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14 Gen

Episodio 25 – I Giochi della Gioventù – Parte 1 – di Eugeniusz S. Lazowski

INTERNO – PIANO SUPERIORE DELLA BIG HOUSE – OLD EAGLE ROOM – MATTINO.

“Signori,” prende la parola Blanco, “è arrivato ora il momento di occuparci dei Giochi della Gioventù.”

“Giochi della Gioventù? E cosa sarebbero?” domanda disorientato il Presidente Daniel Kramp.

“I Giochi della Gioventù” spiega Blanco, “sono una manifestazione sportiva nazionale per ragazzi e ragazze dagli 11 ai 15 anni. Vengono svolti ogni anno, signor Presidente.”

“Ogni anno?!” balbetta incerto Super Dan. “Ma certo, i Giochi della Gioventù, certamente…”

“Lo slogan di questa manifestazione” chiarisce Wright, “è tutti protagonisti, nessuno escluso.

“Nessuno escluso…?” borbotta Byjove.

“Esatto, generale.” interviene Bell. “Lo spirito di questi giochi è più partecipativo che competitivo. Tutti protagonisti.”

“Tutti?” insiste Byjove. “Anche gli smidollati e i rammolliti? Ho capito: Bell, ha organizzato lei questi giochi, scommetto…”

“Generale, per favore, esistono da molti anni.” riprende la parola Blanco. “Dicevo che è arrivato il momento di organizzarli. Essi includono varie discipline dell’atletica leggera: velocità, mezzofondo, salto in alto, salto in lungo, getto del peso e anche lancio del vortex.”

“Vortex?” chiede stupito Super Dan. “E che diavolo sarebbe?”

“Si tratta di un oggetto di plastica, assomiglia ad un birillo con le ali, ed è leggero.” risponde Wright. “Potete vederlo nella relazione che abbiamo preparato.”

“Però, mi piace.” osserva sorridente Byjove. “Assomiglia ad una granata…”

“Cominciamo bene…” commenta Moore (Well, what a good start!)

“Vogliamo ora occuparci del programma degli eventi?” propone Blanco.

“Senz’altro.” prosegue Bell. “I Giochi della Gioventù rappresentano una sintesi tra la scuola e lo sport, per questo dobbiamo essere soddisfatti per la partecipazione dei giovani in costante crescita…”

“Insomma,” borbotta Byjove, “un branco di rammolliti…”

“Generale, ma che dice,” lo riprende l’ispanica Segretario di Stato Maria Isabel Blanco, “questa manifestazione fa capire che lo sport non è solo medaglie, ma è anche e soprattutto benessere e salute, capisce?”

“Sì, certo, capisco.” commenta Moore, guardando le pance del Presidente e del generale Byjove.

“Esattamente.” continua Wright. “L’idea fondamentale dei giochi è coinvolgere nell’attività fisica tutti i giovani, soprattutto i meno attivi. Come già spiegato, il motto è: nessuno escluso.”

“Sentito Bell? Stanno parlando di lei…” aggiunge Byjove.

“Beh, anche di voi due, a giudicare dalle vostre pance…” interviene acido Moore, fissando Super Dan e il militare.

“Cosa? Pancia? Io?” sbotta Super Dan offeso. “E quando mai?” (But when on earth, Moore?).

“Moore, come osa toccare la pancia del Presidente?” sobbalza Byjove.

“Perché, non si può?” insiste il britannico, con apparente candore.

“No! Non si può! La mia pancia è mia!” replica Super Dan stizzito.

“Sentito? La sua pancia è sua!” lo appoggia Byjove.

“Cioè, no! Volevo dire, che non ho nessuna pancia!” si corregge il primo cittadino.

“È chiaro?” prosegue Byjove. “Il Presidente non ha nessuna pancia!”

“E se l’avesse?” seguita il capo di Gabinetto.

“E se l’avesse, potrebbe toccarla soli lui!” esplode Byjove.

“Sentito? Potrei toccarla solo io!” grida Super Dan confuso. “No, cioè, ma cosa mi fa dire…”

“Moore, cosa gli fa dire?” replica il militare.

“Che la sua pancia la può toccare solo lui…”

“Esatto!” replica pronto Byjove. “La sua pancia la può toccare solo lui!”

