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6 Feb

Episodio 27 – I Giochi della Gioventù – Parte 3 – di Eugeniusz S. Lazowski

IN UNA FORESTA, AI MARGINI DELLA CAPITALE.

“Bene, ed ora seguitemi. Tutti a lanciare il vortex!” esclama Byjove.

“Beh, poteva andare peggio…” borbotta Super Dan.

Giunti in un altro spiazzo, una pedana per il lancio attende i ragazzi.

“Eccoci qua. Adesso, uno alla volta eseguirete il lancio del vortex,” spiega Byjove, “che altro non sarebbe che quel simpatico oggetto così simile ad una bomba a mano…”

I ragazzi si alternano sulla pedana, finché non arriva il turno dei nostri eroi…

“Bell, tocca a lei. In pedana! Afferri il vortex e lo lanci il più lontano possibile!” strilla Byjove.

“Vortex? Sarebbe quella specie di birillo, vero?” domanda Bell.

“Birillo? Granata, Bell, assomiglia ad una granata!” borbotta Byjove. “Birillo, che vergogna…”

Bell afferra l’oggetto e, imitando i ragazzi, tenta invano di girare su se stesso, finendo per inciampare e cadere a terra, lanciando così il vortex dritto sul naso di Super Dan, che vola all’indietro.

“Aahh! La mia schiena!” si lamenta Bell, a terra.

“Aahh! Il mio naso!!” strilla il Presidente Kramp, sdraiato sull’erba, con le mani sul naso rosso e il parrucchino sceso davanti agli occhi.

“Beelll!!!” è il grido di Byjove, che scuote anche gli alberi. “Cosa ha fatto? Ha colpito il nostro Presidente in faccia!”

“Peggio, sul naso…” aggiunge Moore ironico.

“Ha sentito? Peggio, sul naso!!” grida Byjove.

“E lo ha pure spettinato…” continua Moore.

“E lo ha pure spettinato!!” sbraita il militare.

“Generale,” replica Super Dan stizzito, con una mano sul parrucchino, rimesso in piedi dagli uomini della scorta, “non mi ha spettinato nessuno, i miei capelli stanno benissimo!”

“I suoi capelli stanno benissimo, è chiaro?” gli fa eco Byjove.

“Come il naso e la schiena…” punzecchia Moore.

“Come il naso e la schiena, capito?” ripete il generale gridando.

“No, il mio naso no, il naso mi fa male!” impreca Super Dan.

“No, il suo naso gli fa male!” seguita Byjove. “Bell, questo è un attentato alla vita del Presidente…”

“Scusatemi, ma sono inciampato, non l’ho fatto apposta…”

“…e sa cosa prevede la legge? La pena di morte!”

“Cosa??” impallidisce Bell.

“Sparisca dalla mia vista e torni nel suo loculo!! Avanti un altro!”

Wright esegue un lancio appena dignitoso, sufficiente ad evitargli le ire del generale.

“Bene, ed ora tocca al nostro Presidente…”

Super Dan avanza, zoppicando e sofferente, afferra il vortex e…

Cerca invano di girare su stesso, ma una fitta di dolore nella schiena lo sbilancia, facendolo cadere al suolo, mentre compie un doppio avvitamento carpiato.

Il vortex parte come un razzo verso Ms Brontenserious, che per nulla sorpresa, lo colpisce al volo col suo frustino, deviandolo sul naso di Bell, che si accascia a terra.

“Complimenti, signor Presidente!” esulta Byjove. “Ha centrato in pieno il bersaglio!”

“Davvero?!” chiede perplesso Super Dan.

“Generale, ma che dice!” reagisce Blanco, che va a soccorrere il malcapitato, insieme agli uomini della scorta.

“Bersaglio centrato, lombrico abbattuto!” replica Byjove soddisfatto. “Uomini, raccogliete i suoi resti e gettatelo in qualche fosso…”

“Generale, non le sembra di esagerare un po?” interviene Moore, cercando di rabbonirlo. “E poi ora dobbiamo pensare all’ultimo lancio, il più importante: il suo…”

“È vero! Manco io!” esclama Byjove, distratto ora da Moore. “Fate largo, e guardate come si lancia! Soldati, portatemi il mio vortex!”

Un soldato si avvicina per porgergli una scatola, che contiene il suo vortex personale. L’oggetto appare subito differente dagli altri vortex.

“Blanco, non le sembra diverso dagli altri?” domanda Moore.

“Sì, mi sembra più scuro, e poi la forma…”

In quell’istante Byjove inizia a roteare su se stesso come una trottola impazzita, il vortex parte come una palla di cannone, volando in alto, lontanissimo, verso gli alberi, dove…

Tutti i presenti si buttano a terra impauriti, alcuni alberi esplodono, una pioggia di schegge di legno cade tutt’intorno.

