INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – SALA ROTONDA – MATTINA.
Il Presidente Daniel Kramp e il suo staff sono riuniti per discutere della tradizionale partecipazione del governo alla festa di Halloween.
“Bene, signori,” esordisce Blanco, “ciò di cui dobbiamo discutere stamattina è la nostra presenza ai festeggiamenti di Halloween.”
“Approvato!” risponde Byjove. “Andiamo. A verbale. C’è altro?”
“Veramente…” balbetta Wright.
“No? Nient’altro? Approvato!” continua Byjove.
“Generale,” riprende la parola Blanco, “non è così semplice. Dobbiamo stabilire alcuni punti, una tabella di marcia, cosa fare esattamente.”
“Una festa è una festa.” borbotta Byjove. “Andiamo e festeggiamo, che ci vuole?”
“Ho una vaga idea del suo andiamo e festeggiamo…” commenta Moore.
“Che vuol dire?” chiede Byjove.
“Birra e salsicce!” risponde Moore.
“Ci sto!” esclama Byjove.
“Generale,” lo riprende Blanco, “non siamo qui per parlare di birra e salsicce…”
“Ah no?” brontola Byjove.
“No. Dobbiamo decidere della nostra partecipazione alla festa di Halloween. Innanzitutto sapete qualcosa delle sue origini? Signor Presidente?”
“Ehm…le origini?” balbetta Super Dan. “Ma certo, le origini di Halloween…sono origini molto…antiche?!”
Comprendendo la sua totale ignoranza, interviene Bell. “Signor Presidente, la parola Halloween deriva dalla forma contratta dell’inglese All Hallow Eve, vigilia di tutti i santi. Infatti Halloween trae origine da antiche tradizioni dell’Europa celtica, precedenti al cristianesimo. Nelle Isole Britanniche il 31 ottobre sanciva la fine dell’estate ma, al contempo, il giorno in cui le anime dei morti tornavano sulla terra insieme a demoni e streghe.”

“Ma certo!” esclama Super Dan, mostrandosi sicuro. “Lo sapevo, lo sapevo…”
“Le anime dei morti…?” borbotta Byjove. “Bell, è la sua festa.”
“Generale, non cominciamo…” lo interrompe Blanco con fermezza.
“Ehm…” interviene Wright, “non mettiamo in dubbio che lo sapesse, signor Presidente. Bene, ora che abbiamo introdotto l’argomento, dobbiamo stabilire il primo punto: la nostra partecipazione alla festa. Siamo tutti d’accordo?”
“Ben detto!” esclama Byjove. “Ehm…nel senso che il governo farà sentire al popolo la propria vicinanza.”
“Vicini al popolo…” interviene Moore.
“Assolutamente!” risponde fiero Byjove. “Esattamente!” lo appoggia Super Dan.
“Vicini alle tradizioni…” continua Moore.
“Sempre!” esclama Super Dan. “Mai tirarsi indietro!” risponde con enfasi Byjove.
“Vicini ai barbecue!”
“Senz’altro!”
“Ci sto!”
“Beccati…” sorridere beffardo Moore.
“Signori,” riprende in mano la situazione Blanco, “per favore, possiamo continuare la discussione?”
“Ma certo…” risponde imbarazzato Super Dan. “Stavamo giusto stabilendo alcuni dettagli…”
“Esatto!” lo sostiene Byjove. “Birra e salsicce!”
“Per favore,” insiste Blanco, “possiamo passare agli altri argomenti?”
“Certo Blanco,” la sostiene Bell, “prego, ci esponga gli altri punti.”
“In buona sostanza non si tratta soltanto della nostra partecipazione alla festa. Certo, andremo a Starway Ville, assisteremo alle sfilate della gente in maschera, stringeremo molte mani, ma non faremo solo questo…”
“Ma ci mancherebbe altro!” la interrompe Byjove. “Vorrei ben vedere…” gli dà man forte Super Dan.
“Per l’appunto. I barbecue, dove li mettiamo?” chiede Byjove.
“Generale,” interviene Wright, “credo che Blanco si riferisse ad altro…”
“Infatti.” riprende la parola Blanco. “Dovremo anche partecipare ai giochi e alle manifestazioni, insieme al popolo.”
“Partecipare ai giochi?!” cade dalle nuvole Super Dan.
“È doveroso, signor Presidente.” interviene Moore. “Generale, vuole per caso venir meno al suo dovere?”
“Giammai!” scatta sull’attenti il militare. “Signor Presidente, andremo alla festa, e insieme al popolo affronteremo tutti i giochi!”
“Cosa?’” domanda basito Super Dan. “Ma…io…non so se sia il caso…”
“È il caso, è il caso,” lo rassicura Byjove, “lei segua me, non si preoccupi.”
“È quello che temevo…” mormora Moore.
“Ma di quali giochi e di quali manifestazioni si tratta?” domanda Wright.
“Andremo nel più grande grande parco di divertimento di STARWAY VILLE, che si trova nel quartiere più popoloso.” risponde Blanco. “Insieme con le autorità locali, ci uniremo alla folla e con essa prenderemo parte a giochi e manifestazioni.”
“Forse è il caso che entriamo nei dettagli,” prosegue Bell, “così tutti sapranno cosa ci attende. Una delle tradizioni più diffuse vuole che la sera i bambini si rechino di casa in casa, suonando alle porte per prendere dei dolcetti. I bambini gridano “dolcetto o scherzetto!” appena le persone aprono la propria porta e, se non offrono loro dei dolcetti, sono pronti a fare un piccolo scherzo. Bene, noi tutti andremo con i bambini di casa in casa.”

“Cosa?’” esclama Super Dan.
“A raccogliere dolcetti? Io?” sbotta Byjove.
“Signori,” interviene Wright, “dovete stare vicino al popolo, fare le cose insieme alla gente…”
“…per trasmettere un’immagine di leaders al fianco delle persone….” lo appoggia Bell.
“…e per mantenere alto il vostro gradimento popolare.” conclude Blanco. “Voti, signori miei, stiamo parlando di voti per la prossima rielezione.”
“Ah, beh, se è così…” borbotta Super Dan. “Generale, il dovere ci chiama.”
“Obbedisco. Certo, che passare da raccogliere le mine antiuomo in Vietnam a raccogliere le caramelle ad Halloween…”
“Mi sembra una gran carriera,” è il commento ironico di Moore, “non crede?”
“Un accidenti, ecco cosa credo!” è lo sfogo di Byjove.
“Ma generale, pensi ai bambini…” cerca di rabbonirlo Wright. “Sono il futuro della nazione…”
“Pensi ai voti…” sottolinea ancora una volta Blanco.
“Pensi ai dolcetti…” è la battuta di Mjoore.
“Moore, io penso…” sta per esplodere Byjove.
“Che parteciperemo alla festa di Halloween insieme al popolo.” dice la First Lady.
