INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – CORRIDOIO FUORI DALLA SALA ROTONDA – MATTINA.
Una riunione di Gabinetto urgente è stata indetta dal Presidente, ma nessuno sa di cosa si tratti.
Fuori dalla porta i componenti dello staff passeggiano avanti e indietro preoccupati, in attesa del loro capo.
“Ma cosa è successo?” chiede Bell preoccupato, “voi sapete qualcosa? Non sarà una cosa grave, spero.”
“No, io non so nulla.” gli risponde Blanco. “Di sicuro l’economia nazionale non è certo crollata stanotte o sarei stata la prima a saperlo.”
“Già, ma perché allora il Presidente ha indetto questa riunione all’improvviso?” si interroga Wright. “Forse una catastrofe naturale?”
“Qualcuno stanotte ci ha dichiarato guerra? Chi ha osato sfidarci? La nostra contraerea è pronta?” esordisce il generale Byjove.
“Generale, ma perché lei pensa sempre alla guerra?” replica Bell ansioso, “non è scoppiata proprio nessuna guerra…”
Bell si gira verso gli altri preoccupato. “Vero che non è scoppiata la guerra?”
“No, Bell” lo tranquillizza Blanco, “si rilassi, non c’è nessun conflitto.”
“Ah, ecco, per fortuna, stamattina ho la pressione un po’ alta.”
“No Bell, non si deve preoccupare, non ci sono guerre, la sua pressione non corre pericoli.” dice il generale. “Ma si può sapere dove è cresciuto lei, eh? In un allevamento di gamberetti??”

“Per fortuna ho portato le mie pastiglie con me…”
“Certo, una vera fortuna. Anzi, visto che ci siamo, perché non ci si ingozza con quelle pastiglie?” continua Byjove.
“Suvvia Generale, un po’ di comprensione, lo lasci in pace.” lo prega Blanco, “ognuno di noi ha i suoi punti deboli.”
“Vero. Ci vuole un grande coraggio per dimostrarsi deboli. Lo diceva Wallace.” ricorda Wright.
“La nostra forza matura dalla debolezza. Ralph Waldo Emerson.” cita Bell.
“Joseph Conrad diceva che la forza è solamente un evento fortuito che deriva dalla debolezza altrui.” aggiunge Blanco.
“Ma che diavolo è questo, un simposio di filosofia?” sbraita Byjove.
Moore, guardando Bell: “Sogna come se dovessi vivere per sempre e vivi come se dovessi morire oggi…”
Bell apre nervosamente il flacone di pastiglie e ne butta un paio in gola.
“La vogliamo piantare con queste idiozie?” dice il generale ormai spazientito. “Forse stanotte hanno attaccato il nostro paese, dobbiamo essere pronti a reagire. È il destino che ci chiama, è la voce dell’Onnipotente!”
“Ha ragione,” dice Moore, “le vie del Signore sono infinite, è la segnaletica che lascia a un po’ a desiderare…”
“D’accordo, d’accordo,” cerca di rabbonire gli animi Blanco, “manteniamo la calma e cerchiamo di capire cosa può essere successo.”
“Wright, tu sei l’unico ad aver sentito il Presidente di persona?” domanda il capo di Gabinetto, “nessun altro lo ha sentito?”
“Io l’ho sentito stamattina presto, e dopo ho avvertito voi.”
“Uhm…capisco.” continua Moore. “E per caso il Presidente ha fatto qualche riferimento alla Bibbia?”
“Mi sembra…se non sbaglio a un certo punto ha detto…sì, certo, “Ispirazione Divina”, si lo ha detto!”.
“Uhm…qualche riferimento ai Profeti o all’Antico Testamento?”
“Si, parlava di testi sacri, se non ricordo male.”
“Ha parlato di visioni celestiali o altre fonti d’ispirazione?”
“Beh, qualcosa tipo…il fuoco dello Spirito Santo che era sceso sul suo capo!”.