“No!” strilla Super Dan rosso in viso. “Io non tocco proprio niente, perché non ho nessuna pancia!”

“Sentito? Il Presidente non ha nessuna…” si interrompe il militare, che si volta verso l’addome del primo cittadino. “…ma ne è proprio sicuro?”

“Sicurissimo! Generale, non ci si metta anche lei!” grida Super Dan con le vene del collo gonfie.

“Sentito? Nessuna pancia. Il Presidente è sicuro!” conclude Byjove.

“Capisco…ma allora quella cos’è?” domanda Moore con un sorriso.

“Questa? Muscoli addominali!” replica Super Dan alzando il mascellone.

“Caspita, sono ben allenati, a quanto vedo…” osserva Moore sornione.

“Lo può ben dire!” risponde Super Dan con fierezza.

“Chissà come sarà fiero di lei il suo allenatore…” continua Moore.

“Beh, certo,” borbotta Byjove, “il cuoco della Big House è molto fiero di noi…”

“Generale! Ma che diavolo sta dicendo?”

“Che il cuoco della Big House è molto fiero di noi, signor Presidente!”

“Il cuoco della Big House non c’entra niente con i miei muscoli addominali!”

“Signorsì!” risponde Byjove scattando sull’attenti.

“E adesso,” chiede spazientito Super Dan, “possiamo riprendere a discutere di questi benedetti giochi?”

“Ma certamente.” prende la parola Moore al volo. “Dunque, la tonificazione dei  muscoli addominali…no, cioè, volevo dire, i Giochi della Gioventù…”

“…i Giochi della Gioventù,” lo interrompe saggiamente Blanco, che riprende in mano le redini della discussione, “dicevamo, sono composti da diverse specialità dell’atletica leggera: dalla corsa campestre alla corsa veloce, dalla staffetta al salto in alto, fino al lancio del vortex.”

“La mia specialità preferita…” borbotta Byjove.

“Poi ci sono i giochi di squadra,” prosegue Bell, “come la palla a mano (handball)…”

“Poverini,” commenta Byjove, “non vorrei che si rovinassero le unghie…”

“Generale, niente sarcasmo, è una manifestazione importante.” lo rimprovera Blanco. “I giochi inizieranno con la cerimonia di apertura. Nella tribuna d’onore ci saranno le autorità…”

“Le autorità?” protesta Super Dan. “Quali autorità? Chi osa fregarmi la tribuna d’onore?”

“Signor Presidente,” interviene sommessamente Wright, “le autorità siamo noi…”

“Ah, ecco, volevo ben dire…”

“…insieme alle autorità locali. Assisteremo alla sfilata dei ragazzi e delle ragazze, seguita dal discorso del sindaco e, infine, verranno accesi con una torcia i cinque cerchi olimpici.”

“Ad accendere i cerchi ci penso io, tranquilli…” interviene Byjove.

“Chissà perché non mi sento affatto tranquillo.” commenta Moore. “Comunque, dopo avranno inizio le gare. Alla conclusione di ciascuna gara seguirà la premiazione dei primi tre. I vincitori parteciperanno poi alla fase finale nazionale dei giochi.”

“Educarsi è un lungo cammino,” sottolinea Bell, “che richiede pazienza, fiducia e speranza…”

“Uguale ai marines,” borbotta Byjove, “sacrificio, patria e onore. Che vergogna…”

“Generale, non stiamo organizzando un’esercitazione militare. Lo sport dev’essere un mezzo di educazione,” sottolinea Blanco, “una palestra di valori ed un esercizio di virtù. È in gioco il futuro dei giovani. Aggregazione, rispetto per gli altri e disciplina.”

“Giusto! Disciplina, è quello che ci vuole! L’ho sempre detto!” esulta Byjove.

“Dobbiamo diffondere stili di vita attivi e comportamenti alimentari corretti, per una sana crescita dei giovani…”

“Ben detto!” esclama Super Dan. “Comportamenti alimentari corretti!”

“Giusto! Birra e salsicce!” gli fa eco Byjove.

“Signori, per favore, lasciatemi finire.” interviene Blanco. “Con questa manifestazione intendiamo diffondere valori come le abitudini alimentari corrette o la pratica sportiva…”

“Parole sante!” esulta Byjove.