Tutti si voltano verso di lei, che è entrata, come suo solito, senza bussare.
“Andremo?” domanda Super Dan sorpreso.
“Esatto, caro, andremo. Prego, proseguite pure col programma, sono davvero curiosa.”
“Ma, cara,” balbetta Super Dan in difficoltà, “sarà una giornata lunga e noiosa, tante mani da stringere, le autorità da incontrare, non se sia il caso che tu ti stanchi…”
“Appunto, per questo è necessario che io stia la tuo fianco, per aiutarti in una giornata così dura. Prego, continuate pure con il programma”
Super Dan è abbacchiato, Blanco riprende la parola.
“Ci sarà poi la popolare gara Bobbing for apples, che tutti conoscete. Ci sono delle mele in una grossa bacinella piena d’acqua e i bambini devono afferrarle con la propria bocca senza usare le mani.”
“E dobbiamo partecipare anche a quella??” domanda Super Dan preoccupato.
“Soprattutto a quella,” interviene Moore, “in mezzo a tanti bambini lei si chinerà sulla bacinella e ci infilerà dentro il suo testone. Non avrà mica paura di due gocce d’acqua, vero?”
“Assolutamente!” risponde Byjove. “Il nostro Presidente non ha paura di niente! Parteciperà alla gara e vincerà! Vero signor Presidente?”
“Ehm…ma certo, certo…” risponde Super Dan sempre più preoccupato.
“Poi non mancheranno i tradizionali falò,” continua Moore, “come pure i barbecue…”
“Presente!” scatta sull’attenti Byjove. “Benissimo!” esclama Super Dan.
“Ed io sarò al tuo fianco, tesoro, insieme a Ms Brontenserious…”
“Cosa?!” esclama Super Dan con un filo di voce.
“La famiglia presidenziale unita che partecipa alla festa di Halloween…generale, ma non è magnifico?” commenta Moore con un sorriso.
“Senz’altro!” ribatte Byjove.
“Ha detto bene, unita,” continua Gwendoline con un sorriso, “molto unita. Così unita che non ti lascerò solo un istante…”
Super Dan deglutisce sempre più preoccupato, vedendo svanire i suoi sogni di birra e salsicce.
“Dopo, le varie sfilate in maschera,” riprende il discorso Blanco, “sarà la volta dell’ottovolante con i suoi vagoncini a forma di zucca…”
“Nei quali il nostro Presidente ed il generale si accomoderanno per fare un bel giro…” aggiunge prontamente Moore.
“L’ottovolante??” domanda Super Dan. “No, un momento…”
“Generale,” continua a pungolare Moore, “non avrete mica paura di un ottovolante?”

“Paura? Io non so nemmeno come si scrive quella parola! Signor Presidente, noi monteremo in groppa a quelle zucche volanti e voleremo verso la gloria!” conclude Byjove estraendo la sciabola verso il cielo.
“Ma, io, veramente…” balbetta Super Dan.
“E cos’altro ci riserva il programma?” prosegue Moore.
“Ci sarà una sfilata della popolazione di origine ispanica.” prosegue Wright. “Una folla di scheletri, fantasmi e morti viventi sfileranno, con canti e balli, per festeggiare il Dia de los Muertos.”
“Bell,” commenta Byjove, “è la sua sfilata. L’ha organizzata lei?”
“Io?? Ma che dice?”
“Generale,” lo riprende Blanco, “non cominciamo. Piuttosto, l’ultimo nostro impegno dovrebbe essere il Tunnel dell’Orrore…”
“E chi altri,” la interrompe Moore, “se non un guerriero e un leader potrebbe mai affrontare un simile tunnel?”
“Nessun altro!” grida Byjove con la mano sulla sciabola.
“Ehm, generale, non so se sia il caso…” borbotta Super Dan.
“Non tema, signor Presidente. “Entreremo in quel tunnel e ne usciremo vincitori!”
“Generale,” osserva Blanco preoccupata, “è solo un tunnel dell’orrore, non è una guerra. Forse è il caso di far entrare qualcun altro…”
“E chi? Bell, per caso?” replica il militare.
“Ecco, a dire il vero,” controbatte Bell, “è scientificamente dimostrato che degli spaventi improvvisi provocano una dilatazione delle pupille nonché un aumento della produzione di adrenalina. Anche il fegato produce più glucosio e…”
“Bell!” esplode Byjove. “Lei parteciperà alla sfilata del Dia de los Muertos, ma dentro la cassa da morto!”
“Signori calmatevi, per favore,” interviene Blanco cercando di concludere la seduta. “Bene, direi che possiamo mettere tutto a verbale. Se non avete altro da aggiungere…”
“Si, una cosa sola.” risponde Byjove. “I barbecue?”
“Ci saranno, generale,” lo rassicura Moore, “ci saranno…”
31 OTTOBRE – STARWAY VILLE.
Super Dan, con moglie e staff al seguito, giunge in città accolto dal primo cittadino locale.
“Buongiorno a tutti voi, è un onore avervi qui oggi. Sono Liam Scott, sindaco della città, e vi do il benvenuto alla festa di Halloween. Signor Presidente, First Lady, per tutti i cittadini è una grande gioia potervi ospitare per questa occasione.”
“Grazie, sindaco, grazie. Stia pure comodo…” risponde Super Dan, arrogante come sempre. Dopo due secondi il suo pancione viene sgonfiato dal gomito della moglie. “Vai incontro e stringigli la mano disgraziato,” gli sussurra la First Lady, “sorridi e ringrazialo.”
“Cough…la ringrazio, signor sindaco…cough…” risponde Super Dan col poco fiato rimastogli, “anche per noi è un grande onore.”
“Signori, se volete avere la compiacenza di seguirmi, vi illustrerò in breve cosa ci aspetta.” spiega il sindaco mentre si avvia, seguito da tutti. “Come sapete nel corso dei secoli molti stranieri sono venuti qui a Mont of Groovia a cercare fortuna, e i loro discendenti hanno mantenuto, anche dopo generazioni, alcune tradizioni dei paesi di origine. Per questo, anche ad Halloween, non c’è solo il classico “dolcetto o scherzetto” o la classica zucca…”
“Scusi,” lo interrompe Byjove. “Una domanda…”
“Ma certo,” risponde Scott, “chieda pure tutte le informazioni che desidera…”
“Perché diamine sono vestiti tutti come degli spaventapasseri?”

Il sindaco rimane senza parole, Wright interviene prontamente per evitare figuracce. “Ehm…il nostro generale desiderava conoscere l’origine dei costumi…”
“Ci si traveste,” spiega Scott, “perché pare che i morti tornati sulla terra, scegliessero il corpo di una persona o di un animale da occupare per tutto l’anno seguente. Travestirsi in modo spaventoso aveva dunque questo scopo: allontanare da sé le anime dei morti. Per lo stesso motivo si rompevano oggetti e e si facevano rumori per le strade.”
