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23 Dic

Episodio 23 – Buon Natale! – di Eugeniusz S. Lazowski

Una brezza leggera spirava dal mare, rendendo frizzante la mattina della capitale. D’altronde il mese di dicembre vedeva sempre la frescura avvolgere Mont of Groovia, che pure godeva del caldo abbraccio dei Caraibi. E, a dire il vero, quell’anno il mese di dicembre assisteva anche ad un’altra cosa…

BIG HOUSE – ROUND ROOM – MATTINA.

Una riunione di governo è in pieno svolgimento, decisioni fondamentali per le sorti del paese dovranno essere prese: come celebrare la festa del Natale.

“Signori,” sta esponendo Blanco la propria iniziativa, “ogni anno il governo ha seguito, per l’arrivo del natale, il solito, vecchio cerimoniale. La preparazione di un grande albero, la cena della vigilia, il Presidente che prepara il discorso alla nazione da tenere per fine anno…ogni tanto una visita di qualcuno di noi in qualche fabbrica o in qualche ospedale.”

“Vero,” conferma Wright, “ma perché, cosa avrebbe in mente?”

“Di cambiare, di fare qualcosa di nuovo. Facciamo sentire al popolo la nostra presenza, trascorriamo il natale non solo tra queste mura, ma anche tra la gente…”

“Giusto,” approva Moore, “mi sembra un’idea positiva, il governo che condivide il calore natalizio col suo popolo. E quanto ai cambiamenti, cosa intendeva?”

“Potremmo guardare alle tradizioni natalizie che ci sono nel mondo, per vedere quali tra esse potrebbe dare una ventata di novità al nostro protocollo.”

“Ecco,” esordisce Bell, “vorrei ricordare che l’ultima festa, per la quale abbiamo importato delle usanze straniere, non è finita benissimo…”

“Già, la festa del papà. Dica pure che fu un disastro.” concorda Moore.

“Sabotaggio!” sbotta Byjove. “Fu un sabotaggio! Sicuramente un complotto bolscevico!”

“Assolutamente!” concorda Super Dan. “È stato un sabotaggio!”

“Ho capito,” interviene Blanco, “è meglio lasciare perdere questo punto. Torniamo piuttosto al nostro natale. Ho preparato qui per voi un promemoria con un riepilogo delle tradizioni natalizie nel mondo, comprese quelle un po’ originali. Una ventata di novità, come ho detto.”

“Uhm, vediamo un po’,” mormora Super Dan sfogliando, “vedo che il nostro vicino Donald Trump non si tratta male: arrosto di manzo, tacchino e purè, salsa di mirtillo rosso, verdure con fagioli…e c’è pure il Lumberjack Pie, una crostata di patate riempita di carne, pare sia il piatto preferito del Presidente Trump. E le crostate, accompagnate dall’eggnog, una bevanda composta da uova, latte, zucchero e rum, molto rum…però.”

“Approvo!” dice la voce di Byjove.

“Signori, per favore,” interviene Blanco, “siamo solo all’inizio…”

“Anche in Canada non scherzano,” aggiunge Byjove, “tacchino ripieno con contorno di patate e salsa di mirtilli…”

“Perfetto, approvato anche questo!” esclama Super Dan.

“Un momento, signori,” interviene Wright, “ci sono altre tradizioni, oltre a quelle culinarie. Per esempio, in Canada la settimana prima di Natale i bambini scrivono a babbo natale per i regali e appendono le calze…”

“Che tenerezza…” commenta Bell.

“Tenerezza un accidente!” lo interrompe Byjove. “Pensiamo alle cose serie: tacchino ripieno con contorno di patate!”

“Generale, per favore.” lo riprende Blanco. “Dobbiamo esaminare tutti gli aspetti…”

“Avete visto cosa preparano in Argentina?” chiede noncurante Super Dan. “Il 24 dicembre la famiglia si riunisce per mangiare l’asado, cioè la carne alla brace…”

“A verbale!” esclama Byjove. “Che asado sia!”

“Signor Presidente,” interviene di nuovo Blanco, “l’elenco è lungo, per favore…”

“E in Austria? Avete letto?” chiede Bell. “Dopo la messa del pomeriggio le famiglie vanno al cimitero, per pensare ai morti…”

“Bell, questo sarà compito suo…” borbotta Byjove.

“…e poi tornano a casa e mangiano le salsicce con i crauti. Dopo i bambini ricevono noci e gli adulti una bibita alcolica.”

“Questo invece sarà compito mio!” conclude Byjove.

“Beh, se è per questo anche in Irlanda,” aggiunge Moore, “in molte case babbo natale trova ad attenderlo una pinta di Guinness e un tortino ripieno di frutta secca…”

“Approvato! A verbale: quest’anno un natale in stile irlandese!” esclama Super Dan.

“E non sono gli unici,” prosegue Moore. “Anche in Lapponia all’uomo vestito di rosso viene lasciata una Guinness…”
“Però, questi lapponi…e chi se l’aspettava?” borbotta sorridente Byjove.

“Anche in Inghilterra vedo che cucinano tacchino a natale…” continua imperterrito Super Dan.

“Signori, per favore,” interviene invano Blanco, “non c’è solo la cena di natale da esaminare, ci sono altre tradizioni altrettanto importanti…”

“…mentre in Olanda,” prosegue il Presidente, “non c’è un vero piatto tradizionale, laggiù mangiano di tutto, pollo, tacchino, gallina, dolci…”

“Eh già,” commenta Byjove, “in Olanda hanno capito il significato di questa festa…”

“E la Svezia?” sobbalza Super Dan. “Ma avete letto? Salsicce, arrosto, polpette e prosciutto di Natale!”

“A verbale!” esclama Byjove. “Aggiungete pure questo al resto!”