“E non gli ha incendiato il parrucchino?”
“Ho capito finalmente!” si intrufola Bell. “Il Presidente è in piena crisi mistica!”
“Crisi mistica dei miei stivali!” protesta Byjove. “State parlando di un condottiero, non di un mollusco decerebrato!”
“Si ricordi, Generale, che l’amore è la più nobile debolezza dello spirito umano.” rievoca Bell.
“E lei si ricordi che qui al mio fianco c’è una sciabola perfettamente affilata…”
Bell si attacca con entrambe le mani all’inalatore.
“Per favore calmatevi,” interviene Wright con tono conciliante, “pensiamo piuttosto al motivo di questa convocazione urgente. Se escludiamo le ragioni economiche cos’altro rimane? Qualche novità nel settore sanitario o fiscale?”
“Qualche proposta in campo sociale?” suggerisce Blanco.
“Qualche progetto in materia scolastica?” propone Bell.
“Tacchini! Riguarda i tacchini!” esclama Super Dan giunto in quel momento alle loro spalle.
“Adesso lo riconosco. Il nostro Presidente…” mormora Moore.
“Tacchini? Signor Presidente, ma…ho capito bene?” trasecola Blanco.
“Signor Presidente la stavamo aspettando, ma…tacchini ha detto?” balbetta Wright.
“E poi quello che non si sente bene sarei io…” sussurra Bell.
“Tacchini, tacchini, avete capito bene.” ribadisce il Presidente.
“Signor Presidente, è sicuro di quel che dice? È forse un linguaggio in codice per dire i nemici bolscevichi?” chiede confuso Byjove.
“Uhm…tacchini, nemici bolscevichi…si, certo, capisco. Il fuoco dello Spirito Santo è davvero sceso sulla sua testa…” riflette Moore.
“Lei dice che è stato toccato dalla Grazia Divina?” gli domanda Wright.
“No, dico che gli ha bruciato il cervello…”
“No, stiamo calmi, deve esserci una spiegazione. Signor Presidente, dica la verità, cosa si nasconde sotto? È una specie di manovra per confondere i nostri nemici, vero?” suggerisce il generale.
“No, per niente. Intendo proprio i tacchini.”
“Intende proprio quei cosi a due zampe pieni di piume?” chiede una sconcertata Blanco.
“Esattamente. Proprio loro.”
“Scusi signor Presidente, è meglio che lo sappia subito…” fa presente Bell, “io sono allergico ai tacchini.”
“Bell, santo cielo,” sobbalza Byjove, “esiste qualcosa nell’universo a cui lei non è allergico?”
“Beh, ecco, tra le specie animali effettivamente…”
“Era una domanda retorica la mia!! E risponde pure…”
“Signori, la decisione è presa, l’ora è giunta.” ribadisce il grande capo. “Inutile perdere tempo, entriamo nella Sala Rotonda e lasciate che vi spieghi il mio piano nei dettagli…”
“Perdiana” borbotta il generale, “non avevo mai dichiarato guerra a dei tacchini prima d’ora, giuro.”
Entrano tutti nella Sala Rotonda, vanno verso la Tavola Rotonda e si siedono. Tutti tranne Daniel Kramp.
Lui ovviamente impiega più tempo a trovare posto, non ancora rassegnato alla mancanza di un posto a capotavola.
INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – SALA ROTONDA.
“Signori, è giunto il momento che da tempo in tanti aspettavano, un momento destinato ad essere ricordato dalla storia.” attacca il Presidente con le mani sui fianchi.