“Una sciabola al fianco, una mitragliatrice in mano,” commenta Byjove, “e vedi poi come te li faccio scappare!”
“Come ha detto?!” esclama Scott.
“Niente,” interviene Blanco prontamente, “il generale sta cercando di entrare nell’atmosfera della festa…cosa prevede ora il programma?”
“I costumi. A questo punto dovrete indossare anche voi i costumi di Halloween. Eccoci giunti al tendone in cui vi cambierete. È già tutto predisposto all’interno…”
“Costumi??” sbotta Byjove. “Ma di che diavolo state parlando?”
“Di cambiarvi d’abito,” spiega il sindaco, “e indossare i vostri costumi di Halloween che abbiamo preparato per voi.”
“Ehi, damerino,” alza la voce Byjove, “io questa divisa non me la tolgo nemmeno quando vado a letto, figuriamoci per questi quattro spaventapasseri!”
“Oddio, cominciamo…” mormora Bell cercando il suo inalatore in tasca.
“Ma…è la tradizione…” risponde interdetto il sindaco.
“Forse non mi sono spiegato.” sbraita Byjove. “Io e questa sciabola siamo una cosa sola!”
“Calma, calma” interviene Blanco. “Raggiungiamo un compromesso: generale, lei si cambierà d’abito come tutti noi, ma terrà la sciabola con sé. Va bene così?”
“E va bene,” sbuffa il generale, “ma la sciabola non si tocca…”
Il gruppo entra nel tendone…
Dopo alcuni minuti di rimbrotti e lamenti, escono fuori.
Byjove, vestito da zucca, ma sempre con la sua sciabola al fianco, seguito da Moore, elegante con un lungo mantello nero da vampiro.

E poi Wright, travestito da spaventapasseri, affiancato da Blanco, affascinante Morticia Addams. Dopo di loro sbucano fuori la First lady, incantevole strega e Malefica (Maleficent), ovvero Ms Brontenserious.
Infine gli ultimi due: Bell, truccato da zombie e Super Dan, con un costume da scheletro…
“Bell,” strepita Byjove, “da lei non potevo aspettarmi altro! E voi, come diavolo vi siete permessi di mettermi addosso questo questa specie di lenzuolo a strisce?”
“Ma generale,” si difende il sindaco Scott interdetto, “è un travestimento tradizionale ad Halloween: una zucca…”
“Zucca sarà lei! Io le zucche le ho sempre affettate con la mia sciabola, non le ho mai indossate! Arancione, che vergogna…”
“Generale, si calmi, non si lamenti, ognuno di noi deve indossare un costume. Pensi a chi sta peggio di lei…” interviene Moore guardando super Dan con un perfido sorriso, mentre gli altri faticano a trattenere le risate.
“Effettivamente,” osserva Blanco, “come scheletro è un po’ in carne…”
“Beh? Che diavolo avete da guardare tutti quanti? Non avete mai visto uno scheletro?”
“Con la pancia? Nein!” risponde la governante austriaca.
“Cosa?! Io non ho la pancia!”
“Nein, essere costume troppo largo…”
“Esatto! Il mio costume è troppo largo.”
“Ja, largo su pancia.”

“Dannata crucca, io…”
“Ehm…signori,” interviene Scott, “se volete seguirmi, vi guiderò attraverso il parco giochi. Come sapete la nostra cittadina fu la prima a festeggiare Halloween. Ecco, laggiù potete vedere il tendone nel quale sarà tenuto un corso per Apprendista Stregone, dedicato a tutti i bambini, mentre più avanti è stata allestita una scuola di Magia…”
“Magia? Stregoni?” sobbalza Byjove. “”E un sano corso militare per i bambini? Perché non c’è?”
“Veramente,” balbetta il sindaco, “questa è la festa di Halloween…”
“Niente scuse! Va istituito!”
“Generale,” interviene ancora una volta Blanco, “stiamo festeggiando Halloween……signor sindaco, cosa ci attende ora?”
“Quale sindaco della cittadina è mio dovere presenziare come ogni anno alla sfilata delle maschere. Seguitemi, il palco ci attende…”
“E dove?” sbotta Byjove. “Conciato in questo modo non riesco neppure a camminare.”
“Provi a rotolare,” suggerisce Moore, “dovrebbe risultare naturale con quel costume…”
“Visto cosa succede quando ti infilano in una palla rotonda ricoperta da un lenzuolo arancione? Che vergogna, io, che ho combattuto in tutti i continenti….”
“Ehm…eccoci arrivati. Questo è il palco.” interviene Scott che inizia a preoccuparsi. “Salite prego, dopo di voi.”
La sfilata vede la partecipazione di adulti e bambini, un fiume di colori che scorre chiassoso tra il verde del parco. Vampiri, streghe, maghi, zucche, zombie…
“È la prima volta che assisto ad una simile sfilata da un palco,” commenta Bell entusiasta, “è davvero emozionante.”
“Già,” aggiunge Byjove, “per lei dev’essere una bella novità non essere laggiù con i suoi simili, gli zombie.”
“Cosa?? Ma, io….” balbetta il segretario del Tesoro.
“Generale,” interviene Wright da paciere, “per favore, godiamoci la festa…”
“…anche perché tra poco arriveranno i suoi simili, le zucche…” commenta ironico Moore. “Sicuro di non voler scendere per sfilare con loro?”
“Un accidenti che vi piglia!” sbraita Byjove. “A lei e a chi mi ha infilato questa palla arancione addosso!”
La sfilata si conclude con la banda municipale.
“Ed ora,” si alza Scott, “il programma prevede una serie di giochi. Da questa parte, prego.” Il gruppo si avvia verso un prato, su cui sono stati disposti tanti tavoli con delle bacinelle appoggiate sopra.
“Bobbing for apples!” esclama il sindaco tra la folla festante.
“Bobbi chi??” domanda Byjove.
“Sarà un parente del sindaco…” borbotta Super Dan.
“Ma no, caro,” interviene la First Lady evitando figuracce al marito.
“È un gioco tipico di Halloween. Si riempie una bacinella d’acqua, si mettono delle mele e si cerca di addentarle senza usare le mani, che vengono tenute dietro la schiena.”
“Esatto!” esclama il sindaco. “Di solito i bambini vengono divisi in due squadre e hanno un minuto per afferrare la mela con la bocca. Signori, chi di voi vuole partecipare?”
“Il nostro Presidente!” risponde pronto Moore.
“Cosa?! Ma che sta dicendo?”
“E verrà assistito dal nostro valoroso generale, vero?” continua il britannico.
“Assolutamente!” risponde Byjove sbattendo i tacchi. “Andiamo, mio comandante, mantenga alto l’onore del governo!”
“No, un momento, io…” balbetta inutilmente Super Dan, trascinato verso un tavolo dal militare.
