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28 Giu

Episodio 37 – La Festa della Primavera – Parte 6 – di Eugeniusz S. Lazowski

PARCO DI SEASIDE – FESTA DELLA PRIMAVERA – IL FINALE.

“Ecco, il primo dolce, vediamo che succede…” osserva curiosa Blanco.

Il dolce viene assaggiato dal primo giudice, che affonda la sua forchetta per staccarne un piccolissimo pezzo. Un lento masticare, una breve riflessione, e poi il giurato scrive su un block notes il proprio voto.

Il dolce viene passato al collega seduto al fianco, che ripete lo stesso rito, e poi al terzo.

“Ecco, ci siamo…” mormora Blanco.

La torta arriva davanti a Byjove, che la afferra con entrambe le mani, come fosse un panino, la solleva dal tavolo e la addenta con la delicatezza di una scrofa. Le mandibole lavorano senza sosta, al primo morso ne segue un secondo, e poi un terzo. 

Metà torta è finita, il militare la ripone sul vassoio, si passa l’avambraccio per pulirsi la bocca, e poi emette il suo giudizio.

“Niente male, niente male davvero…”

“Madre de Dios!” mormora Blanco, sconcertata.

Ora tocca al presidente della giuria.

“Che Dio ci protegga…” è il bisbiglio di Bell.

Super Dan fissa il dolce,  immobile, con aria pensosa, come se stesse esaminando un’opera d’arte.

“Vuoi vedere che per una volta…” è il lieve sussurrare di Blanco, le cui speranze vengono deluse quando le mani del Presidente Kramp scattano all’improvviso verso il dolce, lo afferrano, e la portano alla bocca. Qui le mandibole si muovono come un tritarifiuti e come in un gioco di prestigio, la metà torta avanzata sparisce davanti a tutti.

“E figuriamoci…” borbotta la First Lady nervosamente.

Poi, con la stessa raffinatezza del vicino di posto, passa l’avambraccio sulla bocca per pulirsi.

“Concordo, generale, davvero niente male. Avanti con la prossima!”

Gli occhi della First Lady si abbassano rassegnati al suolo, quelli di Blanco si alzano al cielo invocando un intervento divino, quelli di Moore cercano in giro la roulotte del pronto soccorso attrezzata per la lavanda gastrica.

I concorrenti presentano con fierezza le proprie creazioni e le portano sul palco, dove avviene il solito rito, ormai consolidato.

Tre minuscoli assaggi, una lenta masticazione e il giudizio scritto sul block notes. Poi tocca agli ultimi due giurati.

La prima metà della torta sparisce grazie al movimento incessante delle mandibole di Byjove e la seconda viene ingurgitata in pochi morsi da Super Dan.

“Uno spettacolo di raffinatezza e buon gusto, non c’è che dire…” commenta sottovoce Wright.

“Noblesse oblige…” aggiunge Moore.

“Aspetta solo che vieni giù da quel palco e ti sistemo io!” rantola rabbiosa la First Lady. “Cosa c’è dopo questa gara?”

“La camminata della primavera, milady.” risponde Richardson imbarazzato.

“A cui suo marito ed il generale sono iscritti. È stato scritto anche nel verbale, giusto?” aggiunge Moore.

“Certo, è stato messo a verbale.” conferma Blanco con un sorriso.

“E quanto è lunga questa camminata di primavera?” domanda Gwendoline.

“Dieci chilometri, milady…” risponde l’organizzatore.

Un sorriso illumina il viso della First Lady. “Non si possono allungare a cento?”

Intanto sul palco i vassoi vuoti si accumulano uno sull’altro, formando una piccola torre.

“Blanco,” bisbiglia Moore, “per lei assomiglia più alla Torre Eiffel o alla torre di Pisa?”

Dal palco l’ultimo gesto di eleganza. “Ehi, laggiù, Richardrink, non si potrebbe avere un po’ di vino bianco, per accompagnare questi dolci?” sbraita Byjove.

“Sì, e che sia fresco, mi raccomando!” aggiunge Super Dan.

“Altro che camminata di primavera, ti faccio fare, quando scendi…ai lavori forzati ti mando!” ringhia la First Lady. “Ms Brontenserious, lei è pronta?”

SWISH! è la risposta…

Sul palco prosegue la sfilata di dolci di ogni genere, dalle torte alle  crostate, ma di nessuno di essi rimane traccia, se non poche briciole…

“Bene, signore e signori,” annuncia Richardson al microfono, dopo essere salito sul palco, “la gara è terminata, ora aspettiamo che la giuria emetta il suo verdetto. Chi saranno i primi tre classificati?”

“A giudicare da cosa è rimasto dei dolci, direi tutti…” mormora Moore.

“I nostri giurati ora discuteranno per decidere…” prosegue l’organizzatore, voltandosi verso di essi, allorquando…

Il presidente ed il vicepresidente stanno russando in perfetto sincrono, come in un concerto per due violoncelli di Antonio Vivaldi.

Gli altri tre giudici, imbarazzati, non sanno che fare, Richardson è senza parole, il pubblico inizia a ridere.

“Santo cielo, che figuraccia…” balbetta Wright.

“Te la dò io la sveglia, quando scendi da lì…” ringhia la First Lady.

“Tranquilli, ci penso io.” afferma con flemma britannica Moore, che si dirige verso Richardson.

“Permette?” gli chiede, togliendogli garbatamente il microfono dalle mani. 

“Generale!” grida il Capo di Gabinetto, “Siamo sotto assedio, la patria è in pericolo! Vogliono attentare alla vita del Presidente!”

