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17 Feb

Episodio 28 – Carnevale – Parte 1 – di Eugeniusz S. Lazowski

BIG HOUSE – ROUND ROOM – LA SETTIMANA PRIMA DEL CARNEVALE – MATTINA.

“I sondaggi sono ancora in calo,” sottolinea preoccupata Blanco, “il popolo vede il nostro governo ancora distante dai propri problemi quotidiani. È necessario stare più vicino alla gente, dare un un segnale. La festa di Carnevale potrebbe essere una buona occasione.”

“Ma certo,” concorda Wright, “una festa piena di colori, la gente si riversa per le strade…trascorrere il carnevale insieme a loro…”

“Cosa?” sbotta subito il generale. “E che facciamo? Scendiamo in strada vestiti da arlecchino? Un po’ di dignità, sono un militare! E il Presidente, poi?”

“Beh,” interviene Moore, “il Presidente, vestito da arlecchino non starebbe tanto male…”

“Moore! Lei si preoccupi delle maschere sue, che alle mie ci penso io!” replica irato Super Dan. “Piuttosto, ritenete che sia proprio necessario partecipare a questo carnevale?”

“Penso proprio che sia il caso.” risponde prontamente Blanco. “Sono certa che farebbe salire la sua popolarità di qualche punto.”

“E va bene, se proprio dobbiamo…” sbuffa Super Dan. “Ma che cosa dovremmo fare, esattamente? Passeggiamo per le strade vestiti da spaventapasseri?”

“No, da Presidente, sarebbe più che sufficiente…” lo punzecchia Moore.

“Moore!” replica Super Dan paonazzo. “Un giorno o l’altro…”

“Signor Presidente,” interviene Blanco, “lei ha posto una domanda giusta. Pensiamo a trovare una risposta…”

“Esatto. Al riguardo avremmo diverse idee.” risponde Wright. “Limitarci a passeggiare in maschera per le strade sarebbe davvero riduttivo, dovremmo sforzarci non solo di trascorrere il carnevale insieme alla nostra gente, ma di viverlo con loro, vivere la loro quotidianità insieme. In fondo è ciò desiderano…”

“Per questo,” continua Bell, “avremmo pensato di apportare qualche novità al carnevale, per vivacizzarlo un po’. Nella brochure che vedete sul tavolo, abbiamo preso in esame le tradizioni di diversi paesi nel mondo…”

“Bell, lei sa che ogni ogni volta che facciamo così finisce male…” osserva Moore, che poi si volta verso il Presidente Kramp. “Beh, effettivamente, peggio di così…”

“Vediamo…” inizia a sfogliare l’opuscolo Wright. “Il carnevale di Rio de Janeiro è una festa al ritmo di samba. La più grande sfilata del mondo, più di due milioni di persone e oltre duecento scuole di ballo che si contendono lo scettro dello spettacolo migliore.”

“Però, non sembra poi tanto male…” borbotta Super Dan. “Ma invitiamo anche le ballerine brasiliane?”

“Ecco, come volevasi dimostrare.” commenta Moore. “Perché, le interessano le ballerine brasiliane, signor Presidente?”

“Cosa? A me?” sbotta il primo cittadino con finta candore. “Ma che dice! Stavo pensando solo ad uno scambio culturale…”

“Ed il suo livello culturale è notoriamente elevato, lo sappiamo tutti…” replica sarcastico il Capo di Gabinetto.

“Signor Presidente,” suggerisce Blanco, “direi di lasciar perdere Rio de Janeiro. Piuttosto, leggo che la festa di Carnevale di Tenerife, in Spagna, si conclude sempre sulla spiaggia, con un magnifico e gigantesco falò…”

“Spiaggia?” esclama Byjove. “Falò? Barbecue?”

“Barbecue?” si desta all’improvviso Super Dan. “Approvato! A verbale! Naive, scriva!”

“Ma signor Presidente,” accenna Bell una timida protesta, “siamo solo all’inizio delle proposte e…”

“E lei, Bell, potrebbe essere alla fine dei suoi giorni, se fiata ancora.” lo zittisce Byjove. “Concordo col nostro Presidente: a verbale!”

“Non ne dubitavamo…” sospira Blanco. “…proseguiamo. Leggo che in Belgio degli uomini mascherati scuotono i loro bastoni per spaventare gli spiriti cattivi, e poi lanciano le mele tra la folla. Curioso…”

“Curioso, dice? Piuttosto vergognoso, direi…mele…fossero almeno salsicce…” commenta Byjove. “Belgio: scartato!”

“Niente salsicce? Cancellate il Belgio dalla cartina geografica!” esclama Super Dan.

“Ma…signor Presidente,” interviene Bell sbigottito, “non potete cancellare una nazione dalla cartina…”

“E visto che ci siamo, cancellate anche Bell!” sbotta il generale.

“Per favore,” interviene decisa Blanco, “cerchiamo di proseguire la disamina delle tradizioni nel mondo.”

“Vedo che non lontano da qui,” sottolinea Wright, “a New orleans, oltre alle sfilate con carri e persone in costume, la vera essenza della festa è l’allegria dei partecipanti, grazie anche al rum e bourbon, con un lancio di dolci…”

“Sentito? La vera essenza della festa…” commenta Super Dan con un sorriso. “Il buon vecchio bourbon e dolci a volontà. Approvato! Naive, metta a verbale!”

“Scusate,” interviene ancora una volta Blanco, “potremmo cercare di non soffermarci soltanto su birra, salsicce e bourbon?”

“E i dolci. Ha dimenticato i dolci.” aggiunge Byjove.

“Ecco, appunto…” commenta sconsolata l’ispanica Segretario di Stato.

“Piuttosto,” riprende la discussione Moore, “nella splendida Italia, il carnevale di Venezia è uno dei più antichi del mondo, nato quasi 1.000 anni fa. E si tengono balli in maschera nei palazzi storici della città….”

“Sì, che bello!” esulta Bell. “Organizziamo anche noi un ballo qui alla Big House?”

“Bell,” ringhia Byjove, “se ha voglia di ballare, si iscriva ad un corso di minuetto e si levi di torno!”

“Per tornare a Venezia,” prosegue Moore, “sappiate che laggiù il carnevale si apre con il “volo dell’angelo”…”

“Volo di chi?” domanda Super Dan.