“Ma che diamine è successo?” domanda Blanco spaventata.

“Un attentato?” chiede Bell.

“Ma no, ma no, ma quale attentato…” risponde Byjove con un sorriso. “…era il mio vortex!”

“Il suo vortex??” chiede Blanco sorpresa. “Ma che razza di modello era?”

“Modello militare.” risponde Byjove con un sorriso.

“Militare? E cioè?” chiede timoroso Bell.

“Granata a frammentazione in metallo.” risponde fiero il militare.

“Cosa?!” esclama Blanco. “Generale, ma è impazzito? Lo sa quanti ragazzi ci sono qui?”

“Appunto per questo, i soldati del futuro, gli eroi del domani! Devono abituarsi alla fatica, al fango…”

“…e alle granate a frammentazione…” lo interrompe Moore.

“Esattamente! Moore, lei ha capito tutto!”

“Generale,” tenta di farlo ragionare Bell, “lei deve capire che si tratta solo di ragazzi, che stanno vivendo una fase molto particolare delle loro vita e …”

“E lei, Bell, deve capire che questa fase della sua vita potrebbe essere giunta al termine…”

“Gulp!” deglutisce il segretario del Tesoro, mentre cerca il suo inalatore.

“Penso sia meglio sgomberare il campo e prepararci per la prossima esercitazione, che ne dice signor Presidente?” domanda ironico Moore.

“Ancora??”

“Ma certo! Generale, ci guidi verso la prossima avventura! Siamo nelle sue mani esperte!” lo incita Moore.

“Senz’altro! Seguitemi, miei prodi, verso la gloria!”

Tutti i presenti vengono condotti in una radura piena di zaini.

“Eccoci arrivati!” esclama Byjove. “Si tratta di attraversare il bosco a piedi, utilizzando delle mappe e la bussola, per raggiungere la meta. Vince chi la raggiunge prima. Tra alberi e vegetazione, dovremo percorrere vari chilometri, sempre con zaino in spalla e in tenuta da combattimento, è chiaro?”

“Ma è proprio necessario?” domanda Bell.

“Bell, cosa della parola esercitazione non le è ancora chiaro?” risponde Byjove.

“No, sa, pensavo, come alternativa, ad una bella passeggiata nel bosco, per godere della bellezza della natura…”

“Certo, e dopo magari ci facciamo un bel picnic e raccogliamo anche dei fiori..”

“Adesso che lo dice, effettivamente mi sembra una buona idea…”

“Bell!! Questi zaini diventeranno un tutt’uno con le vostre spalle, ha capito? Scattare!” risponde Byjove.

Il gruppo di ragazzi, capeggiati da Byjove, entra nella boscaglia, con i nostri tre eroi nella ultime posizioni. La marcia forzata si svolge come previsto, con Byjove che procede come un carro blindato, seguito dai giovani entusiasti e dai tre colleghi di governo un po’ meno entusiasti.

“Aiuto!!” riecheggia la voce di bell nella boscaglia. “Aiuto, un mostro, salvatemi!”

Immediatamente accorre Byjove con la sciabola in mano. “Un mostro? Dov’è? Ci penso io!”

Le foglie di un albero si scuotono, rivelando l’identità del “mostro”: uno scoiattolo…

“Beeellll!!!!” è l’urlo di Byjove che si diffonde in tutta la foresta…

Giunti alla meta, stremati, tra i sorrisi dei giovani e i lamenti dei meno giovani, viene proclamato il vincitore, che non poteva essere che Byjove.

“Un applauso al nostro vincitore!” annuncia Moore. “Ed ora, cedo la parola al nostro valoroso campione, che vi spiegherà la prossima esercitazione…”

“Cosa? Ma non era finita??” si lamenta Bell.

“Ho i piedi gonfi come due zampogne…” sospira stremato Super Dan.

“Grazie, Moore, grazie. Amici, ho voluto lasciare alla fine una delle esercitazioni che preferisco: il percorso a ostacoli…”

“Ostacoli? Ma perchè, non ne abbiamo già superati abbastanza?” si domanda Wright.

“L’intero percorso verrà compiuto con lo zaino sulle spalle…” spiega Byjove. “…ha capito, Bell? Inizieremo con una arrampicata ad una fune di 20 metri…”

Gli sguardi dei nostri tre amici si incrociano l’un l’altro tristemente, una lacrima solca il viso di Bell.

“…una volta giunti in cima, dovrete scendere, calandovi dalla medesima fune, non precipitando, ci siamo intesi?” continua il generale, fulminando con lo sguardo i tre membri del governo.

“…poi, di corsa, raggiungerete un muro alto 3 metri, che scalerete con l’aiuto di una corda appesa…”

“Un muro di 3 metri…” borbotta Wright.

