La mente di Blanco e Moore indietro, a qualche mese prima, più precisamente alla festa di San Patrizio, quando…
INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – CAMERA DA LETTO PRESIDENZIALE – MATTINO PRESTO.
La first Lady è di fronte allo specchio, si sta mettendo gli orecchini.
“Sei pronto per la riunione, tesoro?”
“Come sempre! Sono il Presidente!”
“Bene. E cosa farete per la festa?”
“Festa? Ehm…certo, la festa.”
“E quindi?”
“Quindi…festeggeremo, certo, festeggeremo…è una festa!”
Gwendoline fissa il marito, ha capito che non sa nulla e non è preparato per la riunione.
“E che cosa festeggerete, se posso chiederlo?”
“Festeggeremo…festeggeremo…tutto, che domande, tutto quello che c’è da festeggiare.”
“San Patrizio, caro, San Patrizio, il 17 marzo!”
“Ah, si, certo, ma è chiaro. E chi altri, sennò? “
Super Dan è imbarazzato non ha il coraggio di chiedere lumi alla moglie.
“E…questo Patrizio, lo festeggiamo perché…perché…beh, sì, è chiaro.”

La First Lady, ormai avvilita, ha compreso che il marito non sa proprio nulla, allora si avvicina a lui e, aggiustandogli il nodo della cravatta, gli spiega tutto con la pazienza che solo le donne possono avere.
“Il 17 marzo si festeggia San Patrizio, patrono d’Irlanda, perché molti qui sono di origini irlandesi. Il verde è il colore dominante, ricordatelo, tutti indossano qualcosa di verde: un cappello, una sciarpa.”
“E perché?!”
“Tesoro, ma non sai proprio nulla?”
“Beh, con tutti gli impegni che ho, questo mi è proprio sfuggito…”
“Devi sapere che San Patrizio spiegava il mistero della Santa Trinità usando il trifoglio, tre foglie attaccate allo stesso stelo.”

Super Dan è concentratissimo, gli occhi a fessura, quasi suda per lo sforzo mentale…
“E il verde che c’entra?”
“C’entra, perché è il colore del trifoglio e della primavera. L’Irlanda è conosciuta come l’isola di smeraldo, per i suoi paesaggi verdeggianti. Chiaro adesso?”
“Ah, ho capito, ecco perché il fiume della capitale diventa verde ogni anno!”
“Caro…il fiume non diventa verde, viene tinto di verde.”

“Ah, viene tinto di verde. Mi sembrava strano…E da chi?”
“Ma da noi, caro, dalla pubblica autorità che provvede a colorarlo con dei battelli, che spargono un liquido verde. Ovviamente è un liquido naturale, a base di sostanze vegetali, che l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente ha giudicato non nocive. Anche i nostri vicini americani fanno lo stesso e il Presidente Trump partecipa alla festa.”
“Quante cose che sai, sono fiero di te. E posso chiederti un dettaglio, a cui non hai accennato?”
“Ma certo, chiedi pure. È qualcosa che riguarda le origini della festa oppure la comunità irlandese locale?”
“L’una e l’altra.”
“Cioè?”
“Sono previste anche birra e salsicce?”
Gwendoline piega la testa di lato, con aria sconsolata.
“In grande quantità.”
“Alla grande! Cioè, volevo dire, che è un bene per il popolo…che così…ehm….potrà divertirsi. Si, ecco. E poi non dimenticarti i benefici per l’economia locale!”
La moglie si avvicina e lo abbraccia, accarezzandogli la pancia.
“Ma certo caro, e io so quanto ti sta a cuore l’economia locale, vero? È per questo che ho incaricato Ms Brontenserious di venire con noi durante la festa. Sai, nel caso nel caso ti perdessi di vista, quattro occhi vedono meglio di due.”
“Cosa? Tu pensi che io…oh, cara, ma cosa dici? Io penso soltanto alla festa e ad un sano divertimento per il popolo.”
“Ma certo, tesoruccio, certo,” risponde la moglie con la mano sempre sul suo pancione, “anche io e Ms Brontenserious penseremo al bene del popolo.”