“Ogni anno,” spiega il britannico, “un giovane, in maschera, si lancia dal campanile della Basilica di San Marco, per poi atterrare al centro della piazza…”

“Perfetto: Bell, lei sarà l’angelo!” sbotta Byjove.

“Cosa?!”

“A verbale: Bell eseguirà il tuffo dell’angelo!” continua il militare.

“Il tuffo?” domanda Wright preoccupato. “Ma non era il volo?!”

“Il tuffo, il volo…” bofonchia Byjove. “…cosa vuole che cambi? Alla fine si tratta della stessa cosa: o si tuffa dal campanile o spicca il volo dal campanile, alla fine si sfracella giù nella piazza…”

“Cosa?!” esclama Bell, mentre cerca l’inalatore, saltellando sulla poltrona.

“Generale, ma è impazzito?” lo riprende Blanco.

“Generale, le faccio presente che, prima di eseguire il volo dell’angelo, il giovane in maschera viene legato alla vita ad un cavo d’acciaio, teso tra il campanile ed il palcoscenico allestito giù nella piazza, ed è lungo questo cavo che egli scivola giù lentamente, fino ad atterrare dolcemente sul suddetto palcoscenico.”

“Cavo d’acciaio?” domanda Byjove deluso. “Ma che razza di angelo sarebbe questo?”

“Non pretenderà mica che voli per davvero? Non c’è alcun pericolo…” osserva Wright.

“Beh, se è così…Bell, ha sentito? Non ha più scuse: lei sarà l’angelo. Naive, metta a verbale!”

“No, un momento…” cerca di opporsi inutilmente il Segretario del Tesoro.

“Bell! Dovrebbe considerarlo un onore, passare dal grado di lombrico al grado di angelo!”

“Bell, lei sarà l’angelo! È un ordine.” dichiara seccamente Super Dan.

“Tornando alla magnifica Italia,” riprende il discorso Wright, “in un’altra città, a Viareggio, è tradizione far partire la sfilata dei carri dopo tre colpi di cannone…”

“Ottimo, una sana tradizione,” commenta entusiasta Byjove, “dovremmo farlo anche qui. A verbale, me ne occupo io…”

“È quello temevo…” commenta Blanco.

“Pensate,” continua Wright, “che a Viareggio un milione di spettatori che accorrono per vedere le sfilate dei carri, giganti di cartapesta, alti fino a 20 metri di altezza. Dai draghi sputafuoco, alle caricature dei politici locali…”

“Uhm…ne potremmo fare uno su di lei, signor Presidente…” propone Moore acido.

“Come si permette?” sbotta Byjove.

“Ha ragione, generale…” replica Moore. “…e poi ci vorrebbe troppo materiale per realizzarlo…” sottolinea fissando la pancia di Super Dan.

“Ed infine,” riprende il discorso Wright, “nell’ultima città italiana esaminata, Ivrea, avviene la “battaglia delle arance”, in cui le maschere sui carri gettano tonnellate di arance tra la folla. Ma è giusto che vi avverta che ogni anno vi sono numerosi feriti…”

“Feriti?” domanda Bell, stupito. “Ma carnevale è una festa del divertimento, della gioia…no, mi oppongo. Piuttosto perché non ispirarci a Nizza, in Francia? Laggiù c’è la parata dei fiori, durante la quale migliaia di fiori vengono lanciati sulla folla. Oppure in Grecia, a Pratasso, dove le ragazze in costume, sopra cocchi decorati con fiori, gettano sul pubblico petali e dolci…”

“Lancio di fiori? Bell, lei è il solito debosciato!” sbraita il generale.

“Ma generale,” prosegue Bell, “guardi che dopo la sfilata dei carri floreali si tiene la festa della birra…”

“Festa della birra? Bell! Lei ha appena guadagnato qualche punto!”

“…e dopo la grande sfilata di maschere e carri, fino a tarda notte, viene acceso il rogo per il Re Carnevale, un gigante di cartapesta, seguito dal grande spettacolo dei fuochi d’artificio…”

“Birra? Rogo? Fuochi d’artificio? Me ne occuperò personalmente! A verbale!” esulta Byjove.

“Generale,” interviene Blanco perplessa, “si calmi, si ricordi cosa ha combinato in passato con falò e fuochi d’artificio…”

“Quante storie per un paio di missili e un fuocherello…” borbotta il militare.

“Tranquilli, è acqua passata, vero generale? Le affido il compito!” è la decisione di Super Dan.

“Signorsì! Agli ordini!” scatta sull’attenti Byjove.

“Leggo che a Trinidad sanno come festeggiare: musica, l’ottima cucina locale e fiumi di rum e whiskey…” prosegue Moore.

“Qualcuno di oppone? No? Approvato! A verbale!” esclama Super Dan.

“Ma signor Presidente…” riesce appena ad accennare Bell.

“Respinto! A verbale!” lo sostiene Byjove.

“La decisione più veloce della storia della Big House…” commenta Blanco, che prosegue l’esposizione. “sapete che in Spagna, a Torelló, donne e uomini si scambiano i ruoli, così gli uomini sfilano per le strade vestiti da donne, e le donne da uomini. Curioso…”

“Beh, la parrucca c’è già,” mormora Moore, fissando Super Dan, “con un po’ di trucco, forse…”

“Moore!!” è il grido del Presidente Kramp.

“Signori, per favore, mantenete la calma e continuiamo la discussione.” interviene Blanco.

“In Spagna,” aggiunge Wright, “nelle Asturie, grandi cannoni sparano schiuma e trasformano il centro della città in un grande fiume bianco su cui galleggiano sgargianti vele colorate…”

“Cannoni?? Sparano?? Ora sì che si ragiona! A verbale! Ci penso io!” esclama Byjove.

“Generale,” interviene Moore, “le ricordo che l’ultima volta che ha detto ci penso io, è arrivata la Protezione Civile…”

“Tranquilli, giusto due spruzzi di schiuma…” risponde Byjove con un sorriso.

“Chissà perché ho dei dubbi…” borbotta Moore. “Wright, cosa stava dicendo?”

“Con la Spagna avrei finito, ora passerei ad esaminare la Germania, se siete d’accordo.”

“Germania? Quindi birra? D’accordissimo. Prego Wright, ci illumini…” concorda Super Dan, felice come un bimbo.

