“Ma certo,” risponde Blanco cercando di riportare la calma, “arriviamo, se il Signor Presidente ce la fa ad alzarsi…”
“Ma certo che ce la faccio, cosa vuole insinuare? Per due salsicce!”
“Mi raccomando i cavalli, Signor Presidente,” lo punzecchia Moore, “almeno i cavalli li risparmi…”
“Moore, un giorno di questi io la…”
Uno degli assistenti di Houston viene loro incontro trepidante.
“…Benedica! Che Dio la benedica! Il Presidente!”
“Ma certo, sono io, figliolo, eccomi qui, in carne ed ossa!”
“Più carne che ossa, ja!”
“Lui è Stevenson, uno dei suoi elettori,” lo introduce il Presidente della regione. “Ma venite, entrate a visitare padiglione degli animali.”

Il gruppo fa il suo ingresso in un enorme tendone ed inizia a girare tra i vari recinti nei quali sono rinchiusi gli animali. Houston e il suo assistente fanno da guida.
“Veramente notevoli questi esemplari.” si complimenta Wright.
“Si, complimenti davvero,” si unisce Blanco, “raramente ho visto così tanti animali nello stesso posto.”
Moore gira immediatamente la testa verso Super Dan e Byjove. “Ne è sicura?”
In testa al gruppo la giovane Naive cammina ancheggiando nei suoi striminziti vestiti proprio davanti al Presidente.
“Eh sì, esemplari davvero splendidi,” osserva Super Dan, “non c’è che dire.”
“Certo, soprattutto quelli dentro i recinti.” aggiunge il Capo di Gabinetto.
“Il numero delle specie è considerevole.” considera interessato Bell.
“Ha parlato, ha parlato! Allora è vivo!” esclama Byjove.
“Generale, lo lasci in pace, ne abbiamo passate già abbastanza non crede?” lo prega Blanco.
In quel momento Super Dan, stanco per l’abbuffata, si appoggia sul recinto di uno steccato. Sbuffa perché non può togliersi il parrucchino per asciugarsi il sudore, cerca di riprendere fiato, quando il gomito scivola in basso aprendo il gancio di un cancello, che così si apre e il toro selvaggio rinchiuso all’interno si libera tra la folla, correndo in tutte le direzioni e scatenando il panico.
Ormai fuori controllo l’animale abbatte gli altri recinti e libera gli altri animali.
“No, a quanto pare non ne abbiamo passate ancora abbastanza!” osserva Moore.
La folla terrorizzata scappa cercando di mettersi in salvo dalla furia degli animali liberi.
“Il Presidente, pensate al Presidente!” grida il generale.
“Si, il Presidente, pensate al Presidente, mettetelo davanti al toro!” gli fa eco Moore.
“Moore, le pare questo il momento per le sue battute?” ringhia Super Dan.

“Per carità, rimetteteli dentro i cancelli, fate qualcosa!” implora Bell ansimante.