Byjove spalanca gli occhi, balza in piedi e afferra Super Dan, scaraventandolo a terra come un tappeto. Un  attimo dopo si tuffa su di lui,  come un lottatore di wrestling, per proteggerlo da eventuali attacchi.

AAHHH!!

Tra la folla una risata si diffonde, fino a diventare un boato…

“Et voilà! Problema risolto. A lei il microfono, Richardson…” conclude Moore il suo intervento.

Gli agenti della sicurezza corrono sul palco, per districare quel groviglio umano, lottando faticosamente con due pance e un parrucchino.

Finalmente i due giudici vengono rimessi in piedi, Byjove, guardingo per il temuto attentato, e Super Dan  col parrucchino spostato sugli occhi.

“Dove sono gli attentatori?” sbotta il militare.

“Chi ha spento la luce?” domanda il primo cittadino.

Byjove, con la delicatezza che lo contraddistingue, afferra con una mano il parrucchino di Super Dan e glielo sbatte  sulla testa come una frittata.

“Ecco fatto, mio comandante! Luce accesa!”

Una seconda esplosione di risate scuote la folla.

“Signori, scusate ma dovete proclamare i primi tre classificati…” interviene l’accorrente Richardson.

“I primi tre classificati di cosa?” domanda ancora anchilosato e dolorante Super Dan.

“E gli attentatori dove sono?” chiede Byjove, con gli occhi ancora pieni di sonno.

“Le torte!” è il grido che si leva dalla folla, seguito da un’altra risata.

“Riconosco questa voce. Moore…” borbotta Super Dan.

“Ah, già, le torte!” esclama Byjove, con un grande sorriso. “Molto buone davvero, e anche quel vinello, leggero, frizzante…”

“Ehm, scusate, ma dovreste decidere chi sono i primi tre classificati tra coloro che hanno partecipato alla gara dei dolci…” ribadisce l’organizzatore dell’evento, visibilmente imbarazzato.

“Ah, sì, ma certo, certo…” borbotta Super Dan, cercando di darsi un contegno. “Generale…”

“Erano tutte squisite!”

“Concordo, mio generale!”

Tra le risate di sottofondo, l’organizzatore della festa si sforza di concludere la gara. “Non lo metto in dubbio, erano sicuramente tutte molto buone…”

“E ci credo! Non hanno lasciato neanche una briciola!” gli ricorda Moore, provocando un’altra ondata di risate.

“Già, ecco, appunto…” balbetta sempre più imbarazzato Richardson, che capisce di dover prendere in mano la situazione. “Signori giudici,” dice rivolgendosi ai primi tre giurati, “avete preso una decisione?”

“Ma certo…” rispondono i tre all’unisono, che consegnano a Richardson un foglio con i nomi dei tre concorrenti.

L’organizzatore prende il microfono e procede alla premiazione, cercando di mettere la parola fine alla gara, all’imbarazzo e alle risate della folla.

Il presidente ed il vicepresidente della giuria scendono dal palco…

“Eccoli tornati tra noi, i nostri giurati.” li accoglie con ironia Moore. “Spero che non siate troppo stanchi, dopo una simile prova.  Abbiamo visto tutti con quanto impegno l’avete affrontata…”

“Beh, ecco, volevamo esaminare con la massima attenzione ogni prodotto per essere sicuri che il vincitore fosse davvero il più meritevole…” bofonchia Byjove.

“Proprio così….” lo sostiene Super Dan, imbarazzato.

“E volevate trascurare nessun dettaglio, giusto?” insiste sorridente Moore.

“Questo mai! Dopo tutto l’impegno che quei poveretti avevano profuso in cucina…”

“E per questo che non avete lasciato neppure una briciola, vero?” interviene tagliente la First Lady.

“Beh, ecco, io…” balbetta Super Dan.

“E niente di meglio di un buon vino bianco può accompagnare un dolce, vero generale?” domanda Moore divertito.

“Lo può ben dire!” esclama Byjove con le guance arrossate.

“Certo che lo possiamo dire!” sbotta adirata Gwendoline. “Tutta la folla ha assistito allo spettacolo che avete offerto!”

“Effettivamente, la First Lady ha ragione,” interviene Moore ironico, “lo spettacolo che avete offerto è stato sicuramente memorabile…”

“Grazie, Moore, grazie…” risponde Byjove soddisfatto.

“Grazie un accidente!” esplode la First Lady. “Siete così ubriachi che non sapete più distinguere una battuta da un complimento! Vi siete resi ridicoli di fronte a tutti!”

I nostri due ex giurati tacciono, imbarazzati.

“Ma, tesoro, dovevamo per forza assaggiare quei dolci per esprimere un giudizio…” tenta invano di giustificarsi Super Dan.

“Tra assaggiare e ingozzarsi c’è una bella differenza!” lo interrompe furibonda la moglie.

“Più o meno una decina di chili di dolci, direi, a occhio e croce…” commenta il Capo di Gabinetto.

“Tesoro, non fare così,” tenta di calmarla il primo cittadino, “ero il presidente della giuria, era mio dovere assaggiare quei dolci…”

“Il dovere prima di tutto! Hic!” interviene Byjove, rimpinzato di torte e vino.

“Il dovere prima di tutto?” domanda la First Lady. “Davvero?”

“Sempre e comunque!” ribadisce Byjove.

“Bene, sono lieta di sentirlo.” replica Gwendoline, con ritrovata serenità. “Quindi compirete il vostro dovere anche affrontando il prossimo compito che vi aspetta, giusto? O intendete tirarvi indietro?”