“Quale resto…?!” domanda Bell esterrefatto.

Nel frattempo bussano alla porta, ma nessuno se ne accorge. Entra la segretaria del Presidente, Naive.

“E la Norvegia? Generale, ha letto cosa fanno in Norvegia a natale?”

“Sto leggendo, sto leggendo. La carne di renna è molto facile da trovare, è molto magra, tenera e gustosa…”

“Cosa? Volete mangiare le renne di babbo natale??” esclama Naive.

“Ma chi parla?” si gira Byjove.

“Povere renne…” mormora Naive dolente.

“Povere un corno!” sbotta Byjove. “Una sana abitudine di un popolo sano!”

“Oddio, anche le renne…” farfuglia Bell cercando l’inalatore.

“Perché non prendete esempio dai russi, piuttosto?” fa presente Wright. “In Russia, durante la cena della vigilia di Natale, non si mangia carne, ma il Kutya, una specie di zuppa di grano e miele…”

“Cosa? Niente carne? Niente salsicce?” sbotta Super Dan.

“Niente costine? E le bistecche?” incalza Byjove. “Lo sapevo, cosa ci si poteva aspettare da un branco di bolscevichi?”

“Signori, abbiamo capito,” tenta di riprendere il controllo della discussione Blanco, “sarà un pranzo piuttosto abbondante…”

“Tolga piuttosto…” la corregge Super Dan.

“…e aggiunga molto.” sottolinea Byjove.

“D’accordo, d’accordo,” continua Blanco rassegnata, “ il menu di natale sarà deciso da voi due, purchè adesso possiamo esaminare anche gli altri aspetti delle tradizioni natalizie…”

“Difatti. Vedo che in Venezuela, alla Vigilia di Natale, è abitudine recarsi in chiesa al mattino presto a bordo di pattini a rotelle, spesso vestiti da babbo natale. Per favorire la circolazione dei pattinatori, le strade della città vengono chiuse al traffico per ore.”

“Una gara di pattini a rotelle?! A natale?” si chiede Super Dan meravigliato.

“Certo,” interviene prontamente Moore, “e il nostro Presidente, insieme al nostro valoroso generale, parteciperanno.”

“Cosa?!” sobbalza Super Dan sulla poltrona.

“Davvero?” domanda Naive con un sorriso.

“Ma certamente,” insiste Moore con un ghigno, “il nostro Presidente sfiderà le strade cittadine sui pattini, da vero temerario, affiancato dal nostro eroico generale.”

“Stupendo!” esclama la giovane segretaria.

“Esattamente,” continua Moore, “da vero leader. Giusto, generale?”

“Giustissimo!””

“Ma, io, veramente…” balbetta Super Dan.

“Veramente cosa?” domanda Moore. “Non avrà mica paura di due pattini a rotelle?”

“Questo mai!” interviene Byjove. “Il nostro Presidente non ha paura di niente e di nessuno. A verbale, parteciperemo!”

Mentre Super Dan lancia sguardi incendiari verso Moore, Bell continua a esaminare il promemoria.

“Sapevate che in Svizzera ogni anno c’è una vera e propria gara di arrampicata? I babbi natale partecipanti devono portare i sacchi pieni di giocattoli sulle spalle, salire in cima al tetto, calarsi dalla canna fumaria, uscire dal camino e distribuire i doni…”

“Ed il nostro Presidente,” interviene ancora inesorabile Moore, “da primo cittadino, darà il buon esempio e parteciperà!”

“Cosa?!” strabuzza gli occhi Super Dan.

“Effettivamente,” concorda Blanco, “lei da primo cittadino dovrebbe dare l’esempio. Se poi scegliessimo il posto giusto, allora la sua percentuale di gradimento presso il popolo salirebbe…”

“Concordo.”

Tutti si voltano verso la voce della First Lady, entrata senza bussare come suo solito, affiancata dalla fedele Ms Brontenserious.

“Tesoro, ma io…” balbetta sorpreso Super Dan.

“Sei il primo cittadino e questo comporta delle responsabilità.”

“Ancora una volta lei dimostra la saggezza di una vera First Lady.” commenta ossequioso Moore. “E vista la cena che seguirà, bruciare un po’ di calorie non le farà male…”

“Cena?” chiede subito Gwendoline. “Quale cena?”

Il silenzio è sceso nella sala, nessuno ha il coraggio di elencarle tutte le pietanze elencate in precedenza.

Nessuno, tranne uno.

“La cena della vigilia di natale.” Moore ha parlato, il dado è tratto. “Può stare tranquilla, è già stato messo tutto a verbale…”

“A verbale? Certo, ora mi sento proprio tranquilla…”

“Ja, tranquilla come polveriera…” commenta la governante austriaca.

“Ma no, tesoro, non ti devi preoccupare,” cerca di minimizzare Super Dan, intimorito. “Giusto qualche pietanza per onorare il natale, vero generale?” risponde Super Dan, guardando disperato Byjove.

“Assolutamente, mio comandante, giusto due piattini per celebrare questa festa.”

“Certo, due piattini. E, di grazia, potrei sapere chi ha deciso il menu della cena, alla fine?”

Silenzio. Tutti guardano Super Dan e Byjove.

“È tutto chiaro…” arguisce la First Lady.

“Ehm, ma abbiamo preso anche altre decisioni, anzi ne stavamo giusto parlando…” tenta di cambiare discorso Super Dan, imbarazzato.

“Esatto.” coglie l’occasione al volo Moore. “Infatti il nostro Presidente correrà sui pattini vestito da babbo natale, una gara tipica del Venezuela…”

“Già, non è incredibile?” esulta Naive.

