MARZO – PARCO DI SEASIDE – FESTA DELLA PRIMAVERA – MATTINA DEL 1° GIORNO.
Il Presidente e la First lady, con la scorta, i principali membri del governo e Ms Brontenserious, giungono nel grande Parco di Seaside, accolti dal signor Richardson, presidente dell’associazione locale che ha organizzato la festa, che dà loro il benvenuto.
“Allora, come sta, signor Richardson?” domanda Blanco.
“Benissimo. Tutto procede per il meglio.”
“Ha ragione,” si complimenta Moore, “oltre allo splendido paesaggio, vediamo che ha provveduto ad allestire gli stand e tutto il necessario…”
“Potete stare tranquilli, è tutto pronto, secondo il programma che mi avete inviato. Se volete seguirmi, andremo verso quelle panche di fronte al palco. È laggiù che verrà inaugurata l’inizio della festa. Signor Presidente…”
“Sì?” domanda Super Dan.
“Ehm…l’inaugurazione della festa…”
“Sì, certo, bene, bene, l’inaugurazione…” borbotta il primo cittadino, totalmente impreparato.
“Festa che verrà inaugurata dal nostro Presidente, che leggerà un breve discorso su quel palco.” interviene Blanco, per rimediare alla situazione.
“Discorso?” dice sorpreso Super Dan.

“Questo discorso…” gli mormora Blanco, mentre gli consegna pochi fogli. “Salga sul palco e li legga.”
Il Presidente Kramp svolge quanto detto dall’ispanica Segretario di Stato, un breve discorso inaugurale seguito dagli applausi della gente, dopodiché va a sedersi di fianco alla consorte.
“Ed ora,” annuncia la microfono Richardson, “il primo degli eventi: l’interessante corso di introduzione all’orticoltura, che ci aiuterà a comprendere quali sono le piante di stagione e come prendersene cura.”
Sul palco sale un esperto della materia e alle sue spalle vengono proiettate immagini di varie piante.
Dopo cinque minuti gli occhi di Byjove sono lucidi, le forme delle piante si confondono con quelle di un carro armato.
Dopo dieci minuti le palpebre di Super Dan sfidano la forza di gravità, nel vano tentativo di non abbassarsi.
Dopo venti minuti, la mente del generale vede una verdeggiante pianura, in cui gli alberi si trasformano in mezzi cingolati di ogni genere, poiché gli occhi ormai chiusi non possono vedere più nulla.
Dopo trenta minuti Super Dan sembra un nuovo quadro di Fernando Botero intitolato “A cascata”: il doppio mento appoggiato sul petto, la testa appoggiata sul doppio mento e il parrucchino appoggiato sugli occhi.

Dopo alcuni minuti il breve corso è terminato, i presenti applaudono…
SWISH!

“Aahh!!” strilla Super Dan, svegliato bruscamente dal frustino della governante austriaca.
SWISH!
“Agli ordini generale Patton!” scatta sull’attenti Byjove, colpito anche lui sulle natiche.
“Applaudite, disgraziati, applaudite!” mormora la First Lady, con un sorriso tirato.
I due applaudono, doloranti, barcollando per il sonno e con lo sguardo perso nel vuoto.
“Maledetta strega nazista!” sbotta Byjove.
“Le mie chiappe!” si lamenta furibondo Super Dan, mentre applaude. “Come hai osato colpire le mie chiappe?”
“Le sue chiappe?” si intromette Moore.
“Sì, le sue chiappe!” risponde adirato il generale. “Quella megera ha osato colpirle!”
“Ma le chiappe di chi, non capisco…” insiste Moore con finta ingenuità.
“Le chiappe del Presidente!” risponde Byjove.
“Ms Brontenserious,” domanda con simulato stupore il Capo di Gabinetto, “lei ha colpito le chiappe del nostro Presidente?”
“Jawohl! Quando First lady ordina, io eseguo!”
“Ed esegue sulle chiappe del nostro Presidente?” insiste Moore.
“Jawohl!”
“Nessuno può permettersi di prendere a frustate le chiappe del nostro comandante, è chiaro?” ringhia Byjove.
“Ah no?” domanda con falso candore Moore.
“No!!”
“Capisco.” risponde il britannico. “Quindi, se ho ben capito, lei, signor Presidente, è stato colpito sulle natiche dal frustino di Ms Brontenserious…”
“Sì! Per l’ennesima volta sì! Cosa vuol fare aprire un dibattito sull’argomento??”