“Ehm…beh…ehm…è ora che io vada, mi attendono per la riunione.”
La moglie gli dà un bacio.
“Buona giornata, caro, e pensa a San Patrizio, non alle salsicce.”
Super Dan esce imbarazzato e si avvia verso la Eagle Room.
INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – OLD EAGLE ROOM – MATTINA.
“Signor Presidente, buongiorno.” gli dà il benvenuto Blanco. “Quando desidera possiamo cominciare la riunione.”
“Ma certo, buongiorno a tutti. Cominciamo pure.”
Gli altri membri dello staff salutano e prendono posto intorno al tavolo.
“Bene signori, siamo qui per l’imminente festa di San Patrizio, del 17 marzo. Questa volta è prevista una variante rispetto agli altri anni.”
“Cioè?” chiede Wright.
“Prima della festa, a cui parteciperemo, come è tradizione,” prosegue Blanco, “il Presidente si recherà in visita nello stabilimento che si occupa di preparare il liquido verde che tingerà poi il nostro fiume. Verremo anche noi, tranne Wright, che rimarrà ad occuparsi degli ultimi dettagli della festa.”

“Si, abbiamo pensato che sarebbe un’iniziativa positiva per la sua immagine…etciù.” si interrompe Bell. “Speriamo che l’umidità del fiume non mi faccia venire il raffreddore.”
“Esattamente, capisce signor Presidente,” continua Blanco, “gli operai, la classe lavoratrice, gli imprenditori. Ed il Presidente che si interessa al loro lavoro e ai loro problemi.”
“Esattamente…etciù.”
Bell tira fuori dalla tasca l’inalatore e le aspirine.
“Perdiana, Bell,” brontola Byjove, “non cominci a spargere la sua farmacia sul tavolo, siamo qui per discutere di San Patrizio, non del Servizio Sanitario Nazionale.”
“Capisco, certo, mi sembra una buona idea, avete ragione.”
“Discutere del Servizio Sanitario Nazionale?!?” sbotta Byjove.
“Ma no, generale, intendevo dire la vista alla fabbrica.” replica Super Dan.
“Bene,” avverte Blanco, “la visita è fissata per domani mattina.”
“Certamente, domani mattina, contateci. Ehm…e a proposito della festa?”
“La festa?” chiede il Segretario di Stato Blanco. “Si svolgerà secondo la tradizione, come sempre.”
“Si, ma voglio dire, la festa…come…cioè lo svolgimento…”
“Non capisco, signor Presidente.” interviene Bell ingoiando l’aspirina. “La festa seguirà il solito svolgimento, come ogni anno. Etciù.”
“Quindi la festa…voglio dire…sarà…molto…festosa??”
I componenti del governo non capiscono, si guardano l’un l’altro basiti.
“Ci scusi,” domanda Blanco, “non riusciamo a capire cosa intenda…”
“Birra e salsicce, Blanco, birra e salsicce.” chiarisce Moore.