“E poi scalerà un edificio, si calerà giù dal camino per distribuire i doni ai più bisognosi…”

“Ehm…” balbetta Super Dan, “veramente quest’ultima esibizione preferirei evitarla…”

“Neanche per sogno.” interviene con decisione la sua consorte. “Ha ragione Moore, con tutto quello che mangerai dopo, almeno brucerai un po’ di calorie.”

“La gara sui pattini, il Presidente che scende dal camino come babbo natale,” interviene Byjove, “tutto molto bello. Ma quando si mangia?”

“Direi dopo l’arrampicata del Presidente, che ne dite?”

“Approvato. A verbale.” risponde subito Byjove.

“A proposito, ma a chi distribuirà i doni il nostro babbo natale?” domanda Wight. “Dobbiamo scegliere con molta attenzione..”

“Certamente.” aggiunge Moore. “Dobbiamo fare attenzione che il camino sia molto grande…”

“Moore,” grugnisce Super Dan, “lei si impicci dei camini suoi!”

“Beh, effettivamente,” borbotta Bell, “ci vuole davvero un camino extralarge…”

“Bell,” sbotta Super Dan offeso, “lei pensi al suo loculo, che al mio camino ci penso io!”

“Ma si riferiva al sacco dei doni che porterà sulle spalle, vero Bell?” cerca di smussare la situazione Blanco.

“Ah, ecco, volevo ben dire. E comunque Bell parteciperà alla gara sui pattini con noi…”

“Cosa??”

“A verbale. È deciso.” sentenzia Super Dan rancoroso.

“Ma io…”

“Silenzio, Bell.” concorda Byjove. “Un po’ di ginnastica le farà bene alla spina dorsale, ammesso che ne abbia una.”

“Che ne dite se scegliessimo un istituto per anziani?”

“Ottima idea, Wright,” concorda Blanco, “molto elettorale. Tutti d’accordo?”

“Se dopo c’è la cena della vigilia, allora approvo.” chiarisce Byjove.

“Bene,” riprende la discussione Blanco, “del menu abbiamo parlato più che a sufficienza, quindi passerei oltre.”

“Sapete cosa faremo dopo la cena?” domanda Bell. “Lasceremo la tavola ancora apparecchiata per tutta la notte, come si usa in Portogallo e in Bulgaria. Infatti laggiù si crede che di notte gli spiriti dei familiari defunti si risveglino per andare a mangiare gli avanzi del cenone.”

“Con noi possono continuare a dormire sonni tranquilli, dopo che il Presidente ed il generale si saranno seduti a tavola…” commenta Moore.

“D’accordo, non sparecchiamo, e chi se ne frega!” borbotta Byjove. “Piuttosto, occupiamoci di cose importanti: non dimentichiamo di lasciare la birra per babbo natale, come fanno in Irlanda e Lapponia!”

“Ah, ecco il vero spirito natalizio,” mormora Wright, “la birra…”

“Fresca e abbondante!”

“Fresca?” domanda Bell. “Ma come…”

“Vuole per caso babbo natale arrivi e trovi a birra calda? Bell, si vergogni, trattare così un povero vecchio!”

“Ma io…”

“Il generale ha ragione,” lo sostiene Super Dan, “ci vuole un bel frigorifero, grande e pieno di birre!”

“Agli ordini, mio comandante! A questo penso io!” scatta sull’attenti Byjove.

“Non credevo che babbo natale fosse alcolizzato.” dice la First Lady, mentre guarda severamente il marito.

“Ehm…qual è il prossimo punto?” continua Super Dan impacciato.

“L’albero di natale?” chiede Wright. “Qui leggo che in Ungheria la sera del 24 dicembre l’albero viene addobbato con noci, candele e altro…”

“Salsicce, costine di maiale, qualche bottiglia di birra, certo, certo, ottima idea…” continua Byjove.

“Ma veramente…” obietta Wright

“Approvato! A verbale. Mi occuperò personalmente dell’albero. Generale, lei sarà il mio assistente!”

“Agli ordini! Così parla un vero comandante!”

“Dicevo,” cerca di concludere il discorso Wright, “quando l’albero è pronto, con tutti i regali sotto, il suono di un piccolo campanello dà il segnale che è arrivato Gesù Bambino e che quindi la festa può iniziare…”

“Alla campanella penso io, tranquilli…”

“È questo che mi preoccupa…” sospira Bell.

“Un albero in ogni casa…” mormora Moore pensieroso. “Sembra quasi uno slogan elettorale. E se lo facessimo diventare davvero uno slogan elettorale?”

“Che vuol dire?” domanda Blanco incuriosita.

“Un albero per ogni casa…e se lo regalassimo noi a tutte le famiglie?”

“Ma le spese? Sarebbero eccessive.” replica Bell.

“Nessuna spese, tranquilli. Se mi date il via, parto con tre squadre di guastatori e tiro giù la foresta dell’Amazzonia…” risponde Byjove.

“Certo,” commenta Wright, “e visto che ci siamo dichiariamo guerra al Brasile.”

“Guerra al Brasile? Davvero?” sbotta Byjove.
“No, generale,” interviene con decisione Blanco, “non si metta idee sbagliate in testa…”

“Ehm, scusate,” interviene Bell, “qui leggo che in Finlandia e in Austria alla vigilia di Natale si usa visitare le tombe dei defunti, accendendo candele in loro memoria. La vista di centinaia di candele che brillano ai piedi delle lapidi pare sia emozionante…”

“Bell, c’è altro lavoro per lei!” suggerisce Byjove.

“Generale, per favore, non cominci.” lo rimprovera Blanco. “Vorrei farvi notare che, dopo la cena, in Polonia, vanno fuori casa per accendere un bel fuoco e arrostire salsicce, così come in Australia usano andare in spiaggia per il barbecue natalizio…”

“Grande idea! Approvato!” esclama Byjove.