“Bell, per mille baionette,” inveisce Byjove, “ma cos’ha al posto della spina dorsale, una confezione di gelatina?”
“La gente,” grida Wright, “aiutate la gente, altrimenti sarà una strage!”
Naive spaventata corre senza una meta, facendo saltare i bottoni della camicetta, il suo vestito comincia a cedere…
“Ci penso io!” accorre Super Dan. “Signorina Naive, venga qui, lasci che l’aiuti!”
“Che animo generoso il nostro Presidente, sempre pronto ad aiutare il suo popolo!” lo provoca Moore.
“Signor Presidente, i suoi capelli!” grida impaurita la segretaria, mentre il parrucchino del Presidente si sta inclinando di lato. Lui, correndo, tenta di sistemarlo con la mano, ma proprio in quell’istante giunge Ms Brontenserious di corsa e con un colpo di frustino colpisce le mani del Presidente che si stava avventando su Naive.
Il parrucchino gli cade davanti ai suoi occhi e per lui è notte fonda.
“Nein, herr President, io aiutare Miss Naive, ja? Tu Presidente, tu aiuta persone!”
“Presto Agenti, emergenza,” strilla Moore, “un po’ di colla per il parrucchino del Presidente!”
Un toro va incontro a Bell, che cerca di evitarlo, ma urtato dall’animale decolla atterrando in groppa ad un cavallo, che corre imbizzarrito.
“Aiutoo!! Tiratemi giù da questo mostro!! Fate qualcosa!!” grida il malcapitato segretario del Tesoro, abbracciando il collo dell’animale.
“Bell, che diavolo strilla??” grida Byjove. “Possibile che non ne combini una giusta?? Scenda giù e basta!!”.
“Generale, mi aiuti, la prego!! Faccia qualcosa, lo fermi!!”
“Bell, ectoplasma vivente, sia uomo per una volta, e faccia ciò che c’è da fare!”
“Cosa?? Dio mio, aiuto!! Cosa devo fare??”
“Lo abbatta!”
“Cosa??” strepita il Presidente della regione Houston, in mezzo alla baraonda di persone in fuga e animali. “È un purosangue, uno stallone che vale una fortuna!”.
“Un cavallo è un cavallo,” gli strilla il generale, “e una bistecca è una bistecca!”
“Cosa??” sbotta Houston sconvolto.
“Non ci faccia caso,” interviene Moore nella confusione, “il generale è Presidente onorario del WWF.”
“WWF? Io? Mai! Quella masnada di invertebrati!”
Super Dan intanto brancola nel buio cercando invano di rimettere il parrucchino a posto, sballottato dalla gente che scappa e dagli animali.
“Sicurezza! Generale! Naive! Dove siete??”
“Signor Presidente! Sono qui!” risponde la segretaria in preda al panico. “I suoi capelli, si sono spostati ancora i suoi capelli! Poverino, aiutatelo!”
Swish!! “Nein! Tu no aiuta Presidente, io aiutare Presidente.”
La governante austriaca si fa largo nella baraonda e … swish! “Aaahhhh!!”
Con un colpo del suo frustino fa saltellare Super Dan in avanti, ottenendo due risultati: parrucchino a posto e pancia in dentro.
“Le mie natiche! Aahh! Come si permette?? Io sono il Presidente, lo sa?”
“Avanzo nazista della seconda guerra mondiale,” sbraita Byjove, “come ti sei permessa di frustare il Presidente?”
“First lady dice: se lui troppo vicino a segretaria, tu: swish!”
“Cosa? Mia moglie? È lei che ti ha ordinato di prendermi a scudisciate??”
“Ja. Swish su tua grossa natica.”
“Per mille baionette! Si ricordi che quelle sono chiappe presidenziali!”
“Ja, ma moglie dice: sederone di Presidente deve stare lontano da sedere di segretaria.”
“Nessuno può prendere a frustate le chiappe del Presidente!” strepita Byjove che sguaina la sciabola.
“Ja, ma sua moglie può. E lei ordina a me di colpire suo sederone.”
“Il sederone del Presidente non si tocca, è chiaro?”
“Io tocco, ja?”
“Non osi nemmeno sfiorare il sederone del comandante!” strilla Byjove agitando la sciabola in aria.
“Se First lady dice: tu swish, io swish su suo sederone!”
“Nessuno fa swish sul sederone del Presidente, hai capito bene dannata crucca?”
“First lady ordina: se lui tocca segretaria, tu tocchi suo sederone, ja?”
“Scusate,” interviene Moore, perfettamente lucido nonostante la bolgia, “posso toccare anch’io il sederone del Presidente, tanto per partecipare?”
“Moore! Si impicci delle sue chiappe!” grida Super Dan.
“Ja! Che a sederone di Presidente penso io, ja?”
“Giammai!” grida Byjove con la sciabola in mano.
“Basta! Alle mie chiappe ci penso io!” strilla paonazzo Super Dan.
“Ci pensa lui!” ripete il generale.
“Ci pensa lui, sentito?” gli fa eco lo strafottente Moore.
“Esatto, ci pensa lui!” risponde Byjove.
“E anche io penso, ja?”
“Signori,” urla Moore alla moltitudine circostante, “se qualcun altro vuole partecipare si accomodi pure, il congresso sulla chiappe del Presidente è ancora in corso…”
“Basta!! Le mie chiappe sono mie e me le gestisco io!!” strilla Super Dan.
“Sentito? Basta! le chiappe presidenziali non si toccano!” grida il generale agitando la sciabola, che colpisce Bell in pieno viso, mentre passava accanto aggrappato al cavallo.
Il segretario del Tesoro si stacca dalla groppa del quadrupede ed esegue un doppio carpiato all’indietro da medaglia olimpica, atterrando con un tonfo addosso al Presidente, che vede il proprio parrucchino staccarsi in volo un attimo prima di schiantarsi al suolo con Bell.
“Madre de Dios!” esclama l’accorrente Blanco. “Questa volta sono morti!”
“Ahh…” giunge un gemito da terra. “Sono il Presidente, aiutatemi…”
“Blanco,” mormora Moore amaro, “mai una volta che indovini una previsione…”
Blanco, Moore e Naive soccorrono i due sventurati, ma appena l’esplosiva segretaria si china sui due Bell ha una crisi d’asma e Super Dan inizia a tossire rischiando il soffocamento.
“Naive” la riprende con fermezza Blanco, “si allontani, per favore, o li portiamo al camposanto.”
Mentre i due, malconci, si rialzano aiutati da Moore e Blanco, un grido si distingue in mezzo al caos. “Ah! I capelli del Presidente! Stanno correndo su quel toro!” strilla Naive.
“Largo, ci penso io! Ho combattuto in tutte le trincee del nuovo e del vecchio mondo, a me gli animali!” accorre Byjove.
“È arrivato Noè con la sua arca!” osserva Moore.
Byjove corre di fianco al toro e gli salta in groppa, tenendosi aggrappato alle corna dell’animale con le mani.