“Come lei desidera…” risponde con espressione ingenua Moore, “…qualcuno ha qualcosa da aggiungere sull’argomento?”
“No!!” risponde Super Dan, col collo gonfio e il parrucchino inclinato di lato. “Nessuno ha da aggiungere niente! L’argomento è chiuso qui!!”
“Signori,”interviene decisa la First Lady, “State dando spettacolo. Tacete e sorridete. E quanto a voi due, spero che vi serva da lezione.”
“Signori,” li esorta l’accorrente Richardson, “spero che il corso vi sia piaciuto…”
“Come un bicchiere di olio di ricino…” mormora Super Dan.

“Mio marito desiderava ringraziarvi per il corso, breve ma davvero interessante, vero caro?”
“Si, certo…cough, cough…”
“Ne sono lieto. Vogliamo dirigerci verso i campi?”
“I campi?” domanda stupito Byjove. “E che dobbiamo fare, zappare la terra?”
“Il nostro generale ha sempre voglia di scherzare.” interviene Wright. “Ora c’è il secondo evento della mattina, giusto?”
“Ma certamente,” continua Richardson. “La creazione di bombe di semi di girasole.”
“Bombe??” esclama Byjove. “È vero, le bombe di girasole…”
“Ora alcuni contadini insegneranno come realizzare delle bombe di semi con argilla, acqua e semi di girasole.” spiega il presidente dell’associazione. “Così creerete delle palline che poi lancerete nel campo, dando il via alla semina del campo…”
“Oh, finalmente qualcosa di interessante…” borbotta sorridente Byjove, mentre marcia allegro verso il terreno.
Giunti ai margini del campo, i contadini insegnano ai partecipanti come creare bombe di semi di girasole, usando i diversi elementi appoggiati sulle bancarelle.
“Ecco,” spiega uno dei contadini, “prendete l’argilla, bagnatela con l’acqua ed ora metteteci i semi di girasole. Bravi, così, ora amalgamate tutto insieme…”
Dopo alcuni minuti, ognuno ha la sua pallina. Quella di Byjove, però, appare molto più grande delle altre…
“Generale,” osserva incuriosito Bell, “ma perché la sua pallina di argilla è venuta fuori così grande?”
“Ed ora,” prende la parola Richardson, “siete pronti a lanciare la vostra pallina in mezzo al campo? Via, lanciate!”
Tutti lanciano la propria pallina nel campo, il più lontano possibile, quando, in mezzo al campo…

Lo scoppio solleva una colonna di terra, che piove addosso ai presenti, scaraventati al suolo dallo spostamento d’aria.
“Ma che cosa è successo?” domanda spaventato Richardson.
“Generale, lei ne sa qualcosa?” chiede preoccupata Blanco.
“Argilla e semi di girasole…” risponde Byjove. “Tutto qui? Mi sembrava davvero poco…”
“Che vuol dire?” chiede Wright.
“Ho aggiunto un rinforzino…”
“Rinforzino?!” esclama sbigottito Bell.
“Un po’ di C-4…”
“C-4?? Ma è impazzito?” esclama Blanco. “Generale…”
“E perché? Così i semi si spargono molto più lontano…”
“Certo, generale,” interviene Moore, “e per seminare un campo intero cosa propone, l’artiglieria pesante?”
“Beh, se avete problemi con la semina, posso chiamare i miei artiglieri, se ne avete bisogno…”
“Generale!” sta per esplodere Blanco. “Signor Presidente, come sta?”
“Bene, bene…” risponde Super Dan, mentre si toglie la polvere di dosso.
“I suoi capelli un po’ meno…” commenta sarcastico Moore, che guarda divertito il parrucchino storto di lato.
“Ehm…tesoro…” dice la First Lady, che con un rapido gesto della mano raddrizza il parrucchino sulla testa del marito.
“Et voilà!” esclama Moore. “La testa del Presidente è tornata come nuova!”
“Signor Richardson,” cerca di riprendere in mano la situazione Blanco, “vogliamo proseguire verso la prossima tappa?”
“Sì, certo,” risponde confuso Richardson, “ma non capisco cosa sia accaduto…”
“Nulla, nulla, non si preoccupi. Piuttosto, ci descriva il prossimo evento…”
“Bene, andremo ora in una zona adibita ai giochi. Vi sono costruzioni di legno per i bimbi, giochi di movimento come trampoli, tricicli, carretti e altro…”
“Bene,” commenta Byjove, “un po’ di movimento per i giovani…”
“…fino ad arrivare ai giochi di lancio, come ad esempio le piste per i tappi e le biglie…”
“Benissimo, e che stiamo aspettando? Andiamo!” esclama Byjove.