“Bambini, signori,” grida il sindaco sorridente, “siete pronti? Mani dietro la schiena, mi raccomando. Avete soltanto un minuto. Chinatevi sulla bacinella e…via!”
Tutti tuffano il viso nell’acqua, tra spruzzi e risate. La gente fa il tifo, le grida di incoraggiamento riempiono il parco, tutti si divertono.
Tranne uno…
“Così, così!” grida Byjove. “Azzanni quella mela! Signor Presidente, deve abbassare di più il capoccione!”
Super Dan si dibatte con la faccia nell’acqua e le mani dietro la schiena, riuscendo solo a spruzzare acqua ovunque.
“Signor Presidente,” si leva il grido di Moore-vampiro, “ha qualche problema? Segua i consigli del generale, lui ha esperienza, ha combattuto su tutti i fronti!”
“Ci penso io! Non si arrenda, signor Presidente!” strilla Byjove nelle orecchie di Super Dan, riuscendo solo a stordirlo ancora di più.
“L’onore del governo,” continua a incitare il britannico vampiro, “pensate all’onore del governo!”
“L’onore del governo! Signor Presidente, pensi all’onore del governo!” grida Byjove, che appoggia la mano sulla nuca di Super Dan, spingendo con forza la sua testa dentro l’acqua.
“Così! Così!” grida Byjove mentre il capoccione del Presidente è completamente immerso nell’acqua. “Azzanni quella dannatissima mela!”
“Non si arrenda, generale, non si arrenda!” continua a incitarli Moore.
“Giammai!” strilla l’enorme zucca, che affonda completamente la testa del Presidente nell’acqua, su cui galleggia il parrucchino.

“Oddio, mio marito!”
“Madre de Dios, stavolta lo affoga!” esclama Blanco.
“Tempo scaduto!” urla il sindaco. “Fine dei giochi!”
Byjove toglie la mano dal collo di Super Dan, il quale, alla ricerca disperata di ossigeno, tira fuori la testa dall’acqua con una tale forza da volare all’indietro. I suoi piedi si staccano da terra, il parrucchino fradicio vola in aria e il suo corpo atterra pesantemente sull’erba.
Il parrucchino inzuppato disegna nell’aria un arcobaleno, lasciando una scia d’acqua e atterrando sul viso di Bell, che cade a terra.
“Cough! Cough!” sputa acqua Super Dan, steso a terra, quasi affogato dalla foga di Byjove.
“La mia schiena! Le mie vertebre!” grida Bell sdraiato sull’erba, col parrucchino fradicio d’acqua sulla faccia.
Tutti accorrono intorno ai due malcapitati, gli uomini della sicurezza si gettano su Super Dan facendogli sputare tutta l’acqua bevuta.
“Aiuto! La mia schiena!” si lamenta Bell. “Toglietemi questo straccio bagnato dalla faccia!”
“Straccio?” osserva Moore beffardo. “Un po’ di rispetto, sta parlando di un parrucchino presidenziale…”
“Esatto! Bell, porti rispetto per il copricapo presidenziale! Piuttosto, signor Presidente, come sta?” domanda Byjove.
“E lo domanda?” gli risponde Wright preoccupato. “Lo ha quasi affogato!”
“Quante storie! Per due goccioline d’acqua…” borbotta il militare.
“Bell, come sta Bell?” si preoccupa Blanco, che si china per togliergli il parrucchino dalla faccia.
“Cough…cough…la mia schiena, la mia povera schiena…”
“È vivo, purtroppo…” mormora la zucca Byjove.
Super Dan viene aiutato a rialzarsi, mentre sputa ancora acqua.
“Generale…cough…cough…ma cosa diavolo…cough…voleva fare? Affogarmi?” domanda Super Dan stremato.
“Signornò!” scatta sull’attenti Byjove. “Volevo aiutarla a vincere la gara!”
“Generale,” lo rimbrotta Blanco, “lo ha quasi affogato. Signor sindaco, c’è un posto in cui il Presidente possa rimettersi in ordine?”
“Ma certo, da questa parte, c’è un tendone vuoto, che utilizzeremo solo nel pomeriggio, da questa parte.”
“Ms Brontenserious…” chiama la First Lady.
“Jawohl! Vestito e testone di ricambio pronti!”
Super Dan viene accompagnato verso la tenda, quando Blanco all’improvviso li ferma.
“Signor Presidente,” dice imbarazzata porgendogli il suo parrucchino fradicio, “credo che questo sia suo…”
Bell intanto si è rialzato e continua a lamentarsi.
“Ma nessuno si preoccupa di me? Ho subito uno shock terribile, le mie vertebre potrebbero aver subito un danno…”
“Io ho un rimedio a tutti i mali…” sibila Byjove sguainando la sua sciabola.
“Generale,” interviene Wright, “ma che fa?”
“Signori,” interviene Moore, “aspettiamo che il Presidente si ricomponga e poi andiamo avanti con il programma. D’accordo anche lei, generale?”
“Sempre avanti,” risponde Byjove, “mai indietreggiare!”
Dopo alcuni minuti Super Dan torna con un nuovo vestito da scheletro e un nuovo parrucchino.
“Signor Presidente,” esordisce il sindaco, “vedo che si è ripreso.”
“Certo, signor Scott,” replica la moglie, “mio marito sta benissimo e non vede l’ora di proseguire con il programma, vero caro?”
“Io? Davvero?!” domanda perplesso Super Dan.
“Ma certo,” le dà man forte Moore, “il nostro leader non si tira indietro davanti a nulla, giusto generale?”
“Questo mai! Sempre avanti!”
“Ne sono lieto,” commenta il sindaco, “perché ora ci dovremo spostare all’ottovolante. Andiamo…”
In pochi minuti sono ai piedi delle gigantesche montagne russe.
“Eccole, non sono magnifiche?” domanda Scott.
“E molto caratteristiche, direi” osserva Bell. “I vagoncini sono a forma di zucca…”
“Già,” interviene pronto Moore, “e non può essere certo una coincidenza. Generale, ha visto? Ora tutto acquista un senso…”
“Ah sì? Un senso? E quale…?” chiede Byjove sorpreso.
“Ma come, non lo vede? Generale, è un segno del destino!”
“Destino?” borbotta Byjove sempre più perplesso.
“A lei è toccato il vestito da zucca, proprio come quei vagoncini dell’ottovolante. È la volontà del cielo. Non ricorda cosa ha detto nella riunione di pochi giorni fa? Signor Presidente, noi monteremo in groppa a quelle zucche volanti e voleremo verso la gloria!”
“Verso la gloria!” esulta Byjove estraendo la sciabola verso il cielo. “Mio comandante, mi segua!”
“Io?!” chiede Super Dan sbigottito. “Ho appena finito di sputare una bacinella d’acqua…”
Super Dan trascina il Presidente e quasi lo scaraventa nel vagone.
“Si parte, verso il cielo!” è il grido di Byjove un attimo prima che il carrello parta.