“A verbale!” concorda Super Dan. “Birra e salsicce per tutti!”

“Ecco una sana abitudine alimentare…” bisbiglia Moore rassegnato.

“Signori, per favore! Si tratta di un’occasione per far avvicinare allo sport tutti i ragazzi, soprattutto i meno attivi, in modo divertente e coinvolgente.” continua Blanco.

“Esatto! Servizio militare obbligatorio per tutti!” esclama Byjove.

“Generale,” commenta Moore, “vedo che ha afferrato il nocciolo della questione.”

“Per favore, fatemi finire.” insiste Blanco. “I Giochi della Gioventù perseguono degli scopi ben precisi, quali insegnare ai ragazzi a raggiungere obiettivi comuni…”

“Giusto! Obiettivi comuni: compiere la missione e sconfiggere il nemico!” aggiunge Byjove.

“Generale…” riprende il discorso Blanco. “Oppure attività culturali quali la redazione di articoli con foto e disegni..”

“Bell,” si intromette Byjove, “questa è roba per lei, le scartoffie saranno compito suo!”

“È importante che al programma partecipi l’intera classe scolastica.” prosegue Wright.

“Giusto! Tutti uniti verso la gloria!” esulta Byjove.

“La squadra è la classe ed è composta da tutti i suoi alunni.” continua Wright.

“Giusto! Tutti uniti verso la gloria! Insieme si vince, insieme si muore!” grida esaltato il militare.

“Si muore? Gulp…ma è proprio necessario?” balbetta Bell, mentre inizia a cercare il suo inalatore.

“Nessuno può essere escluso.” conclude Wright.

“Nessuno? Persino un cataplasma come Bell può partecipare? Ma dove siamo arrivati…” borbotta deluso Byjove.

“Ed ora, signori,” continua Moore, “passiamo alle tre tipologie di attività.”

“Vediamole, vediamole…” dice ansioso l’uomo in divisa.

“Abilità atletiche.”

“Bene!” esclama Byjove.

“Abilità ginnico espressive.”

“Espressive?!”

“Abilità dei giochi con la palla.”

“Palla?! Signori, abbiamo cominciato bene, ma abbiamo finito male.” sottolinea Byjove. “Espressive? E cos’è, un corso di recitazione? E la palla? Visto che ci siamo perché non un corso di cucito? O una scuola di maglia? Magari il punto croce?”

“Generale, la prego,” cerca di contenerlo Blanco, “ogni attività ha un suo scopo, mi creda. Ci sarà anche una gara costituita da prove multiple, composta da una corsa, un salto e un lancio…”

“Finalmente cominciamo a ragionare…” sospira Byjove.

“Vediamoli.” continua Blanco. “La corsa sarà tra i 30 ed i 50 metri, una prova sola …”

“Da 30 a 50 metri? Una prova sola? Tutto qui?” bofonchia il generale.

“Il salto in lungo. Varrà il salto migliore su due prove.”

“Solo due prove? Un po’ scarsino…” continua a borbottare Byjove.

“Infine il lancio del vortex. Anche qui varrà il lancio migliore su due prove.”

“Roba da mammolette.” sbotta il militare. “Ho capito, dovrò occuparmene personalmente…”

“Generale,” domanda Bell preoccupato, “che vuole dire?”

“Che il sottoscritto dovrà organizzare questi benedetti giochi, se vogliamo salvare l’onore di fronte al paese!”

“Generale,” interviene Moore, “guardi che stiamo parlando dei Giochi della Gioventù, non dei Giochi di Guerra…”

“Generale,” prende la parola Wright, “lasci finire Blanco, prima di giudicare.”

“E va bene. Sentiamo questo programma per paraplegici.”

“Veniamo al percorso di ginnastica.” riprende con pazienza Blanco. “È previsto l’uso di piccoli e grandi attrezzi in un percorso tra i 20 e i 30 metri…”

“Tra i 20 e i 30 metri??” salta sulla poltrona Byjove. “Ai tempi del Vietnam ho strisciato nel fango per chilometri per arrivare dietro le linee nemiche!”“E in ogni percorso dovranno essere eseguiti volteggi e capovolte…”

“Volteggi e capovolte??” sbraita Byjove. “Ma cos’è, ginnastica artistica? E al vincitore cosa date in premio, un tutu rosa da ballerina classica?”