“Qui gatta ci cova, il generale mi sembra troppo contento…” bisbiglia Moore a Blanco, mentre si dirigono verso un’altra zona del parco.
Giunti a destinazione, si vedono bambini, insieme ai genitori, seduti sui prati intenti a giocare con costruzioni di legno, persone che camminano su altri trampoli o bambini sui tricicli.
Mentre il gruppo si sofferma a chiacchierare con Richardson e alcuni suoi assistenti, Byjove si dirige a passo di marcia verso i giochi di lancio…
“Vedere tutte queste famiglie giocare in mezzo alla natura è davvero molto bello…” commenta soddisfatta Blanco.
“Sono lieto che la festa piaccia a tutti voi…” ringrazia Richardson.
“Tutti?” domanda perplesso Wright. “Veramente manca il generale. Ma dov’è finito?”

“Oddio, trovatelo, prima che sia troppo tardi…” aggiunge preoccupata la First Lady.
“Eccolo, è laggiù!” strilla Bell. “Insieme a quelle persone.”
“Sono i partecipanti alle gare di lancio…” spiega Richardson.
“Lancio??” esclamano tutti insieme preoccupati.
“Andiamo, presto!” ordina Blanco. Il gruppo si dirige a passo spedito verso Byjove, mentre i lanciatori iniziano a lanciare tappi di bottiglia, tra le grida di divertimento.
“Così, più lontano, lancia più forte!”
“Sono in testa io, ho lanciato più lontano!”
“Aspetta, ora ti faccio vedere io!”
Finché una voce autoritaria tuona, facendosi largo tra i presenti.
“E questi sarebbero dei lanci? Spostatevi, dilettanti, adesso vi faccio vedere come si effettua un lancio degno di questo nome!”
Una rincorsa di alcuni passi, due piroette su se stesso, come un lanciatore del disco e…..

Una colonna di terra si solleva in aria, insieme ad una nuvola di fumo, mentre Super Dan e i suoi compagni d’avventura arrivano sul posto.
“Cough! Cough!” tossisce Blanco. “Generale, ma cosa ha fatto?”
“Generale, ma cos’è tutto questo fumo?” domanda Bell, lacrimando.
“Oh, niente di che,” risponde serafico Byjove, “una granata, tanto per vivacizzare questo mortorio, legata insieme ad un fumogeno, tanto per dare un po’ di colore…”
“Questo è il suo concetto di niente di che?” domanda col fazzoletto sul naso Moore.
“Ma certo! È la festa della primavera, della vita, dei colori…” commenta soddisfatto Byjove. “”Beh, cosa c’è di bello in programma, adesso?”
“Il Vietnam?” domanda Moore, perplesso.
“Il Vietnam?” risponde i militare. “Eh, magari, Moore, magari. Bei tempi, quelli…”
“Scusate…non ho capito la faccenda del fumogeno…” si intromette Richardson, “cough…cough…possiamo allontanarci da qui?”
Il gruppo si avvia verso uno spazio adibito ai giochi per bambini, liberi di giocare e saltare tra gonfiabili e tappeti erbosi.
“Bene, bene,” commenta Byjove, “attività fisica per i bambini, è così che si comincia l’addestramento…”
“L’addestramento?!” domanda stupito Richardson.
“Ehm, sì, certo,” interviene Moore prontamente, “l’addestramento alla vita, è questo che intendeva il nostro generale. Ma vogliamo proseguire il nostro itinerario?”
“Ma certamente,” risponde il presidente dell’associazione. “Seguitemi…”
Il gruppo si dirige verso un altro grande spazio, dalla quale proviene della musica.
“Eccoci giunti nello spiazzo dedicato al ballo. Signori potete accomodarvi e ascoltare le migliori orchestre locali…”
“Limitarci ad ascoltare?” interviene fulmineo Moore. “Il nostro Presidente ha molto insistito per esibirsi in una serie di balli…”
“Cosa?” esclama stupito Richardson. “È una piacevole sorpresa, siamo davvero onorati…”
“Pensi che il nostro Presidente ha fatto addirittura mettere a verbale la sua presenza sulla pista da ballo.” continua Moore. “Vero, signor Presidente?”
“Moore…” ringhia Super Dan, subito bloccato dalla consorte.
“Caro, andiamo, questo è un valzer…” interviene la First Lady, che lo prende per mano e lo porta a ballare.
