INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – SALA ROTONDA.
È un pomeriggio soleggiato, ma l’aria è piacevolmente pungente.
La seduta è ormai quasi finita, i principali componenti del nuovo governo stanno discutendo sull’ultima proposta del Presidente: la partecipazione all’OktoberFest.
“Signori, io ho ancora dei forti dubbi. Ma è proprio necessario partecipare all’OktoberFest?” esordisce il Segretario di Stato Blanco.
“Assolutamente si!” ribadisce il Presidente. “Ve l’ho già detto, la considero una priorità.”
“Effettivamente, signor Presidente, Blanco ha ragione,” suggerisce Bell, “ci sarebbero grossi problemi di sicurezza, con tutta quella folla.”
“È vero,” sottolinea Wright. “sarebbe impossibile controllare decine di migliaia di persone. La sua sicurezza verrebbe messa in serio rischio.”
“Rischi un accidente!” interviene il generale Byjove. “Ci sono io a proteggere il Presidente, il primo che osa avvicinarsi troppo lo infilzo con la mia sciabola come un gallinaccio!”

“Ora mi sento molto più tranquillo…” commenta Moore.
“Signori, considero la nostra partecipazione all’OktoberFest un dovere.” ribatte Super Dan.
“Signor Presidente,” tenta inutilmente di obiettare Blanco, “mi permetta di insistere, la folla, i problemi sicurezza. Perché ci tiene tanto?”
“Ma mi sembra ovvio…”
“Fiumi di birra, salsicce e crauti volontà!” spiega Moore.
“Non le permetto di parlare così del nostro Presidente!” lo ammonisce Byjove.
“Grazie Generale, mi difendo da solo. La nostra partecipazione incrementerà le vendite di tutti prodotti legati all’evento, l’economia locale ne trarrà grande beneficio.”
“Insomma,” cerca di capire il Segretario del Tesoro Bell, “con la nostra sola presenza lei dice che potremmo dare un ulteriore impulso all’economia nazionale?”
“Assolutamente!”
“Beh, vista da questo punto di vista effettivamente…” riflette Blanco.
“Si potrebbero persino creare dei posti in più di lavoro.” concorda Wright.
“Esatto! Stavo proprio pensando a questo.” conclude il grande capo.
“In questo caso…” tenta di esprimersi Blanco.
“Allora tutti d’accordo, vero? Andremo tutti insieme all’OktoberFest.” stabilisce Super Dan.
“E sia. OktoberFest.” prende atto Blanco.
“Che Dio ce la mandi buona…” è il pensiero del flemmatico Moore.

Tutti si alzano ed escono, Super Dan rimane solo con la scusa di rivedere degli appunti.
Il suo viso splende come il sole in un’alba di primavera, il suo sguardo perso oltre i muri della stanza, dalla sua testa esce la nuvoletta come in un fumetto, e all’interno vi sono i prodotti dell’ OktoberFest: salsicce, stinco di maiale, birra a fiumi.
Super Dan si strofina le mani e si lecca i baffi…