“Generale, per favore, mi lasci spiegare. Per aiutare i ragazzi, saranno predisposti stazioni di rifornimento, con acqua, bevande e barrette energetiche.”

“Cosa?? Ai miei tempi c’era la gavetta con il rancio, e dovevi pregare il cielo di non trovarci dentro lo scarpone del cuoco!”

“Generale,” lo interrompe Bell, “stiamo parlando di ragazzi…”

“Blanco,” risponde Byjove, “alle barrette energetiche aggiunga le medicine per Bell.”

“Lo sapevo che finiva così…” conclude Bell afferrando l’inalatore.

“Dicevo,” riprende l’esposizione Blanco, “sono previste solo penalizzazioni in secondi…”

“Secondi? E questa la chiamate una penalità??” reagisce nuovamente il militare. “Una settimana di cella di rigore, ecco cosa ci vuole per raddrizzare la schiena di questa gioventù di smidollati! Altrimenti sapete cosa diventeranno da grandi? L’esempio ce l’avete davanti agli occhi: Bell, si alzi!”

“Oddio, lo sapevo, lo sapevo…” sospira Bell prima di attaccarsi all’inalatore.

“Generale, lasci in pace il povero Bell. Sentiamo il programma fino in fondo, e alla fine vedremo se sarà il caso di apportare qualche modifica…” cerca di calmarlo Wright.

“Passiamo ora all’abilità’ dei giochi di squadra con la palla…” riprende a parlare Blanco.

“Ecco, la palla, pure questa ci mancava.” protesta ancora Byjove. “Almeno si tratta di una palla di ferro, una palla da cannone, insomma?”

“Generale, ma che dice? Non è un’esercitazione militare…” replica Blanco.

“Lo sapevo, dovete cambiare nome alla manifestazione. Questi sono i giochi degli smidollati!”

“Vedo che il generale ha compreso pienamente lo spirito di questi giochi…” mormora Moore.

“Il confronto tra classi avverrà sulla base di mini partite a tempi ridotti…

“Ma certo, poverini,” bofonchia Byjove, “sennò si stancano troppo…cinquanta giri di corsa del cortile con lo zaino militare sulle spalle, altro che mini partite!”

“Non è possibile…” si lamenta stremata Blanco.

“Esaminiamo queste mini partite.” continua Wright, per dare un momento di tregua all’esausta Blanco.

“Tutti i giocatori dovranno partecipare alla partita ed il campo gara misurerà 16 metri per 8…”

“Nooo…troppo grande questo campo, così corrono troppo. Perché non li facciamo giocare in uno sgabuzzino?” borbotta Byjove .

“I giocatori in campo saranno da 3 a 5 per ogni classe…”

“In un campo così grande?” trasecola il militare. “Ma non saranno troppi? Un’esercitazione militare in un bosco, ecco cosa ci vorrebbe!”

“Generale,” interviene Moore, “stiamo parlando di ragazzi…”

“Appunto! Il futuro della nazione! Devono essere forgiati nel fuoco!”

“Vuole organizzare i giochi in un’industria siderurgica?” suggerisce Moore.

“E perché no? Bravo Moore, ora sì che ragiona! Qualche mese a lavorare in una fabbrica raddrizzerebbe loro la schiena!”

“Ma almeno ha capito che era una battuta?” bisbiglia Moore alla vicina Blanco.

“Continuiamo con questi giochi…” riprende Wright. “Ci saranno il mini volley…”

“Tutto mini, mi raccomando…Bell, dica la verità, c’è il suo zampino in tutta questa storia, vero?” insiste ancora Byjove.

“Inoltre,” prosegue Wright, “vi ricordo che le classi possono presentare esibizioni come la ginnastica artistica…”

“Ecco, lo sapevo che andavamo a finire col tutu rosa…” borbotta imperterrito Byjove.

“…oppure ricerche su temi sportivi…”

“E cosa diavolo c’entra una ricerca scritta con lo sport?? Ho capito, devo rifare tutto io….li preparo io i giochi, quest’anno!” conclude il militare.