La coppia balla egregiamente due valzer, soprattutto per merito di Gwendoline, e torna insieme agli altri.
“Però, signor Presidente,” commenta Naive, “non sapevo che ballasse così bene!”
“Beh, ecco, modestamente, da giovane ho vinto anche alcune gare…”
“Cosa?!” esclama la giovane segretaria, mentre l’orchestra inizia a suonare un tango.

“Ma certo,” spiega Moore, sornione. “Il nostro Presidente è stato un campione di ballo, non lo sapeva? Il tango, poi, era la sua specialità…”
“Il tango?” squittisce Naive. “Io adoro il tango…”
“Beh, se è così,” risponde Super Dan, con aria da cascamorto, “possiamo provare a buttarci in pista e vedere cosa succede…”
Lo sguardo severo della First Lady raggiunge gli occhi di Ms Brontenserious, che scatta verso il primo cittadino, lo afferra per un braccio e lo trascina in pista.
La governante austriaca stringe a sé Super Dan e lo guida, mentre iniziano danzare sulle note di un tango argentino.
“Però,” mormora Bell, “chi l’avrebbe detto, non se la cavano tanto male…”
SWISH!
“Aaahh!!”
Al primo passo sbagliato da Super Dan, il frustino si fa sentire sulle sue gambe.
“Come non detto…” prosegue Bell.
“Non ho mai visto nessuna donna stringere il proprio cavaliere e tenere in pugno un frustino allo stesso tempo, giuro…” commenta stupefatto Richardson.
“E questo è nulla,” aggiunge Moore, “vedrà il nostro Presidente, quando eseguirà il paso doble…”
“Sul serio?!” domanda Blanco.
“Ho parlato col capo orchestra…” le risponde Moore sottovoce.
SWISH!
“Aaahh!!”
“Generale,” sussurra Naive, “ma non le dispiace neanche un po’ vedere la sua ex fidanzata ballare con un altro uomo?”
“Cosa?!” sbotta Byjove.
“La sua ex fidanzata?!” domanda Richardson, sempre più esterrefatto.
“Già,” interviene come al solito lo strafottente Moore, “e pensare che avevamo iniziato i preparativi della festa di fidanzamento…”
“Festa di cosa?!” trasecola Byjove. “Signori, se questa storia del fidanzamento non finisce…”
“Visto?” lo interrompe Wright. “Non ne vuole neppure sentire parlare…”
“Wright!” grida il militare. “Lei continui a fare quello che ha fatto fino a dieci secondi fa, ovvero impicciarsi degli affari suoi!”
“Generale, non se la prenda così.” lo prega la romantica Naive. “D’altronde per rimarginare una ferita al cuore occorre tempo…”
“Ferita al cuore?? Io??”
“Generale, siamo tutti esseri umani,” interviene Bell, “anche alle persone più forti può capitare di soffrire per amore, non deve vergognarsene…”
“Bell!! Qui l’unica ferita che sanguinerà tra poco, sarà sulla sua testa, se non la smette di dire idiozie!!”
“Signori!” interviene decisa la First Lady. “Ci stanno guardando tutti. Si può sapere cosa avete tanto da urlare?”
“Il cuoricino del generale sta soffrendo…” commenta triste Naive.
“Ah si?” domanda confuso Richardson. “Problemi cardiaci?”
“Il mio cuore sta benissimo!!” strepita Byjove, che sguaina la sua sciabola. “Al contrario del vostro, se non chiudete il becco!!”
Sulla pista da ballo, nel frattempo…
SWISH! “Aaahh!!”
SWISH! “Aaahh!!”
Dopo tre interminabili balli, la coppia danzante torna ad unirsi col gruppo.
“Signor Presidente,” gli va incontro Moore, con un sorriso, “lei è stato davvero magnifico, un impareggiabile ballerino, vero Naive?”
“Sì, certo, ma…perché sta zoppicando, signor Presidente?”
“E me lo chiede pure??” strepita Super Dan. “Ho le gambe piene di lividi, questa maledetta nazista…”
“La prossima volta che sentirai un tango,” interviene severamente la First Lady, “saprai chi invitare a ballare…”
“Suvvia, signori, lasciamoci alle spalle questi malintesi e avviamoci verso la prossima tappa.” interviene Moore, cercando di riportare la calma. “Signor Richardson, vuole condurci alla gara podistica? Il nostro Presidente ed il generale sono stati i primi ad iscriversi, lo sa?”