“Giammai!” esclama Byjove. “Sempre avanti!”

“Molto bene. Hai sentito, tesoro?” domanda la First Lady con un sorriso.

“Sì, certo, cara, ho sentito…” risponde Super Dan preoccupato.

“Mio caro Richardson,” domanda sorridente Gwendoline, “cosa ci aspetta, adesso?”

“La camminata della primavera, milady. A cui suo marito ed il generale sono iscritti, dico bene?” 

“Benissimo!”

“La camminata della primavera, che simpatica iniziativa…” balbetta Super Dan. “E quanto sarebbe lunga questa camminata?”

“Mai abbastanza, visto quello che avete mangiato…” risponde acida la moglie.

“Ed è stata messa a verbale.” conferma Blanco con un sorriso.

“E quanto è lunga questa camminata di primavera?” domanda Gwendoline.

“Dieci chilometri, milady…” risponde l’organizzatore.

”Cosa?!” strabuzza gli occhi Super Dan.

“Signor Presidente,” interviene lo scaltro Moore, “mi permetta di suggerire che per smaltire ciò che avete appena mangiato e bevuto…”

“Ci vorrebbe la maratona di New York!” interviene drasticamente la First Lady. “Ma di corsa!”

“Ma tesoro…” riesce appena a dire il primo cittadino, giusto un attimo prima che lo sguardo della consorte raggiunga Ms Brontenserious.

SWISH!

Aahhh! 

“Bene, ora che la nostra insostituibile First Lady ha chiarito la situazione,” interviene con un ghigno Moore, “non rimane che capire una cosa sola: generale, ha portato l’occorrente per la camminata della primavera?”

“Signorsì! Sempre pronto all’azione! Tute da ginnastica, t-shirt, calzettoni e scarpe da trekking! Per due!”

“Per due?” domanda Super Dan, ormai rassegnato.

“Per due.” ribadisce con decisione la sua consorte.

“Certo…” balbetta il primo cittadino, impallidito per la paura.

“Mi segua, mio comandante!” esclama Byjove entusiasta. “Andiamo nella roulotte del pronto soccorso a cambiarci!”

Dopo alcuni minuti…

“Eccoli, giusto in tempo!” esclama Blanco indicandoli.

I nostri due podisti fanno ritorno, vestiti per la gara.

“Ecco qua i nostri marciatori!” li accoglie sarcasticamente Moore. “Ma guardate, che stile, che eleganza. Milady, il suo buongusto ancora una volta ha colto nel segno!”

“Grazie, Moore…”

“Ehm, tesoro,” cerca prudentemente di evidenziare Super Dan, “ma sei proprio sicura che questo abbigliamento sia adatto alla marcia?”

“Assolutamente, caro. E poi, con i preziosi suggerimenti del Capo di Gabinetto, sono sicura che ti distinguerai dalla folla…”

“Cosa?! C’è Moore dietro tutto questo? Lo sapevo…”

“Non mi deve ringraziare, signor Presidente…” lo interrompe l’irridente britannico.

“Ringraziare?!” sta per esplodere il primo cittadino. “Io la…”

“Ringrazi piuttosto la sua dolce metà, che ha aggiunto quei dettagli che valorizzano la sua figura…” afferma Moore, mettendo così a tacere Super Dan. “Ad esempio, che ne dite delle scarpe? Ma guardatelo, non sembra una scultura di Michelangelo?”

“Beh, ecco,” balbetta Bell, “con quelle scarpe viola ai piedi,  con tutti quei brillantini luccicanti, sembra, ecco, sembra…”

“Un debosciato.” interviene seccamente Byjove.

“Generale,” controbatte con arguzia Moore, “ma cosa dice? È l’ultima tendenza londinese…”

“I famosi debosciati di Londra…” continua Byjove.

“Avete sentito? Anche il generale è d’accordo con me!” sbotta Super Dan.

“Suvvia, non dica così!” cerca di portare un po’ di concordia Blanco. “Diciamo che l’abbigliamento del Presidente è…è…originale. Ecco, sì, originale…”

“E quella fascia rossa sulla fronte cosa mi rappresenta?” domanda senza mezzi termini il solito Byjove.

“Ma come, non la riconosce?” domanda con finto stupore Moore. “Generale, mi meraviglio di lei. È la fascia in stile Rambo…”

“Beh, se c’entra Rambo, allora…” borbotta il militare. “Anche se non capito neppure di che colore sia la tuta da ginnastica…”

“Ma è un giallo pastello!” replica la First Lady.

“Quanto al generale, invece, non ho avuto dubbi.” conclude il Capo di Gabinetto. “Tuta verde militare dell’esercito.”

“E ha visto bene!” esclama fiero Byjove. 

“Siete pronti per la gara?” domanda Richardson. “Gli altri partecipanti sono già pronti.”

“La gloria ci attende!” esclama Byjove, a petto in fuori. “Mi segua mio comandante!”

I due concorrenti si avviano verso la linea di partenza.

“Il nostro Presidente sembra uscito da un quadro di Picasso…” mormora Wright.

Lo speaker spiega al microfono lo spirito amichevole della manifestazione e poi dà il segnale di partenza.

I partecipanti partono con entusiasmo, tra sorrisi e divertimento. 

Tranne due…

I nostri due podisti scattano come due velocisti, con Byjove deciso a vincere.

“Forza, mio comandante, dobbiamo tenere il ritmo alto!”

La gente applaude, si diverte e incoraggia i marciatori.

“Il Presidente sembra un limone con un nastro rosso in cima…” osserva Blanco sottovoce.