“Fermati, dannato quadrupede, ti ordino di fermarti!! Ridammi i capelli del Presidente, te lo ordino!”
Il generale sparisce all’orizzonte in groppa al toro infuriato, mentre Super Dan si copre la testa con le mani.
“La mia testa! la mia testa!”
“Si, purtroppo è ancora lì…” commenta acido Moore.
“Signor Presidente,” dice imbarazzata Blanco porgendogli il suo fazzoletto, “vuole mettere questo sulla testa?”
“Nein! Quando noi viaggiare io porto sempre con me due cose: frustino e testone di ricambio di Presidente.”
“Il primo lo ha già assaggiato prima, se non sbaglio…” commenta Moore con un ghigno.
“Moore! Un giorno di questi io…”
“Tu fenire con me, ja. Cambiare tuo testone, schnell!”
Super Dan segue Ms Brontenserious all’esterno mentre gli accorrenti agenti della sicurezza li scortano tra persone in fuga e animali impazziti.
Appena usciti anche il resto dello staff presidenziale esce, mentre il tendone del padiglione degli animali inizia a vacillare, trema, la gente corre verso le uscite urlando.
Nel tendone sono rimasti solo gli animali liberi e imbizzarriti che corrono ovunque, i tiranti della tenda cedono, la struttura crolla sugli animali che rimangono imprigionati sotto di essa.
“Che disastro, che disastro!” impreca Houston. “Ma cos’è successo? Come è stato possibile?”
Moore guarda Super Dan, appena tornato con un nuovo parrucchino. “Mai mettere limiti alla Divina Provvidenza…”
Il Presidente paonazzo per la vergogna cerca di discolparsi.
“Non lo so, non capisco, cos’è successo?”
“Forse i tiranti hanno ceduto?” gli domanda l’assistente di Houston.
“Ma sarebbe la prima volta nella storia dell’OktoberFest!” replica Houston. “Forse non erano stati fissati bene?”
“Forse un difetto nel tendone?”
“Forse le dieci piaghe d’Egitto?” suggerisce Moore guardando Super Dan.
“Non capisco,” dice Houston confuso, “cosa c’entra la Bibbia?”
“Forse una calamità naturale!…Un terremoto?? Il vento??” insinua Super Dan.
Il personale di servizio e della manutenzione circondano il tendone per non far uscire gli animali tra la folla e soccorrere i contusi.
“Ehm…a questo punto del programma ci sarebbe la ruota panoramica,” riflette il Presidente delle regione ad alta voce, “ma non so se sia il caso, a questo punto…forse è meglio sospendere…”
“Ruota panoramica?” chiede esausta Blanco.
“Certo. Fu installata qui nel 1872, oggi è alta 48 metri ed è costruita in acciaio. Volete provarla?”
“Ma certo, uno di noi andrà lassù in rappresentanza di tutti.” esclama Super Dan facendo sobbalzare Bell con una gran pacca sulle spalle. “Bell, salga, forza!”
“Cosa?? Non ho capito bene…”
Byjove appare all’orizzonte, come un cavaliere d’altri tempi, con la divisa sbrindellata e il sigaro spezzato a metà tra i denti.
“Generale, come sta?” gli va incontro Wright. “Eravamo Tutti in ansia per lei.”
“Parli per sé.” borbotta Moore.
“Generale amico mio!” spalanca le braccia Super Dan.
“Ecco, mio comandante.” risponde il militare porgendo un cencio strappato a Super Dan. “Questo è il suo parrucchino.”
“O quel ne rimane…” bisbiglia Blanco. Il Presidente rimane per un attimo a guardare tristemente il suo defunto copricapo.
“D’accordo, mio fido Byjove, d’accordo, grazie ugualmente per il suo gesto eroico… ma il toro, che fine ha fatto il toro?”
“L’ho abbattuto.”
“Cosa???” urla sconvolto Houston. “Ma era uno degli esemplari più rari del padiglione!”
“La smetta!” tuona il Presidente. “Piuttosto, generale, è arrivato giusto in tempo per vedere Bell sulla ruota panoramica.”
“Cosa? Ma siete impazziti? Io soffro di vertigini!!”
“Bell, si vergogni, lei non è un uomo, è una larva! Mettetelo sulla ruota!” ordina Super Dan.
Gli agenti di scorta prendono Bell per le braccia e lo caricano a forza sulla ruota panoramica, che inizia a girare.
“Fermatela, sto male, fermatela!”
“Signor Presidente, perché lo ha fatto? Lo sa che Bell non è in grado di sopportarlo.” chiede Blanco ormai stravolta.
“Oh la smetta, non si preoccupi, tutti siamo stati sulla ruota panoramica da bambini…”
La ruota oramai gira, Bell si alza sempre più verso il cielo, le sue grida riempiono l’aria.