“Cosa?!” esclama sorpreso Super Dan. “No, aspettate, le mie gambe…”

“Finalmente!” romba la voce di Byjove. “Mio comandante, mi segua, taglieremo per primi il traguardo!”
Tra le vane proteste del primo cittadino, il gruppo raggiunge il prato da cui prenderà il via la gara.
“Signor Presidente, ha indossato le sue scarpe da ginnastica?” domanda Bell. “Sa, le scarpe più adatte allo sforzo che si deve compiere aiutano la schiena a mantenere la giusta postura…”
“Bell!” strilla Super Dan. “Non ho bisogno di nessuna postura, perché non ci sarà nessuno sforzo. Mi avete detto che sarà una gara molto breve…”
“Esatto, mio comandante!” lo rassicura Byjove. “Soltanto dieci chilometri. Una semplice sgambata!”
“Cosa?! Dieci chilometri??”
“A proposito, signor Presidente,” raccomanda l’insolente Moore, “non dimentichi di indossare la sua pettorina…”
“La mia cosa?!”
“La sua pettorina con il numero.” risponde Moore. “Tutti i partecipanti hanno la loro pettorina, non vede?”
“Anche la pettorina, ci mancava…” borbotta Super Dan. “E dove diavolo la vado a prendere, adesso?”
“Tranquilli, ci ho pensato io.” continua Moore. “Ecco, questa pettorina è per lei, generale, e quest’altra è per il nostro Presidente. Eh, come fareste se non ci fossi io…”

“Ottimo, Moore, ben fatto!” esclama Byjove, contento per la pettorina verde militare.
“Ben fatto un accidente!!” sbotta Super Dan. “ E questa cosa sarebbe??”
“Un delicato rosa pastello.” commenta la First Lady. “Moore, mi complimento per la sua scelta.”
“Milady, appena l’ho conosciuta ho capito subito che lei è una persona dai gusti raffinati.”
“Quando avete finito con questi salamelecchi,” continua Super Dan adirato, “vorrei farvi presente che chi deve correre con questo straccio rosa addosso, sono io!”
“Straccio?” risponde Gwendoline, accarezzando la pettorina del marito. “Un delicato panno di pura seta di un rosa pastello pallido…”
“E io, secondo voi, dovrei correre con un panno di seta rosa pastello sul petto??”
“Beh, effettivamente,” osserva Byjove, “non è esattamente quello che ci si aspetterebbe da un comandante…”
“Allora, che aspettate?” arriva trafelato Richardson. “La gara sta per cominciare. Andate sulla linea di partenza, presto!”
“Sentito?” li incita Blanco. “Sbrigatevi, i concorrenti stanno per partire.”
“Un momento,” continua a protestare Super Dan, “mi rifiuto di correre con questo straccio rosa addosso!”
SWISH!
Aahhh!
“Maledetta strega!” esclama il Presidente Kramp. “Appena finisce la gara, facciamo i conti!”
“Ci siete tutti?” domanda lo speaker. “Pronti, partenza, Via!”
I concorrenti partono, ognuno con la propria andatura, qualcuno corre, qualcuno cammina velocemente, uno solo passeggia come se fosse in riva al mare…
“Forza, signor Presidente!” lo incoraggia Naive. “Corra, la stanno superando tutti!”
“Ha ragione!” sbotta Byjove. “Mio comandante, vogliamo farci umiliare così da tutti?”
“Beh, ecco,” balbetta Super Dan, “non saprei…”
“No! Questa è l’unica risposta possibile!” risponde il militare. “Animo, di corsa, dobbiamo vincere questa gara!”
“Vincere? Ma non era una tranquilla passeggiata in mezzo alla natura?”
“Una gara non è mai tranquilla, se lo ricordi!”
“Gara? No, un momento, durante la riunione era stato detto che era una breve passeggiata, e adesso salta fuori che è lunga dieci chilometri e che è una gara!”
“Forza, generale, ricordatevi che rappresentate il paese!” strilla Moore. “Sembrate due pensionati in riva al mare. Che fate, vi ritirate e abbandonate la gara?”
“Giammai!” grida Byjove, ferito nell’orgoglio. “Mio comandante, mi segua, il paese ci guarda!”
Byjove afferra per un braccio Super Dan e inizia a correre, trascinandolo con sé.
“No, calma, generale, ma che fa? Mi fa cadere!” protesta invano Super Dan.
“Non tema! La trascinerò verso la gloria! Avanti tutta!”
I due iniziano a correre, rimontando posizioni su posizioni, con Byjove che sembra un treno a vapore e Super Dan il vagone di coda, trainato dal militare.