“…una volta saltati giù dall’altra parte,” continua imperterrito il militare, “correrete ad affrontare l’arrampicata sulle reti, alte 5 metri. Poi dovrete strisciare faccia a terra, al di sotto di un basso tetto di filo spinato. Al termine di tutto ciò…”

“…un’ambulanza ci porterà via…” mormora Bell, con l’inalatore in mano.

“…andrete con entusiasmo a correre, infilando i piedi nei pneumatici disposti a terra…”

“Bene. Almeno è finita…” mormora Super Dan agli altri due.

“E per concludere…”

“Taccia, signor Presidente, taccia, per favore…” lo supplica Bell.

“…camminerete…”

“…come Gesù sulle acque…” bisbiglia Wright con lo sguardo perso nel vuoto.

“…in equilibrio su un tronco, mentre, attorno a voi, scoppieranno bombe e spari…”

“Cosa?!” esclama Super Dan. “Ma che finale è, all’obitorio?”

“…ma state pure tranquilli,” conclude esaltato Byjove, “saranno solo mortaretti.”

“Ah, ecco, ora mi sento meglio…” borbotta il Presidente.

“Già, molto meglio,” conclude Bell, “moriremo di fatica, invece che sotto il fuoco del nemico…”

“Forza ragazzi, petto in fuori e zaini in spalla!” esclama il generale.

I ragazzi partono ad eseguire gli esercizi, senza patire la fatica, eccitati da questa nuova esperienza. Ma alla fine, inevitabilmente, arriva il turno dei nostri tre sfortunati eroi…

“Bell, che diamine sta aspettando?” sbraita Byjove. “Si arrampichi su quella dannata fune, sono solo 20 metri!”

Bell, con i piedi a terra, non sale di un centimetro, avvinghiato alla corda…

“Bell, vuole decidersi a tirarsi su? Ma cosa fa, sta cercando di strangolarsi con quella corda? Sembra un contorsionista alcolizzato!”

Dopo uno sforzo supremo, Bell si accascia al suolo: “Fatto!”

“Fatto?!” sbraita Byjove. “Bell!! L’unica cosa che ha fatto è cercare di stritolare quella povera fune!!”

“Ma…come, sono ancora qui?!” si domanda stupito il Segretario del Tesoro.

“Sì, Bell, è ancora qui, e se non sparisce all’istante la lascerò qui per sempre, perché scaverò una buca per seppellirla dentro!”

“Oddio…” mormora Bell, già stremato, cercando l’inalatore.

“Wright, tocca a lei, e niente scherzi!”

Il Segretario degli Interni avvicina tremante alla fune e inizia ad arrampicarsi.

“Forza Wright, è salito a malapena di un paio di metri!” tuona la voce di Byjove. “Ma cosa avete al posto dei muscoli, purè di patate??”

Dopo aver dato fondo alle ultime energie rimaste, Wright si ferma a metà percorso, per poi scivolare giù, dove crolla a terra, esanime.

“Portatelo via! Wright, in nome dell’umanità: si vergogni! Signor Presidente, almeno lei, tenga alto l’onore del governo!”

Super Dan afferra la fune, si solleva da terra e poi inizia il suo calvario.

“Su con le braccia e poi su con le chiappe!”

“Sulla prima parte posso anche essere d’accordo, ma sulla seconda la vedo dura…” commenta acido Moore.

“Pant…pant…generale…Moore…puff…puff…volete lasciare…” bofonchia il Presidente, in grande affanno.

“Volete lasciare…cosa sta dicendo? Non capisco. Generale, lei ha capito?” domanda Moore con finto candore.

“No, non capisco…cosa vuole lasciare, signor Presidente? Spero che non voglia lasciare la fune!”

“Pant…pant…volete lasciare…in pace…” sibila Super Dan, mentre si aggrappa disperatamente alla corda.

“In pace, ha detto in pace…” osserva Moore. “Forse ha in mente qualcosa…”

“Qualcosa sulla pace?” chiede il generale sorpreso. “Ma che c’entra la pace, adesso? Vuole organizzare un summit sulla pace, proprio adesso che sta svolgendo un’esercitazione militare??”

“No…pant…pant…non avete capito…puff…puff…lasciate…in pace…” sbuffa Super Dan, rosso in viso come un’aragosta.

“Lasciate che la pace…” riflette Blanco, “…ah, ci sono…forse intendeva: lasciate che la pace sia con voi…”

“E con il tuo spirito. Amen.” aggiunge Moore.

“Ma che sta facendo, sta pregando, adesso?!” borbotta Byjove.

“Credo di sì. Sa, generale, di solito si usa, prima di tirare le cuoia…” suggerisce Moore ironico.

“Tirare le cuoia?” sbotta Byjove. “Eh no, signor Presidente, niente scherzi, il paese la sta guardando. Prima arrivi in cima alla fune, almeno!”