“In Germania,” riprende la parola Wright, “nella città di Colonia, il giovedì grasso è interamente dedicato alle donne, che prendono il comando dell’intera città, delle case, degli uffici e dei negozi. Esse possono permettersi ogni libertà nei confronti dell’uomo. Mascherate, catturano i loro compagni, considerati per l’occasione veri e propri nemici e, secondo un antico rito, tagliano loro la cravatta…”

“Cosa?!” sbotta Super Dan. “E la birra dov’è finita?”

“Che vergogna!” lo sostiene Byjove. “Una festa in Germania senza neppure un goccio di birra…meglio passare oltre!”

“No! A verbale. Approvato.”

Tutti si voltano verso la porta: è Gwendoline, la First Lady, affiancata dalla fedele Ms Brontenserious. Entrate senza bussare, ovviamente…

“Ma…come, tesoro…” balbetta imbarazzato Super Dan.

“Niente tesoro,” è la secca risposta della First Lady.

Un suo cenno, un segno di approvazione della sua fedele governante e…SWISH!

Il frustino sfiora le natiche di Super Dan, facendolo sobbalzare sulla poltrona.

“Maledetta megera, prima o poi…”

“Prima o poi niente.” lo interrompe bruscamente la moglie. “Naive, hai messo a verbale il giovedì grasso della città di Colonia,  interamente dedicato alle donne?”

“Già fatto, Milady.”

“Molto bene. Ma prego, proseguite pure la discussione, signori. Noi vi lasciamo al vostro lavoro. Non vedo l’ora di partecipare a questo carnevale, tesoro…al tuo fianco.”

Le due donne escono, lo sguardo di Super Dan è perso nel vuoto, triste e desolato.

“Mi dispiace signor Presidente,” lo sfotte Moore con finta comprensione, “so che ci teneva tanto a trascorrere questa festa senza la sua consorte e il suo mastino vicino…”

“Cosa? Io? Ma che dice Moore, io sono sempre felice di avere al mio fianco la mia dolce metà!” replica il primo cittadino, con un sorriso imbarazzato.

“Ma certo, si vede, sprizza gioia da ogni poro…” replica Moore sorridendo.

“Lo può ben dire!”

“Soprattutto pensando alla partecipazione di Ms Brontenserious e del suo frustino…”

“Moore! Un giorno di questi io….”

“Signori, per favore, vogliamo calmarci e portare a termine questa seduta?” interviene con polso fermo Blanco. “La tradizione tedesca è stata messa a verbale, ormai, quindi andiamo avanti…”

“D’accordo, ormai è a verbale,” interviene Byjove, “ma trattandosi della Germania, voglio dire…”

“Si, appunto, il generale ha ragione…” concorda Super Dan.

“Non capisco, cosa volete dire?” domanda Blanco interdetta.

“Birra, mia cara, birra, e che altro, sennò?” risponde Moore. “Beh, effettivamente in Germania tra balli e maschere, scorrono fiumi di birra…”

“In questo caso, mio caro generale…” afferma Super Dan compiaciuto.

“Non ci resta che esaudire la volontà della First Lady: a verbale! Naive, scriva!”

“Questo carnevale sta prendendo una piega che non mi piace…” sospira Blanco.

“A chi lo dice…” concorda Bell, con il suo inalatore stretto tra le mani.

“Signori, non abbiamo ancora concluso il nostro excursus tra i carnevali nel mondo.” riprende con pazienza Wright. “Ad esempio, nelle Isole Vergini questa festa comprende anche gare di diverso tipo, di bicicletta, di barche, ma anche divertenti gare di caccia al maiale…”

“Caccia?” sobbalza Super Dan sulla poltrona.

“Maiale?” gli fa eco Byjove.

“Caccia e maiale…salsicce e birra!” esclamano all’unisono.

“Signori, per favore, lasciatemi terminare.” li prega Wright. “Inoltre vi sono sfilate in maschera guidate da donne e uomini a cavallo, vestiti con le uniformi militari…”

“Gente sana, in uniforme bisogna sfilare!” approva Byjove.

“Come in svizzera, d’altronde.” aggiunge Blanco. “A Basilea per le strade sfilano le persone in maschera. La parata di apertura avviene a passo di marcia, come una vera marcia militare…”

“Perfetto! Faremo anche questo! Una bella marcia militare è quello che ci vuole!” esulta Byjove.

“Va bene, va bene, abbiamo capito,” interviene Blanco sfinita, “avrete la vostra marcia militare. Ora possiamo concludere questa seduta, per favore?”

“Certo.” interviene Bell. “Vedo che in Canada, nel Québec, svolgono diversi eventi sportivi, molto seguiti dalla gente. Gare di canoa, gare in canotto e corse tra slitte trainate dai cani…”

“Gare?” commenta Moore sornione. “Generale, mi dicono che lei non si è mai tirato indietro di fronte a nessuna sfida…”

“E le hanno detto bene! Naive, scriva: si terrà una corsa di slitte trainate dai cani! Ed il sottoscritto parteciperà!”

“Slitte?!” domanda Bell perplesso. “E la neve dove andiamo a prenderla?”

“Farò montare personalmente delle ruote sotto ogni slitta!” replica gagliardo Byjove.

“Scusi generale, ma è proprio sicuro…”

“Bell, lei è iscritto d’ufficio alla gara insieme al sottoscritto e al Presidente!”

“Cosa?! No, aspetti generale…”

“Bell, un’altra parola e la iscrivo tra i volontari della Legione Straniera!”

“Si, ma io cosa c’entro?” domanda preoccupato Super Dan.

“Ma lei è il nostro condottiero, un fulgido esempio per tutta la gioventù, vero generale?” interviene Moore con un ghigno.

“Parole sante!” esclama galvanizzato Byjove. “Il nostro Presidente è un vero comandante, e un vero comandante non arretra mai di fronte a nulla!”

“Bene, direi che possiamo approvare anche questo punto. Non è contento, signor Presidente?” domanda sarcastico il Capo di Gabinetto.

“Lasciamo perdere inutili commenti e cerchiamo di terminare la seduta.” interviene Blanco per stroncare la reazione del Presidente Kramp. “Cos’altro è rimasto da esaminare?”

”Veramente ci sarebbe rimasta l’India…” fa presente Bell.

“L’india?” borbotta stupito Super Dan.

“Perché, anche i fachiri festeggiano carnevale?” domanda Byjove.

“Guardi che in India non vivono solo fachiri.” chiarisce Bell. “Nella località di Goa il carnevale è molto sentito, infatti la tradizione prevede che ogni anno venga eletto un Re del Carnevale, che pronuncia il motto “kha, piye and majja kar!” ossia “mangia, bevi e divertiti. Così sia!”.