Ad un tratto dall’alto cade qualcosa, dritto sul parrucchino del Presidente, ma non è pioggia: è il vomito di Bell che sta rimettendo anche l’anima.
“Bell no, a quanto pare.” osserva Moore calmo. “Lui non è mai stato sulla ruota panoramica…”
Il Presidente inizia a saltellare come un ballerino di samba nel tentativo di evitare i rigurgiti di Bell, la gente intorno ride, il parrucchino lercio si sposta in avanti impedendogli di vedere.
Ms Brontenserious con passo militare va verso Super Dan, estrae dalla sua borsa una scatola contenete il suo parrucchino di scorta.
“Oddio il Presidente!!” grida Wright.
“Presto Agenti, prendete Presidente, ja? Portatelo in quella tenda e cambiate sua testona con questa!”
“Magari si potesse cambiare anche la sua testa…” commenta Moore.
“I capelli del Presidente!!” osserva turbata Naive.
“Non ti preoccupare per me, Naive, tornerò come nuovo!” tuona il grande capo spelacchiato.
“Si rilassi,” la tranquillizza il Capo di Gabinetto, “ora lo portano in lavanderia, servizio lava-asciuga completo.”
Bell nel frattempo ha terminato il giro sulla ruota panoramica e viene riportato a braccia dagli agenti di servizio dai suoi colleghi.
Gli agenti dei Servizi Segreti portano Super Dan nella tenda e dopo un paio di minuti ne esce fuori sorridente con un parrucchino nuovo di zecca in testa.