“Voi due…pant…un giorno o l’altro…pant…mi farete…”

“Cosa? Ma che sta dicendo, signor Presidente?” insiste Moore. “Si faccia capire…”

“Moore…pant…un giorno di questi…pant” dice Super Dan, sudando e sbuffando, con il parrucchino che scende sempre più sugli occhi.

“La pace, un giorno…signor Presidente,” continua il britannico, “non riusciamo proprio a capire. Io le consiglierei di concentrarsi di più sulla fune, lei che dice generale?”

“Assolutamente! Bando alle ciance e si tiri su. Braccia, gambe, chiappe, forza…”

“Ancora…pant…pant…lasciate in pace…”

“Ancora con questa pace?!” borbotta Byjove. “E va bene, se proprio ci tiene alla fine di queste esercitazioni, Moore le organizzerà un bel summit sulla pace, va bene? Adesso, però, pensi a quella dannata corda. Braccia, gambe, chiappe, forza, forza…”
“Ancora…con le…mie..” balbetta esausto, col parrucchino ormai sceso dinanzi agli occhi, il collo gonfio come un salvagente, ed il viso violaceo.

“Aaahhh!!”

Il Presidente scende come un razzo lungo la fune, atterrando sulle natiche.

“Ecco, adesso finalmente può dire al generale, tutto ciò che vuole…” suggerisce Moore sorridendo.

“Signor Presidente,” borbotta seccato Byjove, “ma c’era bisogno di scendere così di fretta?”

Super Dan si sdraia a terra stremato, col parrucchino sulla faccia, respirando come un sifone otturato.

“Signor Presidente,” si avvicina Moore, insieme agli uomini della scorta, “il generale ha ragione, ma cos’è tutta questa fretta?”

“Che Dio…pant…la fulmini…pant…Moore…” è il borbottio che esce dalla bocca di Super Dan.

“Moore,” commenta Byjove, “credo che ce l’abbia con lei…”

“E lei, generale…pant…pant…lasci in pace le mie chiappe…”

“Generale,” risponde Moore, “credo che ora ce l’abbia con lei…”

Nel frattempo i giovani proseguono il percorso, raggiungendo il muro da scalare alto 3 metri, dando così il tempo ai nostri eroi di riprendere fiato.

“Forza, correte verso il muro! tuona la voce di Byjove. “Dovete scalarlo!”

“E adesso come faccio?” si domanda Bell, mentre saltella davanti al muro cercando di superarlo.

“Bell! C’è una corda appesa, secondo lei ci sta a fare, per ornamento?”

“Beh,” osserva il Segretario del Tesoro, “effettivamente fa la sua figura…”

“Bell!!! afferri quella corda e si tiri su!!”

Il malcapitato rappresentante del governo mette ogni energia, riuscendo a superare il muro…

“E adesso salti giù dall’altra parte!” sbotta Byjove.

“Aahh!”

“Ho detto saltare, non schiantarsi al suolo! Uomini, raccogliete quell’ectoplasma spalmato sul terreno e portatelo via! Wright, avanti, che aspetta?”

L’esausto Segretario degli Interni afferra la corda e, puntando i piedi sul muro, riesce faticosamente a superarlo, anche se l’atterraggio non è esemplare.

“Signor Presidente, tocca a lei!”

Super Dan si avvicina al muro, salta per afferrare la corda e appoggia i piedi sul muro, ed inizia uno sforzo titanico per superarlo.

Il sudore scende negli occhi, il parrucchino pure, ma è tutto inutile. Ecco allora Byjove accorrere in suo soccorso.

“Oh issa! (Heave-ho!) Oh issa!” grida il generale, mentre spinge le chiappe di Super Dan. “Si tiri su con le braccia, spinga queste chiappe!”

“Generale…” sbuffa Super Dan, accecato e stremato, “…per l’ultima volta, lasci in pace le mie chiappe!”

“Oh issa!” l’ultima spinta di Byjove è così forte che lo fa volare oltre e atterrare con la pancia e la faccia sul terreno.

“Atterraggio perfetto!” esulta Moore. “Il Presidente ce l’ha fatta!”

Gli uomini della sicurezza sollevano da terra il primo cittadino, mentre sua moglie amorevolmente gli rimette a posto il parrucchino.

“Generale, è impazzito per caso? Voleva ammazzarmi?” biascica confuso Super Dan, ancora stordito.

“Giammai! Il paese la guardava, lei doveva superare il muro!”

“Se non ricordo male ora bisogna correre al prossimo ostacolo, vero generale?” chiede Moore cinico.

“Assolutamente! Di corsa, presto, tutti alle reti!”

I tre partono verso l’ostacolo successivo, che i giovani stanno già finendo di affrontare.

“Quale sarebbe il prossimo supplizio?” chiede Bell stravolto.