“Lei??” esclama spaventato Bell, staccandosi dal suo inalatore.

“Esatto! Ci penso io!”

“Generale,” interviene Wright, “cerchi di ragionare, questo programma è consolidato da anni, ormai…”

“E infatti si vede! Guardi che razza di gioventù sta venendo su! Piercing, tatuaggi e capelli lunghi! Qui bisogna raddrizzare il timone, o la barca va a fondo!”

“Il timone?” esclama Super Dan confuso. “Ma sono i Giochi della Gioventù o del mare?”

“Della gioventù,” replica beffardo Moore, “ma quest’anno parteciperanno anche i marinai…”

“Sul serio?” riflette Super Dan. “Beh, non mi sembra una cattiva idea…”

“Vero?” continua Moore con un ghigno. “E il timone, ovviamente, sarà il loro simbolo.”

“Ma certo, si capisce, marinai, il timone…”

“Generale,” torna a parlare Blanco, “se lei organizzasse i giochi assomiglierebbero ad una esercitazione militare…”

“E ci trova pure da ridire? Strisciare nel fango, saltare nei fossi, montare un accampamento!”

“Un accampamento?” domanda il Presidente sempre più perplesso. “Ma i marinai che fine hanno fatto?”

“Non si preoccupi,” risponde Moore, “verranno, insieme al timone e a qualche soldato. Sa com’è, per montare l’accampamento…”

“Ah beh, certo, per montare un accampamento qualche soldato ci vuole…”

“Un accampamento?” domanda Bell sempre più preoccupato. “No, un momento, ma non eravamo rimasti al mini volley?”

“Bell,” strepita Byjove, “qui di mini c’è soltanto la sua spina dorsale! Dobbiamo raddrizzare il timone, non c’è tempo da perdere!”

“Ah, ecco,” sospira Super Dan, “il timone è tornato…”

“Visto, signor Presidente?” gli sorride impertinente Moore. “Stia tranquillo, ci sarà il timone con tutti i marinai…”

“E i soldati.” aggiunge il primo cittadino. “Non si dimentichi i soldati…“

“I soldati??” esclama Blanco. “Ma cosa c’entrano i soldati?”

“Altrimenti chi lo costruisce l’accampamento?” fa presente Super Dan.

“Visto?” esulta il militare. “Anche il Presidente è d’accordo!”

“Ma certo.” conferma Super Dan, completamente smarrito. “Ma non dimentichi il timone con tutti i marinai, mi raccomando…”

“Il timone?!” chiede Wright sconcertato.

“Tutti i marinai? Dopo i soldati?” chiede Blanco. “Ma cos’è, un’esercitazione delle forze armate unificate?”

“Forze armate unificate? Ecco, lo sapevo, l’avevo detto che finiva così…” si affligge Bell.

“Un’esercitazione delle forze armate unificate?” sobbalza Byjove. “Blanco, lei è un genio! Una grande idea!”

“No, un momento…” cerca inutilmente di protestare la donna.

“Questi giochi si svolgeranno sul modello di un’esercitazione delle forze armate unificate!” dichiara Byjove esaltato.

“E non si scordi del timone…” aggiunge Super Dan.

“Il timone?!” bofonchia Byjove disorientato.

“Massì, il timone.” interviene Moore. “Con i marinai. Sa, il Presidente ci tiene molto…”

“Ah, beh, se ci tiene tanto, allora, chiamerò il mio amico ammiraglio…”

“Io ancora non riesco a capire…” mormora Wright avvilito.

“Capire? Mio caro amico,” lo conforta Moore, “lei pretende davvero troppo…”

“Allora è deciso.” prende la parola Byjove. “Quest’anno i Giochi della Gioventù verranno organizzati dal sottoscritto! A verbale!”

“Senza dimenticarci il timone e i marinai!” aggiunge Super Dan.

“Ci mancherebbe altro!”

“E i soldati…” consiglia Moore con un sorriso.

“Senz’altro!” conclude Super Dan.

“Scusate, ma cosa c’entrano i soldati con i Giochi della Gioventù?”

Tutti si voltano verso la porta. Ha parlato la First Lady, entrata senza bussare, come sua consuetudine.