BIG LAUGHS VALLEY – SABATO 22 SETTEMBRE – INAUGURAZIONE OKTOBERFEST – MATTINA.
Dal 22 settembre al 7 ottobre ogni anno in Germania si festeggia l’OktoberFest, come ormai nel resto del mondo, Mont of Groovia compresa.
Super Dan, l’inseparabile Ms Brontenserious, la segretaria Naive e lo staff presidenziale arrivano in auto a Big Laughs Valley insieme alla scorta. Solo la First Lady è rimasta alla Big House con qualche linea di febbre.
“Fantastico, è meglio di come l’immaginassi…” sorride il Presidente scendendo dall’auto.
Il Presidente della regione, il Signor William Houston, con la fascia sul petto, va incontro a dar loro il benvenuto.
“Sono William Houston, il Presidente della regione e vi do il benvenuto a Big Laughs Valley.”
“Grazie, grazie, è bellissimo qui,” gli va incontro Super Dan stringendogli energicamente la mano, “un posto fantastico, davvero.”
“Complimenti per l’organizzazione,” si unisce Blanco ai convenevoli, “e grazie ancora per la vostra collaborazione con i nostri servizi di sicurezza.”
“Tutto come avete richiesto. I nostri uomini ed i vostri si sono mescolati tra la folla e i vostri tiratori scelti si sono sistemati dove desideravano.”
“Perfetto, benissimo,” dice un eccitato Byjove. “Si vis pacem, para bellum!”
“Non ho capito…” chiede Houston confuso.
“È greco antico,” chiarisce Super Dan, “vuol dire: se c’è una festa, divertiamoci!”
“Però, che uomo di cultura il nostro presidente…” commenta la giovane segretaria Naive.
Mentre il gruppo si incammina verso lo stand principale, un perplesso Bell mormora: “Moore, i miei studi classici sono arrugginiti o forse quella frase…”
“Si vis pacem, para bellum. Se vuoi la pace prepara la guerra. È un antico motto latino. No Bell, i suoi studi classici sono a posto, l’unica cosa arrugginita qui è il cervello di qualcuno.”
Eccoli giunti allo Stand principale, dove avrà inizio ufficialmente l’Oktoberfest con la cerimonia dello stappo della prima botte.
L’evento verrà trasmesso in diretta televisiva, preceduta però dallo sparo dei tradizionali dodici mortaretti.
“Ecco Signor Presidente,” fa gli onori di casa Houston, “questa è la batteria dei dodici tradizionali mortaretti che verranno sparati prima dello stappo della prima botte.”
“Se permette, caro Houston, avrei apportato qualche modifica al programma, sa com’è, qualcosa che faccia ricordare la mia partecipazione a questa manifestazione. “
“Non capisco…”
“Ora capirà. Byjove!”
“Agli ordini, mio comandante!”
Il generale Byjove si fa largo tra la folla, col sigaro tra i denti, guidando un mezzo militare cingolato a cui è agganciato una piattaforma mobile lanciarazzi.

“Ecco qua: dodici razzi di ultima generazione!” afferma raggiante Super Dan.
“Ma…signor Presidente…”
“Ho pensato a una ventata di modernità, in mezzo a tanta tradizione. Me li ha spediti il mio collega Donald Trump dall’America.”
“Signor Presidente,” interviene Blanco allarmata, “ma che avete intenzione di fare?”
“Ravvivare un po’ la serata, e che altro? Ascolti, la mia partecipazione qui deve passare alla storia, deve rimanere scritta negli annali di questo festival, capisce? Più popolarità, più voti, rielezione assicurata, chiaro?”
“Allora, comandante,” sbotta esaltato il generale, “sto aspettando solo il suo ordine!”
“Certamente. Ehi, generale, è sicuro che quei razzi siano innocui come ha detto?”
“Stia tranquillo,” borbotta Byjove, “è robetta da poco, non sono neanche intercontinentali, si figuri un po’… “
“Perfetto allora. Siamo pronti a passare alla storia dell’OktoberFest?”
“Purché non passiamo anche all’altro mondo…” mormora Moore.
“Fuoco! Che la festa abbia inizio!” ordina Super Dan.
“Hippie!! Per mille cannoni, fuoco!!” grida Byjove.
I dodici razzi partono uno dopo l’altro in rapida successione, lasciando una scia di fumo dietro sé. La gente fugge via urlando spaventata, il panico si diffonde in un batter d’occhio, la confusione dilaga.

Tre razzi finiscono nel bosco adiacente, provocando esplosioni e incendi, quattro spariscono all’orizzonte verso il mare, due spianano le colline della regione confinante e tre vanno dritti in cielo, esplodendo in aria.
“Robetta da poco, vero generale?” è la stoccata di Moore.
“Non sono nemmeno intercontinentali…” ribadisce l’uomo in uniforme.
“Chiamo subito la Guardia Nazionale e l’Agenzia Federale per la Gestione Emergenze.” si affanna Blanco prendendo il cellulare. allontanandosi per coordinare i soccorsi per gli incendi e le esplosioni provocati dai razzi.
“Byjove, ma che diavolo ha sparato, mi aveva detto che erano poco più potenti dei mortaretti.” si lamenta Super Dan.
“Ahh, sciocchezzuole, razzetti innocui da esercitazione…”
“Ehm, dopo ne riparliamo…ehm, bene, adesso cosa prevede il programma?”
“L’invasione delle cavallette?” suggerisce Moore con un sorriso.
“Ci sarebbe lo stappo della prima botte,” spiega Houston frastornato, “eseguito dal sindaco locale, ma sarebbe un onore se…lei, Signor presidente, lo sostituisse nella cerimonia.”
“Ma certo, volentieri. E cosa dovrei fare?”
“Dovrebbe spillare la prima birra, cioè inserire a martellate il rubinetto nella botte inaugurale. Dopo dovrà urlare “È stappata! Che la festa abbia inizio!”.
Poi riempirà il primo boccale e lo darà al Presidente della regione, cioè a me. Tutto chiaro?”
“Chiarissimo. Datemi il martello! Ci penso io!”
“Ci pensa lui…” gli fa eco Moore, che inizia ad allontanarsi a piccoli passi all’indietro.