“Supplizio? Bell, in famiglia noi lo consideriamo un passatempo: l’arrampicata sulle reti!”

“Scusi, ma quanto sono alte?” domanda Wright spaventato.

“Alte? Basse, vorrà dire. Sono basse 5 metri.” replica Byjove. “Forza Bell, i ragazzi hanno terminato, tocca a lei!”

Lo sventurato Segretario del Tesoro si aggrappa alle reti, cercando di fare del suo meglio, ma il suo meglio è meno del peggio per il generale.

“Beeelllll!!!!” il grido di Byjove fa scappare in volo tutti gli uccelli del bosco.

“Oddio, aiutatemi! Tiratemi fuori di qui!” strilla Bell, incastrato nella rete, a testa in giù.

“Sto per vomitare, aiutatemi!”

“Soldati!” ordina Byjove. “Tirate giù quel mollusco e ributtatelo a mare! Wright, è il suo turno, non mi deluda!”

Il giovane Wright, con l’intento di portare al termine questa prova, decide di muoversi lentamente, per evitare di fare la fine di Bell.

“Wright, vogliamo darci una mossa? Un bradipo è più veloce di lei!”

Ma Wright, incurante delle grida, continua nella sua tattica prudente, riuscendo così, dopo molti minuti, a finire il percorso.

“Era ora! Signor Presidente, tocca a lei, avanti!”

Super Dan comincia ad appoggiare i piedi sulla rete, muovendosi lentamente, nella speranza di non caderci dentro, come Wright. Ma l’illusione di potercela fare dura poco, poiché una gamba si infila dentro le maglie larghe della rete.

“Signor Presidente, ma che ha combinato? Tiri fuori quella gamba e prosegua il percorso!” strilla il generale.

Gli sforzi di Super Dan sono sovrumani, il viso diventa rosso, le vene del collo rischiano di esplodere, ma il suo peso rappresenta un ostacolo insormontabile.

“Allora, signor Presidente!” strilla ancora Byjove. “Sollevi il corpo ed estragga la gamba dalla rete!”

“In parole povere, il generale le sta suggerendo di tirare su la pancia e le chiappe!” aggiunge Moore.

“Ho detto di lasciare in pace….oohhh!”

Super Dan rischia di rovesciarsi come Bell, rimanendo aggrappato alla rete con una mano, mentre con l’altra si tiene elmetto e parrucchino.

“Bravo, così,” lo sfotte Moore, “continui a tenersi l’elmetto e il parrucchino, è sulla strada giusta!”

“Moore, ma che diamine sta dicendo?” sbraita Byjove. “Signor Presidente, non lo ascolti, deve sollevare la pancia e le chiappe dalla rete, se vuole liberarsi!”

“Ancora?? Vi ho già detto di lasciare in pace le mie chiappe!” grida Super Dan.

“Quindi possiamo continuare a parlare della sua pancia?” chiede Moore irriverente.

“Noo!! Io non ho nessuna pancia!”

“Signor Presidente,” interviene Bell, “la negazione della realtà è un meccanismo che si attiva perché il riconoscimento di una particolare situazione scatena una sorta di terremoto nella propria esistenza…”

“Beelll!!!” strilla Super Dan a pieni polmoni, riuscendo per un attimo a sollevarsi, salvo poi perdere l’equilibrio e rotolare lungo la rete come una gigantesca palla da bowling…SBAM!

“Che botta!” commenta Blanco, preoccupata.

“Un modo come un altro per concludere l’esercizio…” osserva Moore.

A terra, col parrucchino sugli occhi, sempre più malconcio, Super Dan, viene aiutato dagli uomini della sicurezza.

“I capelli del Presidente sono di nuovo spettinati…” osserva Naive.

“Bene,” afferma sorridente Byjove, “come avete visto, il nostro Presidente ha concluso l’esercizio in un battibaleno!”

“Ma questo è niente rispetto alla prossima esercitazione, non è d’accordo, generale?” chiede impertinente Moore.

“Assolutamente!” concorda Byjove. “Il prossimo esercizio presenta più difficoltà di questo!”

“E allora che aspettiamo?” incita Moore. “Corriamo tutti insieme, i ragazzi ci hanno già preceduti!”

“Moore,” borbotta Super Dan, “un giorno di questi io…”

Giunti in un prato lì vicino…

“Eccoci qui. Come vedete,” spiega Byjove, “i giovani hanno già iniziato l’esercitazione. Si tratta di strisciare faccia a terra, al di sotto di un basso tetto di filo spinato. Un gioco da ragazzi…”

“”Beh, quindi dato che non siamo più ragazzi, direi che possiamo farne a meno…” propone Bell.

“Bell!” strilla ancora il militare. “Si prepari a strisciare! È ciò che comunemente fanno i lombrichi!”