“Così, non mollate!” li incoraggia Wright.
“Pant…pant…” sbuffa il primo cittadino, mentre la sua pettorina inizia a scivolare impietosamente sulla pancia, che rimbalza ad ogni passo.
“La pettorina rosa, signor Presidente, la pettorina rosa, non la sciupi, mi raccomando!” è il grido di Moore che si leva dalla folla divertita. “La sollevi in alto, deve stare sul petto, non sulla pancia!”
“Chi è che sta gridando…pant…pant…” sbuffa Super Dan, stremato dalla fatica, mentre anche il suo parrucchino inizia a cedere, abbassandosi sempre più verso gli occhi.
“Non si arrenda, mio comandante, sempre avanti, il traguardo ci attende!” lo incita Byjove, ormai esaltato, mentre trascina il Presidente Kramp.
“Così, generale,” li incita Blanco, “avanti, verso la gloria!”
“Così, signor Presidente,” segue il grido di Moore, “avanti, verso la tenda a ossigeno!”
“Moore! Pant…pant…” cerca inutilmente di risponde Super Dan, con il viso imperlato di sudore, e il parrucchino ormai sceso sulla fronte, che saltella ad ogni passo di corsa, avvicinandosi sempre più agli occhi.
Byjove tiene ben saldo il braccio di Super Dan, trainandolo come un carro attrezzi, mentre il Presidente arranca, rischiando di cadere a terra in ogni momento.
“Non rallentate,” li incoraggia Naive, “siete quasi in testa!”
“Forza,” si unisce agli incoraggiamenti Wright, “ce l’avete quasi fatta!”
“Dai, non mollate!” urla Bell.
“Il parrucchino!” si leva il grido di Moore. “Tiri su il parrucchino! E tolga la pettorina dalla pancia!”
“Moore!” è l’unico grugnito che esce dalla bocca di Super Dan, ormai esausto.
I nostri due eroi hanno compiuto una rimonta straordinaria ed ora sono in testa al gruppo, affiancati da altri concorrenti, a pochi metri dal traguardo.
Le grida di incoraggiamento si sovrappongono l’una all’altra.
“Forza! Non mollate!”
“Ancora uno sforzo!”
“Correte, correte!”
“Si tolga quella pettorina rosa dalla pancia, sembra una panciera!”
A pochi metri dal traguardo Super Dan, Byjove e diversi concorrenti sono alla pari, il risultato è incerto, quando…
“Mio Comandante, lei deve vincere! Ad ogni costo!” tuona la voce di Byjove. “Per la gloria del paese! Geronimo!!”
Il generale afferra anche l’altro braccio del Presidente e, con una torsione del busto degna di un lanciatore del peso, lo scaraventa oltre il traguardo.
“Geronimoooo!!!”

Super Dan si libra nell’aria come un’aquila reale, con le braccia allargate come due ali, la pettorina rosa che avvolge la pancia presidenziale ed il parrucchino sulla faccia.
L’atterraggio sul banco delle coppe e delle medaglie destinate ai partecipanti è fragoroso, pezzi di legno, medaglie e trofei volano ovunque, insieme al parrucchino di Super Dan.

“Madre de Dios!” urla spaventata Blanco, mentre accorre con i suoi compagni d’avventura, insieme agli agenti della sicurezza.
“Oddio, mio marito!” grida la First Lady.
“Generale, ma che ha fatto, è impazzito?” grida Wright sconvolto.
Gli uomini della sicurezza aiutano il presidente a rimettersi in piedi, tra pezzi di legno e medaglie, mentre Moore si allontana.
“Mio comandante, ha vinto!” afferma fiero Byjove. “Il nostro presidente ha tagliato il traguardo per primo!”
“Oh, caro,” lo soccorre la moglie preoccupata, “stai bene?”
“Scusate,” balbetta Super Dan ancora stordito, “ma cos’è successo?”
“Non ricorda nulla?” domanda Blanco. “Sembrava il volo del calabrone…”
“Sì, un calabrone gigante da cento chili…” aggiunge l’accorrente Moore. “A proposito, credo che questo sia suo…” continua il Capo di Gabinetto, porgendo il parrucchino che era andato a raccogliere.
“Oh, i miei capelli…” sospira Super Dan con aria inebetita.
“ll colpo è stato davvero troppo forte…” commenta Blanco.