“E ovviamente non mancheranno neppure le costine di maiale, e neppure le salamelle.”
“Come vede, signor Presidente, può stare tranquillo,” conclude il Capo di Gabinetto, “la festa sarà di suo gradimento.”
“Ma che sta dicendo? Io mi sto solo preoccupando che tutto sia pronto per la festa, per il bene del popolo, s’intende.”
“Intendiamo benissimo, signor Presidente, intendiamo benissimo.” replica Moore. “E a proposito di essere pronti, anche Ms Brontenserious non vede l’ora di partecipare alla festa…”
“Quella megera? E che diavolo c’entra lei?”
“Oh, sa, sua moglie ha insistito tanto. Pensi che il suo posto alla festa sarà proprio tra la First Lady e Ms Brontenserious.”
“Cosa? Ma allora non scherzava…”
“Eh no, a quanto pare non scherzava affatto.”
Byjove sguaina la sciabola, sfiorando il naso di Bell, che sobbalza. “Per giove, mi dia solo l’ordine, mio Presidente, ed io la passo da parte a parte!”
“Beh…ecco..non credo sia il caso, generale.”
“È sicuro che non sia il caso?”
“Assolutamente,” assicura Moore, “altrimenti sua moglie passerebbe lui da parte a parte.”
“Scusate,” li interrompe l’ispanica Segretario di Stato, “possiamo tornare alla visita di domani mattina? Signor Presidente, è davvero importante, potrebbe farle guadagnare ulteriore consenso.”
“Si, signor Presidente,” afferma Wright, “domattina lei sorriderà, a tutti, stringerà le mani di tutti e si mostrerà interessato ai problemi di tutti.”
“E niente birra e salsicce!” si inserisce Moore.
“Ma certo, niente birra e sal…ehm, volevo dire, sono pronto a visitare lo stabilimento e ad incontrare tutto il personale.”
Il Presidente si alza. “Bene signori, se non c’è altro, io torno ai miei impegni. A dopo.”
Super Dan esce dalla stanza.
“I miei impegni?” chiede sbigottito Wright.
“Sta andando in cucina, Wright, sta andando in cucina…” replica Moore con un sorriso.
“Signori…” riflette Blanco guardando tutti negli occhi, “in tutta sincerità: come credete che andrà?”
“Lo stabilimento è assicurato?” domanda Moore.
Blanco abbassa la testa scoraggiata.

“E per la cerimonia sul fiume?” chiede Bell.
“Perché,” incalza Moore, “non è assicurato nemmeno quello?”
MATTINA SEGUENTE – STABILIMENTO DEL LIQUIDO VERDE.
Super Dan, Blanco, Bell, Moore, Byjove e gli uomini di scorta arrivano allo stabilimento. Scendono dalle auto.
“Ci siamo.” dice Blanco. “La vista sta per cominciare.”
“Che Dio ci protegga.” prega Moore.
Il proprietario e il direttore dello stabilimento vengono incontro per dare loro il benvenuto e guidarli nella visita.
“Buongiorno signor Presidente, buongiorno a tutti voi. È un grande onore per noi ricevere la vostra visita. È la prima volta per noi, siamo tutti molto emozionati.”
Super Dan spaccone come al solito fa un cenno con la mano.
“Comodo, ragazzo, comodo.”
“Sono Henry Steward, il proprietario dello stabilimento, lui è Jason White, il direttore.”
Il Presidente dà una gran pacca sulla spalla di White facendolo vacillare. “Quello che manda avanti la baracca, eh?”
Lo sguardo di Moore inizia a diventare seriamente preoccupato.
“Ehm…vogliamo entrare e iniziare la visita?” chiede Blanco. “Ci hanno parlato molto della vostra efficienza e della qualità dei vostri prodotti, sapete?”
“Davvero?” risponde orgoglioso il proprietario. “Oh, vi ringrazio, per noi questo è il più grande dei complimenti. Sentito, White?”
Blanco dà di gomito a Super Dan, che però non capisce e rimane zitto.
“Vero, signor Presidente?” interviene Moore rifilando una poderosa gomitata nel pancione di Super Dan.

