell in una delle ambulanze di servizio,” suggerisce Wright.

“Ed ora,” prosegue Byjove indomito. “Cosa prevede il programma, capitan Morgan?”

“Ehm, veramente sarei il sindaco, sindaco Morgan. Il programma a questo punto prevede un’altra delle vostre novità: fiori di canna.”

“Fantastico!” esulta Byjove, “è il pezzo forte della festa!”

“Scusate,” accenna Bell timidamente, “ma siamo proprio sicuri che questa novità…”

“Sicurissimi!” lo interrompe il generale. “Al 100%. Ho una lunga esperienza in materia, si fidi…”

“È questo il guaio,” sospira Moore, “ci siamo fidati fino adesso…”

“Capitan Morgan,” grida Byjove, “Chiami il caporale Benny, e gli dica di guidare qui il plotone addetto al trasporto dei fiori di canna!”

“Sindaco, sono sempre il sindaco Morgan…” se ne va borbottando il primo cittadino locale.

Arriva Benny con diversi aiutanti, ognuno dei quali guida un furgone.

“Bene, caporale Benny,” gli va incontro Byjove, “scaricate qui tutti i sacchi con i fiori di canna.”

“Ma che ha in mente di fare?” domanda Blanco.

“Non si preoccupi, ci penso io!”

I sacchi vengono accumulati nei pressi dei falò, quando all’improvviso Byjove li prende e li lancia uno per uno sulle fiamme…

“Generale,” esclama Blanco, “ma è impazzito? Che sta facendo?”

“Generale,”domanda Bell in preda al panico, “ma lo sa quali possono essere gli effetti di questi fiori sull’organismo umano?”

“Lo so sì quali sono,” replica Byjove, “lo so benissimo. Gliel’ho detto, in Vietnam eravamo degli esperti…”

Il fumo inizia a diffondersi ovunque, in pochi minuti sull’intero parco aleggia una nube.

Blanco afferra Bell e lo strascina in un tango argentino, Super Dan fa il giocoliere lanciando in aria tre suoi parrucchini al posto dei birilli, Wright è salito sul palco da cui declama sonetti di Shakespeare e Byjove si è piazzato nei pressi di un falò per respirare a pieni polmoni.

La gente cammina sbandando, tutti ridono, le lacrime rigano i visi di qualcuno. Alcuni si abbracciano, altri si sdraiano sull’erba, qualcuno inizia a spogliarsi.

L’unico lucido e tranquillo sembra Moore, che esce dal parco con un fazzoletto sul viso.

“Adesso sì che i bambini di tutte le scuole del paese potranno fare un bel tema domattina sulla festa del papà…”

Questa è la prima festa del papà a cui partecipa il governo Kramp.

Alla settimana prossima. Sigla!

Super Dan
error: Content is protected.