“Signor Presidente,” domanda incerta Blanco, “è troppo chiedere cosa c’entrano i tacchini con la storia?”
“Signori, è mio desiderio ridare un nuovo valore alla festa di novembre, il cui vero spirito si è perso negli anni.”
Tutti i presenti lo fissano, perplessi e in silenzio.
“Signori, è arrivato il momento di togliere da questa gloriosa festa la patina di consumismo che lo ha ricoperto negli anni, come una polvere sottile che ha offuscato il suo vero splendore.”
“Non ho afferrato…” interviene confuso Byjove, “chiamiamo un’impresa di pulizie?!?”
“Beh, mi sembra un’idea eccentrica” osserva Bell, “ma dal punto di vista economico sopportabile per il bilancio dello stato.”
“Ma che cosa avete capito?” sbotta Super Dan. “Sto parlando della sua trasformazione in una festa capitalista, in una ricorrenza commerciale, che ha offuscato le sue radici antiche, sane e semplici, come semplici erano le persone che la crearono e le loro vite: contadini, cowboys, gente autentica, forte, magari rude, ma sincera. Voglio che questa festa torni ad essere com’era allora.”
“Ma certo, signor Presidente, lei ha ragione!” concorda Wright. “L’autentico spirito di Mont of Groovia! La famiglia, il focolare domestico, l’amore.”
“Signor Presidente, ma lo sa che non avevo considerato questi aspetti?” afferma Blanco con un sorriso. “È un’idea semplice ma geniale.”
“Si,” afferma Bell entusiasta, “una simile rivisitazione della festa potrebbe farci guadagnare almeno il 2% dei consensi!”

“Potevano forse i contadini di duecento anni fa recarsi in un supermarket per comprare un tacchino pronto e spennato da mettere in forno?? No!!” riprende il Presidente.
“Giusto, è vero!” gli dà corda Wright.
“Esatto. Potevano forse i cowboys di centocinquant’anni fa andare dal macellaio a comprare tutti gli ingredienti da infilare nel tacchino? No!!”
“Esatto signor Presidente!”
“Per questo porteremo questa festa agli antichi splendori! Quando i nostri antenati costruivano la propria casa con le proprie mani e lavoravano la terra col sudore della fronte.”
“Mi piace, per Giove, mi piace!” esulta il generale. “Come i nostri antenati, quella sì che era gente!”
“Giusto, signor Presidente!” afferma Bell raggiante. “Il vero spirito dei tempi passati. Le percentuali a suo favore andranno alle stelle!”

“Per questo mi sono deciso. Non è stato facile, si tratta della risoluzione più difficile che ho preso nella mia vita. Ci ho pensato tutta la notte…” spiega Super Dan.
Blanco si rivolge sottovoce a Moore e Bell.
“Riconosco di averlo un po’ sottovalutato, questa mossa è semplice ma geniale.”
“Allora signor Presidente, aboliamo la festa e risparmiamo la vita a milioni di animali?” domanda un sorridente Bell.
“Vuol passare la festa in casa di qualche normale famiglia, come una persona comune?” consiglia Blanco. “La cosa le farebbe acquistare popolarità.”
“Dichiariamo guerra ai tacchini?” è il suggerimento di Byjove.
“No, meglio, molto meglio!” è la risposta del grande capo.
“Meglio della guerra ai tacchini? Dichiariamo guerra a tutti i pennuti??” insiste il militare.
“Apriremo i cancelli della Big House e inviteremo centinaia di famiglie comuni a pranzare insieme a tutti noi nei giardini del Palazzo?” è l’idea di Wright.
“Fucileremo tutti gli allevatori di tacchini per salvare le vite a quelle povere bestie?” è l’ultima trovata di Byjove.
“Di più, molto di più!” chiarisce il Presidente.
“Farò liberare cento milioni di tacchini vivi per le strade di ogni città e paese di Mont of Groovia, uno per ogni famiglia. Le strade si riempiranno di tacchini!”
I presenti smettono di parlare e rimangono a fissarlo increduli.
“Ehm, una specie di gesto simbolico?” chiede smarrita Blanco.
“Ma si, certo,” dice Wright convinto, “il Presidente restituisce la libertà e la vita ai tacchini.”
“Tacchini ovunque, liberi di correre ovunque e la gente dovrà corrergli dietro…” continua il grande capo.
“Beh” continua Blanco, “una mossa astuta, strampalata ma astuta.”
“Si! Certo!” concorda Wright. “Gli animalisti, i bambini e tante associazioni saranno tutte con lei Presidente!”
“La gente dovrà correre dietro ai tacchini finché non riesce a catturarne uno, e soltanto allora avrà diritto a portarselo a casa e mangiarselo, dopo avergli tirato il collo ovviamente, proprio come i nostri gloriosi antenati!”
Nella stanza cala il silenzio, solo Moore riesce a parlare.