“Ma no, cosa dice?” mormora Moore pungente. “È la moda…”

Sul sentiero, intanto, i nostri due eroi iniziano a sbuffare come due caffettiere, mentre l’elastico dei pantaloni gialli di Super Dan inizia  a dare segni di cedimento.

La fascia rossa stringe la testa sempre più, e lentamente si sposta sul lato destro della testa insieme al parrucchino.

“I capelli!” strilla Naive spontaneamente. “Signor Presidente, i capelli!”

“Generale!” aggiunge Moore con tutto il fiato che ha in corpo, “I capelli del Presidente!”

“Cosa?! Chi sta urlando??” sbuffa irato Super Dan, un istante prima che Byjove allunghi la mano sulla sua testa per raddrizzare fascia e parrucchino.

“Ecco fatto!”

“Generale…pant…pant…ma che diavolo ha fatto?!”

“Capelli raddrizzati! Missione compiuta!”

“È colpa di questa maledetta fascia!” sbuffa Super Dan.

“Non può toglierla.” risponde Byjove. “Se la toglie, vengono via anche i capelli!”

“Maledetto Moore, sempre lui…”

Dopo alcuni minuti la fatica si fa sentire, i pantaloni del Presidente Kramp cedono sempre più e la fascia rossa scivola inesorabilmente verso gli occhi. Super Dan con una mano cerca di tenere su i pantaloni, mentre con l’altra si aggiusta i capelli, ma invano, perché dopo poco riprendono a scendere pericolosamente sulla fronte.

“Tranquillo…pant…pant…ci penso io!” esclama Byjove, che, delicato come un rinoceronte, allunga il braccio verso la testa del compagno di gara, ma stavolta parrucchino finisce sulla faccia di Super Dan, tenuto ben stretto dalla fascia rossa.

“Ma che diamine fa?! Non vedo un accidenti!”

Il primo cittadino sbanda, esce dal percorso, va sull’erba, diretto verso un grande cespuglio di rovi.

“Ma dove sta andando?!” esclama Blanco.

“I capelli!” strilla Moore. “Toglietegli i capelli dalla faccia!”

“Signor Presidente!” tuona la voce di Byjove. “Più a sinistra, più a sinistra! No, più a destra! Non da quella parte, torni indietro!”

“Avanti, indietro! Acqua, fuocherello, fuoco, fuoco!” grida Moore.

“Super Dan, con una mano sui pantaloni e l’altra in testa, finisce dritto tra i rovi…

Aahhh!

Arriva prontamente Byjove, che lo afferra per un braccio e lo tira fuori dal cespugli…

I pantaloni della tuta, rimasti impigliati, si strappano proprio su una natica…

“Cos’era questo rumore?” 

“Niente, mio comandante.” lo rassicura Byjove. “Continui a marciare, chi si ferma è perduto!”

Il grosso buco nei pantaloni lasciano intravedere i mutandoni rosa, scelti dalla sua consorte per la gara. 

Tra il pubblico qualcuno inizia a sghignazzare…

“Questa maledetta fascia!” si lamenta Super Dan, tentando di rimettere il parrucchino al suo posto, mentre Byjove, che continua a marciare come un carro armato, lo trascina per un braccio verso il percorso.

“Generale! Generale! Protegga il suo comandante, guardi le natiche!” grida Moore con tutto il fiato che ha nei polmoni.

“Le mie natiche?! Chi ha gridato?” sbotta Super Dan, in parte ancora accecato dai suoi capelli, mentre Byjove dà un’occhiata alla tutta strappata del Presidente Kramp.

“Per mille baionette!” esclama il militare. “È vero!”

“Cosa è vero?!” domanda sbuffando il primo cittadino.

“Le sue natiche, signor Presidente!”

“Cosa?!”

“La sua tuta è strappata proprio su una chiappa!”

“Signor Presidente!” grida ancora la voce di Moore. “Complimenti per il suo buon gusto, il rosa le dona molto!”

“Moore!” ringhia Super Dan, marciando con una mano sui pantaloni e una sul parrucchino.

“Generale, ci metta una pezza! Faccia qualcosa!” insiste il Capo di Gabinetto.

“Tranquillo, mio comandante, ho un’idea!” esclama Byjove. “Si tolga la giacca della tuta da ginnastica e la leghi attorno ai fianchi!”

Super Dan, in parte accecato dal parrucchino, stretto sulla fronte e sugli occhi dalla fascia che si sposta sempre più giù,  segue il consiglio del fido Byjove, riuscendo così a coprire le sue voluminose natiche, ma scoprendo qualcos’altro…

Un boato di risate si alza dalla folla, ora tutti possono vedere la t-shirt di Super Dan, di colore bianco, con un orsacchiotto rosa disegnato.

“Ma che altro succede?” domanda il primo cittadino. “Perché ridono?”

“Che vergogna!” esclama deluso Byjove. “Un orsacchiotto rosa…”

“Cosa?! Ah, già, la maglietta…” borbotta Super Dan, che se ne era scordato. “Moore!! Sempre lui!!

Tra la folla, intanto…

“Moore, grazie per i suoi impagabili consigli…”

“Dovere, milady…”

“Preferivo la chiappa scoperta…” borbotta Byjove. “Che vergogna…”

“Generale, pensi alle sue chiappe, che alle mie ci penso io!” sbotta Super Dan.

“Milady,” commenta Moore, “non mi sembra che stiano smaltendo quello che hanno appena mangiato…”

“Ha ragione, Moore. Forza, orsacchiotto mio, non mollare! Più veloce, vai più veloce, orsacchiotto!”