“E così sia!” esclamano insieme il primo cittadino ed il generale. “Bell, finalmente un’idea degna di un uomo: approvato!”

“No, veramente non avrei finito…” tenta inutilmente di concludere il Segretario del Tesoro.

“Mangia, bevi e divertiti. Così sia! Sarà questo il motto di questo carnevale!” esulta Super Dan.

“Magnifico, signor Presidente!” lo sostiene Byjove.

“Vedo che la vicinanza al popolo è la vostra prima priorità…” commenta Moore. “Bene, veniamo al Messico. Qui le persone si riuniscono per allestire grandi raffigurazioni delle figure politiche meno amate, per poi darle fuoco in una grande festa…”

“Cosa?” esclama Byjove. “Questo è un oltraggio all’autorità, dovrebbero essere tutti fucilati!”

“Concordo!” gli fa eco Super Dan. “Niente fuoco!”

“Chissà perché, vero?” bisbiglia Moore.

“Piuttosto, abbiamo trascurato un particolare importante…” fa presente Byjove.

“Davvero? E quale sarebbe?” domanda perplesso Wright.

“Un dettaglio di importanza vitale, direi…” aggiunge Super Dan.

“Esatto.” continua Byjove. “Ogni paese, oltre alle proprio tradizionale carnevale, avrà anche la sua cucina tradizionale, giusto?”

“Ma., ecco, non saprei, penso di sì…” balbetta Blanco.

“Ma certo, mio presidente, ci mancherebbe,” interviene il generale, “non vorremmo mica offendere i nostri paesi alleati?”

“Assolutamente! Dobbiamo mantenere saldi i rapporti con i nostri fedeli alleati, vero generale?” chiede Super Dan.

“Certamente! Saldi e forti! Dobbiamo rendere omaggio ai paesi rappresentati durante la festa!” aggiunge Byjove. “A loro e alla loro cucina!”

“I piatti tradizionali di quei paesi verranno cucinati durante l’evento…” propone Super Dan.

“E verranno da noi assaggiati!” conclude il militare. “Non vorrete mica che i nostri alleati pensino che non gradiamo la loro cucina tradizionale e quindi si offendano, vero?”

“Questo mai! È mio dovere di Presidente rendere sempre più forte il legame che ci unisce!”

“Giusto!” esclama all’improvviso Moore.

“Giusto!” gli fanno eco Super Dan e Byjove.

“Buon appetito!” aggiunge Moore.

“Buon appetito!” aggiungono i due.

“No…cioè…ehm…volevo dire…a verbale…” borbotta il residente Kramp imbarazzato.

“A verbale. E che Dio ci aiuti…” mormora Moore.

“Que Dios nos asista…” bisbiglia Blanco.

UNA SETTIMANA DOPO – PARCO ST WILLIAM’S – CAPITALE – PRIMO GIORNO DI CARNEVALE – MATTINA.

Una folla variopinta e festante riempie il parco e le strade adiacenti, musica e risate risuonano nell’aria. Il primo cittadino e la First Lady, insieme all’inseparabile governante austriaca e allo staff presidenziale, arrivano e si uniscono alla folla, circondati dagli uomini della scorta. Anche loro hanno scelto di indossare una maschera…

“Generale, scusi,” gli si rivolge interdetto Wright, “ma almeno oggi che è carnevale, non poteva lasciare la sua divisa per una maschera?”

“Infatti l’ho lasciata. Ho lasciato l’uniforme ordinaria per l’uniforme da cerimonia.”

“Beh, d’altronde non è l’unico che ha mantenuto il suo solito aspetto…” mormora Moore, guardando Super Dan, vestito da clown.

“Beh, che diamine avete da guardare, si può sapere?” sbotta il Presidente Kramp. “Non avete mai visto un clown?”

“Oh certo, tutti i giorni…” risponde prontamente Moore.

“Moore, almeno oggi vuol tenere chiusa quella boccaccia? Piuttosto, perché mi sono ritrovato addosso questa palandrana colorata e la faccia dipinta?”

“Ma signor Presidente,” risponde Blanco, “è soltanto un costume da carnevale, uno dei più popolari e diffusi, qualcuno doveva pur vestirsi da clown…”“E chi meglio di lei?” interviene lesto Moore.

“Moore, io prima o poi…”

“Nel senso che la figura del buffone è antica e gloriosa, le sue origini si perdono nella notte dei tempi…” interviene Blanco, cercando di rassenerare Super Dan.

“Una figura sicuramente positiva,” le dà man forte Bell, “che regala gioia, soprattutto ai bambini…”

“Insomma, uno che fa morir dal ridere tutti…” aggiunge Moore con sorriso beffardo.

“Il nostro Presidente ha deciso di regalare un sorriso a tutti i bambini, mi sembra un gesto nobile.” afferma Byjove. “Piuttosto lei Bell, cosa accidenti mi rappresenta, con quel casco in testa e con quel sacco addosso?”

“Ma come, non si vede?” risponde deluso il Segretario del Tesoro. “Sono vestito da giocatore di football americano…”

“Football??” esclama Byjove. “Bell, lei è il giocatore più mingherlino e sgangherato che abbia mai visto! In un campo da football non la farebbero entrare nemmeno come spettatore!”

“Ecco, lo sapevo…” sospira Bell, cercando il suo inalatore.

“Generale, non cominci…” lo riprende Blanco.

“Piuttosto, devo congratularmi con lei, Blanco,” prosegue Byjove, “la Statua della Libertà…”

“Già, un omaggio al nostro vicino e alleato il Presidente Donald Trump, come d’altronde ha fatto Wright…”

“Si, il personaggio di Zio Sam mi ha colpito fin da quando ero bambino…”

“Ed anche lei, Moore, ha scelto una figura patriottica, il presidente americano Abramo Lincoln…”

“È un personaggio che ho sempre ammirato molto e ho sempre sentito vicino alla mia personalità.” replica il Capo di Gabinetto. “D’altronde, ognuno ha la sua…” conclude guardando Super Dan con la coda dell’occhio. “Ma vogliamo parlare delle altre tre maschere qui presenti?”

“Ma certamente.” prende la parola Bell. “La nostra First Lady è una splendida Miss America. Il costume che ha scelto esalta ulteriormente il suo fascino…”

Gwendoline ringrazia con un sorriso e un cenno del capo.