“Eh si, Ms Blanco, anch’io lo avevo sottovalutato. Un vero colpo di genio, non c’è che dire.”
“Signor Presidente, le vorrei ricordare che il suo predecessore George Flush fu il primo a “graziare” due tacchini,” richiama alla memoria Blanco, “e quel gesto ha dato vita ad una vera e propria tradizione qui alla Big House. Da allora tutti i Presidenti l’hanno rispettata, anche i nostri cugini americani, anche il Presidente Donald Trump.”
“Cosa? Graziare dei tacchini?” sbotta il Presidente.
“La grazia a dei pennuti? Cos’è uno scherzo? Perdiana, io i pennuti li ho sempre presi a fucilate!” incalza Byjove.
“Su questo non ho mai avuto dubbi…” commenta Moore.
“E non è tutto.” continua a ricordare Blanco. “I due tacchini salvati dal Presidente finiscono nella fattoria di Melford insieme ai loro predecessori.”
“Certo,” sbotta il generale, “e visto che ci siamo perché non li adottiamo?”
“O magari potrei conferire loro la cittadinanza onoraria di Mont of Groovia!” ribadisce Super Dan, che scoppia in una grassa risata insieme al generale.
“Io non grazio nessuno, tanto meno dei pennuti!” insiste il grande capo.
“Sacrosante parole!” lo sostiene il generale.
“E naturalmente,” incalza il Presidente, “sarà ammesso l’uso delle armi, proprio come i nostri fieri antenati quando andavano a caccia!”
“Naturalmente.” lo stuzzica Moore. “E senza alcuna limitazione, giusto signor Presidente?”
“Nessuna limitazione, ci mancherebbe altro!”
“Pistole, fucili, armi automatiche, armi d’assalto, armi da guerra, mitragliatrici…” continua in tono provocatorio Moore.

“Ho detto nessuna limitazione!”
“Bazooka, lanciarazzi, granate, missili…”
“Tutto, ho detto tutto! Ogni famiglia potrà usare ciò che vuole.”
Moore si rivolge sottovoce a Blanco e Bell.
“Eh si, un vero genio, avevate ragione. Una marmotta in letargo avrebbe avuto un’idea migliore.”
“E non ci dimentichiamo i maiali.” aggiunge il generale. “Io adoro le costolette di maiale, il profumo del barbecue…”
“Assolutamente deliziose.” conviene Super Dan. “Non devono mancare.”