“Milady ha ragione!” urla il britannico. “Non parlate, pensate a marciare! Un po’ di animo, orsacchiotti, state perdendo terreno!”

“Orsacchiotti?!” bofonchia Byjove.

“Moore!” ruggisce Super Dan, sempre impegnato nella sua lotta per non far cadere i pantaloni troppo larghi e per raddrizzare il parrucchino.

“Chi ha urlato orsacchiotti?!” borbotta Byjove. “Chi ha osato?”

Il Presidente Kramp, nel frattempo, ancora accecato dai suoi capelli, esce ancora dal percorso, torna sull’erba e urta una persona, sbandando e finendo a pancia in giù sul carretto dei gelati, che parte in discesa con lui sopra.

Aahhh! 

Byjove si lancia all’inseguimento come un giocatore di football, facendo volare a spallate tutti quelli che incontra.

“Pista! Largo! Salvate il Presidente!”

Il carretto investe in pieno una donna di cento chili, che finisce sdraiata anch’essa sul carretto, sopra a Super Dan.

“Aiuto! Non respiro più!”

Il primo cittadino ora è schiacciato da cento chili di donna, il parrucchino davanti alla faccia tenuto ben stretto dalla fascia e rischia un blocco respiratorio. 

“Fermate quel dannato carretto!” strilla Byjove.

“Il Presidente! Salvate il Presidente!” grida Wright, impegnato nell’inseguimento insieme agli altri.

“Mio Marito! Aiutate mio marito!” è la voce della First Lady.

“I gelati! Signor Presidente, non mangi tutti i gelati!” urla Moore.

Il carretto va sempre più veloce, sfrecciando tra arbusti, alberi e la folla impaurita, e punta verso una piccola bancarella di frutta secca.

Noccioline, mandorle e noci volano ovunque, mentre Byjove continua il suo inseguimento, correndo come un panzer e travolgendo persone, venditori ambulanti  e cespugli. 

“Salvate il Presidente! Fermate il carretto! Abbattete quella donna!”

Il carretto ritorna sul sentiero della gara e taglia il traguardo, superato il quale finisce la sua corsa sul gazebo montato per la premiazione finale.

Gli uomini della scorta accorrono, cercando di trovare il loro Presidente tra pezzi di legno, gelati, una donna di cento chili e festoni colorati.

“Eccolo! È lui!” esclama un agente. “Ah, no, scusate, è la donna…”

“Beh, la mole è la stessa…” commenta la voce di Moore, appena giunto con gli altri.

“Vedo i suoi capelli!” esclama Naive. “Sì, c’è anche la fascia rossa!”

“L’orsacchiotto rosa!” indica Moore. “Sì, è proprio lui!”

La donna viene soccorsa e portata via, mentre dalle macerie viene recuperato Super Dan: i pantaloni stracciati sulle natiche scoperte, macchie variopinte di gelato su tutto il corpo e il parrucchino premuto sul viso dalla fascia rossa, stretta intorno alla testa all’altezza del naso.

“Signor Presidente, come sta?” chiede Blanco.

“Umpf!” mugugna Super Dan, col parrucchino davanti alla bocca, mentre viene liberato dalla fascia rossa e aiutato a rimettersi in piedi.

“Caro, come stai?” domanda preoccupata la First Lady.

“Sono tutto un dolore…” si lamenta Super Dan.

“In compenso vedo che il suo orsacchiotto ha vinto ancora una volta…” interviene sarcastico Moore.

“Moore,” brontola Super Dan, “aspetti solo che mi tolga questa fascia dagli occhi…”

“E potrà vedere il traguardo che ha appena tagliato per primo…” aggiunge il britannico.

“Esatto, mio comandante!” esulta Byjove, appena giunto di corsa. “Il nostro leader si è dimostrato il primo ancora una volta!”

“Primo in tutto, non lo dimentichi, generale!” insiste Moore. “Primo in velocità, ma anche in agilità!”

“Agilità?!” domanda perplesso Byjove. 

“Ma certo! Il nostro Presidente ha voluto stupirci sfoggiando la sua destrezza usando quel carretto dei gelati come un surf! Impagabile!”

“Cosa?!” esclama Super Dan esterrefatto.

“Senz’altro!” scatta sull’attenti il militare. “Il nostro comandante è un atleta completo!”

“E lei, milady, ha visto trionfare suo marito non solo in velocità e agilità, ma anche in eleganza…”

“Naturalmente. E non soltanto io, ma tutta la folla ha potuto ammirare la raffinatezza del suo abbigliamento…”

“Già, tutto il mondo ha visto come ero conciato!” ringhia Super Dan adirato. “Moore, lei è…”

“Oh, signor Presidente, non mi deve ringraziare, la First Lady ha tutto il merito della scelta stilistica del suo guardaroba…”

“Moore, non faccia il modesto.” risponde Gwendoline. “Senza i suoi preziosi consigli non avrei mai saputo come fare…”

“Lo sapevo!” sbotta Super Dan. “Visto? C’era di mezzo Moore!”

“Tesoro,” lo rimprovera affettuosamente la moglie, “non capisco cos’hai sempre da lamentarti…”

“Beh, effettivamente…” borbotta Byjove, che guarda perplesso Super Dan.

“Effettivamente cosa, generale? Su, lo dica!”

“Generale,” interviene Moore, “ma lo guardi: la tuta color giallo pastello, le scarpe da trekking viola con i brillantini luccicanti, la t-shirt bianca col disegno dell’orsacchiotto rosa. Non è un campione di eleganza?”