Super Dan sale i gradini del palco baldanzoso come sempre, saltellando col suo pancione, accompagnato da Houston, e una volta sopra si avvicina alla gigantesca botte inaugurale. Qui gli viene consegnato un grande martello.
“Adesso deve inserire il rubinetto a martellate. Belle robuste, mi raccomando signor Presidente.”
Super Dan guarda la folla dall’alto, col sorriso e il mascellone serrato delle grandi occasioni, in posa statuaria. Poi prende lo slancio, alza le braccia e inizia a tirare poderose martellate a due mani, ma dal rubinetto non esce nulla.
La botta rimane intatta, un silenzio imbarazzante si diffonde tra la folla.
“Ehm…un po’ più forte signor Presidente.” lo incita Houston.
“Certo, per chi mi ha preso?”
“Per Thor, in versione pensione con la pancera…” commenta Moore al volo.
“Forza Presidente!” gli grida Byjove. “Mostri a tutti di che tempra è fatto!”
“Signor Presidente, tutto bene?” gli chiede Naive preoccupata. “Non ce la fa?”
Super Dan, ferito nell’orgoglio, indietreggia di pochi passi, prende una breve rincorsa e tira una martellata a due mani con tutte le sue forze, mancando il rubinetto e sfondando la gigantesca botte. Un colossale getto di birra fuoriesce bagnando tutti gli spettatori sotto il palco.

“Ma che diavolo ha combinato?” grida Blanco.
“Aspettate” non ha ancora finito il Presidente, “adesso lo infilo io, questo dannato rubinetto!”
Super Dan, trascinato dalla foga, tira altre poderose martellate ma rompe i sostegni di legno della gigantesca botte inaugurale, che inizia a rotolare in giù, travolgendo e rompendo le altre botti vicine.
Un fiume di birra travolge tutti gli spettatori sottostanti, creando un lago di fango e birra tutto intorno.
“Presidente…” annaspa Wright, “Presidente, ma che sta succedendo?”
La gente urla, Super Dan e il suo staff sono fradici di birra e continuano a scivolare per terra nel fango insieme al pubblico circostante.
“Succede che il suo comandante sta cercando di affogare l’intera popolazione locale.” risponde Moore cercando di rialzarsi dal fango.
“Aiuto, aiuto, annego,” strilla Bell in preda al panico, “non riesco più a respirare!”
“Bell, maledetto lombrico,” strepita il generale, “è solo qualche ettolitro di birra, si comporti da uomo! La beva!”
“Il mio tailleur nuovo! Il mio vestito!” grida la giovane Naive.
Le guardie del corpo si tuffano nel mare di birra e fango, e nuotando riescono ad afferrare il Presidente e il suo parrucchino, portando entrambi fuori dal marasma, insieme al suo staff.
“Tenete lontano i fotografi, presto, tenete lontano la stampa!” urla Blanco disperata. “Dios Mio, che disastro!”
“Ha ragione, se domani finiamo sulle prime pagine dei giornali sarà la fine.” si angoscia Wright. “Presidente, ma che ha fatto…”
“Io? Niente, ho fatto quello che mi ha detto quell’idiota, ho preso a martellate quella maledetta botte!”
“È vero, l’ho sentito anch’io,” lo sostiene Byjove grondante di birra, “è tutta colpa di quel damerino con la fascia sul petto. Scommetto che è un bolscevico!”
Ms Brontenserious appare all’orizzonte, sembra Mosè quando aprì il Mar Rosso, il fango pare non intaccare la sua efficienza.
Perfettamente asciutta, cammina tra la folla con degli appendiabiti in mano, si avvicina a coloro che fino a pochi minuti prima erano gli ospiti d’onore, e li guida verso una grande tenda, con l’aiuto degli agenti dei Servizi segreti.
“Ecco, qui potrete ripulirvi. Questi sono abiti di ricambio. Dietro quel paravento le donne, uomini qui, ja?”
“Abiti di ricambio?” chiede Super Dan mentre strizza il suo parrucchino fradicio di birra. “Ma come sapeva che ne avremmo avuto bisogno? Santa donna…”
“Prima di partire io leggere programma di festa. Quando immagino Presidente con martello in mano, io mi preparo per tutto.”
“Quando si dice che la fiducia è tutto nella vita…” mugugna Moore.
“Etciù, etciù, si stanno otturando le vie respiratorie,” ansima Bell, “il mio inalatore, presto. “
“Dovevo affogarla in mezzo quel lago di birra,” borbotta il generale, “almeno avrebbe avuto una morte gloriosa!”
“Comunque non è colpa mia,” si discolpa Super Dan, “io fatto quanto mi è stato richiesto!”. E si rimette in testa il parrucchino fradicio di birra.
“Esatto, cioè radere al suolo mezza vallata.” spiega Moore che non ha perso il suo self-control inglese.
“Moore, non ci si metta anche lei. Piuttosto cos’altro prevede il programma?”
“Dopo i missili, la foresta incendiata, due pianure rase al suolo, il palco principale distrutto, la botte inaugurale disintegrata e mezza popolazione locale affogata nella birra? Non saprei…la peste bubbonica?”
“Moore, un giorno di questi lei finirà per…”
Un barcollante Houston entra nella tenda, ancora inzuppato di birra e ansimante.
“Signori, state bene? Signor Presidente, come sta? È in grado di continuare?”
“Temo di sì,” risponde al volo Moore, “chiami l’esercito, le conviene.”
“Etciù, etciù, etciù.”
“E anche la croce rossa, visto che c’è…”
“A dire il vero” prosegue il Presidente della regione, “ora ci sarebbe l’assaggio di tutte le nostre specialità culinarie. La nostra gastronomia è famosa, ma non vorrei che foste troppo esausti…”
“Beh, se si tratta di sacrificarsi per il bene della manifestazione…” si fa avanti Super Dan con espressione seria.
“Certo,” gli dà man forte Byjove, “non vorremo mica deludere i cuochi del posto…”