“Eccomi qua, come nuovo!”
“Capelli nuovi, testa vecchia!” applaude Moore.
“Signor Presidente, sembra persino più giovane!” gioisce Naive sempre più stretta nel suo abito.
“Dici, davvero?”
“Sul serio, signor Presidente, sembra veramente ringiovanito.”
Moore riporta Super Dan alla realtà. “Mr. Houston mi scusi, cosa prevede ora in programma?”
“C’è il toboga. Si tratta di uno scivolo lungo 40 metri. Vedete, si parte da un’altezza di 15 metri e, seduti su dei tappeti, si scivola a gran velocità, giù fino alla fine.”
“E il nostro Presidente affronterà questo gioco ad occhi chiusi. Per un uomo giovanile come lui sarà uno scherzo, vero Naive?” provoca Moore.
“Oh si, certo, un uomo come lui…”
Il Presidente annienta Moore con lo sguardo perché sa di non potersi tirare indietro davanti alla giovane segretaria, adesso.
“Certamente, cosa credete? Sono il Presidente, io!”
“Ben detto, così parla un vero uomo!” lo incoraggia Byjove. “Bell, sottospecie del genere umano, si sposti e faccia passare il Presidente.”

Gli agenti dei Servizi Segreti e gli assistenti di Houston scortano il grande capo fino alla gabbia che lo porta su al punto di partenza.
Qui viene fatto sedere su un tappetino scivoloso in attesa della partenza, che viene annunciata dallo speaker.
“Pronti…partenza…Via!”
Al via gli addetti che si trovano alle spalle delle persone sedute sui tappeti li spingono con forza.
Super Dan parte a razzo e perde subito il controllo della situazione.
“Aaaahhhhh, fermatemi, fermate questo coso!!”
“Cosa sta urlando? Non capisce cosa dice…” chiede Naive eccitata dallo spettacolo.
“Sta gridano l’urlo di guerra dei Marines, ecco cosa sta urlando!” risponde il generale.
“Aaaaahhhhh, aiuto, aiutatemiii!!”
“Si, si, è proprio l’urlo di guerra dei boyscouts.” conferma Moore con un ghigno.

“Dios Mio,” esclama Blanco, “si ammazzerà, fate qualcosa!”
“Ha ragione, fate qualcosa.” le dà man forte Moore. “Lasciatelo lì dov’è.”
“Santo Cielo, va troppo forte, è troppo veloce…” si preoccupa Bell con l’inalatore nelle mani.
“Bell, uccellaccio del malaugurio,” impreca Byjove, “non va troppo veloce, è il suo cervello che è troppo lento. Chiuda la bocca e guardi come si comporta un vero uomo!”
Blanco richiama gli addetti alla sicurezza del Presidente. “Agenti, disponetevi tutti intorno, se il Presidente esce dalla pista dovete cercare di attutire la caduta.”
Gli agenti corrono tutt’intorno al taboga.
Super Dan viene giù velocissimo, urlando, aggrappato con un mano al tappeto su cui siede e tenendosi il parrucchino con l’altra mano sulla testa. Il suo pancione aumenta la velocità di caduta…
“Pistaaaaa!!!”
Wright a bocca aperta segue la traiettoria del Presidente nel cielo azzurro di settembre. “Guardate, vola…”