“A verbale! Dopo cena: barbecue!” concorda Super Dan.

“Non ne dubitavo…” bisbiglia la First Lady a Ms Brontenserious.

“E non dimentichiamo un’antica tradizione diffusa in tutto il mondo: appendere al camino delle calze per ricevere i doni da babbo natale.” suggerisce Bell.

“Bene,” conclude Blanco, “direi che il programma è stabilito. Possiamo considerare la riunione finita?”

“Birra, salsicce, crauti, tacchini, polli, torte…assolutamente sì! Direi che c’è tutto” risponde Byjove.

“Ecco il vero spirito natalizio…” mormora Moore.

23 DICEMBRE.

Super Dan vuole preparare l’albero di natale con le sue mani, il più alto nella storia della Big House…

Eccolo andare avanti e indietro portando scatole di addobbi e palline, aiutato dal fido Byjove, che spinge carrelli da cucina con ogni ben di Dio. La scala per arrivare in cima all’albero è quella estensibile dei vigili del fuoco.

“Generale, ci siamo, abbiamo quasi finito.”

“Signorsì! mancano solo pochi addobbi.”

“…una salsiccia appesa qua, un costata di maiale appesa di là…”

“Signor Presidente, lasci che glielo dica, vederla all’opera da quaggiù è come vedere Michelangelo quando dipingeva la Cappella Sistina!”

“Grazie, generale, grazie. Che vuole che le dica, l’arte non si insegna, è una cosa che ti scorre nel sangue…”

“E voi due essere grandi artisti, ja?” SWISH!

Il frustino di Ms Brontenserious, entrata con la First lady senza bussare, sibila alle spalle di Byjove, facendolo sobbalzare in avanti contro la scala, che inizia a vacillare.

“Generale, generale, fermi la scala…” è il grido che giunge dall’alto.

“Non riesco a tenerla ferma,” grugnisce Byjove, aggrappato alla scala nel tentativo di fermarla. Ma l’enorme scala dondola sempre più, andando contro l’albero, a cui Super Dan si appiglia disperato.

Un istante dopo la scala precipita a terra.

“Signor Presidente,” strilla Byjove, “tenga duro, non molli, ora chiamo i pompieri!”

“Fate qualcosa,” strilla Super Dan, stretto al sempreverde, col parrucchino sugli occhi, “fermate quest’affare…”

Ma l’albero di natale, che sfiora l’altissimo soffitto del salone principale, comincia a fluttuare, piegato dal dolce peso di Super Dan.

“Oddio, mio marito…” sospira preoccupata la First lady.

Il gigante verde inizia ad inclinarsi sempre più, mentre la sua ombra si allunga sul pavimento.

“Aaahhhh!!”

L’urlo di Super Dan riecheggia in tutta la Big House.

Lo schianto è terrificante, l’intera Big House trema, scattano tutti gli allarmi. Nel salone una gigantesca nuvola fatta di rami verdi, palline colorate e festoni si diffonde, mentre ovunque cade una pioggia di salsicce, costine di maiale e prelibatezze varie.

Entrano le guardie della sicurezza, seguiti da Moore, Blanco, Bell e Wright.

“Oddio, cos’è successo?” balbetta Bell.

“Mio marito, dov’è mio marito?” grida la First Lady spaventata.

“Dev’essere qua sotto, da qualche parte…” risponde Byjove, che inizia a  cercarlo in mezzo al caos.

“Ma cos’è successo? Un attentato?” chiede Blanco ad alta voce.

“Una bomba?” domanda Wright trafelato.

“Un terremoto?” squittisce Naive, giunta in quell’istante.

“No, mio marito stava facendo l’albero di natale con il generale…” risponde la moglie.

“Non un albero,” chiarisce Byjove in mezzo a rami e salsicce, “l’albero di natale più alto di sempre!”

“Scusate,” dice Moore, “ma tutte queste salsicce e arrosti vari cosa c’entrano con l’albero?”

“Decorazioni!” sbotta Byjove. “Non ricorda più cosa ha detto Wright durante la riunione? In Ungheria gli alberi natalizi vengono decorati con noci, salsicce, costine, spiedini, birra… Moore, mi meraviglio di lei!”

“Ah, ecco. Chiedo scusa.” risponde esterrefatto il britannico.

“Laggiù, qualcosa si muove…” osserva Bell.

Byjove si dirige verso il punto, facendo volare in aria rami, salsicce e decorazioni.

Ecco emergere, da sotto tutto questo, Super Dan, con una ghirlanda colorata avvolta in testa, sopra di essa il suo parrucchino, da cui sbuca fuori la stella a punta…

“Ecco,” commenta Moore, “il vero spirito del natale…”

IL GIORNO DOPO

È il 24 dicembre, il tempo stringe, Super Dan e Byjove questa volta non possono fallire. Eccoli intenti a lavorare senza sosta per decorare quello che dovrà diventare il più grande albero natalizio nella storia della Big House, Byjove sbuffa come una vaporiera, mentre anche il parrucchino di Super Dan sta sudando.

Il capolavoro è compiuto, il momento è arrivato, il mondo ora deve sapere.

Vengono chiamati nel grande salone i principali componenti del governo e del personale, tutti riuniti col naso all’insù, ai piedi del gigante verde. Una stella a punta in alto, che sfiora il soffitto, da cui scaturisce una cascata di luci, festoni, palline, ma soprattutto, di salsicce, spiedini di carne e boccali da birra appesi…

Nessuno parla, gli sguardi di tutti si incrociano…

“Allora, che ve ne sembra?” domanda fiero e sorridente Super Dan.

“Un vero capolavoro…” borbotta Byjove.

“Ecco, diciamo,” accenna un commento Blanco, “che nel suo genere è piuttosto…”

“Piuttosto?” attende Super Dan il giudizio.