“Ah, Si, certo, cough, cough, certo, verissimo.”
“Oh, questo è davvero un giorno memorabile per tutti noi.” dice un emozionato Steward.
“Aspetti prima di dirlo.” aggiunge Moore col sopracciglio alzato.
“Come ha detto?”
“Parole sante, signor Steward, parole sante.” risponde Moore guardando il Presidente. “Sono certo che non ve lo dimenticherete.”
“Ma prego, seguitemi, ora vi mostro le fasi più importanti della produzione.”
Tutti lo seguono nello stabilimento, dove il personale è al lavoro e i macchinari in funzione.
“Ecco, come potete vedere qui avviene la prima fase, in cui le sostanze vegetali vengono raccolte e suddivise.”
“Perdinci,” borbotta il generale Byjove, “mi ricorda i bei tempi del Vietnam. Con tutta quest’erba sapete cosa ci avremmo fatto?”
“Ehm, molto interessante.” lo interrompe Blanco con imbarazzo. “E dopo cosa avviene?”
“Ecco, vedete laggiù? Viene tutto lavorato. È la macinatura. Questa è la seconda fase. Seguitemi, prego.”
“Eh sì, ha ragione, più finemente l’erba è macinata e più si gusta l’aroma. Eh, lo ricordo bene, bei tempi quelli!”
“Generale,” gli bisbiglia Blanco a denti stretti, “la pianti coi suoi ricordi di soldato! Abbiamo capito tutti come passava il tempo in trincea ai tempi del Vietnam, ma non mi sembra il caso di farlo sapere al mondo intero!”
“Ehm, e mi dica, signor Steward,” dice Super Dan fingendosi interessato, “cosa ci fate con tutta questa verdura?”
“Un’insalata gigante, signor Presidente.” ribatte Moore con un sorriso.
“Ah si? Accidenti, chissà quanta gente riuscite a sfamare.”

“Ah! Ah! Ah!” interviene ancora Blanco salvandolo da un’altra figuraccia. “Il nostro Presidente ha sempre voglia di scherzare!”
“Signor Presidente, sono erbe, fiori e radici.” spiega Steward.
“Beh, si, certo, sempre di verdura si tratta.”
Blanco cerca di superare le gaffe di Super Dan proseguendo il dialogo.
“E ci dica, signor Steward, cosa avviene dopo la macinatura?”
“In questi altri macchinari vengono ulteriormente ridotti in poltiglia, fino a diventare un pastone.”
Super Dan continua a sorridere, ma un bisogno impellente lo opprime.
“Ma tra una fase e l’altra non è prevista nemmeno una pausa?” domanda il grande capo pensando alla toilette.
“Oh no, assolutamente. Tutto ciò che arriva qui non solo è fresco, ma deve essere lavorato immediatamente, proprio per mantenerne la freschezza.”
“Capisco, ma ogni tanto una pausa caffè ci vuole, vero?” insiste Super Dan che non resiste più. “Corrobora lo spirito!”
Nessuno capisce la battuta, tutti sono disorientati.
“Ma proseguiamo con la vista signor Steward.” insiste Blanco che tenta di portare a termine la visita senza danni. “Continui con la spiegazione, è tutto davvero molto interessante.”
“Come dicevo è fondamentale che la lavorazione sia continua, scorra con fluidità, proprio come il nostro fiume, nel quale il liquido verrà poi versato.”
Super Dan stringe le gambe, fatica sempre più a trattenersi, rosso in viso e tutte queste parole, “scorra”, “fluidità”, “fiume”, “liquido”, “versato”, aumentano lo stimolo di correre in bagno.
“Potremmo evitare questi discorsi così…fluidi?” dice sorridendo mentre alcune gocce di sudore scendono dal suo parrucchino.
“Signor Presidente,” replica l’attonito Steward, “non capisco…” In quel momento arriva un dipendente che richiede la presenza altrove del proprietario per un problema tecnico.
“Andate anche voi, tutti quanti,” esclama Super Dan che ormai quasi si contorce, “così seguirete ogni fase di questa lavorazione. Andate, su forza, io rimarrò qui con questi simpatici operai”.
“Ne è sicuro, signor Presidente?” domanda una preoccupata Blanco.
“Ma certo, andate, andate tutti.”
“Che Dio ce la mandi buona,” commenta Moore allarmato, “speriamo non faccia danni…”
Tutti vanno con il proprietario e Super Dan rimane con gli operai. Si sforza di sorridere mentre suda e si contorce.
“Comodi, comodi, continuate pure il vostro lavoro, non voglio interrompervi. Io darò un’occhiata qui intorno.”
“Signor Presidente,” si fa avanti timidamente un operaio, “se desidera posso accompagnarla per mostrale…”
“No, no, continuate pure. Non sia mai che il Presidente abbia interrotto un lavoro così delicato.”
Super Dan si allontana guardandosi intorno e fingendosi interessato ai macchinari.
“Caspita, quante belle macchine…”