“E non vogliamo riconoscere che la nostra segretaria Naive è una nativa americana incantevole?” prosegue Wright.

“Ma signor Presidente,” interviene Moore ironico, “non vogliamo certo dimenticare la nostra insostituibile governante, Ms Brontenserious, vero?”

“E chi se la scorda…” borbotta Super Dan.

“Non sapevo che le donne in costume Amish all’epoca portassero anche il frustino…” osserva perplesso Bell.

“Nein, donna Amish nein, donna austriaca ja!” SWISH! Il sibilo del frustino vibra nell’aria…

“Non cominciamo ad agitare quell’affare, chiaro?” sbotta Byjove. “Ma era proprio necessario portarci dietro anche questa dannata crucca?”

“Assolutamente.” replica decisa la First Lady. “La sua presenza sarà indispensabile oggi, soprattutto quando dovrete onorare i piatti tradizionali dei vari paesi, vero tesoro?”

“Cosa?!” esclama imbarazzato Super Dan. “Ma no, cara, cosa stai dicendo….ehm…si tratta solo di un dovere nei confronti dei nostri paesi alleati…”

“Ma certo, non ne dubito. E io so bene quanto tu sia attaccato al dovere, tesoro…”

“Ma chi diavolo ha detto a mia moglie dei piatti tradizionali stranieri?” bisbiglia Super Dan a Byjove.

“Ho pensato che fosse mio dovere farlo.” risponde sottovoce Moore, lì accanto. “Ho pensato: non possiamo lasciare il nostro amato Presidente tutto solo ad affrontare quelle deliziose pietanze…”

“Moore, un giorno di questi io…” lo minaccia il primo cittadino.

“Moore ha avuto un pensiero davvero sensibile nei tuoi confronti, caro,” interviene Gwendoline, “dovresti ringraziarlo, hai visto come si preoccupa della tua salute?”

“Oh, Milady, la salute di suo marito è sempre al primo posto nei miei pensieri…”

Nel frattempo il gruppo è giunto nello spiazzo in cui è stato allestito un palco, con un palo a cui è stato fissato il cavo d’acciaio che arriva fino alla cima del campanile della chiesa di fianco al parco.

“Bell, è arrivato il suo momento.” esclama Byjove. “Uomini, accompagnatelo in cima al campanile e buttatelo giù!”

“Cosa?! Generale, ma cosa sta dicendo?” interviene Blanco. “Ma il cavo d’acciaio che fine ha fatto?”

“È proprio necessario, dice?”

“Generale, non lo dica nemmeno per scherzo!”

“E va bene, se proprio insiste. Uomini, prima legate questo scherzo della natura al cavo d’acciaio e poi dategli una spinta.”

“No, un attimo, io non sono d’accordo, parliamone…” è la vana resistenza di Bell, sollevato di peso dagli uomini della sicurezza.

Giunto in cima del campanile…

“Ma siamo proprio sicuri?” strilla Bell, tremante di paura.

“Ma certo, questa è un cavo d’acciaio, bello robusto, meglio di una corda da marinai, si fidi! E lei è solo un mucchietto d’ossa, stia tranquillo!” tuona la voce di Byjove. “Uomini, mi raccomando alla spinta, bella forte!”

Gli agenti della sicurezza obbediscono, il povero Bell viene letteralmente scaraventato nel vuoto.

Quella che doveva essere una lenta discesa è diventata una caduta libera, Il goffo giocatore di football sembra un missile puntato verso il palcoscenico…

“Madre de Dios!” esclama Blanco.

Arrivato a metà del suo percorso il cavo si stacca dall’estremità del palcoscenico ed inizia ad ondeggiare, facendo sembrare Bell un gigantesco pendolo, finché la corda che lo lega al cavo si spezza, scaraventando il malcapitato Segretario del Tesoro in un vero volo d’angelo…Aahhh!

Lanciato come una palla da baseball, Bell disegna un arcobaleno nel cielo, atterrando sul tendone del tiro a bersaglio, e rimbalzando sulla vicina bancarella dei gelati, che esplode.

Pezzi di legno e gelati di tutti i gusti piovono sulle persone intorno, mentre gli uomini della sicurezza accorrono. Giunti su quello che rimane della bancarella, trovano una specie di fagotto azzurro in mezzo alle tavole di legno spezzate e macchiate di gelato, da cui proviene un lamento acuto.

“Aiuto! Non mi sento più la schiena! Non mi sento più le gambe! Non mi sento più le braccia! Non mi sento più le spalle!”

“Bell,” ringhia Byjove, “lei ha troppi pezzi per i miei gusti!”

“Quali pezzi?” domanda Blanco. “Qui non è rimasto niente…”

“Bell,” strepita il militare, “reagisca da uomo, si tiri su e completi la missione! Raggiunga il palcoscenico!”

“Generale, ma che dice,” si ribella Blanco, “non vede com’è ridotto?”

“Allora, uomini,” ordina Byjove, “portatelo nel camper del Pronto Soccorso e abbattetelo!”

“Generale!” grida Blanco. “Agenti, portatelo nel camper del Pronto Soccorso e affidatelo alle cure dei medici. Qualcuno di voi rimanga con lui.”

“In attesa che Bell si riprenda,” propone Wright, “cosa facciamo, sospendiamo la nostra partecipazione alla festa o proseguiamo?”

“Andiamo avanti!” risponde fiero Byjove. “Un vero soldato non si arrende mai. Signor Presidente?

“Beh, effettivamente, attendere non avrebbe senso, continuiamo con il programma…”

“Perfetto. Truppa, seguitemi!” proclama Byjove, che si dirige a passo di marcia verso la tappa successiva.

Arrivati in una piccola radura in mezzo agli alberi…

“Ora, se non ricordo male,” suggerisce Moore, “ci sarebbe il segnale di partenza, quello tradizionale del carnevale di Viareggio, in Italia…”

“Esattamente: tre colpi di cannone, che daranno il via alla sfilata dei carri!” ricorda Byjove con un sorriso.

“Comincio ad essere preoccupata…” mormora Blanco.

“Tranquilli, ho già predisposto tutto.” li rassicura Byjove. “Soldati, seguitemi!”

Accompagnato da alcuni militari, il generale si dirige a passo di marcia verso una batteria di tre cannoni.

“Ma non saranno un tantino grandi?” domanda Wright preoccupato.