“Piuttosto…” balbetta Blanco, guardando i colleghi.

“Piuttosto originale. Assolutamente originale.” le viene in soccorso Wright.

“Come tutti i capolavori, d’altronde…” aggiunge Byjove. “Meriterebbe quasi un titolo, come i quadri…”

“Sì, giusto generale,” approva Super Dan, “un titolo. Lo potremmo chiamare…”

“Natale: sagra della salsiccia.” conclude sferzante Moore.

Il Presidente ed il generale si voltano verso il britannico con lo sguardo torvo , mentre gli altri trattengono a fatica le risate. La First Lady cerca di risollevare il morale al marito.

“Caro, ora però dobbiamo continuare il programma. Non dovevi vestirti da babbo natale e distribuire regali a qualcuno?”

“Ma certo,” scatta sull’attenti Byjove, “il nostro comandante regalerà doni e felicità agli anziani!”

“Sì, ma…” è la timida, inutile protesta di Super Dan.

“Andiamo! Missione: babbo natale!” esclama Byjove, trascinando il Presidente per un braccio.

Indossato il costume rosso, la barba finta e il cappello rosso sopra il parrucchino, Super Dan viene scortato all’istituto per anziani prescelto per la visita…

“Siete sicuri di aver scelto il posto giusto?” domanda preoccupato Super Dan.

“Ma certo,” lo rassicura Blanco, “ha tutti i requisiti necessari. È uno degli istituti per anziani più antichi del paese…”

“La sua fama è sempre stata eccellente…” aggiunge Wright.

“La cura che hanno qui per le persone in età avanzata raggiunge standard elevatissimi…” sottolinea Bell.

“E soprattutto è dotata di una canna fumaria e di un caminetto larghissimi…” è la frecciata di Moore.

“Moore, un giorno di questi io…” ringhia Super Dan.

“Scusate se vi interrompo…” si intromette nella discussione Naive, col naso all’insù, “…ma quanto è alto questo edificio?”

“Ops, dimenticavo l’ultimo requisito…” si scusa Moore con un sorriso beffardo, “…è l’istituto per anziani più alto della regione…”

“Cosa?!” sobbalza Super Dan.

“Ma non si preoccupi, per il nostro Presidente sarà un passeggiata…”

“Davvero? Oh, lo sapevo, il nostro Presidente è davvero forte…” sospira Naive.

“Lo può ben dire, un vero condottiero!” lo appoggia Byjove.

“La fune è pronta?” chiede Blanco.

“Fune?! Ma che sta dicendo??”

“La fune con cui scalerà la facciata dell’edificio fino al tetto…” chiarisce Moore.

“Scalare?? ma io credevo di dover salire una scala appoggiata alla facciata…”

“Tranquillo, signor Presidente,” interviene Byjove, “ho provveduto io stesso a calare la fune dal tetto. È più solida di un cavo d’acciaio. Vada tranquillo!”

“Tranquillo, eh?” balbetta Super Dan, che viene sospinto verso la corda dal fido Byjove.

“Questo è il sacco dei regali, signor Presidente!” dice Byjove, mentre scaraventa uno zaino rosso mastodontico sulle sue spalle, facendolo quasi cadere a terra.

“Sacco dei doni?” esclama Super Dan, piegato in avanti per lo sforzo. “E cosa ci avete messo dentro, i regali per tutta la città?”

“No, per tutta la regione. mi sono occupato io dei regali…” risponde sornione Moore.

“Moore, dovevo immaginarlo che…”

“Che il nostro Presidente scalerà l’edificio in un battibaleno…” lo interrompe Moore.

“Senz’altro!” approva Byjove.

Super Dan, indossato il grosso zaino sulle spalle, appoggia il piede alla facciata del palazzo, tenendosi ben saldo alla fune, iniziando la sua scalata. Un piede, poi un altro, si tira su com le mani, poi ancora i piedi, poi…crash!

Un piede di Super Dan s’infila in una finestra, rompendone il vetro, mentre le sue grandi chiappe rimangono appoggiate sul davanzale.

“Aiuto! Fate qualcosa!” è il grido di babbo natale.

“Oddio, aiutatelo!” esclama la moglie.

“Signor Presidente,” strilla Byjove, “faccia leva sul piede appoggiato al muro, e tiri la gamba fuori dalla finestra!”

Cercando di seguire il consiglio di Byjove, Super Dan riesce con difficoltà ad estrarre la gamba dalla finestra, quando…scrack!

I pantaloni rossi di Super Dan iniziano a cedere…

“Cos’è stato?” strilla babbo natale preoccupato.

“Non è niente, continui, non si fermi!” lo incita Byjove.

La lotta contro la forza di gravità è impari, il parrucchino è sempre più storto sul lato, il sudore gli scende sul viso. E lo squarcio nei pantaloni si allarga sempre più.

“Pof pof…pant pant…”

“Signor Presidente!” grida Byjove dal basso. “Stringa i denti, ce l’ha quasi fatta, vedo il tetto sopra di lei!”

“Anch’io vedo i suoi mutandoni da quaggiù!” strilla Moore.

“Cosa?” sbotta Super Dan, che turbato, perde la presa e l’equilibrio e finisce per sbattere contro la grondaia, alla quale rimane aggrappato.

“Oddio,” sospira Bell, attaccato all’inalatore, “stavolta dovremo rieleggare un nuovo Presidente…”

“Bell,” replica Moore, “la smetta di darmi false speranze.”

Super Dan, intanto cerca di arrampicarsi sul quel tubo, sempre più cigolante, per arrivare al tetto. I pantaloni sono quasi divisi in due, il parrucchino su un orecchio, la pancia è uscita fuori dalla giacca rossa.