Il Presidente Kramp ha ormai infranto la barriera del suono, perde il controllo del tappeto e vola via nell’aria, lontano dallo scivolo, mentre il parrucchino vola via dall’altra parte.
Un suono riecheggia nella valle: “Aiutooooo!!!”
“Leonardo aveva ragione: l’uomo può volare…” ammira Moore sorridente.
“Che uomo, che ardore, che coraggio, che…” lo esalta Byjove sull’attenti a petto in fuori.
“Il parrucchino! Il parrucchino, guardate!” indica Blanco.
Super Dan atterra schiantandosi in una tinozza di birra, provocando un’onda di ettolitri di birra che si rovescia sui presenti, travolgendo tutti.
Gli agenti dei Servizi Segreti si dividono in due gruppi: chi corre a soccorrere il Presidente e chi, seguendo con lo sguardo in aria il volo del parrucchino, corre per recuperarlo. Lo afferrano al volo, lo riportano dal suo proprietario spelacchiato e glielo appoggiano sulla testa storto mentre è ancora seduto a terra in un lago di birra.
“È vivo? Santo Cielo…” ansima agitato Bell, che inspira dall’inalatore.
“Presidente, Presidente…è vivo?” si avvicina con prudenza Wright.
Tutti accorrono intorno a lui per assicurarsi che sia vivo.
“Fate largo!” sbraita Byjove. “Ma certo che è vivo, per un uomo così questo è gioco da ragazzi.”
“È vivo, il Presidente è vivo,” esulta Naive facendo esplodere la camicetta, “Signor Moore, è vivo, è vivo!”
“Tu pensi che il peggio sia passato, invece è andato solo a chiedere rinforzi…” riflette Moore ad alta voce.
Gli uomini di scorta sollevano il Presidente dalla fanghiglia e lo portano fuori, fradicio di birra, col parrucchino storto sulla testa e completamente frastornato. Houston gli indica una roulotte in cui potersi mettere in ordine ancora una volta.
Ms Brontenserious va con loro e tira fuori l’ennesimo parrucchino di ricambio.
“Un altro testone di ricambio, ja!”
“Che disastro, che disastro.” si lamenta Houston. “Questa manifestazione passerà alla storia come la più catastrofica.”
“Lo so, un vera catastrofe, lo so. Si faccia coraggio.” lo conforta Blanco.
“E il Presidente? Come sta il Presidente?”
“È vivo, vivo e incolume.” risponde Blanco.
“Visto? Le disgrazie non vengono mai sole…” conclude Moore.
Arriva di corsa un assistente di Houston che fa presente che il Presidente avrebbe dovuto partecipare all’ultima prova, ma Blanco prende in mano la situazione.
“Il Presidente non è in grado di affrontare nulla, l’avete visto tutti. La visita finisce qui.”
“Che nessuno dica che il Presidente si è tirato indietro di fronte ad una sfida!” proclama il generale. “Ci vado io al suo posto! Cosa diavolo devo fare?” chiede al Presidente della regione.
“Beh, il Muro della morte è un grande cilindro in legno alto 9 metri e con un diametro di 12 metri.
All’interno dei motociclisti corrono, tenuti sulla parete soltanto dalla forza centrifuga. Devono arrivare fino al bordo superiore, dove si trovano gli spettatori. Vince chi arriva prima in cima. Tutto chiaro?”
“Chiarissimo! Datemi due ruote sotto le chiappe e ci penso io!”
Byjove salta in sella ad una moto e parte impennando dentro al cilindro di legno, rischiando di investire dei poveri malcapitati.

“Però,” dice Wright, “non lo facevo così in gamba con la moto!”
“Sembra un professionista delle due ruote…” gli fa eco Blanco.
“Aspettate prima di parlare…” suggerisce Moore.
“Dice? Veramente a me sembra che guidi da vero campione.” gli risponde Wright.
Byove in quel momento con una mano guida la moto e con l’altra sguaina la sciabola.
Comincia a menare fendenti a destra e a sinistra, spaventando e facendo precipitare tutti i motociclisti, che volano fuori a tutta velocità, atterrando sui tendoni dei vari stand e demolendoli tutti uno per uno.
“Visto? Conosco i miei polli…” sorride Moore beffardo.
“Ma che fa? È impazzito? Generale, metta via la sciabola!” grida Blanco.
“Generale, per l’amor del cielo,” implora Bell, “la smetta, vincere non è così importante!”
“Un accidenti! Io non ho mai perso una battaglia in tutta la mia vita!”
I pochi motociclisti rimasti volano fuori dal cilindro di legno, demolendo i pochi stand ancora in piedi.
Byjove perde il controllo della moto e vola anche lui fuori, disegnando un arcobaleno con il fumo del tubo di scappamento e atterrando sulla roulotte dove Super Dan si era rifugiato per rimettersi in ordine.
Lo schianto è fragoroso.
Polverone, macerie ovunque, grida, lamenti, gente che fugge.
Quando la polvere si abbassa appaiono, seduti sulle rovine, come due fantasmi imbiancati, Super Dan col parrucchino storto in testa, gli agenti feriti e Byjove con la sciabola piegata in due in mano e il sigaro rotto in bocca.

Così si conclude la prima partecipazione all’Oktoberfest del Presidente Daniel Kramp.
Alla settimana prossima. Sigla!