“Sì, i soldati.” ribadisce Super Dan. “Sennò chi lo monta l’accampamento?”

“Un accampamento?” domanda Gwendoline sempre più perplessa.

“Ogni esercitazione militare che si rispetti ha i suoi accampamenti.” chiarisce Byjove.

“Esercitazione militare??”

“Col timone…” aggiunge Moore sorridendo.

“E i marinai…” conclude il primo cittadino.

“Un’esercitazione militare col timone e i marinai?!” domanda sconcertato Bell.

“E a forze armate unificate…” soggiunge Moore ironico.

“Forze armate…cosa?” chiede la First Lady.

“Un’esercitazione delle forze armate unificate, ha capito bene!”

“Vede, Milady (ma’am), secondo il generale è una questione di schiene e spine dorsali…” spiega Moore.

“Esatto, lo può dire forte!” ribadisce Byjove.

“Ma che fate, aprite un reparto ortopedico, per caso?” domanda la First Lady ormai sconcertata.

“Ma no, cara, no…” risponde Super Dan, che poi si rivolge a Moore. “Non apriamo mica un reparto ortopedico, vero?”

“No, stia tranquillo,” lo rassicura il britannico, “una volta che saranno arrivati i marinai col timone, i soldati per montare l’accampamento e il generale per raddrizzare la schiena dei ragazzi, direi che dovremmo essere a posto, non trova?”

“Si, ma certo, senz’altro…” risponde ormai smarrito Super Dan.

“Scusate, mi sono perso…” accenna Bell timidamente.

“Bell, si compri una bussola e trovi la strada di casa!” risponde brusco Byjove.

“Ma un navigatore non sarebbe più comodo?” fa presente il primo cittadino, totalmente disorientato.

“Sì,” osserva Moore, “ma ogni buon soldato si affida alla cara, vecchia bussola, vero generale?”

“Senz’altro! Una bussola e lo zaino sulle spalle, altro che queste moderne tecnologie da mammolette. Bravo Moore. Bell, si compri una bussola e si prepari a partecipare ai giochi!”

“Cosa?!” strabuzza gli occhi Bell.

“E vogliamo lasciare il povero Bell tutto solo?” domanda il Capo di Gabinetto con un ghigno.

“Questo mai!” scatta sull’attenti Byjove. “Ci sarò anch’io, in prima linea, come ai vecchi tempi!”

“Soltanto voi due per rappresentare il nostro governo?” sottolinea Moore. “In fondo di voi due il vero soldato è soltanto lei, pensavo che un altro uomo valoroso, forse…”

“Assolutamente!” sbotta Byjove. “Ha ragione. Il nostro Presidente parteciperà con noi, come un vero leader!”

“Cosa?! No, un momento, questi erano i Giochi della Gioventù…”

“Ma ora sono diventati un’esercitazione militare, non lo dimentichi. E da vero condottiero lei li guiderà verso la vittoria, giusto generale?”

“Ben detto, Moore!” esclama Byjove.

“Generale, scusi,” interviene Wright, “ma non le sembra di esagerare un po’?”

“Ecco un altro giovane che ha bisogno di una bella raddrizzata alla schiena. Wright, lei è arruolato!”

“Che cosa?? Arruolato? Ma io non ho neppure fatto il militare!”

“Appunto! Meglio tardi che mai! Lei parteciperà ai giochi con noi! È deciso!”

“Bene,” prende al volo l’occasione Moore, “direi che possiamo mettere tutto a verbale…”

“No, aspettate…” balbetta Super Dan, mentre Bell sta per accasciarsi a terra, aggrappato al suo inalatore.

“Silenzio. Il generale ha ragione.” interviene decisa la First lady. “Un po’ di movimento ti aiuterà a smaltire tutto quello che hai mangiato a Natale e a capodanno.”

“A verbale. Naive, ha scritto tutto?” conclude Moore.

“Tutto…beh, almeno quello che sono riuscita a capire…”


LA SETTIMANA SEGUENTE, IN UN BOSCO AI MARGINI DELLA CAPITALE.