“Già,” mormora Wright, “stavolta ce lo siamo giocato…”
“Beh,” mormora Moore, “non tutti i mali vengono per nuocere…”
“Andiamo, tesoro…” lo conforta la First Lady, che lo sorregge insieme alla fedele governante e agli agenti della sicurezza. “La roulotte del pronto soccorso, presto…”
“E adesso, come faremo le premiazioni?” si domanda attonito Richardson.
“Il banco dei premi è distrutto, non è rimasto più niente….cosa daremo ai primi classificati?”
“L’onore di aver concluso la gara in testa!” replica Byjove. “E questo dovrebbe essere più che sufficiente! Si sposti, ci penso io!”
Byjove sposta con una manata Richardson, che finisce tra le braccia di Bell, provocandogli un attacco di asma.
“Il mio inalatore, datemi il mio inalatore…”
“Tutti coloro che sono arrivati tra le prime dieci posizioni vengano qui davanti a me!” ordina Byjove. “Avanti march!”
I concorrenti, intimoriti, scattano rapidi verso il generale.
“Signore e signori, proclamo vincitore della gara podistica il nostro comandante, nonché beneamato Capo Supremo del nostro paese, il Presidente Daniel Kramp! Applauso, grazie!”
Dalla folla parte un timido battimani.
“Purtroppo,” prosegue il militare, “il nostro Presidente non è qui a raccogliere la vostra ovazione…”
“Ovazione?” si chiede perplesso Bell.
“Già,” commenta Moore, “la modestia è sempre stata il suo forte…”
“Ed ora, gli altri concorrenti, fatevi avanti, uno alla volta…”
Byjove distribuisce energiche pacche sulle spalle a tutti, facendoli barcollare, e in un paio di minuti la “cerimonia di premiazione” è finita.
“Visto? Ci voleva tanto?” dice Byjove.
“Ehm, signor Richardson,” interviene Blanco, cercando di spostare l’attenzione di tutti altrove, “ora cosa ci attende?”
“Beh, ecco,” risponde il sempre più attonito presidente dell’associazione organizzatrice, “veramente ci sarebbe la pausa pranzo…”
“Ben detto! Davvero un bel programma, complimenti!” esclama sorridente Byjove. “Ci faccia strada, su, ci mostri il cammino verso le delizie locali…”
“Prego, signori, da questa parte, vogliate seguirmi…”
Il gruppo passeggia sull’erba, tra alberi secolari, fino a giungere in un magnifico prato, su cui sono stati allestiti tendoni e tavoli.
“Eccoci arrivati.” fa gli onori di casa Richardson. “Come potete vedere, in cucina vi sono i piatti tradizionali, accompagnati dalla pizza fritta…” “Ottimo lavoro, mi complimento con tutti voi…” osserva compiaciuto Byjove.
“Vi è anche l’asado argentino…”
“Molto bene!” continua entusiasta Byjove.
“Ed ovviamente, non potevamo certo far mancare le nostre famose costine di maiale alla brace, ormai simbolo della nostra cucina…”
“Perfetto! Lei è andato oltre ogni mia aspettativa!” esclama Byjove.
“Concordo con lei, mio generale!”
Tutti si voltano verso la voce: il Presidente Kramp è ritornato nel mondo dei vivi, con parrucchino nuovo e qualche cerotto.
“Signor Presidente,” gli va incontro Richardson, “sono lieto di vedere che si è ristabilito così in fretta…”
“Parli per sé…” mormora Moore.
“Allora non era nulla di grave…” commenta Bell.
“Ma certo, Bell!” lo rimbrotta Byjove. “Il nostro comandante è indistruttibile!”
“Concordo! Il nostro comandante è incrollabile!” interviene Moore.
“Esattamente!” approva Byjove.
“È immarcescibile!” continua il britannico.
“Esattamente!” risponde Byjove esaltato.
“È incrollabile!” continua il Capo di gabinetto.
“Esattamente!” esclama Byjove.
“E lo dimostrerà nelle gare, a cui parteciperà insieme a lei, oggi pomeriggio e nei prossimi giorni!”
“Esattamente!” esclama ancora Byjove.
“Cosa?! No, un momento…” balbetta Super Dan, colto di sorpresa.
“E nessuno potrà fermarvi!” conclude Moore.
“Nessuno!” grida il generale ormai elettrizzato. “Getteremo il cuore oltre l’ostacolo!”
“Così risponde un vero comandante!” sentenzia Moore.
“Bene,” risponde compiaciuto Richardson, “dopo l’onore di ospitare il Presidente, avremo anche il piacere di vederlo gareggiare…”
“E vincere!” sbotta Byjove.