“Grandi? Wright, nessun cannone è troppo grande, si ricordi! E questi, comunque sono tre pezzi d’antiquariato, risalgono alla seconda guerra mondiale. Roba da ragazzi…”

“Sentito? Roba da ragazzi…” concorda Super Dan. “Generale, dia pure inizio alla sfilata dei cannoni…”

“Obbedisco!”

Byjove si avvicina al primo cannone e…BOOM

Il fragore è assordante, tutti si buttano istintivamente a terra, mentre il sibilo del colpo si avvicina minacciosamente le colline fuori dalla città. Una di esse esplode, mentre Byjove fa partire il secondo colpo.

“Generale!” grida Super Dan a terra, con una mano sulla testa, per tenere fermo il parrucchino. “Cosa diavolo sta facendo? Dovevano essere colpi a salve!”

Troppo tardi, mentre il secondo colpo segue la traiettoria del primo, il militare spara la terza cannonata.

Le esplosioni hanno raso al suolo due colline, assordato i presenti e fatto scappare via la metà di essi.

Aiutato dalla scorta, il gruppo si rialza.

“Generale,” grida Blanco, ancora stordita, “dove sono finiti i colpi a salve?”

“Colpi a salve? Quali colpi a salve? Nessuno ha mai parlato di colpi a salve!”

“Era sottinteso che dovessero essere a salve, con tutta questa gente!”

“Beh, la prossima volta ditelo chiaro e tondo! Io sono un soldato, e se sparo, sparo sul serio, mica per finta!”

“Non è possibile…” mormora Wright, spaventato e intontito, mentre Moore e Blanco via telefono coordinano i soccorsi verso le colline.

“Generale,” interviene Super Dan, col parrucchino storto su un lato, “ha detto che si trattava di roba da ragazzi…”
“Per l’appunto! Tre cannonate, cosa vuole che siano?”

“Ma certo,” interviene Moore, “in fondo stasera sarà il nostro Presidente ad dover affrontare i rappresentanti del WWF e dei gruppi ecologisti…”

“Cosa?!” strabuzza gli Super Dan, immaginando ciò che l’aspetta. “Gulp!”

“Bene signori,” continua Moore, “dopo aver incaricato gli addetti del pronto soccorso di verificare che nessuno dei presenti abbia riportato traumi o ferite, propongo di proseguire nel nostro programma…che altra catastrofe ci attende?”

“La sfilata dei carri.” risponde Blanco, “I colpi di cannoni servivano appunto a dare il via alla sfilata…”

“A cui parteciperanno i nostri due valorosi rappresentanti, vero?” suggerisce Moore, guardando Byjove.

“Ma certo, qualcuno dovrà pure rappresentare il nostro governo, per mille baionette! Signor Presidente, si prepari!”

“Cosa?! E cosa c’entro io?”

“Ma signor Presidente,” insiste Moore, “non vorrà mica tirarsi indietro? In fondo si tratta di una semplice e tranquilla sfilata su un carro di carnevale.

“Ha ragione, tesoro, i carri di carnevale di solito sono trainati da un trattore e procedono con la lentezza di una lumaca, di cosa hai paura?” gli domanda la First Lady.

“Paura? Io? Non fatemi ridere, paura di una sfilata di carnevale…”
“Così mi piace!” esclama Byjove. “Signor Presidente, mi segua!”

Il gruppo segue il generale verso il corteo di carri pronti a partire…

“Prego, signor Presidente, questo è il suo carro, salga pure e si metta al posto di guida.” lo invita Byjove, mentre gli altri nascondono a fatica le risate.

“E questo, cosa sarebbe? Il carro con i pupazzi dei sette nani? E chi diavolo l’ha scelto?” sbotta Super Dan.

“Oh, non mi deve ringraziare,” interviene Moore, “tra i carri disponibili ho scelto questo perché pensavo che rispondesse di più a lei. Ero sicuro che le sarebbe piaciuto…”

“Moore, dovevo immaginarlo che c’era sotto il suo zampino…” bofonchia Super Dan inviperito, mentre sale sul carro.

“Non stia a sottilizzare troppo, signor Presidente,” insiste il britannico, “prenda esempio dal generale, lui non si lamenta…”

“Per forza!” grida il primo cittadino. “A lui avete dato il carro con John Rambo!”

“Mi raccomando, signor Presidente,” è il consiglio di Bell, “stia attento a guidare, vada piano!”

“Bell,” strepita Super Dan, “dove vuole che vada con questo trattore, a Indianapolis??”

“Stia tranquillo, signor Presidente,” lo rassicura Byjove, “io sono proprio dietro di lei.”

“State tranquilli,” li rassicura Wright, “siete gli ultimi due carri della sfilata, avete tutti gli altri davanti, dovete solo seguirli…”

“Parli per sé…” sono le ultime parole di Byjove.

“Ma che voleva dire?” borbotta Bell.

I primi carri iniziano a muoversi, Super Dan accende il motore e parte molto lentamente. Poi, dietro di lui, tocca a Byjove accendere il motore…un rombo grave e assordante scuote l’aria…

“Ma cos’è questo rumore?” grida Bell, coprendosi le orecchie.

“Generale,” strilla Blanco, “ma che razza di trattore ha il suo carro?”

“Trattore? Io? E per di più con il carro di John Rambo? Signori, un trattore sarebbe stata una vera onta…”

“Ma che cosa ha messo sotto il carro, al posto del trattore?” chiede Wright.

“Un carro armato Leopard…” risponde Byjove, partendo di colpo e tamponando Super Dan, che sobbalza in avanti.

“Ma che diavolo…generale, è lei?” si lamenta Super Dan.

Il carro di John Rambo parte deciso, assestando un altro colpo al carro del Presidente Kramp e facendogli scendere il parrucchino davanti agli occhi.

“Pista, arriva Rambo!” grida Byjove esaltato, a tutta velocità.

“Non vedo un accidenti,” strilla Super Dan accecato, con una mano sul volante e l’altra sul parrucchino.

Il carro del generale si attacca a quello del Presidente, diventando un tutt’uno, e si avvicina pericolosamente ai carri antecedenti.

“Ma cosa…generale!” grida Blanco.

Il Carro di Rambo procede spedito fino tamponare anche il carro davanti a quello del Presidente.

“Largo, pelandroni, John Rambo sta arrivando! Guardate il carro più bello della festa!” urla infervorato Byjove.

“Signor Presidente,” strilla Moore, “lasci perdere il parrucchino e tenga tutt’e due le mani sul volante! A scuola guida non raccomandano altro!”