Nel bosco adiacente la capitale la folla applaude i giovani, che sfilano sotto la tribuna d’onore, dove hanno preso posto delle nostre vecchie conoscenze…

“Signor sindaco, come le sembra la parata dei nostri ragazzi?” domanda Blanco, cercando di rompere il ghiaccio.

“Sì, certo, è una sfilata piuttosto…ecco…diciamo…originale. Sì, ecco, diversa dal passato…”

“Lo può ben dire.” interviene Byjove. “Questa è una vera sfilata, non una passeggiata di rammolliti, come gli anni passati!”

“Rammolliti…?” esclama interdetto il sindaco Macfarlane.

“Guardi che spettacolo!” gioisce Byjove, mentre sotto i loro occhi passa un gonfalone della marina militare.

“Scusate, ma cosa c’entra quel vessillo…” fa appena in tempo ad accennare il sindaco un po’ confuso, quando un grido lo interrompe.

“I marinai! Ecco i marinai!” strilla Super Dan.

“Glielo avevo detto che ci avrebbero partecipato, signor Presidente,” lo rassicura il Capo di gabinetto.

“I marinai?!” domanda il sindaco sempre più perplesso.

“Ma certo, la marina militare! Chi credeva che fossero, dei bagnini?” grugnisce Byjove.

“No, ma non capisco…”

“Scusate,” interviene titubante Super Dan, “ma il timone che fine ha fatto?”

“Giusto, il Presidente ha ragione.” continua Moore provocante. “Il timone del Presidente dov’è?”

“Ma di che sta parlando?!” domanda stupito Bell.

“Del timone.” insiste Moore con un sorriso. “Dopo i marinai…”

“Doveva esserci il timone…giusto Moore?”

“Ma certo, signor Presidente. Il timone dei marinai…”

“Il timone…scusate, temo di non aver afferrato bene…” balbetta il sindaco.

“D’accordo, niente scherzi, tirate fuori il timone del Presidente!” tuona Byjove.

“Il timone del Presidente…” farfuglia il sindaco Macfarlane smarrito.

“Il mio timone, dov’è il mio timone?” continua Super Dan.

“Qualcuno ha visto il timone del Presidente?” domanda Moore ai presenti.

“Veramente non so neppure di cosa stia parlando…” risponde incerto Bell.

“Bell, lei non sa neppure di essere già morto, figuriamoci se può sapere dov’è il timone del Presidente!” lo rimbrotta Byjove.

“E questi chi sono, adesso??” domanda il sindaco ormai sconcertato.

“E chi crede che siano? Giocolieri del circo? Sono soldati, per mille baionette!” sbotta Byjove.

“Visto, signor Presidente,” continua Moore impertinente, “ci siamo persi il timone, ma sono arrivati i soldati.”

“Per montare l’accampamento, giusto?” chiede Super Dan.

“Esatto!” risponde Moore. “Al nostro Presidente non si può nascondere proprio niente…”

“L’accampamento…” balbetta incredulo il sindaco.

“Si, comunque all’appello manca sempre un timone…” punzecchia Moore.

“Giusto!” sbotta Byjove. “Che fine ha fatto il timone?”

“Ancora questo timone…” mormora smarrito il sindaco.

“Sì, il mio timone, dov’è il mio timone?” domanda Super Dan.

“Chiedo scusa,” interviene Blanco, “ma i ragazzi che fine hanno fatto?”

“Sono spariti anche i ragazzi, adesso?” chiede totalmente disorientato il sindaco.

“Non saranno mica finiti col timone, vero?” provoca Moore.

“Cosa? Adesso basta!” sta per esplodere Byjove. “Passi il timone, ma sui ragazzi non si scherza! Tirate fuori il timone ed i ragazzi, chiaro?”

“Giusto!” lo sostiene Super Dan. “Prima il mio timone, poi i ragazzi!”

“E quelli cosa sono…??” sussurra il sindaco, ormai sconvolto.

“Le attrezzature per montare l’accampamento!” replica Byjove orgoglioso. “Cosa pensava che fossero, mobili dell’Ikea?”

“Allora l’accampamento si fa!” esulta il primo cittadino.

“Ma certamente!” lo rassicura Byjove. “Ci saranno i soldati, l’accampamento…”

“Ma il timone no, quello è proprio sparito, a quanto pare…” insiste impertinente il britannico.