I suoi occhi cercano disperatamente qualche indicazione di servizi igienici, ma invano. Si contorce, saltella, non ce la fa più.
Vede una porta, si guarda intorno per assicurarsi di non essere visto, e poi si infila dentro.
Si ritrova in un grande salone, con tubazioni, pompe idrauliche e una enorme vasca d’acciaio contenente un liquido verde.
È allo stremo, si guarda attorno, ma non vede bagni.
Allora sale la scala metallica che porta alla gigantesca cisterna, aggrappandosi con entrambe le mani alla ringhiera di acciaio, è quasi arrivato.
Gli ultimi metri costano uno sforzo disumano a lui e alla sua vescica.
La lotta con la cerniera lampo del suo pantalone è l’ultimo ostacolo prima della liberazione finale: uno scroscio interminabile scende proprio nel serbatoio contenente il liquido verde.
Il suo viso è ora sorridente, rivolto al cielo, gli occhi chiusi, le sue spalle rilassate, le ultime gocce di sudore imperlano il parrucchino, sembra in estasi.
“Aaahhhh….”
Le cascate del Niagara in confronto sembrano un ruscello di campagna, un lunghissimo e interminabile scroscio…

DUE GIORNI DOPO – FIUME CAPITAL RIVER, LA FESTA DI SAN PATRIZIO. TRIBUNE D’ONORE MONTATE APPOSITAMENTE PER IL PRESIDENTE, IL SUO STAFF E I VIP.
Super Dan, sua moglie, il suo staff, Ms Brontenserious e gli uomini di scorta salgono i gradini della tribuna per andare a sedersi al palco d’onore, dove li attendono sedie e un lungo tavolo tutto per loro.

La gente applaude, il Presidente sorride e serra il mascellone, salutando la folla.
“Sarà un grande spettacolo!” afferma.
“Con lei, signor Presidente, non ho dubbi.” replica Moore.
“Cara, ma era proprio necessario portarci dietro la megera?”
“Le ho dato ordine di usare il frustino ogni volta che guarderai le salsicce…” replica la First Lady.
Super Dan preoccupato deglutisce.
Arriva una cameriera.
“Signor Presidente, quale onore. Mi chiamo Jeannie e sono a vostra completa disposizione. Posso suggerirvi alcune specialità irlandesi? Abbiamo un barbecue davvero eccellente e dei dolci deliziosi.”
“Nein! Nein! Nein!” interrompe Ms Brontenserious agitando il frustino.
“No, il nostro Presidente osserva un regime alimentare molto rigido, sa, è un vero atleta.” interviene flemmatico Moore. “Al contrario di me, che credo approfitterò della vostra ospitalità irlandese. Dunque, comincerei con…”
Moore finge di essere indeciso nella scelta mentre guarda il Presidente, che soffre in silenzio.
“…dunque, che ne dice di qualche bella salsiccia irlandese, accompagnata da qualche costoletta di agnello? A proposito, sono davvero imperdonabile, non ho domandato agli altri cosa desiderano. Scusi, signor Presidente, permette?”
“Certo, ditemi tutto ciò che desiderate ed io ve lo porterò.” risponde pronta Jeannie. “Sono qui per questo.”
“Che cara, ma non è un angelo?” osserva Moore rivolgendosi a Super Dan con un sorriso malizioso. “È a nostra disposizione. Tutto ciò che desideriamo!”