“Eccolo, ha afferrato la grondaia, ora sale sul tetto! Ve l’avevo detto, uomini di poca fede!” sbotta fiero Byjove.

La sagoma rotonda di Super Dan è ora sul tetto, dove cerca di avanzare a carponi, finché non scivola e cade sdraiato sulle tegole, facendone volare giù alcune.

“Il Presidente!” strilla Naive.

“No, sono solo tegole, purtroppo…” mormora Moore.

Gatton gattoni il novello babbo natale è arrivato all’enorme comignolo, che abbraccia, distrutto dalla fatica.

“Si infili dentro ora, deve scendere nel camino a portare i regali!” continua a gridare il generale.

Super Dan, stanco e impacciato, si sporge nella canna fumaria, ma, sbilanciato dal peso dei regali sulle spalle, ci cade dentro con la testa, precipitando a peso morto. “Aaahhh!”

Il rimbombo proveniente dalla casa di riposo è spaventoso, tutti si precipitano all’interno. Nel vasto salone tutti gli anziani ed il personale sono riuniti intorno al grande camino, sorridenti, in trepida attesa che babbo natale sbuchi fuori dal camino. Ma l’unica cosa che rompe la quiete di quel momento è il rumore proveniente dalla canna fumaria, davvero impressionante. Il salone inizia a tremare.

Un attimo dopo l’ingresso dello staff presidenziale, una imponente palla scura sbuca fuori dal camino, piombando nel salone e ruzzolando come una gigantesca palla da bowling. Il boato è devastante, una nuvola nera riempie l’intero salone, la fuliggine ricopre tutto e tutti, una pioggia di mattoni scende dal camino, rotolando per tutta la sala come una valanga.

Dopo alcuni minuti…

La nuvola nera inizia a schiarirsi, ovunque lamenti e gemiti, i mattoni, la fuliggine e il babbo natale nero hanno travolto tutti…

Dopo mezz’ora i soccorsi stanno prestando le cure necessarie ai poveri anziani e al personale dell’istituto, mentre lo staff governativo, la First Lady e l’inossidabile Ms Brontenserious se la sono cavata con una doccia di fuliggine, essendo appena giunti sulla soglia del salone.

“Il Presidente, dov’è il Presidente?”

“È morto, poverino, è morto…” singhiozza Naive.

“Naive,” replica Moore, “stia tranquilla, l’erba cattiva non muore mai.”

“Eccolo, eccolo!”

I soccorritori portano fuori sulla barella una massa nera, informe, mugugnante.

“Aiuto…non vedo più niente, non mi sento più la schiena…”

“Visto?” domanda Moore a Naive.

La moglie e lo staff intero accorrono intorno a lui, che viene portato in un’ambulanza per le prime cure.

Dopo un’ora…

Super Dan è in piedi, ripulito, bendato e claudicante.

“Ms Brontenserious…” accenna la First Lady.

“Jawohl!” risponde pronta la governante, che porta il parrucchino di riserva al primo cittadino.

“Visto? Il nostro Presidente è ancora in piedi, come un vero soldato!” esclama Byjove.

“Sono tutto un dolore…” si lamenta Super Dan zoppicando e con la mano sulla schiena.

“Generale, signori,” prende la parola Blanco, “direi che è il caso di annullare il programma stabilito e concludere qui il nostro natale.”

“Cosa?” esclama Byjove. “Giammai! Che nessuno dica che il nostro Presidente si è arreso!”

“Lasciate che dicano, lasciate…” bisbiglia Super Dan incerottato.

“Generale,” osserva Wright, “non vorrà mica…”

“Partecipare alla gara dei pattini, vestiti da babbo natale!” sbraita Byjove scattando sull’attenti.

“Il generale ha ragione,” lo sostiene Moore subdolamente, “nessuno deve poter prendersi gioco del nostro Presidente!”

“Bravo Moore!” esclama Byjove. “L’onore del governo prima di tutto!”

“E poi si tratta solo di prendere la ricorsa, una volta partiti non si deve fare nulla, bisogna solo lasciarsi andare…” insiste Moore.

“Esatto!” continua Byjove. “Nulla di più semplice. Signor Presidente, stia tranquillo, questa volta non sarà solo, pattinerà al mio fianco. Bell, si prepari!”

“Cosa?!”

“Non ricorda cosa le aveva ordinato il Presidente durante la riunione? Lei avrebbe partecipato con noi.”

“Ma io…”

“E questo è un ordine…” ringhia Super Dan, zoppicante e stizzito.

Bell cerca il suo inalatore nelle tasche.

Un’ora dopo, Golden Park.

Il Presidente Daniel Kramp, insieme agli altri, giunge al Golden Park, accolto dal pubblico festante, accorso per l’evento.

“Ma che ci fa tutta questa folla?” domanda Super Dan sorpreso.

“Ho pensato che un simile avvenimento andasse comunicato ai media,” risponde con un sorriso beffardo Moore, “non capita tutti giorni di vedere il Presidente gareggiare sui pattini vestito da babbo natale…”

“Sì!” batte le mani Naive. “Il nostro Presidente sui pattini…”

“Insieme al sottoscritto e a Bell!” sbotta Byjove. Rivolto servizio di sicurezza: “Uomini, prendete Bell e inforcategli un paio di pattini ai piedi!”

“Cosa?!” No, un momento…”

In men che non si dica Bell si ritrova vestito da babbo natale, con i pattini ai piedi, casco in testa e protezioni imbottite ai gomiti e alle ginocchia.

Byjove sembra un soldato dei reparti Speciali in procinto di partire per una missione, non fosse che per il vestito rosso.

Super Dan sembra la versione di babbo natale all’ospizio: sciancato, incerottato e bendato.

I tre vengono portati dagli uomini della scorta al punto di partenza, dove numerosi concorrenti, vestiti di rosso, li attendono.