Terrorizzato da Byjove e dal filo spinato, Bell si sdraia a terra ed inizia serpeggiare, procedendo lentamente a zig zag, ma avanzando di pochi centimetri.

“Bell!! Che sta combinando? Quello cosa sarebbe, il ballo della tarantola impazzita?? Avanzi, ho detto, non ondeggi!”

Bell continua a muoversi goffamente, finché l’inevitabile accade: il filo spinato e la sua divisa diventano una cosa sola.

“Aiuto!! Liberatemi! Sono bloccato dal filo spinato!”

“Soldati, liberatelo e gettatelo nella raccolta differenziata dei rifiuti (basket for the separate waste collection)! Wright, che aspetta, un ordine scritto?”

Wright si accinge ad affrontare anche questo esercizio.

Avanza con molta calma, sperando la tattica adoperata in precedenza, con la rete, funzioni ancora. Nei primi, lentissimi metri, i risultati sono quelli sperati, ma dopo un po’ il filo spinato finisce per bloccare anche lui.

“Ho capito: soldati, liberate anche questo impiastro! Wright, vada a raggiungere Bell nei bidoni della spazzatura! Signor Presidente, è rimasto l’ultimo che può tenere alto l’onore del governo! Non mi deluda!”

Super Dan, sul terreno, inizia la sua lenta avanzata.

Il passo del leopardo in stile militare ha lasciato il posto al passo del gambero ubriaco: un passo a destra, un passo a sinistra, un passo indietro, un passo in avanti.

Dopo cinque minuti Super Dan è ancora nel punto di  partenza…

“Signor Presidente,” romba la voce di Byjove, “posso sapere cosa sta facendo? Si sta muovendo, ma non è avanzato di un centimetro!”

“Il generale ha ragione!” interviene perfido Moore. “Temo sia lo stesso problema di prima, anche se lei non ne vuole parlare…”

“Il problema di prima?! E quale sarebbe?” domanda stupito il militare.

“Generale, ho paura che il fondoschiena del Presidente sia troppo voluminoso…”

“Ma certo! Ha ragione! Signor Presidente, deve tenere le chiappe e la pancia incollate al terreno, così striscerà meglio, vedrà!”

“Moore! Generale!” sbotta Super Dan. “Vi ho detto di non parlare delle mie…”

L’attacco d’ira gli è costata cara, ora anche lui si è impigliato nel filo spinato.

“Avanzi ugualmente, un vero condottiero non si arrende mai, vero generale?” urla Moore.

“Ben detto, Moore! Continui a strisciare, non si fermi!”

Super Dan riesce ad avanzare, strisciando con fatica, a causa del volume della pancia e del fondoschiena, ma ha lasciato metà dei pantaloni strappati nel filo spinato.

Terminato finalmente il percorso, ne esce fuori con parrucchino davanti agli occhi, l’elmetto storto e i pantaloni strappati. I giovani ed il pubblico iniziano a ridere.

“Ce l’ha fatta! Il nostro presidente ce l’ha fatta!” esulta Byjove.

“Già, ma non capisco perché tutti stiano ridendo…” osserva Moore con finto stupore.

“Già…perché mai?” chiede il generale.

Gli sguardi dei due seguono quelli della folla, e finiscono sui bermuda extralarge del Presidente Kramp, con i disegni di salsicce e boccali di birra…

“È inutile, posso dargli tutti i consigli del mondo in fatto di eleganza, ma alla fine fa sempre di testa sua…” si lamenta la First Lady.

“Signor Presidente,” urla Moore tra il clamore della folla, “si vede che il suo unico pensiero oggi era l’esercitazione…”

“Signori,” interviene deciso Byjove, “non permetto a nessuno di ridere dei mutandoni del Presidente, è chiaro!”

“Ha ragione il generale, i mutandoni del Presidente non si toccano!” aggiunge Moore sorridendo.

“Basta!” grida Super Dan paonazzo e con i pantaloni squarciati. “I miei bermuda non si toccano!”

“I suoi bermuda non si toccano, chiaro?” gli fa eco Byjove.

“Ma allora chi li può toccare?” domanda Moore con finta ingenuità.

“Io li posso toccare. Io e soltanto io, chiaro? Vero, orsacchiotto mio?” interviene la First Lady.

“Sentito bene?” sbraita Byjove. “Soltanto lei può…orsacchiotto?!”

Gwendoline si avvicina al marito. “Vero che soltanto io posso toccare i tuoi bermuda, orsacchiotto mio?”

“Ma certo, mia cara, lo sai che sei l’unica…” risponde Super Dan.

“Bene,” interviene Moore impertinente, “e dopo questo fondamentale chiarimento sui mutandoni del Presidente, andiamo tutti insieme ad affrontare la prossima esercitazione. Generale, vogliamo andare o ha qualcosa da aggiungere sull’argomento dei mutandoni del Presidente?”