“Ma sarà una stage…” commenta mestamente Wright.
“La lobby delle armi non c’entra nulla in tutto questo?” dubita Blanco.
“La lobby delle armi? Ma come le salta in mente?”
“È stata uno dei finanziatori più generosi della sua campagna elettorale.”
“Beh, signor Presidente, effettivamente la lobby delle armi ha sostenuto la sua elezione in maniera determinante…” ne conviene Wright.
“Cosa?? La lobby delle armi? Mi hanno appoggiato solo per puro spirito idealista, niente più!”
“Ma certo, un sostegno idealista, un appoggio puramente morale.” commenta ironico Moore.
“Esattamente.”
“Quasi un’intesa spirituale, puramente etica, niente più.”
“Bravo, vedo che ha capito.”
Moore fissa Super Dan. “Perfettamente. E lei?”
Entra senza bussare la First Lady, col suo incedere rapido verso il consorte.
“Tesoro, perdonami, ti stavo giusto cercando. Comodi, comodi, state pure seduti.”
“E chi diavolo voleva alzarsi?! Io mi metto sull’attenti solo davanti al Presidente e alla bandiera…” borbotta Byjove.
Gwendoline incurante di tutti continua a parlare col marito, abbracciandolo e coccolandolo affettuosamente.
“Amore, so che hai sempre così tanto da fare, quindi me ne vado subito.”
“Ecco, finalmente una buona notizia oggi…” bofonchia Byjove.
“Sto andando al centro benessere e poi dalla manicure. Volevo solo chiederti se hai bisogno di qualcosa.”
“Una ritoccatina alle unghie?” suggerisce Moore.
“No, grazie tesoro, niente. Vai pure.”
“Un trattamento rigenerante per il viso?” insiste il Capo di Gabinetto.
“Ho detto niente, grazie!!”
“Chiedo scusa” interviene Byjove, “quando avete finito di parlare di creme e manicure, potremmo tornare a discutere dei destini del nostro paese? Grazie mille e scusate.”
“Va bene, vado, sempre indaffarati voi uomini. A proposito, prima che me ne dimentichi, hanno telefonato quelli dell’Associazione nazionale per il diritto alle armi. Hanno detto che lo yacht da 24 metri che avevi scelto finalmente è arrivato. Nuovo di zecca, appena uscito dal cantiere navale. Non vedo l’ora di provarlo…”

Gwendoline dà un bacio sulla guancia al marito ed esce. Tutti gli sguardi sono rivolti a Super Dan, imbarazzatissimo.
“Ci vediamo “orsacchiotto”.”
“Un sostegno puramente idealista?” domanda Moore irridente.
“Ecco, io, ehm…”

“Un appoggio puramente morale, vero, “orsacchiotto”?” insiste Moore.
“Beh, insomma, non siamo qui per questo, ma per la faccenda dei tacchini. Fatemi capire cosa dobbiamo fare.” interviene deciso il generale.
“Esattamente quello che ho detto. Metteremo in libertà cento milioni di tacchini per le strade di tutta la nazione.”
“E poi: caccia libera! Finalmente si spara!” esulta Byjove.
“Ma signori, sarà un vero massacro. Quei poveri animali…” contesta timidamente Wright.
“Basta con questi piagnistei!” strepita il generale. “Il Presidente ha deciso, secondo gli usi dei nostri antenati!”
“Ma signor Presidente” continua Wright, “ci sarà una carneficina in ogni strada del paese…”
“Wright, traditore della patria” grida l’uomo in divisa, “se non tace il primo tacchino sarà lei!”
“Etciù! Etciù!” esplode Bell. “Santo cielo, ho una crisi di asma!”
“Bell, che cos’è lei, una cavia umana per esperimenti scientifici?” urla il generale.
“Come dicono in America, Rome was not built in a day! Roma non fu costruita in un giorno!” interviene con posa erudita Super Dan.
“Al Presidente ne basterà anche meno per distruggere il paese…” aggiunge sferzante il britannico Moore.
“Bene, la decisione è presa, la seduta è finita.” proclama il grande capo. “Potete andare e prepararvi per questa festa. Voglio che partecipiate tutti in prima persona per dare l’esempio ai cittadini. Nessuno di voi deve tirarsi indietro, è chiaro?”
“Ma signore, io sono allergico…” tenta di giustificarsi Bell.
“Bell, quando va a casa perché non chiama un carro funebre invece del taxi?” lo interrompe Byjove.
INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – STANZE PRIVATE DEL PRESIDENTE E DEI COMPONENTI DEL SUO STAFF.
Una musica aleggia nell’aria, serpeggia tra i corridoi della dimora presidenziale, prendendoci per mano e conducendoci nelle stanze dei componenti del nuovo governo in carica.
È “La Cavalcata delle Valchirie” di Richard Wagner, che accompagna i preparativi…
Appartamento del Presidente.