“Che il cielo li protegga…” mormora Wright preoccupato.
“Non so se il cielo basterà…” aggiunge Blanco.
Il trenino arancione sfreccia a gran velocità sul percorso, seguendo il tracciato della ferrovia, fatto di repentine salite, discese e di ogni genere di curve paraboliche.
“Aiutoooo!!” è il grido che si libra nell’aria, mentre Super Dan si tiene una mano in testa per evitare che il parrucchino voli via.

Finché, all’improvviso, i carrelli rallentano, fino a fermarsi del tutto, lasciando gli ospiti a testa in giù.
“Guardate! Si è bloccato!” grida allarmata la First Lady.
“Un guasto, non è possibile, non è mai accaduto prima!” è il commento del sindaco spaventato.
“I tecnici, dove sono i tecnici?” chiede Blanco. “Chiamate i tecnici, devono fare qualcosa!”
“Il parrucchino!” è il grido del vampiro Moore. “Signor Presidente, si tenga il parrucchino!”
“Speriamo che suo pancione non fa cadere lui giù!” osserva Ms Brontenserious.
“Sabotaggio!!” grida dall’alto un’enorme zucca a testa in giù. “Questo è un attentato alla vita del Presidente!!”
I minuti scorrono frenetici, con tutti i manutentori indaffarati nel tentativo di sbloccare i convogli, mentre una folla si è ormai radunata intorno all’ottovolante.
Finalmente i carrelli riprendono la loro corsa e giungono alla fine del percorso. I passeggeri scendono impauriti e storditi, aiutati dai propri familiari, mentre una enorme zucca e uno scheletro panciuto escono dal convoglio barcollando, accolti da tutto lo staff.
“Come state? Signor Presidente?” chiedono tutti.
“Sto per vomitare l’anima…” risponde Super Dan, sorretto dalla moglie e dagli uomini della sicurezza.
“Un sabotaggio,” rimbrotta Byjove, “questo è stato un attentato alla vita del nostro Presidente!”
“Ma, generale,” interviene preoccupato il sindaco, “si è trattato sicuramente di uno spiacevole incidente…”
“Qui di spiacevole,” lo interrompe Byjove, “ci sarà soltanto la fine che farà il sabotatore! Preparate il plotone d’esecuzione!”
“Ehm…generale,” dice Blanco cercando di tranquillizzarlo, “sono sicura che non sia il caso di ricorrere a misure così drastiche…”
“Oddio, la testa,” si lamenta Super Dan, “mi gira come una trottola…”
“Il Presidente è davvero provato,” commenta Moore, “anche il suo parrucchino è storto.”
“Caro,” interviene amorevole la First Lady, aggiustandogli il parrucchino sulla testa, “camminiamo, vedrai che una passeggiata ti farà bene.”
Il gruppo si incammina nel parco, mentre il sindaco Scott cerca di distrarli dall’incidente appena accaduto parlando della festa.
“Sapete che, a differenza del resto dell’anno, la tradizione vuole che i gatti neri portino fortuna se attraversano il tuo cammino, o se addirittura entrano in casa?”
“Sul serio?” chiede Bell sorpreso. “Beh, riflettendoci bene, la cosa ha una sua logica…”
“Per i beccamorti come lei, forse!” esclama Byjove, che in quel momento, vedendo un gatto nero passargli davanti, gli tira un gran calcio, facendolo volare sulla testa di una donna, la presidentessa dell’Associazione Amici Animali. Il gatto si artiglia ai capelli, lei scappa via urlando, inseguita dalle sue amiche.

“Ecco fatto,” conclude Byjove, “fuori uno!”
“Ma…generale…” balbetta il sindaco.
“Militari,” cerca invano di rimediare alla situazione Blanco, “uomini rudi, sa come sono…”
“Ma cosa diceva a proposito delle tradizioni locali…” le dà supporto Moore.
“Beh, ecco,” riprende un po’ interdetto il sindaco, “se vi guardate intorno avrete notato la cura con cui i cittadini decorino le loro case con festoni e addobbi sempre più originali o spaventosi, in linea con lo spirito della festa…”
“Già, vedo…” borbotta Byjove, “…ma non vedo nemmeno un piccolo carro armato di plastica, dei soldatini …”
“Generale,” interviene questa volta la First Lady, che guarda minacciosamente Byjove, “la festa delle forze armate non è ancora arrivata. Ma continui pure, signor sindaco, è tutto molto interessante…”
“Certo, First Lady.” riprende Scott sempre più confuso. “I discendenti degli immigrati dell’isola di Mauritius hanno mantenuto l’antica tradizione di addobbare di fiori i cimiteri… ”
“Che pensiero delicato,” sospira Bell, “verso i propri familiari, addobbare i cimiteri… ”
“Bell,” rimbrotta Byjove, “che cos’ha? Nostalgia di casa?”
“…e dopo i cimiteri,” riprende a spiegare Scott, “sono soliti brindare alla memoria dei loro antenati con fiumi di rum…”
“Approvo! Finalmente un po’ di gente sana!” concorda Byjove stavolta. “Bell, esca dal cimitero e prenda esempio!”
“Ed eccoci arrivati all’angolo delle zucche.” mostra il sindaco con fierezza i numerosi tavoli su cui poggiano zucche di ogni forma e dimensione.
“Ah,” si risveglia Super Dan dallo stordimento, “fate anche la collezione di zucche, vedo. Complimenti, ne avete davvero molte….cough!”
Il gomito della First Lady sgonfia immediatamente lo stomaco del marito. “Mio marito ha sempre voglia di scherzare, signor sindaco…piuttosto ci dica, cosa fate con queste zucche?”
“A dire il vero questa è una tradizione americana, importata qui nel secolo scorso. Le zucche vengono svuotate, poi si intaglia una faccia ed infine si mettono delle candele al loro interno. Dicono che il Presidente Donald Trump sia molto abile.”
“Zucche!” sbotta Byjove. “Zucche che sorridono, che vergogna. Fate largo, datemi una zucca!”
Byjove avanza con passo deciso verso un tavolo, sguaina la sua sciabola e inizia a menare fendenti su una zucca enorme.
“Ecco! Un tocco di qua, uno di là!” Zac! Zac!
In meno di un minuto al posto della zucca sul tavolo c’è un carro armato arancione!
“Ecco fatto!” conclude Byjove. “Adesso si ragiona.”
“Ehm…” balbetta il sindaco sempre più sconcertato, “veramente…”
“Ma ci dica,” interviene disperata Blanco, prendendo il sindaco per il braccio, “cos’altro offre ancora il vostro splendido paese?”
“A dire il vero ci sarebbero i falò e i barbecue…”
“Fantastico!” esclama Byjove.
“Andata!” lo segue Super Dan.
“Prego, seguitemi.”
“Seguiamolo!” esulta Byojve.