“Signor Presidente,” gli chiede Moore con tono provocante, “ha sentito? Il pubblico freme in attesa delle sue imprese sportive. È pronto a battersi per la vittoria?”
“Moore,” ringhia Super Dan, “l’unica cosa che in questo momento vorrei fare, è…”

“Stia tranquillo,” lo interrompe la First Lady, “mio marito parteciperà alle gare alle quali si è iscritto con vero spirito sportivo, vero caro?”
Gli occhi della consorte gelano Super Dan.
“Ma certo, cara, si capisce…”
“Così parla un vero guerriero!” esclama Byjove.
“Bene, ed ora,” propone Wright, “vogliamo onorare l’ospitalità locale?”
“Onoriamo, onoriamo…” concorda Byjove.
“Venite,” li esorta Richardson, “abbiamo preparato un tavolo apposta per voi.”
Ognuno prende posto a tavola, ma inesorabilmente, Super Dan si ritrova in mezzo alla sua dolce metà e Ms Brontenserious.
“Ed ora,” annuncia Richardson, “spero che le specialità locali soddisfino i vostri palati…”
Le portate delle pietanze tradizionali si susseguono, ininterrottamente, e quelle annunciate dal padrone di casa non sono altro che una minima parte di quanto viene portato sul tavolo. Tutti assaggiano le ricette locali, tutti tranne uno…
“Allora, generale, cosa ne dice di questo pranzo?” domanda Moore.
“Delizioso! Tutto assolutamente delizioso!”
“E la birra, come le sembra la birra, generale?” continua il britannico.
“Fresca e spumeggiante, proprio come piace a me!”
“Presidente,” insiste Moore, con un sorriso beffardo, “mi sembra piuttosto taciturno. Tutto bene? Per caso non gradisce le specialità del posto?”
“Moore, io…” accenna a reagire Super Dan, quando sotto il tavolo…
SWISH!
Aahhh!
“Mio marito gradisce ogni piatto che gli viene servito…” risponde prontamente la First Lady.
“Vedo, vedo…” osserva Moore. “Insalata verde, carote bollite, zucchine ai ferri…”
“E per concludere,” aggiunge Gwendoline, “una sana insalata di sedano, cavolo e spinaci, condita con limone e qualche goccia d’olio.”
“Oh, signor Presidente,” commenta pungente Moore, “lei è un vero atleta, non solo nelle gare, ma anche a tavola, vero generale?”
“Assolutamente…gnam…gnam…il nostro comandante è un vero atleta…gnam…” risponde Byjove, mentre sta divorando l’ennesima pietanza.
Lo sguardo sconsolato di Super Dan si sofferma davanti a Byjove, sui cinque vassoi svuotati dal militare, accatastati uno sull’altro, e sui nove boccali di birra bevuti.

“Qualcuno desidera ancora un po’ di asado?” domanda crudelmente Moore ad alta voce. “Generale, non gradirebbe ancora un po’ di carne? Io trovo che sia semplicemente fantastica, non trova?”
“Moore,” esclama Byjove, “lei non poteva usare parole più appropriate. Se proprio insiste, ecco, un vassoio lo gradirei ancora…”
“Ma certamente!” esclama il Capo di Gabinetto. “Signor Presidente, lei è a posto così?”
“Moore…” fa appena in tempo a ringhiare Super Dan…
SWISH!
Aahhh!
“Deduco che quello sia un no, vero?” commenta Moore con un sorriso. “D’accordo, allora, se permette, io ordinerei altri due vassoi per il nostro generale…”
“Due? Veramente avevo detto un vassoio…”
“Su, generale, non faccia il timido, dobbiamo pure onorare gli sforzi dei cuochi. O vuole forse che si offendano?”
“Oh no,” risponde con aria severa Byjove, “non mi permetterei mai di offendere quei poveri cuochi, dopo tutto il lavoro che hanno fatto…”
Vassoi, piatti e boccali di birra si alternano sul tavolo, mentre le mandibole di Byjove si muovono ininterrottamente come uno schiacciasassi.
Lo sguardo malinconico di Super Dan è fisso sull’insalata verde e le carote bollite…
“Su, signor Presidente,” interviene senza pietà Moore, “perché ha quell’aria triste? Coraggio, sorrida, pensi a tutte le gare che l’aspettano, a cominciare già da oggi pomeriggio…”
“Moore…”
SWISH!
Aahhh!
Fine seconda parte.
Continua.
Al prossimo episodio. Sigla!