“Beh, no, direi che sui mutandoni del Presidente è già stato detto tutto…”

“Moore!! Generale!!” è lo strillo di Super Dan che ricorda quello di Tarzan.

Qualche minuto dopo, in un prato vicino…

“Bene, eccoci giunto ad una nuova sfida!” annuncia orgoglioso Byjove. “Dovrete soltanto correre, infilando i piedi nei pneumatici che vedete disposti a terra. Tutto qui. Come vedete i ragazzi hanno già iniziato, e i miei soldati li stanno seguendo passo passo…”

“Beh, non sembra poi così difficile…” commenta Wright.

“Bell, avanti, i giovani hanno quasi terminato, si prepari…”

Bell si accosta alla doppia fila, dopodichè inizia a camminare lentamente, infilando i piedi nei pneumatici, uno alla volta, con estrema cautela.

“Uno, due, ecco, adesso un altro, e poi un altro ancora…effettivamente non è difficile…” commenta Bell.

“Cosa?! Ma cosa devono vedere i miei occhi dopo tanti anni di onorato servizio…Beelll!!!” rimbomba la voce di Byjove. “Che sta facendo, sta raccogliendo margherite in un prato?? Di corsa, deve infilare i piedi nei pneumatici correndo!!”

Bell, scosso dalle grida, inizia a correre tra i penumatici, finendo puntualmente per inciampare e volare a terra. “La mia schiena, la mia schiena!” si lamenta.

“Non è possibile…Bell, non è riuscito a terminare nemmeno una prova! Lei è la vergogna del genere umano! Wright, cominci a correre, e se prova a cadere come Bell, l’avverto, sarà dichiarato caduto sul campo!”

Wright terrorizzato comincia il suo percorso, con una andatura media che gli consente di portare a termine il percorso, anche se con fatica.

“Non è stato un fulmine di guerra, Wright, ma almeno è arrivato alla fine. Signor Presidente, a lei l’onore!”

Super Dan inizia a saltellare tra i pneumatici, la sua pancia sobbalza insieme a lui, ad ogni saltello il parrucchino lentamente si sposta in avanti verso gli occhi.

“Così, signor Presidente, continui così!” lo incita Byjove.

“Continui così,” aggiunge Moore, “solo si metta una mano sulla testa, tenga fermi i capelli, quando saltella!”

“Già, effettivamente…” riflette Byjove.

“E visto che c’è,” continua il Capo di Gabinetto, “si metta l’altra sulla pancia, per tenerla ferma!”

“Moore!” ringhia Super Dan. “Prima o poi io la…aahhh!!”

Il piede inciampa su un pneumatico, il Presidente perde l’equilibrio, il volo ricorda quello di un elefante che si accascia al suolo…

“Oddio, stavolta si è spezzato la schiena!” esclama Blanco.

Gli uomini della scorta accorrono in suo aiuto, mentre il parrucchino ha coperto i suoi occhi.

“Signor Presidente, ma che ha combinato…” commenta deluso Byjove.

“Ho capito, qualcuno deve tenere alto l’onore del governo!” afferma Byjove, che parte come un razzo, i suoi piedi saltellano dentro le ruote precisi e veloci, le sue gambe sembrano due martelli pneumatici.

“Finito!”

I presenti applaudono l’esecuzione del generale. “Visto? E ci voleva tanto?”

“Un applauso al vincitore,” lo acclama Moore, “che ancora una volta ha trionfato e che ci guiderà alla scoperta della prossima sfida, vero generale?”

“Ma certo, Moore, l’ultima sfida ci attende, la prova che chiuderà questi giochi!”

“Dio ti ringrazio…” sospira Bell.

“Sia fatta la volontà di Dio…” mormora Super Dan.

Byjove guida tutti i presenti in una piccola radura vicino. Una volta arrivati…

“E quello cosa sarebbe, una sorta di gimcana?” si domanda Blanco.

“Ecco l’ultima sfida!” esclama Byjove. “Ho fatto unire questi tronchi, sui quali voi camminerete in equilibrio, mentre, attorno a voi, scoppieranno bombe e spari…”

“Ecco, lo sapevo che finiva così…” commenta Bell attaccandosi al suo inalatore.

“Ovviamente,” continua il militare, “si tratterà di mortaretti e petardi, state tranquilli. Come vedete, i giovani hanno già iniziato, sotto la guida dei miei soldati.”

“Scusi, generale,” domanda Blanco, “ma cosa ci fa tutto quel fango sotto i tronchi?”

“Oh, una sciocchezza,” risponde Byjove con un sorriso, “ho ordinato di spruzzare due gocce d’acqua, per rendere più realistica la cosa…”

“Due gocce d’acqua??” reclama Bell. “Ma è una palude…”

“Bell! A lei anche una boccia con i pesci rossi sembrerebbe una piscina! Guardi i giovani e prenda esempio!”