“Ci mancherebbe altro! Devono aver lavorato così tanto. Ma sia chiaro, mi limiterò a piccoli assaggi, tanto per far vedere che gradisco la gastronomia locale.”
“Preparate la lavanda gastrica…” sussurra Moore ai colleghi.
Super Dan e gli altri si danno una ripulita, si asciugano e indossano i vestiti di ricambio. Super Dan si sta aggiustando il parrucchino di ricambio, asciutto e pettinato, quando vede i vestiti bagnati della segretaria Naive buttati oltre il paravento e strabuzza gli occhi.
“Ehm…signorina Naive, tutto bene?”
“Certo signor Presidente, grazie, è solo questo vestito, è un po’ stretto…”
Il Presidente ha gli occhi quasi fuori dalla orbite.

“Ah si? Ma che disdetta…”
“Vero?” interviene Moore. “Un’autentica sciagura…”
“Sono sempre a sua disposizione, non esiti, sono qui, se le serve una mano.”
“Anche tutt’e due!” aggiunge il Capo di Gabinetto.
“Oh, signor Presidente, lei è sempre così disponibile.”
“Eh si, un vero gentleman…” commenta Moore.
Esce da dietro il paravento Ms Brontenserious già cambiata e col frustino in mano.
“Ja, Herr President veramente gentleman.” Poi fa vibrare il frustino e con una scudisciata fa sobbalzare Super Dan per lo spavento, rimettendolo al suo posto.
Houston guida fuori dalla tenda Super Dan e il suo staff, scortati dagli agenti dei Servizi segreti, verso gli stands della gastronomia.
Naive sta per far esplodere il tailleur troppo stretto per le sue curve, il Presidente Kramp cerca di rimanere indifferente, ma i suoi occhi continuano a cadere su di lei.