Super Dan sta pulendo il suo vecchio fucile a trombone, è felice e sorridente come un bimbo.
Visto che c’è, ogni tanto si gira di lato e dà una spazzolata anche ai suoi parrucchini di ricambio…
Appartamento del generale Byjove.

Con elmetto militare in testa e il sigaro tra i denti è intento a pulire un’enorme mitragliatrice da guerra, canticchiando sorridente l’inno dei Marines…
Appartamento di Wright.

Seduto alla sua scrivania sta piangendo, mentre fissa la tessera del WWF che tiene tra le mani.
Appartamento di Ms Brontenserious.

Si sta allenando come un ninja, provando nuove mosse di arti marziali e menando fendenti nell’aria col suo frustino.
Appartamento di Blanco.

Sta preparando con aria seria ma composta le valigie, rassegnata alle dimissioni future.
Appartamento di Moore.

Seduto alla scrivania si accinge a scrivere una lettera: “Bozza di dimissioni del Capo di Gabinetto.”
Guarda i fogli con aria rassegnata, tira un lungo triste sospiro e poi inizia a scrivere con la sua stilografica.
Appartamento di Bell.

È indaffarato a sistemare con cura e rimettere in perfetto ordine tutte le sue medicine.
Appartamento di Gwendoline.

Sorride con soddisfazione mentre tiene tra le mani la carta di credito del marito, che infila nel suo reggiseno.
Appartamento di Naive:

INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – SALA ROTONDA.
Quattro giorni dopo…
Super Dan e il suo staff, seduti intorno al tavolo, guardano i più importanti notiziari alla televisione.
Su tutte le reti televisive si parla solo della decisione del Presidente e delle sue catastrofiche conseguenze.
Gli occhi di tutti sono su di lui, il Presidente.
Dallo schermo della televisione una voce.
“Salgono a 1 milione e 350 mila il numero di persone ferite e a 125.658 il numero di morti in tutta Mont of Groovia, a causa delle ferite d’arma da fuoco…”
Il giornalista alla televisivo va in onda col braccio fasciato appeso al collo, la fronte bendata e dei cerotti sul viso.
Una mano prende il telecomando e spegne la tv, nella stanza scende il silenzio.
“Beh, che diavolo avete da guardare?” grida Byjove. “Non li mica ammazzati io!”
Tutti tacciono e continuano a fissare il generale.
“Beh…non tutti almeno.”
Il giornalista alla televisivo continua.
“L’ultima decisione del Presidente Daniel Kramp ha fatto scendere bruscamente la sua popolarità. Nell’ultimo sondaggio è stato registrato un calo del 12% rispetto alla settimana precedente.”
“12% in meno?” trasalisce Bell. “Santo cielo, è la fine.” E si attacca al suo inalatore.