“Lo sto guardando, lo sto guardando…” bofonchia imbarazzato il militare.

“E cosa le sembra?” insiste il britannico.

“Un hippy debosciato…” risponde con la solita franchezza Byjove.

“Ecco, avete sentito?” esclama Super Dan.

“Ma tesoro,” interviene la moglie, “cosa vuoi che il generale ne capisca di alta moda?”

“La First Lady ha ragione.” la sostiene Moore. “Sa come sono questi uomini rudi…”

“Sicuramente vestiti meglio di me!” risponde irritato Super Dan.

“Grazie, signor Presidente…” risponde Byjove.

“Chiedo scusa,” interviene Blanco, “non voglio rovinare questa vostra dissertazione sulla moda, ma non sarebbe il caso di portare il nostro Presidente nella roulotte del pronto soccorso?”

“Ormai quella roulotte è diventata la sua seconda casa…” commenta Moore, mentre Super Dan viene accompagnato per rimettersi in sesto.

“Santo cielo, generale, ci siamo dimenticati una cosa importantissima…” esclama Moore, con simulato stupore.

“Ah sì? E cosa?”

“Ma la medaglia del vincitore! Il nostro leader è arrivato primo!”

“La medaglia! Per mille baionette, Moore, lei ha ragione! Richardprize, corra immediatamente alla roulotte del pronto soccorso e consegni la medaglia del primo classificato al nostro Presidente! Scattare!”

Intimorito, l’organizzatore si avvia verso la roulotte, borbottando per l’ennesima volta la solita frase.

“Richardson, mi chiamo Richardson…”

Più tardi ecco tornare Super Dan, accompagnato dalla moglie e dalla governante austriaca.

“Bentornato, signor Presidente!” esclama Moore. “Quasi non la riconoscevo senza la tuta gialla e quel simpatico orsacchiotto rosa sul petto…”

“Moore!” tuona Super Dan, subito interrotto. 

“E lei, milady, invece,” continua il britannico, “è inconfondibile. Incantevole come sempre…”

“Grazie Moore.”

“Bene,” interviene Blanco, “ora che i cerotti sul nostro Presidente sono aumentati, possiamo sapere cosa ci riserva ancora questa giornata?”

“La festa dell’albero, che si tiene all’inizio di ogni primavera.” risponde Richardson.

“E alla quale il nostro presidente ed il nostro generale parteciperanno.” interviene Moore. “Pensi che la loro voglia di cimentarsi in questa gara era così grande, che hanno addirittura preteso che la loro partecipazione fosse messa a verbale. Vero, generale?”

“Signorsì! Sempre pronti all’azione!”

“Santo cielo!” commenta Super Dan alzando gli occhi, “Di cos’altro si tratta?”

“Signor Presidente,” si accinge a spiegare l’organizzatore locale, “è un’antica cerimonia. Da tempo immemorabile in questa zona un albero viene abbattuto, ovviamente in modo tradizionale, con la scure, e poi trasportato a spalla in salita, sulla collina. Qui, la sera stessa verrà bruciato…”

“Ah, già, ora ricordo…” fa appena in tempo ad esclamare Super Dan. 

“…ed ogni squadra porterà sulla collina il proprio albero…” conclude Richardson.

“E indovini da chi è composta una delle squadre partecipanti?” domanda pungente Moore. 

“Presente!” risponde fiero Byjove. “Mio comandante, abbatteremo l’albero più grande della vallata, mostreremo al mondo di che pasta siamo fatti!”

“Oh noooo…” mormora Super Dan.

“Vince la squadra che arriva prima sulla cima della collina. Naturalmente, ci tengo a precisare che per ogni albero piantato ne verranno piantati quattro, per salvaguardare la vegetazione…”

“Signor Presidente, ha sentito?” continua a stuzzicarlo Moore. “Non è contento di dare il suo contributo alla salvaguardia dell’ambiente?”

“Moore, prima o poi io…” borbotta Super Dan stizzito.

“Ringrazio per la possibilità di poter fare qualcosa per la natura. Vero tesoro?” interviene con decisione Gwendoline.

“Bene, se volete seguirmi, possiamo incamminarci verso il luogo scelto per il taglio dell’albero.” propone Richardson. “Tra poco le altre squadre saranno lì…”

Il gruppo passeggia sull’erba, tra chiacchiere, sorrisi e qualche lamento. Giunti sul luogo scelto per la gara…

“Eccoci arrivati! Come potete vedere questa zona è piena di alberi…”

“Ha ragione, Richardson, c’è l’imbarazzo della scelta…” osserva Bell.

“E noi sceglieremo quello più grande!” esclama entusiasta Byjove.

“Cosa?! No, un momento, aspetti…” balbetta Super Dan.

“Era questo il Presidente che mi aspettavo!” interviene insolente Moore. “Mai secondo a nessuno!”

“Questo mai!” risponde Byjove, colpito nel suo punto debole. “Sempre avanti, sempre primi! Mio comandante, abbatteremo una quercia secolare e la porteremo sulle nostre spalle sulla cima della collina!”

“Cosa?!” sbotta Super Dan, sull’orlo di un collasso.

“Ehm, generale,” chiarisce Richardson, “il suo entusiasmo è lodevole, ma le faccio presente che in questa zona del parco non ci sono alberi secolari. Si trovano in un’altra parte del parco e sono protetti dalla legge, è proibito abbatterli…”

“Sul serio?” chiede accigliato Byjove. “Che disdetta! Va bene, diamo un’occhiata a queste piante…”

“Signor Presidente, ha sentito?” domanda con simulato dispiacere Moore. “Niente alberi secolari. Dovrà accontentarsi di questi fuscelli…”

“Eccolo!” rimbomba la voce del militare. “È questo!”