“Certo, signor sindaco,” interviene Gwendoline, che lancia un’occhiataccia al marito, “la seguiamo. Io, mio marito e Ms Brontenserious non vediamo l’ora di sederci per gustare le vostre specialità, vero caro?”
“A dire il vero…” balbetta deluso Super Dan.
In quel momento arriva la segretaria del sindaco con alcune persone.
“Signori, buongiorno a tutti. Sindaco Scott, le presidentesse delle associazioni locali sono qui, si ricorda di quella cosa…?”
“Ah, giusto, me n’ero quasi dimenticato…signori, vi presento le presidentesse delle associazioni locali più importanti. Nei giorni scorsi mi avevano pregato di poter pranzare con la First Lady e con la sua governante, sapete, hanno tante domande da porvi sulla vita alla Big House, la curiosità è femmina, come si dice. So che non vi avevo avvertito, ma sarebbe per loro un grande onore poter pranzare con voi due…”
“Ma certo!” risponde Super Dan sorridente. “Ci mancherebbe altro! Mia moglie e la dannata crucca…ehm…volevo dire la sua fedele governante saranno felicissime di pranzare con voi, vero cara?”
“Veramente… Ms Brontenserious potrebbe rimanere qui…”
“Ma no, ci mancherebbe altro. Non vorrai deludere le presidentesse, vero cara?”
“Sarebbe un grande onore per tutte noi.” la prega una di loro.
“In tal caso, sarà un piacere pranzare con voi.” risponde con un sorriso forzato, avviandosi con il gruppo.
Appena il gruppo di donne si è allontanato…
“Evvai! Accendiamo i barbecue! Generale, l’incarico è suo!”
“Agli ordini mio comandante! Fuoco alle polveri!”
“Fuoco alle polveri…?!” balbetta Scott.
“Lasci fare,” esulta Byove, “ho una vasta esperienza in materia! Sindaco, ci conduca verso i barbecue!”
Il gruppo si avvia verso i numerosi barbecue allestiti e si accomoda al tavolo preparato per l’occasione.
“Molto bene,” gioisce Byjove, “un gran bel tavolo…”
“Che il nostro sindaco provvederà a riempire, giusto?” domanda Super Dan con un sorriso.
“Ma certamente…” risponde il sindaco confuso.
Arrivano due camerieri incaricati di occuparsi del tavolo presidenziale.
“Prima che perdiamo tempo ad elencare tutte le specialità,” si rivolge loro Byjove, “fate una bella cosa: portate tutto ciò che state cucinando, accompagnato da tanti bei boccali di birra fresca!”
“Grande idea, generale!” approva Super Dan.
“Grazie mio comandante!”
“Che Dio ci aiuti…” è la preghiera di Moore, prima che inizi il valzer dei vassoi di carne e dei boccali di birra.
Salsicce, spiedini di carne e costine atterrano sul tavolo alla velocità della luce, e con la stessa velocità scompaiono, mentre birre di ogni colori riempiono ogni angolo del tavolo, per divenire in pochi minuti boccali vuoti, come per magia.
I maghi protagonisti di simili giochi di prestigio sono loro, Super Dan e Byjove.

Dopo un’ora abbondante…
“Bene” esclama Super Dan, “direi che abbiamo reso onore all’ospitalità locale…”
“…e svuotato le dispense della città…” commenta Moore.
“Cosa c’è in programma adesso?” chiede Byjove.
“Beh, ecco,” balbetta Scott ancora incredulo di fronte ai vassoi e ai boccali svuotati, “la popolazione ispanica festeggia il Dia de los Muertos con una sfilata di scheletri, fantasmi e zombie, cantando, ballando e bevendo tequila.”
“Mi sembra giusto!” esclama Byjove. “Soprattutto l’ultima tradizione…Andiamo, seguitemi miei prodi!”
“È ubriaco fradicio…” mormora Blanco a Moore.
“Perché, il nostro Presidente invece è sobrio, vero?”
Il gruppo si unisce alla folla che assiste alla sfilata. Vampiri, streghe e zombie colorano la manifestazione.
“Bell,” esclama Byjove, “vada, che aspetta, è la sua sfilata, ha pure il costume adatto. Che sta aspettando, di tirare le cuoia sul serio? Se vuole l’accontento subito…”
“Oddio, datemi l’inalatore…”
Un gruppo di scheletri e zombie, già ubriachi e con bottiglie di rum in mano, prendono Byjove a braccetto e se lo portano via con loro. Il generale sparisce nel corteo con una bottiglia di tequila in mano cantando l’inno dei marines…
“Ma…il generale…” mormora il sindaco ormai senza parole.
“Non si preoccupi,” lo tranquillizza Wright, “è indistruttibile, tornerà, vedrà che tornerà…”
“Non sappiamo in che condizioni, ma tornerà…” aggiunge Moore.
“Altro rum, signor sindaco?” chiede Super Dan ormai brillo. “…cioè, volevo dire, altre sfilate?”
“Credo che il Presidente,” interviene con prontezza Blanco, “voglia sapere come proseguirà la giornata…”
“Ora ci sarebbe la gara ciclistica,” prosegue Scott, “ma dopo quanto accaduto, non so se sia il caso…”
“Perché, cos’è successo?” chiede Super Dan, con più birra che sangue in corpo.
“A parte il fatto che lei ed il generale avete mangiato carne e bevuto birra come un intero plotone di marines? Oh, nulla, assolutamente nulla…” osserva sarcastico Moore.
“Una gara ciclistica?” domanda Bell sorpreso.
“Si, esatto. I nostri cugini americani di Indianapolis l’hanno, inventata, ma ben presto è diventata popolare anche qui. Sembra che il Presidente Donald Trump ne vada matto…”
“Ma cos’ha di speciale questa gara?”
“Che possono gareggiare solo persone in costume, insomma una gara di vampiri, scheletri, streghe e zombie…”
“In teoria,” riflette perplesso Scott, “a questo punto dovrei chiedere se qualcuno di voi vuole prendere parte alla gara, ma non mi sembra il caso…”
“Presente!” si sente gridare. Tutti si voltano…è Byjove, con una bottiglia di rum in mano ed il viso paonazzo.
“Wright, lei aveva ragione: è indistruttibile…” osserva Moore.
“Bell” grida Byjove completamente ubriaco “si infili il sellino di una bici sotto le chiappe e cominci a pedalare!”
“Cosa?!” Io? Ma…”
“Silenzio! Siamo qui per rappresentare il governo del paese, zombie!”
“Ma generale,” obietta invano Scott, “è sicuro di farcela?”
“Assolutamente! Gareggeremo, pedaleremo e vinceremo! Datemi uno di questi trabiccoli!”
“Dios mio!” mormora Blanco al vampiro Moore. “Il tanfo di alcool si sente fino a qui, è completamente ubriaco…”
Al sindaco vengono portati un microfono e una bandiera.