Il viso di Super Dan inizia a prendere fuoco, finge a fatica indifferenza, mentre la moglie tiene la mano appoggiata sulla sua.
“Beh, ecco io ho sempre avuto un debole per le costine di agnello, sa, ben croccanti…” inizia Bell.
“Ma perché limitarci a queste?” lo incoraggia Moore. “Senta Jeannie, abbia pazienza, ho un’idea che le semplificherà il suo compito. Perché non prepara un bel piatto per ogni specialità, tutti disposti su un grande vassoio? Ecco, si, un grande vassoio per ognuno di noi, che ne dice, generale?”
“Per mille baionette, mi sembra un’ottima idea!”
“Beh, effettivamente il profumino che si sente non è niente male…” riconosce Blanco.

Super Dan comincia a sudare, si sforza di guardare il fiume, dritto davanti a sé, serra il mascellone, ma le prime gocce di sudore iniziano a scendere sulle tempie.
“Allora è deciso,” esulta Moore con lo sguardo rivolto al grande capo, “un bel vassoio per ciascuno di noi, con tutte le specialità del barbecue! Un momento, dimenticavo! Sono davvero sbadato…E da bere? Ho dimenticato le bevande. Non vorrete mica far restare a bocca asciutta il generale, vero?”.
“Giammai!” sobbalza il generale Byjove. “Con tutta la birra irlandese che c’è stasera, sarebbe una vergogna restare col becco asciutto!”

“D’accordo,” assicura Jeannie con un sorriso, “allora provvedo immediatamente. E le birre, come le volete?”
“Di tutti colori, s’intende.” replica pronto Byjove. “Bionda, rossa e scura!”
“Di tutti i colori?” esclama Moore malizioso. “Generale, lei ha avuto un’ottima idea, vero signor Presidente? Così potremo degustarle tutte.”
“Provvedo immediatamente.”
“E dopo dobbiamo parlare dei dolci, Jeannie, non si dimentichi!” prosegue Moore sorridendo al Presidente. “Perché ci sono anche dolci, sa?”
Super Dan sta tremando, anche la parrucca trema, le gocce di sudore arrivano agli occhi, sta stritolando i braccioli della poltrona con le mani.

Poco dopo torna la cameriera con altri colleghi che spingono grandi carrelli con i vassoi per gli ospiti d’onore.
“Ecco a voi, signori,” esclama la cameriera, “un vassoio per ognuno di voi, con tutte le nostre prelibatezze del barbecue. E qui sul tavolo, birra a volontà, come avete ordinato. Se desiderate altro, non avete che da chiederlo.”
“Desideriamo altro?” insiste il crudele Moore. “No, per il momento va bene così, ma ci rivediamo dopo, per il secondo round con i dolci.”
“Buon appetito a tutti!” brinda Moore con il boccale di birra in mano.
Super Dan paonazzo si alza di scatto.
“Io vado in bagno.”
“Trattieniti per favore” gli sussurra Gwendoline con un sorriso forzato.
“Non ce la faccio più, cara, devo proprio andare.”
“Certo, direttamente al barbecue, come se non ti conoscessi.”
“Cosa? Io? Ma che dici mai!”
“Seduto! Sitzt! Sitzt! Schnell!”
Ms Brontenserious tira una scudisciata col frustino sul tavolo, proprio davanti a Super Dan, che sobbalza spaventato, perde l’equilibrio e cade col pancione su uno dei grandi carrelli delle vivande, che parte in discesa in discesa tra le persone sedute, giù verso il fiume, con il Presidente che si aggrappa al carrello con una mano e si tiene il parrucchino con l’altra.

Il suo urlo riecheggia lungo tutto il fiume, mentre dagli altoparlanti parte la canzone “Surfin’ USA” dei The Beach Boys:
“Aahhh!”