“12% in meno in pochi giorni.” mormora Blanco. “Non era mai successo.”
“Un vero genio,” ricorda tagliente Moore, “è un’idea semplice ma geniale…”
“Le chiedo scusa Moore, aveva ragione, ci siamo sbagliati. Ma che si fa ora?”
“Con i tacchini o con lui?”
“Con entrambi. Tanto per come siamo messi…” borbotta Blanco.
“Che cos’è questo pessimismo?” si difende Super Dan. “Le mie intenzioni erano buone, solo che sono stato frainteso da alcuni cittadini, ecco tutto. Qualcuno ha capito male, ha travisato lo spirito della mia iniziativa e ha esagerato.”
“Sacrosante parole, e non voglio sentire altre critiche al nostro beneamato Presidente, traditori che non siete altro.” lo sostiene l’uomo in uniforme.
ESTERNO DELLA BIG HOUSE – CANCELLO DI CINTA DEI GIARDINI.
Dall’esterno si sentono urla e fischi. Frattanto in televisione annunciano una manifestazione di protesta per quanto accaduto.
Si alzano tutti e si avvicinano alle finestre per capire cosa stia mai succedendo. Una grande folla, insieme a molti animali, si sta radunando intorno ai cancelli della Big House. Agitano striscioni, bandiere e urlano slogan a favore degli animali.
INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – SALA ROTONDA.
“Hanno aperto lo zoo??” si domanda Byjove.
“Signor Presidente, sono amici suoi, per caso?” chiede Moore con un ghigno.
“Non conosco nemmeno una di quelle persone!” risponde il Presidente esasperato.
“Mi riferivo agli animali…” chiarisce Moore.
“Mai visto una simile moltitudine di persone.” riconosce Blanco desolata. “E non sembrano per nulla amichevoli.”
“Pare sia sbarcata l’arca di Noè…” dice Bell.
“Dov’è sbarcata quest’arca? Chi osa attaccare il Palazzo Presidenziale? La affondo a cannonate quest’arca, insieme a questo Noè!” si inalbera Byjove.
“Sarà Difficile. È affondata già da un po’…” replica Moore.
ESTERNO DELLA BIG HOUSE – CANCELLO DI CINTA DEI GIARDINI.
Fuori dai cancelli la contestazione delle varie associazioni di animalisti va aumentando, oltre ai cori di protesta iniziano a lanciare lattine e bottiglie sopra il cancello all’interno dei giardini presidenziali.

Hanno portato con sé molte specie di animali.
Quelli più piccoli passano attraverso le sbarre, attraversano il giardino interno e iniziano ad invadere la Big House: tacchini, galline, oche, papere, anatre, pinguini, pavoni, scimmie, puzzole, gatti, cani piccoli, conigli, marmotte, porcospini, scoiattoli, criceti e altri ancora.

INTERNO DELLA BIG HOUSE – PIANO INFERIORE.
Gli animali entrano dalla porta principale e dalle finestre aperte, vanno dappertutto.
Il presidente, lo staff, le guardie del corpo e tutto il personale all’interno della Big House in un primo momento cercano di cacciarli fuori, ma sono troppi e sono costretti a scappare e cercare un rifugio.
Una puzzola attacca Bell, lo riempie di cattivo odore, finché il poveretto non si sente male e afferra disperato il suo inalatore, iniziando a respirare profondamente, mentre corre cercando un rifugio.
“Aiuto!! Aiuto!! Un mostro mi sta attaccando, mi ha contagiato!”

Byjove con la sciabola sguainata e l’elmetto in testa combatte tra gli animali menando fendenti, senza riuscire a colpirne nemmeno uno.
“Un mostro? Datelo a me! Dov’è il mostro? Ci penso io!!”
“È qui, si è attaccato ai miei pantaloni, aiutatemi!”
“Un coccodrillo? Un tirannosauro? Datemi il mostro!… Una puzzola?!? E questo sarebbe il mostro?!? Bell, ma dove diavolo è cresciuto lei, in un allevamento di lombrichi??”
“E se avessero avuto qualche malattia infettiva? Se fossero affetti da un morbo raro? E se avessero avuto il morbo della mucca pazza?”
“Bell, per la miseriaccia, ha visto forse una mucca correre da queste parti? E visto che ci siamo perché non un tirannosauro?”
Byjove si gira e dà un calcione alla puzzola facendola volare via.
“Ecco, problema risolto. Ci voleva tanto?”
“Voglio un vaccino, anzi due. No, tre. Voglio tutti i vaccini!”
In quel momento le scimmiette saltano addosso a Byjove, che comincia a correre urlando e agitando la sciabola, cercando in tutti i modi di liberarsi.
Ms Brontenserious non perde il controllo, una vera donna di ferro, insegue animali e li caccia via col frustino.
“Schnell schnell! Raus!! Raus!!”
INTERNO DELLA BIG HOUSE – PIANO SUPERIORE – STANZE PRIVATE DEL PRESIDENTE.
La moglie di Super Dan è nella vasca da bagno con la schiuma fino al bordo, rilassata e con gli occhi chiusi, il profumo delle candele hanno allontanato ogni tensione in lei.
L’ex modella, ritiratasi dal mondo della moda dopo il matrimonio con Daniel Kramp, non si è accorta di nulla, quando di soppiatto entrano saltellando alcuni conigli, insieme a oche e papere.
All’improvviso saltano dentro la vasca.
Le grida della First Lady riecheggiano in tutto il piano, mentre salta fuori dalla vasca, aggrappandosi ad un microscopico asciugamano e correndo fuori dalla stanza in preda al panico, indossando soltanto quel minuscolo straccio, inseguita da papere e oche che la beccano.
È così che inizia la sua fuga per tutta la Big House, mezza nuda e coperta solo da un piccolo asciugamano, passando davanti a Moore e Blanco.