“Siete pronti? Partenza…via!”
Centinaia di biciclette si muovono, una moltitudine di costumi variopinti inizia a pedalare, grida di incoraggiamento di levano dalla folla. Su tutti due figure spiccano, una zucca ubriaca e uno zombie impaurito.
“Largo! Fate passare! È arrivato il terrore delle due ruote!” grida Byjove in preda all’alcool.
“Piano, per favore, fate piano,” supplica Bell più indietro, “non spingete, mi fate cadere…”
“Bell,” strilla Byjove, “che cos’ha al posto del fegato, una scatola di tonno? Spinga quei dannati piedi sui pedali!”
“Chi va piano va sano e va lontano…” risponde col fiatone Bell, che perde continuamente posizioni.
“Ho capito,” borbotta Byjove, “qui ci vogliono le vecchie maniere…”
La bicicletta del generale rallenta sempre più, facendosi superare da tutti, anche da quella di Bell, e una volta dietro di lui…
“Bell,” impreca Byjove, sguainando la sciabola e guidando la bici con l’altra mano, “se non muove quelle gambe rinsecchite, lei e il suo costume diventerete una cosa sola!”
“Oddio!” grida Bell, “Mi vuole uccidere! Salvatemi! Fermatelo!”
Miracolosamente Bell accelera all’improvviso, rimontando molte posizioni, tallonato da una sciabola impugnata da una zucca. I due passano in testa alla corsa, Byjove sbuffa come una vaporiera, Bell sembra stia per esalare l’ultimo respiro, finché alla prima curva in discesa perdono il controllo e finiscono contro una bancarella di formaggi.
Byjove vola nel cielo come la bicicletta nel film “ET”, la sciabola rivolta verso l’alto.
“Mamma, guarda, le zucche volano…” dice un bambino stupefatto.

Il volo di Byjove si conclude su una bancarella di dolciumi, che va in pezzi, mentre Bell volteggia nell’aria compiendo piroette, fino a centrare in pieno il tendone delle zucche, che quasi esplode, facendo volare pezzi di zucca ovunque.
Tutti accorrono preoccupati.
“Come stanno? Sicurezza, soccorreteli!” grida Blanco.
“Stavolta sono morti sul serio…” mormora Wright sconvolto.
“Io no!” rimbrotta una voce tra ciambelle e paste. “Bell lo è già da un pezzo!”
È Byove, barcollante, col vestito da zucca sbrindellato, ma vivo.
“Oddio,” è il lamento che proviene dal tendone distrutto, “la mia schiena, le gambe, le vertebre, il ginocchio, le braccia…”
“Abbiamo trasmesso: lezioni di anatomia umana, parte prima.” commenta Moore acido.
“Fate largo, toglietemi queste macerie di dosso!” strilla Byjove, che ne esce a colpi di sciabola, mentre Bell viene portato via di peso dagli uomini della scorta.
“Mi raccomando,” grida Byjove, “niente errori, stavolta, portatelo al camposanto!”
“Generale,” arriva Blanco, “temevamo il peggio per lei, ma vedo che sta bene, fin troppo…”
“Qualcuno ha sabotato la gara…” si lamenta Byjove.
“Sabotato la gara?” si chiede Scott ormai sconvolto, “Non capisco…”
“Hanno spostato la strada!” spiega Byjove.
“Spostato?!” balbetta il sindaco.
“Curva, generale, si chiama curva…” puntualizza Moore.
“E non avvertite nemmeno? È questo il modo di mettere le curve??”
“Ma…generale…io non…” farfuglia il sindaco.
“Generale,” interviene decisa Blanco, “l’importante che lei stia bene. Piuttosto, vediamo quali sono le condizioni di Bell, e cerchiamo due nuovi costumi per voi…”
“Ma no, Blanco, che dice?” interviene Moore. “Così sono perfetti, in tema con la festa…”
In quel momento tornano la First Lady e Ms Brontenserious.
“Ma cos’è successo? È scoppiata una guerra?”
“Peggio.” risponde Byjove. “Hanno spostato la strada…”
“Non tema, Madam,” la rassicura Wright, “un incidente nella gara ciclistica…”
“In guerra saprei come comportarmi..” continua a mugugnare Byjove, “ma quando ti spostano la strada, cosa diavolo puoi fare?”
“Generale,” prosegue Gwendoline, “dato l’odore di alcool che la circonda, credo di aver un’idea chiara di come siano andati prima il barbecue e poi la gara ciclistica…”
“Ja, stesso odore che circonda suo marito…” osserva la governante austriaca.
“Circonda?” si domanda Moore. “E sì che per circondare il Presidente ce ne vuole, col girovita che si ritrova…”
“Moore, io non le permetto…”
Swish! Sibila puntuale il frustino di Ms Brontenserious.
“Ha ragione,” lo guarda severa la First Lady, “puzzi di birra. Non ti posso lasciare solo un momento che subito ti lasci andare, vero?”
“Chi? Io?” cerca di giustificarsi Super Dan, imbarazzato. “Ma che dici, cara? Avrò assaggiato appena qualche boccone, giusto…”
“Quindici salsicce, dodici spiedini, cinque costine di maiale, sei cosce di tacchino, undici costine di agnello, tre bistecche, cinque cosce di pollo, tre boccali di birra chiara, cinque di birra rossa e quattro di birra scura.” puntualizza Moore.
“Grazie, Moore.”
“Dovere, Madam.”
“Beh, ecco, io…” farfuglia confuso Super Dan, mentre con lo sguardo incenerisce il vampiro britannico.
Torna la segretaria del sindaco per ricordargli i rimanenti impegni.
“A casa facciamo i conti…” sussurra la First Lady al marito, ora paonazzo più per la paura che per la birra.
“Signori,” prende la parola Scott, “come mi ha appena ricordato la mia segretaria, vi sono altri tre impegni che concluderanno la giornata: il Tunnel dell’Orrore per gli adulti, per i bambini invece ci sarà il Bosco Incantato e per concludere dolcetto o scherzetto. Allora, vogliamo avviarci?”
“Certamente!” esclama Byjove in preda ai fumi dell’alcool. “Sempre avanti! Mai arretrare di fronte al nemico!”
“Ma che sta dicendo…?” borbotta Scott sconcertato.
“Nulla,” lo interrompe Blanco ormai esausta, “è il suo modo militaresco per dire che non vede l’ora…”
“Chi di voi vuole partecipare?” domanda il sindaco.
“E lo chiede?” sbotta Byjove.
“Ehm…” bofonchia Super Dan, cercando di prevenire le iniziative di Byjove. “Non possiamo andare nel bosco incantato?”
“Giammai!” strepita il militare. “Lì ci mandiamo Bell.”
“Bell è al pronto soccorso, generale…” gli ricorda Blanco.
“Giusto. Casa dolce casa…” commenta il militare.