“Moore!!!” è il grido di Super Dan che scuote l’aria.

In pochi istanti i carri vengono raggiunti e tamponati da quello di Byjove, fino a formare un solo treno di carri.

“Così, lavativi, scattare, scattare!” strilla Byjove, che alla guida del suo Leopard sta spingendo l’intera sfilata di carri.

“Generale, si fermi!” grida Super Dan, sballottato in tutte le direzioni dai colpi del carro di Rambo. “Non vedo niente, si fermi!”

In testa alla sfilata, intanto il primo carro, a causa dell’elevata velocità, perde il controllo ed esce fuori strada, andando nel prato e concludendo la sua corsa tra i cespugli. Il secondo carro, per lo stesso motivo, abbandona la sfilata per deviare in mezzo ai prati, mettendo in fuga i bambini che vi giocavano, e andandosi a schiantare contro un albero.

“Buoni a nulla, non siete nemmeno capaci di guidare!” strilla dal fondo della sfilata Byjove.

In pochi minuti i carri vengono spinti tutti fuori strada, qualcuno in mezzo al prato, qualcuno addosso alle bancarelle, qualcuno contro gli alberi, finché non rimangono gli ultimi due carri…

“Generale!!” risuona la voce di Super Dan. “Si fermi, non vedo un accidenti!”

“Resista, mio comandante!” rimbomba la voce di Byjove. “Abbiamo eliminato tutti gli avversari, stiamo per arrivare al traguardo!”

“Ma questa non è una gara, è una sfilata!” replica il primo cittadino.

“Mio comandante, John Rambo non può arrivare dietro a nessuno, ne va dell’onore dell’esercito! Pista!!”

Il carro di Byjove è lanciato a tutta velocità verso il traguardo che segna la fine della sfilata.

“Eccoci, ci siamo!” grida il militare esaltato.

“Aiutooo!!!” strilla Super Dan, con una mano sul parrucchino e aggrappato al volante con l’altra.

I due carri sfrecciano oltre il traguardo a tutta velocità, travolgendo il palco delle premiazioni delle maschere più belle.

Schegge di legno volano ovunque, il carro dei sette nani decolla, atterrando sul carretto dello zucchero filato, che esplode in mille pezzi, mentre il carro di Rambo spiana tutto quello che trova davanti, il palco delle premiazioni, due bancarelle di dolci, i cespugli ed infine tre alberi, prima di schiantarsi contro un grande masso.

Il gruppo presidenziale e gli agenti della sicurezza accorrono, facendosi largo tra l’isteria della folla impaurita.

“Oddio, mio marito, salvate mio marito!” è la preghiera della First Lady, mentre gli uomini della scorta si dividono in due gruppi.

Dai frammenti di legno viene estratto un clown dolorante, claudicante e con lo zucchero filato rosa in testa, al posto del parrucchino.

“È vivo, sia ringraziato il cielo!” sospira Naive.

“Parli per lei…” mormora Moore.

“Tesoro, come stai?” chiede la consorte in ansia.

“Oddio, che botta, non mi sento più la schiena…ma cos’è successo?” chiede ancora stordito Super Dan.

“Il generale…” accenna la riposta la moglie.

“Il generale!” esclama il Presidente Kramp. “Ma cosa diamine aveva da correre tanto? Che trattore aveva, a propulsione nucleare?”

“Veramente ha sostituito il trattore con un carro armato…” gli spiega Wright.

“Cosa?! Un carro armato?” esclama Super Dan allibito.

“Un Leopard, per essere precisi…” chiarisce Byjove, uscito miracolosamente illeso dal suo carro armato, con la sua sciabola piegata e la divisa stropicciata.

“Generale, ma è per caso impazzito?” esclama Blanco.

“Stava per fare una strage, se ne rende conto?”aggiunge la First Lady.

“E voi vi rendete conto di che carro di carnevale mi avete dato? John Rambo, il glorioso e unico John Rambo!” risponde il militare.

“Ma che sta dicendo??” domanda Wright.

“Lo schianto contro il macigno, dev’essere stato quello….” ipotizza Moore.

“Voi affidate a me il carro di carnevale di John Rambo e pretendete che me ne stia lì, buono buono, in ultima posizione a passo di lumaca? Piuttosto la morte!”

“Sì, degli altri, però…” aggiunge Moore.

“E anche del sottoscritto!” interviene Super Dan, sorretto dagli agenti della scorta.

“Quante storie per una corsetta con un Leopard…” borbotta Byjove.

“Già, niente di meglio di una corsetta con un Leopard all’interno di un parco per restare in forma, vero generale?”

“Esatto! Bene Moore, vedo che almeno lei mi capisce…”

“Ma qualcuno gli spiegherà prima o poi il significato della parola ironia?” mormora il Capo di Gabinetto.

“Piuttosto, cosa c’è adesso in programma?” sbotta Byjove.

“Ci sarebbe la sfilate con i carri e le persone in costume, secondo la tradizione di New Orleans…” risponde seccata Blanco.

“Sì, ma questa volta facciamo gli spettatori, chiaro?” sottolinea con decisione Super Dan, mentre il suo medico personale gli sta fasciando la mano.

“Sei sicuro di essere in grado di proseguire con il programma, tesoro?” domanda ansiosa la First Lady.

“Ma certo!” risponde pronto Byjove. “Il nostro comandante è sempre pronto! Seguitemi, andiamo a New Orleans!!”

“Moore, aveva ragione lei…lo schianto contro il macigno, dev’essere stato quello…”

Il gruppo arriva in un altro spiazzo in cui è stato allestito un palco d’onore per loro e le autorità locali…

“Oh, finalmente,” sospira Bell, sedendosi al suo posto, sopra il palco, “un po’ di riposo. Godiamoci questa sfilata in santa pace…”

“Bell,” ringhia Byjove, “non canti vittoria troppo presto, la festa è ancora lunga…”

“Gulp!” deglutisce Bell, cercando il suo inalatore.

Il corteo dei carri decorati passa sotto gli occhi divertiti delle autorità. Coloro che sfilano in corteo lanciano sulla folla strisce di carta colorata, coriandoli e finte monete da un dollaro in plastica, mentre maschere tribali, con svolazzanti piumaggi variopinti, camminano danzando a ritmo della musica, suonata dalla banda musicale.

“Perché i colori dominanti della parata sono il viola, il verde e l’oro?” domanda Bell.