“Guardie! A me! Salviamo il Presidente!” grida Byjove sguainando la sciabola. Il suo istinto di guerriero lo spinge a tuffarsi su un altro carrello per inseguire il Presidente.
“Presidente! Dios Mios! Aiutatelo!” grida Blanco.
“Largo, largo, fate passare il Presidente!” urla Moore.
Tutto lo staff e gli uomini dei Servizi Segreti si alzano e inseguono i due carrelli.
“Fermatelo! Aiutatelo!”
“Dio mio, sembra un delfino in balia delle onde!” dice Bell in preda ad una crisi di panico.
“Più che altro sembra un balenottero spiaggiato…” lo corregge Moore.
I carrelli sono giunti in fondo alla gradinata, sbattono contro la ringhiera, si alzano e decollano, disegnando un arco nel cielo e atterrando con un tonfo nell’acqua.

“Bravo! Bene! Bis! Un applauso al nostro Presidente!” acclama Moore applaudendo, e invitando la folla battere le mani. Tutti si alzano in piedi e acclamano Super Dan, pensando ad un numero a sorpresa.
Giù nel fiume, frattanto, i due sciagurati sono tornati a galla, sputando litri di acqua. All’improvviso il parrucchino di Super Dan si muove. Lui lo solleva con la mano e ne salta fuori un pesce che si rituffa in acqua.
Alcuni agenti dei servizi segreti si sono tuffati in acqua, altri hanno preso i gommoni di salvataggio per recuperare i due. Vengono portati a riva e, inzuppati d’acqua, tornano ai loro posti salendo i gradini della tribuna d’onore, tra gli applausi della folla e qualche risata.
Nel frattempo Moore, partito come un razzo verso la cabina dello speaker, inizia a parlare al microfono.
“Un altro applauso per il nostro Presidente, che non smette mai di stupirci! Prima uomo d’affari, poi Presidente, ed oggi surfista!”
Super Dan sorride a denti stretti, ringrazia la folla e saluta, mentre i fulmini che escono dai suoi occhi sono diretti verso il sorridente Moore, che incalza.
“Ecco il paladino delle specie protette! Ecco a voi il simbolo dei trichechi, il difensore delle balenottere spiaggiate!”
A queste ultime parole Super Dan rimane col braccio alzato, mentre sta salutando la gente.
Il parrucchino è fradicio, la pancia vuota, la voglia di strangolare Moore tanta.
“Caro, presto, asciugati o ti prenderai un malanno.” accorre la First Lady ansiosa. “ Per fortuna porto sempre con me un parrucchino di ricambio.”

Tutti vanno nel backstage per asciugarsi e cambiarsi d’abito.
Dopo alcuni minuti tornano con abiti asciutti e riprendono i loro posti, mentre lo speaker annuncia l’inizio della Cerimonia.
“Ed ora la “Cerimonia Verde”, che vedrà i tradizionali battelli navigare sul fiume e rilasciare la sostanza che darà il colore verde alle acque. Come sapete la sostanza verde è assolutamente naturale, di origine vegetale e dunque assolutamente ecologica. Ecco i battelli!”
I battelli solcano le acque del fiume, iniziando a rilasciare lunghe scie verdi dietro di sé.
“Guardate, signore e signori, come il nostro fiume si colora di verde, il colore di San Patrizio, sembra quasi una magia, che si ripete ogni anno!”
Il pubblico in festa si alza ad applaudire.
“È uno spettacolo magnifico!” commenta Blanco. “È la prima volta che assisto di persona alla colorazione del fiume, è emozionante.”
“Ha ragione,” concorda Bell, “è davvero emozionante. Pensi che il profumo dei fiori e dei campi si sparge nell’aria in pochi minuti.”
“Davvero?”
“Certo, io ho già assistito a questa cerimonia. La sostanza è naturale, quindi non solo non danneggia il fiume in alcun modo, ma diffonde ovunque una fragranza di fiori e di campo.”
“Dev’essere fantastico.”
All’improvviso dal fiume arriva un odore sgradevole, la folla e gli ospiti d’onore, sorpresi e infastiditi, iniziano a guardarsi l’un l’altro.
“Bell, ma che succede?” chiede Blanco disgustata. “Questo sarebbe il profumo di fiori e di campi?”
“Non capisco, non riesco a spiegarmelo…”
Un odore di pipì si diffonde ovunque, è sempre più forte. Facce disgustate, grida di panico, gente che scappa, qualcuno inizia a vomitare.