Byjove si posiziona tra Super Dan e Bell.

“Scusate,” domanda perplesso Super Dan, “ma vedo che la strada è tutta in discesa e piena di curve…ma non sarà pericolosa?”

“Ma che dice?” risponde Moore con un sorriso. “l’ho scelta apposta per questo, per facilitarle la gara, tutta discesa, nessuna fatica…”

“Cosa? Lei ha scelto…Moore, un giorno di questi…”

“Pronti, partenza, via!”

“Un momento, io non so pattinare…” è l’ultimo grido che si distingue di Bell, prima che venga dato il segnale di partenza.

Il trio parte tra la folla festante, con Byjove al centro che trascina gli altri due.

“Pista! Largo! Fate passare!” è il grido del generale che echeggia nel parco.

Un partecipante viene scaraventato fuori strada tra gli alberi, un altro vola in un cespuglio, Byjove avanza come carro blindato in mezzo ai concorrenti, tenendo per le braccia i due compagni di gara.

“È impazzito, ma che fa?” grida la First Lady.

“Quello che sa fare, combattere…” è la rassegnata risposta di Blanco.

“Moore, ma le sembra questo il momento di telefonare?” rimbrotta Gwendoline.

“Mai momento mi è sembrato più opportuno, sto chiamando i soccorsi, così a fine gara saranno già qui…”

“Effettivamente,” concorda la First Lady, “a pensarci bene…”

I tre ormai hanno preso velocità, spintonando chiunque si pari davanti a loro, e stanno per raggiungere le prime posizioni quando…

“Argh!” grida Bell, che vede volare via le rotelle di un pattino. “Si è rotto un pattino, si è rotto un pattino, fermatemi!”

“Giammai!” strilla Byjove. “Chi si ferma è perduto! La tengo io!”

Il pattino di Bell lascia una scia di scintille sull’asfalto, mentre Super Dan, aggrappato al generale con entrambe le mani, non vede più nulla, con parrucchino e barba bianca spostati sul viso.

Solo pochi concorrenti li dividono dalla vetta della corsa, quando una curva a gomito, l’unica del percorso, appare davanti a loro.

“Oddio!” è l’unica cosa che esce dalla bocca di Bell.

“Yippie ya ye!!” è il grido di Byjove, che si abbassa per affrontare la curva ancora più velocemente, perdendo in realtà il controllo. Il carretto dei gelati, sull’erba, pochi metri dopo la curva, viene investito in pieno dai tre razzi umani, che lo sbriciolano, spiccando il volo in tre direzioni diverse.

Byjove vola come un cacciabombardiere abbattuto, puntando dritto sul carretto che vende frittelle. Dopo un attimo lo schianto fa tremare gli alberi circostanti e una pioggia di frittelle cade tutt’intorno.

Il grido di Bell riempie il parco come l’urlo di Tarzan e si conclude nel lago del parco.

Super Dan vola in aria girando su se stesso come una trottola, diretto verso il traguardo, che taglia vittorioso volando, atterrando sul banco della giuria, che esplode in mille pezzi.

“Ha vinto! Ha vinto!” esulta Naive.

“È morto, stavolta è morto…” mormora Moore speranzoso.

Alcuni uomini della sicurezza si tuffano nel lago per recuperare Bell, altri vanno verso il generale, che trovano tra i resti del carretto con due frittelle in bocca, tutti gli altri accorrono verso Super Dan.

Una massa informe rossa, in mezzo a pezzi di legno, è la prima immagine che vedono.

“Aaahhh…” è l’unico suono che esce dalla bocca del primo cittadino.

“Mios Dios!” esclama Blanco. “Si muove ancora…”

“È vivo, è vivo!” esclama Wright.

“E già…” borbotta Moore pensieroso. “l’anno prossimo dovrò scegliere un percorso migliore…”

Gli uomini della scorta portano il Presidente Daniel Kramp in una della ambulanze chiamate in precedenza da Moore.

Quella sera…

Il momento tanto atteso, soprattutto da due persone, finalmente è giunto.

Lo staff presidenziale, la First Lady e l’immancabile governante austriaca, prendono posto al grande tavolo, finemente apparecchiato. Gli uomini in smoking e le donne in abito da sera, tre sole figure si distinguono per abbondanza di cerotti e fasce: il Presidente, il generale ed il povero Bell.

“Suo marito sembrare mummia, stasera…” mormora Ms Brontenserious alla First Lady.

“È un miracolo che sia ancora vivo…dopo quello che ha passato stasera, lasciamolo sfogare a tavola, poi ci sarà tempo per sauna e dieta…”

Tutto quello che era stato elencato e messo a verbale viene servito a tavola, in un trionfo di sapori e profumi, mentre le mandibole di Super Dan e Byjove non conoscono tregua, muovendosi più velocemente dei piedi di Fred astaire quando ballava il tip tap.

Giunti al termine della cena…

“Ed ora,” prende la parola Byjove, mezzo brillo per quanto bevuto, “non scordiamoci la tradizione più importante…”

“La letterina a babbo natale?” accenna Bell.

“Bell, se nel parco non ci fosse stato il lago, lei adesso sarebbe in un loculo…” gli risponde Byjove.

“La canzone di natale?” domanda Wright.

“Wright,” sbotta Byjove, “l’unica canzone che conosco è l’inno dei marines!”

“Scommetto che il nostro generale si riferisce alla tradizione di lasciare la tavola ancora apparecchiata per tutta la notte che segue…” interviene Moore.

“Bravo Moore, così mi piace!” approva Byjove. “E soprattutto a rispettare le sacre tradizioni dell’Irlanda e della Lapponia…”

Ad un cenno del generale, tre camerieri entrano spingendo un gigantesco frigorifero, lo sistemano in un angolo e attaccano la spina.