“Perché sono i colori che rappresentano rispettivamente la giustizia, la fede e il potere.” spiega Moore.

“Ben detto!” esclama Byjove. “Giustizia, fede, potere, coraggio e patria! Questi sono i veri valori di un soldato!”

“Ehm…generale,” fa presente Bell, “veramente coraggio e patria non erano nell’elenco dei valori…”

“Bell! Nemmeno lei è nell’elenco degli esseri viventi, eppure è ancora qui! Cerchi di non approfittarne!” sbotta Byjove. 

Bell si attacca con entrambe le mani al suo inalatore, mentre dalla sfilata vengono lanciati degli oggetti.

“Ma che stanno facendo?” domanda Wright.

“Stanno lanciando dolcetti, è la tradizione. E tra poco inizieranno a distribuire la King Cake…” risponde Moore.

“La King cosa?” chiede Super Dan.

“La King Cake. È il dolce tipico della festa, una ciambella glassata di pan brioche alla cannella.” continua Moore. “E insieme distribuiranno whiskey e rum…”

A queste ultime parole Byjove scatta in piedi sull’attenti. “Dolci? Whiskey?”

In pochi balzi il generale è sceso dal palco, al fianco della parata, e al lancio dei dolcetti egli reagisce fulmineo. Come un polipo a otto tentacoli inizia ad afferrare tutto ciò che viene lanciato dalle sue parti, mentre Super Dan, nel frattempo, si alza dalla sedia come una molla, l’unico modo per sfuggire alla guardia della moglie e della governante, e va ad affiancare il generale.

Come un potente aspirapolvere Byjove cattura tutto ciò che vola nell’aria, passandolo al suo Presidente, prendendosi poche pause per ingozzarsi. Le grida della First Lady si perdono nella musica e nelle risate della folla, mentre le mascelle dei due sembrano mosse da pistoni idraulici a propulsione eterna. 

Insieme a dolci e King Cake ora vengono distribuiti bicchierini di rum e whiskey, per i due è un invito a nozze: due dolcetti, un morso di King Cake e un bicchierino di whiskey, due dolcetti, un morso di King Cake e un bicchierino di whiskey…

Terminata la sfilata, lo staff di  Super Dan, la sua consorte e la fedele governante scendono dal palco e raggiungono i due, che, a braccetto, stanno cantando a squarciagola la canzone “One bourbon, one scotch, one beer” di John Lee Hooker.

“Eccoli,” li fulmina con gli occhi e con la voce la First Lady, “dovevate travestirvi da ubriaconi, quello era il vostro costume!”

“Cosa?” borbotta Byjove. “Ubriachi noi? Per un goccetto e due ciambelline…hic!”

Un cenno della consorte e Ms Brontenserious parte rapida…SWISH!

Il frustino “accarezza” dapprima le natiche di Byjove e dopo quelle presidenziali.

“Aahh!” strilla Byjove. “Maledetta crucca, un giorno l’alto ti metterò di fronte al plotone d’esecuzione!”

“Le mie chiappe!” grida Super Dan. “Come osi, vecchia megera??”

“Che vi serva di lezione!” li interrompe Gwendoline. “Ora cercate di darvi un contegno, ci sono migliaia di persone che vi guardano!”

“Ben detto, milady, non avrebbe potuto usare parole più appropriate…” commenta Moore.

“Appropriate??” sbotta Byjove. “Qui parliamo delle mie chiappe!”

“Ms Brontenserious…” accenna la First Lady…SWISH!

Dopo alcuni minuti, in un altro punto del parco…

“Signori, ci siamo spostati in quest’altro punto perché ora assisteremo al carnevale francese,” spiega Bell, “e più precisamente a quello che si svolge nella città di Nizza…”

“Ah sì?” domanda Byjove ancora ebbro. “Francia? Quindi…champagne?”

“Vedo che la passeggiata e l’aria fresca sono servite a molto…” commenta Blanco.

“Ma certo!” aggiunge Super Dan. “Stiamo molto meglio…hic!”

“Le ultime parole famose…” mormora Moore.

“Stendiamo un velo pietoso su voi due e seguiamo lo svolgimento della festa. Cosa succederà adesso?” domanda la First Lady.

“Sta per arrivare il Re Carnevale, un pupazzo gigantesco, che verrà messo al rogo proprio qui.” spiega Blanco. “Quelle cataste di legna serviranno a comporre un enorme falò…”

“Falò…” borbotta Byjove.

“Se qualcuno di voi desidera partecipare” aggiunge Blanco, “può andare ad aiutare quelle persone ad accatastare la legna per il falò…”

“No, grazie, troppo faticoso, la mia ernia non reggerebbe…” risponde Bell.

“E tu, tesoro,” propone Gwendoline, “non vorresti dare una mano, così un po’ di movimento di aiuterebbe a smaltire tutto quell’alcol?”

“Tutto quell’alcol…per due bicchierini…non mi sembra proprio il caso, cara…” risponde Super Dan.

“Piuttosto, dopo il grande rogo,” prosegue Blanco, “ci sarà…ma dove sta andando?”

“Chi?” domanda Wright.

“Il generale.” replica Blanco, indicandolo.

Alle parole “falò” e “rogo” il generale Byjove è partito spedito a passo di marcia verso le cataste di legna, per unirsi a coloro che stanno formando un’unica imponente catasta per il rogo di Re Carnevale.

“Forza pelandroni, olio di gomito, sbrigatevi con quella legna! Hic!” impartisce ordini Byjove ai presenti stupiti, mentre lui stesso scaraventa quantità industriale di legna.

“Ma che sta facendo?” si chiede Bell.

“Sembra che stia cercando di costruire la Torre Eiffel di legno…” fa notare Moore.

“Veloci, sbrigatevi,” intima Byjove, “che tra poco arriva il Re Celestiale!”

“Il Re Celestiale?!” ripete Blanco sbigottita.

“Forza, più veloci con quella legna, altrimenti il Re Baccanale come lo bruciamo, me lo dite?”

“Il Re Baccanale?!” esclama Bell.

“No, Bell,” interviene Moore, “l’unico re si chiama whiskey, e sta circolando a tutta forza nelle sue vene …”

“Ah, ecco, adesso capisco…”

In quel momento entra il carro che porta l’imponente Re Carnevale, portato verso la grande catasta appena formata…


Fine prima parte.

Continua.

Alla settimana prossima. Sigla!

Super Dan
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