“Ma cosa sta succedendo,” chiede Blanco ad alta voce, “cosa stanno scaricando nel fiume?”
“Gli scarichi della fogna,” impreca Byjove, “ecco cosa stanno scaricando!”
“Tesoro, ma che succede?” reclama Gwendoline. “È una puzza insopportabile. Mi sento male…”
Le mamme coprono col fazzoletto il naso e la bocca dei loro bambini, la gente scappa, scene di panico ovunque.

Super Dan impallidisce imbarazzato, fissa il fiume fingendo stupore, ma cerca con la coda dell’occhio di capire le reazioni altrui.
“Ehm…generale, mi spiega cosa sta succedendo?” si rivolge Super Dan al generale Byjove. “Lei è responsabile della sicurezza!”
“Un attentato bolscevico, ecco di cosa si tratta, quei maledetti bolscevichi sono ovunque. Ma non tema, signor Presidente, ci sono qua io a proteggerla!” replica sguainando la sciabola.
“Signor Presidente,” chiede Moore con aria sospettosa, “lei non ne sa niente, vero?”
“Io? E come potrei? Siete voi tutti che dovevate preparare questa cerimonia!”
“Il Presidente ha sempre ragione, siete un branco di incompetenti! Per fortuna ci sono qui io a proteggere il nostro Capo Supremo!” esclama Byjove con la sciabola sollevata.
“Presto, agenti, dobbiamo portare in salvo il Presidente. Via subito di qui. Andiamo, in fretta, forza!”
Super Dan e tutto lo staff vengono portati via dagli agenti dei Servizi Segreti.
INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – OLD EAGLE ROOM – QUELLO STESSO POMERIGGIO.
Riunione d’emergenza per Super Dan e il suo staff.
“Dobbiamo scoprire cosa sia successo stamattina.” prende per prima la parola Blanco. “Per la prima volta in oltre cento anni la festa di San Patrizio è stata annullata.”
“Già, un vero disastro, anche economico intendo dire.” sottolinea Bell. “Cibo, bevande, gadgets, tutto è rimasto invenduto.”
“Già, tutte quelle povere salsicce…” borbotta Super Dan ancora con l’acquolina in bocca. Ehm, volevo dire, tutte quelle salsicce rimaste invendute, certo, Bell ha ragione.”
“E pensare che erano così buone, saporite.” ricorda Moore con un sospiro. “Per non parlare delle costine d’agnello, vero Bell?”
“Ah, non me lo dica, semplicemente deliziose!”
“E lei, generale,” continua a girare il coltello nella piaga Moore, “ricorda il sapore delle salamelle alla brace e della birra rossa?”
“Insuperabili, semplicemente, insuperabili!”
“Eh si, lei ha proprio ragione, signor Presidente,” lo stuzzica Moore, “abbiamo perso davvero un tesoro, in senso economico e culinario.”
“Basta! Finitela di parlare di cucina!!” esplode Super Dan.
“Il Presidente ha sempre ragione! Siamo qui per scoprire chi ha sabotato la festa di San Patrizio. Maledetti bolscevichi!”
“Giusto, generale, dobbiamo scoprire chi sono i sabotatori. Apriremo subito un’indagine ufficiale. Generale, vuole essere lei a capo della Commissione di Inchiesta?”
“Sarà un onore, mio Presidente!” risponde Byjove sguainando la sciabola.
“Bene. Scelga pure i membri di questa Commissione che la aiuteranno nelle indagini. Ha carta bianca!” conclude il Presidente.
“Troverò quei bolscevichi” promette il generale Byjove, “e li passerò da parte a parte con la mia sciabola, parola di soldato!”

Così si conclude la prima partecipazione del governo del Presidente Daniel Kramp alla festa di San Patrizio.
Alla settimana prossima. Sigla!