“Quello?!” esclama Super Dan, in preda al panico. “E quello lo chiama fuscello?”

“Mio comandante,” lo incoraggia Byjove sorridente, “Niente è mai troppo per due vecchie querce come noi! Lo guardi bene, è poco più di un alberello di Natale…” borbotta Byjove, impaziente di iniziare.

“Un alberello di Natale?!” sobbalza il Presidente Kramp. “Ma se è alto come un palazzo di quattro piani!”

“Oh, il solito esagerato!” interviene Blanco. “Signor Presidente, al massimo saranno tre piani…”

“Sì, ma sono tre piani che finiranno sulle mie spalle!” esclama Super Dan.

“Spalle forti e robuste, dico bene, generale?” interviene ancora Moore.

“Forti e robuste come una roccia! Richardtree, dove sono le asce? Quando cominciamo?”

“Se volete seguirmi, potrete scegliere i vostri attrezzi e indossare le tute da lavoro adatte. La gara sta per cominciare. E a proposito, Richardson, mi chiamo Richardson…”

Pochi minuti dopo, i nostri due eroi, con una robusta tuta da lavoro indosso, sono nei pressi del proprio albero, come le altre squadre…

“Generale, perché le altre squadre sono composte da tre uomini e la nostra solo da noi due?” domanda preoccupato Super Dan.

“E chi altro poteva far parte della squadra? Moore, quel gentiluomo britannico? O forse Bell, quel mollusco? O Wright? No, mio comandante, la verità è che noi due siamo gli unici due uomini degni di questo nome, in grado di affrontare questa gara. Non ne è fiero?”

“Certo, come no…” risponde Super Dan, sempre più angosciato.

Lo speaker spiega al microfono lo svolgimento della gara e poi dà il segnale d’inizio. I nostri due taglialegna iniziano a colpire con l’ascia l’albero.

“Hanno iniziato!” esclama Naive. “Forza, signor Presidente!”

“Guardate il generale Byjove, guardate come maneggia l’ascia…” commenta Wright.

“Per fortuna, visto come se la cava il Presidente…” mormora Blanco.

“Più forte, mio comandante, più forte!” strilla Byjove.

“Pant…sto cercando di fare…pant…quello che posso…”

“Di più, di più!” lo sprona il militare, che sembra un taglialegna professionista.

“Santo cielo, ma guardate il generale,” osserva stupito Bell, “sembra che voglia abbattere l’albero tutto da solo…”

“Signor Presidente!” urla Moore dalla folla. “Olio di gomito! Guardi il generale!”

“Moore…” ringhia Super Dan a denti stretti.

L’ascia del generale sembra mossa da una pistone pneumatico, mentre sbuffa come una caffettiera fumante. 

Il pubblico, grida, incita le squadre di taglialegna, applaude. 

“Così, generale, avanti così!”

“Signor Presidente!” riecheggia la voce di Moore. “Impugni meglio l’ascia! Tenga la schiena dritta! Pieghi le gambe! Tenga fermi i capelli!”

“Moore!” è l’unico grugnito che esce dalla bocca ansimante del primo cittadino.

L’albero sta finalmente per cadere, soprattutto per merito di Byjove.

“Ce l’hanno fatta!” batte le mani eccitata Naive.

La terra trema, l’albero cade al suolo, insieme a quelli di altre tre squadre.

“Presto, mio comandante!” sbraita Byjove. “Dobbiamo battere gli altri sul tempo! Sollevi l’albero da terra e lo appoggi sulla spalla!”

“Cosa?! Ma è impazzito??”

“Guardi me!” strepita Byjove, mentre solleva il tronco da una estremità e lo appoggia sulla sua spalla, come se nulla fosse.

“Quell’uomo non finirà mai di stupirmi…” mormora Blanco, sbigottita.

“È una vera forza della natura.” concorda Wright. “Ma il Presidente che fa, perché sta fermo?”

“Signor Presidente, faccia qualcosa, il mondo vi guarda!” risuona nel parco la voce vibrante di Moore.

Pungolato nell’orgoglio, Byjove getta a terra l’albero, va verso Super Dan, solleva il tronco da una estremità e lo appoggia sulla spalla del primo cittadino.

“Ha sentito? Il mondo ci guarda! Adesso sollevo l’altra estremità e iniziamo a salire verso la sommità della collina!”

Le ginocchia di Super Dan si piegano sotto il peso del tronco, le gambe iniziano a tremare.

“Non è il mondo che ci sta guardando, lo so io chi è, quel maledetto…” riesce a fatica a a balbettare Super Dan.

“Andate, ora dovete salire fino alla cima della collina!” li incoraggiano i colleghi di governo.

I due iniziano a salire lungo la collina, Super Dan davanti e Byjove dietro, a sopportare la maggior parte del peso, e a sospingere il compagno di squadra.

“Forza, mio comandante, un piede alla volta! Per la gloria del paese!” sbuffa Byjove, cercando di incoraggiare Super Dan, che avanza sbandando come un ubriaco.

I suoi pantaloni iniziano a scendere, il parrucchino si sposta sempre più verso gli occhi, le gambe si piegano sempre più.

Dalla folla giunge un grido: “La panciera, si tenga la panciera! E stia attento ai capelli, si stanno spettinando i capelli!”

“Moore…” è il rantolo che esce dalla bocca del primo cittadino, mentre il sudore bagna ormai tutto il viso.