“Sentite che profumino,” osserva il generale Byjove annusando gli arrosti,”la carbonella, le salsicce, gli spiedini…”
“…che salsicce, che cosce, che cacciagione…” continua Super Dan ammirando la giovane segretaria.
“Signor Presidente, la nazione la guarda,” gli consiglia Blanco, “mi raccomando, contegno.”
“Stia tranquilla, anche il Presidente guarda…” la rassicura Moore con un sorriso beffardo.
“Contegno, ma certo, per chi mi ha preso?”
“Per un buongustaio?” osserva Moore.
“Herr President, anche sua moglie la guarda, ja?”
Daniel Kramp si guarda intorno preoccupato.
“Cosa? Non è possibile, l’ho lasciata a casa, ma dov’è?”
“Io sono occhi di sua moglie, mi ha incaricato di sorvegliarla. Pensa che lei venuto da solo per poter mangiare tutto quello che vuole.”
“Cosa? Maledetta spia tedesca, ma un giorno di questi io…”
“E forse cosce di maiale non sono uniche cosce che vuole azzannare, ja?”
Ms Brontenserious con una scudisciata fa sibilare il suo frustino vicino a Super Dan facendolo sussultare per lo spavento.
“Ma prego signori, da questa parte,” richiama tutti il Presidente della regione Houston, “ecco i nostri famosi polli allo spiedo con le spezie, e puntine di maiale, il tutto innaffiato dalla migliore birra artigianale locale.”
“Beh, se proprio dobbiamo…” commenta il grande capo, con tono grave.
“Quando la patria chiama,” lo sostiene il generale, “si può rispondere in un solo modo: obbedisco!”
“Esatto. Signori, il dovere mi chiama. “
“E lo stomaco risponde.” conferma Moore.
Super Dan e Byjove si buttano sui tavoli riempiendo i loro piatti fino all’inverosimile, poi si siedono insieme agli altri.
“Uhm…delizioso questo pollo…” è il primo giudizio del Presidente.
“Perché, questo maiale, no?” gli fa eco il Ministro della Difesa.”
“Già,” interviene Moore, “e voi di maiali ve ne intendete, vero?”
“Vedo che apprezzate le nostre specialità!” esulta Houston. “Ne sono lieto.”
“Mr. Houston,” gli bisbiglia Moore, “le consiglio di portare via i bambini. La prudenza non è mai troppa.”

Il Presidente e Byjove si ingozzano di birra, polli, maiali, spiedini, arrosti e salsicce senza ritegno.

Dopo un’oretta montagne di ossa e boccali di birra vuoti riempiono il tavolo di fronte ai due, mentre il resto del gruppo si è limitata a pochi assaggi.
La governante della Big House tira fuori dalla tasca un taccuino e inizia a scrivere.

“Ms Brontenserious, non ha detto una parola, va tutto bene?” domanda Wright impensierito. “Posso chiederle cosa sta scrivendo sul quel taccuino?”
“Ja, Mrs. Gwendoline ordinato me di controllare marito e riferire tutto. Allora lui mangiato: 3 polli, 12 costine di maiale, 13 salsicce, 4 stinchi di maiale, bevuto 8 pinte di birra…”

A queste parole Super Dan e Byjove, che stavano scolando l’ennesimo boccale di birra, tossiscono e sputano la birra in faccia a Bell innaffiandolo di birra, continuando a tossire fino a diventare paonazzi.

“Signor Presidente, ma che fa? Generale!” li riprende Blanco.
“Cough! Cough!” tossiscono i due, che rischiano di soffocare.
“Aiuto, annego!” è il grido di Bell, grondante di birra.
“Ms Brontenserious…cough…cough…che Dio la fulmini!” balbetta Super Dan che rischia di morire soffocato.
“Cough! Cough! Maledetta mangia patate,” impreca il generale, “io la faccio fucilare, cough!”
“Aiuto, non respiro, cough! Cough!”
“Bell, cough cough,” inveisce Byjove, “scarto dell’umanità, è solo birra!”
“Aiuto, non respiro, i microbi, i batteri, i virus, chissà cosa mi hanno attaccato!”
“Bell, al muro l’attacco io con i chiodi, se non la smette di frignare!”
Wright e Blanco si alzano e soccorrono Bell, mentre la governante austriaca tira fuori dalla tasca l’inalatore e glielo porge.
Alcuni assistenti arrivano da Houston per dirgli che il Presidente è in ritardo sulla tabella di marcia e deve riprendere la sua visita.
“Mi dispiace mettervi fretta, ma mi hanno appena avvertito che stanno vi stanno aspettando anche negli altri stand.”
“E cos’altro ci ha riservato la Divina Provvidenza ancora?” domanda Moore con un mezzo sorriso.
“Ecco, ora ci sarebbe la visita al padiglione degli animali e la corsa dei cavalli.”
Continua…
Alla prossima settimana. Sigla!