INTERNO DELLA BIG HOUSE – PIANO SUPERIORE – CORRIDOIO.
“Ma…quella è la First Lady…” dice una sbigottita Blanco.
“Però. Non tutti i mali vengono per nuocere…” commenta Moore.
“Moore! Le sembra il momento. La Big House diventerà una giungla tra poco!”
“Certo, buona idea. Perché non inauguriamo un parco naturale? Ospiteremmo le famiglie con i bambini in gita, guadagneremmo in popolarità. Oppure ci possiamo ospitare la sede del WWF, così possiamo guadagnare altri voti…”
Blanco alza la testa e guarda preoccupata Bell, aggrappato al lampadario.
“Santo cielo! Bell!”
Anche Moore alza lo sguardo.
“E visto che ci siamo, possiamo metterci anche un circo equestre. Per gli acrobati siamo già attrezzati…”
Due guardie del corpo accorrono in soccorso del Presidente cercando di proteggerlo dagli animali, ma i conigli saltellano ovunque, anche addosso a Super Dan, staccando via il parrucchino dalla sua testa.
Moore e Blanco si vedono passare davanti il parrucchino che saltella attaccato alle zampe dei conigli, con il suo proprietario ed il generale che lo inseguono.
“…e per i clown pure, direi…” conclude Moore.
“Maledetti mangia carote, ridatemi i miei capelli! Fermateli! I miei capelli!”

Arriva di corsa Wright, che però si ferma incredulo di fronte a quella scena.
“Se me l’avessero detto non ci avrei mai creduto…Certo che fa una certa impressione vedere la testa del Presidente senza capelli e la sua chioma saltellare via.”
“Non è il Presidente che sta perdendo i capelli” lo corregge Moore, “è la testa che si sta allargando!”
Gwendoline, inseguita da animali, corre per il corridoio coperta solo dal minuscolo asciugamano, il suo consorte è impegnato ad inseguire il suo parrucchino ed i conigli.
I due, correndo, si incrociano, lei col piccolissimo asciugamano, lui con la testa spelacchiata, si vedono, urlano e scappano via.
Moore intanto col suo smartphone sta riprendendo la scena.
“Moore ma cosa sta facendo?” gli chiede Wright stupito. “È impazzito?”
“Wright, mio giovane e ingenuo amico, questo un giorno potrebbe salvare la mia poltrona. E magari anche la sua.”
“Abbattete i conigli! Stanno attentando ai capelli del Presidente!” è il grido del generale Byjove nella confusione. “Uomini, a me! Abbattete quei traditori della patria!”
Byove si butta in mezzo ai conigli menando fendenti con la sciabola, mancandoli tutti, nel tentativo di prendere il parrucchino di Daniel Kramp.
Il Presidente continua l’inseguimento dei conigli e del suo parrucchino, insieme alle sue guardie del corpo.
Correndo ovunque alla rinfusa tutti finiscono per scontrarsi e cadere stesi a terra, in mezzo a una miriade di conigli, oche, papere, puzzole e scoiattoli che saltellano su di loro.
Questo è la prima Festa del Ringraziamento del nuovo governo di Daniel Kramp.
Alla settimana prossima. Sigla!