“Sentite,” propone Wright, “io andrò nel Tunnel dell’orrore e voi parteciperete a dolcetto o scherzetto. Che ne dite?”

“Se siamo tutti d’accordo, possiamo seguire il sindaco Scott.” concorda Moore.
“…e concludere finalmente questa giornata…” bisbiglia Blanco.
“Bene signori,” prosegue il sindaco, “la mia segretaria accompagnerà il signor Wright al Tunnel dell’Orrore. Per noi, invece, è arrivato il momento del “dolcetto o scherzetto”. Di solito i bambini vanno in giro a gruppi, che ne dite di dividervi in coppie?”
“Certo,” risponde Blanco, “mi sembra una buona idea. Sindaco, mi vuole accompagnare in questo giro?
“Sarà un onore per me.”
Moore domanda alla segretaria di Scott di accompagnarlo in questa nuova avventura. “Ma certo, in giro con i bambini, sarà divertente.”
“Ms Brontenserious,” parla la First Lady, “andiamo insieme ai bambini.”
“Jawohl. Ma non vuole sorvegliare suo marito?”
“No, non voglio essere presente quando combinerà qualche pasticcio, perché so già con chi andrà…”
“Mio comandante,” esclama Byove scattando sull’attenti, “mi segua, andiamo a caccia di dolci!”
“A caccia…? Generale, è solo un gioco, forse non ha afferrato lo spirito…”
“Ho afferrato perfettamente, mio Presidente. Andiamo, rastrelleremo il quartiere porta a porta e sequestreremo ogni dolce che troveremo!”
Byjove si avvia con passo militare trascinando con sé un perplesso Super Dan.
Le coppie si allontanano mescolandosi alla moltitudine di bambini, piccoli fantasmi, minuscoli zombi, giovani vampiri in erba, e poi loro, una enorme zucca rotonda rotta, con una sciabola al fianco, e l’unico scheletro nella storia dell’anatomia umana a superare i cento chili.
“Dolcetto o scherzetto!” La scherzosa minaccia risuonava ovunque.
Dopo quasi due ore tutti hanno fatto ritorno, tranne tre persone…
“Com’è andata?” Domanda il sindaco Scott. “Vi siete divertiti?”
“Moltissimo,” risponde entusiasta la segretaria del sindaco, “per un momento è stato come tornare bambina…”
“Davvero interessante partecipare a questa TRADIZIONE tipicamente nord americana…” commenta Moore.
“Bene, ne sono lieto,” sorride Scott, “vedo che ognuno di voi ha raccolto un po’ di dolcetti…”
“che regaleremo i bambini…” aggiunge Blanco.
“A proposito di bambini,” interviene Moore, “non ne manca qualcuno?”
“Già…” risponde preoccupata Gwendoline, “Mio marito, il generale e Wright.”
“Di Wright non mi preoccuperei molto, vuol dire che si è perso nel Tunnel dell’orrore. In tal caso basterà mandare qualcuno a cercarlo…”
“Mando subito qualcuno della sicurezza…” replica Blanco attaccandosi al telefono.
“Mi preoccupano gli altri due…” commenta con aria rassegnata la First Lady.
“Ja, io posso immaginare cosa stanno combinando…”
Poco prima, durante quelle due ore…
Byjove e Super Dan camminano con passo incerto, lasciando dietro di sé una scia di alcool.
“Ecco la prima casa. Mi segua, mio Presidente…”
I due bussano alla porta.
“Chi è?”
“Tira fuori tutti i dolcetti e niente scherzi!” ringhia Byjove.
“Ma generale,” obietta Super Dan, “ma non era dolcetto o scherzetto?”
In quel momento si apre la porta e il padrone di casa scaraventa un secchio di acqua sporca addosso ai due ubriachi. Scrosssh!
“Puah…acqua…che schifo…” commenta Byjove.
“Ancora acqua,” si lamenta Super Dan, “basta, non ne posso più…generale, ma non dovevano darci i dolcetti?”
“Bolscevichi! Si tratta sicuramente di bolscevichi!”
I due si allontanano bagnati e storditi, cercando un’altra casa.
“Ecco, questa mi sembra la casa giusta,” osserva Super Dan, “la classica casetta col recinto bianco in cui vive certamente una dolce vecchietta…”
“Ehi, tu, là dentro,” sbraita Byjove, “raccogli tutti i dolci che hai e consegnaceli immediatamente!”
“Ma generale, forse è il caso che…”
“Basta con questi scherzi, vi faccio vedere io, maleducati screanzati che non siete altro!”
Una la vecchietta per niente dolce apre la porta e inizia a colpire in testa i due con la scopa, inseguendoli fino alla strada.
“E non fatevi più vedere da queste parti, capito?”
Byjove, sempre più infuriato, e Super Dan, col parrucchino storto in testa per i colpi ricevuti, si allontanano delusi, ubriachi e confusi.
“Non possiamo tornare indietro a mani vuote…” si lamenta Super Dan.
“Questo mai! Prenderemo quei maledetti dolcetti a tutti i costi! Mi segua, Presidente!”
I due puntano dritto verso un’altra casa e giunti davanti alla porta Byjove sguaina la sciabola.
“Consegnateci immediatamente tutti i dolci che avete, o sarete passati per le armi!”
Dopo qualche istante la porta si apre, e un vecchietto con una doppietta in mano li affronta.
“Passati per le armi?? Adesso vi faccio vedere io, un paio di pallettoni caricati a sale nelle chiappe e poi vediamo se vi è passata la voglia di fare gli spiritosi!” BANG! BANG!

L’ultima immagine che si vede è una zucca e uno scheletro con la pancia che scompaiono correndo all’orizzonte…
Due ore dopo…
“Ah, eccoli, stanno tornando,” esclama Blanco, cominciavo a preoccuparmi…”
“Chissà che hanno combinato stavolta…” sospira con rassegnazione la First Lady.
I due giungono barcollando, in una nuvola di alcool, sudati e con la mani dietro la schiena.
“Oddio,” commenta Moore, “sembrano due reduci di guerra…”
“Ma che vi è successo?” esclama Blanco preoccupata.
“Che avete combinato questa volta?” chiede la First Lady.
“Ohi, ohi…” è il lamento di Super Dan.
“Traditori della patria! Questo è un paese di Bolscevichi!”
“Traditori…” balbetta il sindaco. “Ma che dite…?”
“Cosa avete,” domanda Blanco, “vi fa male la schiena?”
“Il colpo della strega?’” chiede Moore.
“Altro incidente con bici?” domanda Ms Brontenserious.
“No. Pallettoni caricato a sale…” risponde abbacchiato Super Dan.
“Signor Scott,” sospira Gwendoline con la solita pazienza, “c’è un posto tranquillo, una pinza e del disinfettante, per favore?”
Così si conclude la prima festa di Halloween del governo del Presidente Daniel Kramp.
Alla settimana prossima. Sigla!