Byjove, intanto continua a salire, un passo dopo l’altro,  spingendo in avanti il compagno di squadra.

“Avanti! Sempre più in alto! Il mondo ci guarda!” tuona la voce del militare.

“Sì, ma visto com’è conciato il Presidente, forse è meglio che si volti da un’altra parte!” è il grido di risposta che arriva dal pubblico.

“Dannato…pant…pant…britannico…” bofonchia Super Dan.

“Cos’ha detto, mio comandante? Risparmi il fiato, pensi a salire!” sbotta Byjove, che avanza come un caterpillar.

“Non…pant…ce la faccio più…” balbetta Super Dan, con la schiena piegata, i pantaloni sempre più abbassati sulle natiche e il parrucchino ormai davanti agli occhi.

“Mio comandante, ci stanno superando! Acceleri! Un passo alla volta! Uno-due! Uno-due! Avanti march!”

“Pant…pant…avanti…dove?” rantola Super Dan.

“I pantaloni!” echeggia la voce di Moore. “Signor Presidente, si tenga i pantaloni! E i capelli, tolga i capelli dagli occhi!”

“Moore…” balbetta Super Dan, a rischio di collasso, mentre dietro di lui Byjove lo sprona.

“Mio comandante, Moore ha ragione! Si tiri su i pantaloni, sono scesi all’altezza delle chiappe!”

“Voi pensate…pant…alle vostre…pant…chiappe…” biascica a fatica Super Dan, stravolto dalla fatica.

“Copra le chiappe, mio comandante!” sbraita Byjove. “Si ricordi che sono chiappe presidenziali!”

“Ho detto…pant…pant…di pensare alle vostre…pant…chiappe…” è l’ultima cosa che riesce rantolare Super Dan, prima di scivolare e cadere a terra. Il tronco cade pesantemente, travolgendo il primo cittadino e l’incolpevole generale.

“Santo cielo! Sono caduti!” esclama spaventata Naive.

“Mio marito!”

“Il Presidente!”

“Il parrucchino!”

Gli uomini della sicurezza entrano immediatamente in azione, correndo in soccorso dei due malcapitati, che iniziano a rotolare giù a valle insieme al tronco.

“Pista!!” è il grido di un anonimo spettatore tra il pubblico.

I due taglialegna dilettanti scendono con la forza di una valanga, abbattendo e trascinando con sé cespugli e arbusti.

Alcuni dei concorrenti gettano il proprio tronco a terra e scappano, mettendosi in salvo. 

“Geronimo!!” è l’ultimo grido di Byjove

La massa umana e vegetale, composta dai due disgraziati taglialegna, dal loro tronco e da tutti i cespugli sradicati, scende a tutta velocità, rimbalzando come un enorme pallone.

“Sta andando verso quegli alberi!” strilla Blanco, pochi istanti che la valanga si abbatta contro le piante…

Una nuvola di polvere, ramoscelli, foglie e pezzi di legno di diffonde tutto intorno, mentre gli agenti della scorta tentano di districarsi in mezzo a quell’intreccio di vegetazione e di pance.

“Eccoli!” grida un’agente.

Lentamente vengono liberati e tirati fuori… 

“Madre de Dios!” esclama Blanco. “Sembrano tornati dall’oltretomba!”

I due malcapitati, ricoperti di polvere, foglie e ramoscelli, vengono estratti dal mucchio di vegetazione creata durante la discesa.

L’indistruttibile Byjove e il povero Super Dan, col parrucchino sugli occhi, i pantaloni abbassati a metà.

“Tesoro, come ti senti?” domanda ansiosa la moglie. 

“Come?” balbetta il marito.

“Signor Presidente, quante sono queste?” domanda Wright, mostrando tre dita.

“Cosa?!” continua a bofonchiare Super Dan.

“Sarà meglio portarlo nella roulotte del pronto soccorso.” propone Blanco.

“No, questa volta sarà meglio portarlo in ospedale per un controllo completo. Un’ambulanza, per favore.” replica la First Lady. “Ms Brontenserious…”

“Signor Presidente,” interviene Byjove, “prima che che se ne vada ho una brutta notizia da darle…”

“Un’altra?” borbotta Bell. “Ma perché,  tutto quello che è successo non è già abbastanza?”

“Signor Presidente: non abbiamo vinto la gara…” conclude mestamente Byjove.

“E non è riuscito neppure a tirare su i pantaloni del Presidente…” aggiunge sommesso Moore.

“Eh no, neppure quelli…” ammette ferito nell’orgoglio il militare.

“Sono preoccupato per le condizioni del Presidente Kramp…” afferma Richardson, subito rassicurato.

“Ma no, il nostro Presidente è una vecchia roccia, vero generale?”

“Assolutamente! Non tema, tornerà in forma in un batter d’occhio!”

“Signore e signori,” continua Richardson, “la festa della primavera si conclude qui. Ora non rimane che il barbecue serale, che chiuderà la manifestazione. Ma dopo tutto quello che è successo, capirei se non ve la sentiste di rimanere…”

“Giammai!” sbotta l’immarcescibile Byjove. “Barbecue? Ho sentito bene? Richardmeat, mi faccia strada, fuoco alle griglie! Truppa: avanti, march!”

“Richardson, mi chiamo Richardson…” risponde rassegnato l’organizzatore locale mentre accompagna il gruppo verso il barbecue serale. 

Qui si conclude la partecipazione del Presidente Kramp alla festa della primavera.

Al prossimo episodio! Sigla!

Super Dan
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