Dopo un po’ tocca ai nostri baldi eroi…

“Bell! Dove si è cacciato?” sbraita Byjove.

“Chi? Io?”

“Non faccia finta di niente, è il suo turno!”

“Di già?”

“Bell! Scattare!”

Bell si avvicina al tronco, ci sale sopra e cerca di rimanere in equilibrio. Fermo, ovviamente, senza fare nemmeno un passo…

“Bell!! Cosa sta facendo, la bella statuina?” sbotta Byjove spazientito. “Si muova, deve camminare su quei tronchi, non guardarli!”

Bell inizia a camminare sul tronco, un passo dopo l’altro, lentamente.

“Così, adesso un altro passo, piano piano, ecco, così…”

“Bell!! Una marmotta in letargo sarebbe più veloce di lei!”

“Con calma, generale, con calma, io non ho nessuna fretta…”

“Bell!! Ma dove è cresciuto, in un allevamento di bradipi? Si sbrighi!!”

Bell, intimorito dalle grida, accelera il passo, quando all’improvviso i primi mortaretti iniziano a scoppiare…

“Aahhh!!”

L’atterraggio nel fango non è doloroso, ma l’onda sollevata imbratta il pubblico circostante.

“Bell!! Che ha combinato?? Ci ha riempiti tutti di fango! Soldati, raccogliete quel cencio sporco e scaraventatelo in una lavatrice! Wright, si faccia avanti!”

Wright, preoccupato, sale sul tronco ed inizia il suo percorso, procedendo con calma, per non cadere. Troppa calma, per qualcuno…

“Wright, cosa ha intenzione di fare, di passare tutto il giorni su quei tronchi?? Se continua così, su quel tronco ci farà il certificato di residenza! Si muova!!”

Il Segretario degli Interni aumenta l’andatura, riesce a completare il primo tronco, anche se in precario equilibrio, continua a forzare il passo anche sul secondo, oscillando pericolosamente, ma all’inizio del terzo tronco i petardi iniziano ad esplodere…

“Aahhh!!”

Wright sparisce anche lui nel mare di fango predisposto da Byjove…

“Soldati, raccattate quell’ammasso di fango e gettatelo nel laghetto qui vicino! Signor Presidente, almeno lei, dia l’esempio a quei due cataplasmi!”

Super Dan sale sul tronco, concentratissimo, gli occhi a fessura, il parrucchino premuto sotto il casco…

I primi passi sono lenti, incerti.

“Avanti così, signor Presidente, un po’ di coraggio, aumenti l’andatura!” lo incoraggia Byjove.

Super Dan accelera un poco la velocità, riuscendo a raggiungere il secondo tronco…

“Così! Continui così, non rallenti,” consiglia Byjove, “non guardi il fango in basso, non guardi in basso…”

“Stia tranquillo, signor Presidente, è al sicuro. La sua pancia le impedisce di vedere qualsiasi cosa sotto di lei!” grida moore con un ghigno.

“Moore!! lasci in pace la mia…PIII BOM lo scoppio di mortaretti e petardi è fatale…

“Aahhh!!”

Il volo di Super Dan assomiglia a quello di un ippopotamo che si rotola nel fango, le onde di melme sollevate ricordano l’ultimo maremoto del 2004, gli spettatori ricoperti di fanghiglia sembrano antiche statue di creta.

“Signor Presidente! Puah! Puah!” esclama Byjove, mentre sputa il fango.

“Ed ecco conclusi i Giochi della Gioventù!” interviene pronto Moore. “Un applauso al nostro Presidente, difensore degli animali, difensore delle specie protette, difensore degli ippopotami!”

Dal pubblico circostante parte un fragoroso applauso misto a risate…

Nel frattempo gli uomini della sicurezza ed i soldati si sono gettati nella melma per estrarne fuori il Presidente, ridotto ad una statua di fango.

“Un altro applauso al simbolo degli ippopotami!” incita il pubblico Moore.

“Signor Presidente, che figura…” commenta deluso Byjove, mentre si ripulisce dal fango.

“Generale,” domanda Blanco, “questa era l’ultima esercitazione, vero?”

“Si, era l’ultima.”

“Lei cosa vuole fare, proseguire oppure…”

Byjove si volta per dare un’occhiata alle condizioni di Bell, Wright e Super Dan. “No, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Premiamo il giovane che ha concluso l’esercizio col miglior tempo e portiamo quei tre all’ospedale…”

“Bene,” sospira Blanco, “allora possiamo dichiarare chiusi questi Giochi della Gioventù…”

“Era ora…” mormora Moore.

Questi sono i primi Giochi della Gioventù del governo del Presidente Daniel Kramp.

Alla prossima settimana. Sigla!

Super Dan
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