“Birra!” esclama Byjove.

“Vuol dire che quel frigo è pieno di birre?!” esclama sorpresa Blanco.

“Perché, vuole lasciare a becco asciutto un povero vecchietto?”

“Lasciamo perdere, so già chi aprirà la porta di quel frigo stanotte…” mormora la First Lady.

“Bene, signori,” prende la parola Moore, “credo che ora sia arrivato il momento dei doni, che ne dite di accomodarci tutti di là, sotto l’albero di natale?”

Giunti ai piedi del gigante verde, pieno di festoni e salsicce…

“Tutti ora dovranno appendere al camino la propria calza, che domani babbo natale avrà riempito…mentre il frigo avrà svuotato…” declama Moore. ““E il suono di un piccolo campanello dà il segnale che è arrivato Gesù Bambino e che quindi inizia la festa…”

Byjove immediatamente va dietro l’albero, afferra il fucile a trombone che vi aveva nascosto, ed esplode una cannonata.

Un pezzo di intonaco del soffitto viene giù in testa a Bell, che crolla a terra.

“Bell, che diamine ci fa lì sdraiato? Si sta allenando per il suo funerale?”

Wright e Blanco aiutano Bell a rialzarsi, mentre la First Lady si avvicina alla finestra, attratta da alcune luci.

Si vede in lontananza il cimitero più grande della città illuminato…ma che succede…centinaia di lapidi sembrano brillare.

“Sono stato io!” confessa candidamente Bell, ancora barcollante.

“Da lei non potevo aspettarmi altro…d’altronde è la sua dépendance!” bofonchia Byjove.

“Perché non passiamo alla fase successiva?” propone Super Dan.

“Perché,” chiede Wright, “avete ancora la forza per fase successiva?”

“Wright, è natale, un po’ di animo!” lo sprona Super Dan.

“Esatto, mio comandante! Tutti fuori per il barbecue!” esclama Byjove, che guida il gruppo con passo militare nel giardino della Big House.

“Non è possibile,” mormora Blanco a Moore, “hanno ancora la forza di mangiare…”

“E di bere…non si scordi il frigo pieno di birre…”

Byjove si assenta alcuni istanti, per poi tornare spingendo un braciere enorme.

“Scusi, ma dove l’ha comprato?” domanda Bell sbigottito.

“Comprato? L’ho ricavato dalle lamiere di un vecchio carro armato…è pronto mio comandante?”

“Ma certo, mio generale, sempre pronto alla pugna!”

In quel momento, su istruzioni del generale, i camerieri portano otto carriole piene di carbone da ardere, e dodici carrelli cucina di carne di ogni tipo.

“Scusate,” osserva timidamente Wright, “ma non credete di esagerare giusto un po’? In fondo abbiamo appena finito la cena e…”

“Wright, vuole forse infrangere le tradizioni dei nostri alleati polacchi?” bofonchia Byjove.

“Esatto!” lo appoggia Super Dan, che poi bisbiglia: “Con la Polonia siamo alleati, vero?”

“Alleati, mio comandante, ci può scommettere!” replica il militare.

“E allora fuoco alle polveri!” esulta Super Dan.

“E non dimentichiamo i nostri buoni amici australiani e i loro barbecue sulla spiaggia!” continua Byjove.

“Che Dio li benedica!” commenta il Presidente.

Byjove afferra il badile e inizia buttare il carbone dentro l’ex carro armato trasformato in barbecue, mentre Super Dan condisce con olio e spezie la carne, saltellando da un carrello cucina all’altro.

Mentre gli altri chiacchierano e la First Lady discute con la sua fedele governante del programma di fitness e dieta da imporre al marito nelle settimane seguenti, Byjove procede a caricare carbone meglio di un nastro trasportatore e Super Dan si muove tra una salsiccia ed una costina di maiale come Rudolf Nureyev.

“Ed ora un piccolo aiuto per il fuoco!” esclama Byjove, che afferra una tanica di benzina e la svuota sulla vasta distesa di carbone.

“Gulp! Generale, ma non starà esagerando?” chiede Bell timoroso.

“Bell, si giri verso il cimitero e si goda il panorama, che qui ci penso io!” replica Byjove.

“Effettivamente questa volta mi sento di dare ragione a Bell…” interviene Moore, ma la mano del generale ha già acceso il fiammifero che vola sul carbone.

La fiammata è così fulminea ed imponente da illuminare a giorno l’intera vallata, i presenti vengono scaraventati all’indietro, mentre i parrucchino di Super Dan prende fuoco.

“Aaahhh!” è il grido del Presidente.

“La testa del Presidente sta bruciando!” strilla Naive.

“Oddio, la mia schiena, la mia faccia…” si lamenta Bell, steso sull’erba e col viso nero.

“Bell,” grida Byjove, “invece di stare sdraiato sull’erba insieme ai lombrichi suoi simili, si tiri su e aiuti il Presidente!”

“Lo sapevo, lo sapevo, quei due non potevano combinarne una giusta!” ringhia furibonda la First Lady, mentre la sua governante l’aiuta a rialzarsi.

I servizi della sicurezza, accorsi immediatamente, prendono tutti gli idranti circostanti. Il secondo diluvio universale scroscia sulle fiamme, travolgendo carne, barbecue e i poveri malcapitati intorno ad esso.

Le fiamme sono ora spente, i partecipanti al barbecue natalizio grondano acqua da ogni parte, intorno a loro un lago di fango, in cui affondano le gambe fino alle ginocchia, in testa a Super Dan la melma ha preso il posto del parrucchino.

Così si conclude il natale del governo del Presidente Daniel Kramp.

Buon natale a tutti dalla Big House…

Super Dan
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