“D’accordo, adesso basta!” sbraita il militare. “Da qui non va via nessuno se non salta fuori il timone, è chiaro?”

“Scusi,” balbetta il sindaco, “ma questo timone…”

“Sa per caso dov’è il timone? Sindaco, non faccia scherzi, se sa qualcosa parli, o la iscrivo alle esercitazioni militari!”

“Esercitazioni militari??” esclama il sindaco Macfarlane. “Ma questi non sono i Giochi della Gioventù?!”

“Roba da debosciati! Che razza di gioventù può venir fuori da simili giochi? Per fortuna che c’ero io…”

“Sì, una vera fortuna,” interviene Moore, “il generale ha organizzato i giochi, quest’anno, sa…”

“Esatto. Un’esercitazione delle forze armate unificate!” afferma fiero Byjove.

“Esercitazione…” sono le ultime parole che escono dalla bocca del sindaco esterrefatto.

“Vede, era una questione di schiene e spine dorsali…” aggiunge Moore con un sorriso.

“Assolutamente! Tutte da raddrizzare!” precisa Byjove.

“Generale, mi scusi…” tenta inutilmente Bell di riportarlo alla ragione.

“A cominciare dalla sua, Bell!” strepita il militare.

“Ecco, lo sapevo…” mormora il Segretario del Tesoro, prima di afferrare il suo inalatore.

“A proposito di esercitazioni,” continua Moore, “dell’accampamento chi se ne occuperà?”

“E chi vuole che se ne occupi? Il sottoscritto, insieme ai miei soldati!”

“Giusto!” esclama Super Dan. “L’accampamento si farà!”

“Con i soldati, il generale e i marinai…” insiste il britannico.

“Perfetto! Tutto secondo il mio programma!” conclude soddisfatto Byjove.

“Tranne che per il timone…” continua a girare il coltello nella piaga Moore.

“Ma questo timone…” accenna a una domanda Wright.

“È il mio timone, lo rivoglio!” lo interrompe Super Dan.

Nel frattempo passano in rassegna i piloti dell’aviazione militare.

“E questi altri, chi sarebbero??” domanda sconcertato il sindaco.

“E chi vuole che siano? Ballerini del Bolshoi? Sono aviatori! Per mille cannoni, sindaco, andiamo davvero male. Non ha riconosciuto i marinai, non ha riconosciuto i soldati e adesso neppure i piloti. Ma lei, per caso, è parente di Bell?”

“Io? E cosa c’entro io, adesso?” sobbalza Bell sulla poltrona.

“Ho capito.” conclude Byjove. “Anche il sindaco ha bisogno di raddrizzare la spina dorsale. Naive: iscriva immediatamente il mollusco qui presente alle esercitazioni!”

“Cosa??” esclama Macfarlane.

“Generale, si calmi.” interviene prontamente Blanco. “Il sindaco è qui per godersi lo spettacolo, non per parteciparvi. Piuttosto…”

“Piuttosto si occupi di una cosa più importante…” giunge in suo soccorso Moore. “…il timone del Presidente, che fine ha fatto?”

“Giusto! Il mio timone!” esclama Super Dan.

Ma i ragazzi hanno appena finito di sfilare per ultimi e il momento del discorso del sindaco è giunto. Il primo cittadino locale si alza e va verso il microfono. Nel frattempo, alle sue spalle…

“Stia tranquillo, signor Presidente,” bisbiglia Byjove a Super Dan, “troverò il suo timone a costo di perlustrare tutto il bosco…”

“Bene, generale, conto su di lei.”

“Piuttosto, signor Presidente,” mormora Byjove, “sa cosa dirà questo stoccafisso, durante il discorso?”

“Le solite cose, suppongo, si ricordi la riunione della settimana scorsa: tutti protagonisti, nessuno escluso…

“Avevo ragione io, questo debosciato dev’essere parente di Bell. Beh, in questo caso, signor Presidente, se permette…”

“Permetto, permetto…”

Il presidente Daniel Kramp ed il generale Byjove chiudono gli occhi e iniziano a scivolare dolcemente tra le braccia di Morfeo…

Continua…

Alla prossima settimana. Sigla!

Super Dan
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