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9 Ago

Episodio 39 – Il Giorno del Porcellino d’India – Parte 2 – di Eugeniusz S. Lazowski

PIGGYBURGH – GUINEA PIG DAY.

“Suoi simili, ma molto più grandi, quindi più efficienti! Ragazzi,” grida Bjove a dei soldati, “Portate i camion qui davanti!”

In un attimo tre enormi camion militari arrivano, abbassano le rampe di carico posteriori e ne scendono centinaia di maiali, che iniziano a scorrazzare ovunque.

“Generale,” grida Blanco, “ma è impazzito, cosa ha fatto?”

“Loro sapranno trovare un proprio simile! Basterà seguirli…”

“Ah sì?” domanda Wright. “E come seguiremo centinaia di maiali per tutto il paese?”

“Tranquilli, ho fatto arrivare un plotone di soldati!”

“Cosa?” esclama Bell. “Sta dicendo che, oltre ad aver riempito il paese di maiali, adesso lo riempirà anche di soldati?”

“Bell,” strepita Byjove, “le ricordo che se non fosse saltato addosso al nostro Presidente, i suoi capelli sarebbero rimasti al loro posto!”

“Ma quell’animale mi aveva aggredito!” replica il Segretario del Tesoro, ancora impaurito.

“Bell! Quell’animale è poco più grande di uno scoiattolo, ma sempre più grande del suo fegato!” grida Byjove.

Nel frattempo un plotone di soldati, come preannunciato dal generale, fa il suo ingresso nel paese…

“Molto bene, ragazzi,” li accoglie Byjove, “Vi ho fatto venire qui per una missione molto delicata. Dovete trovare Archibald.”

Dai militari, fermi sull’attenti, giungono solo sguardi perplessi.

“Archibald,” continua il generale, “è la mascotte di questo paese, un porcellino d’India. È scappato dalla sua tana e ha portato con sé un oggetto molto prezioso…”

Dopo una pausa di silenzio, Byjove riprende a parlare. “I capelli del nostro Presidente. Ecco cosa ha rubato quel maledetto topo!”

“Esattamente,” interviene Moore sarcastico, “e riconoscerete Archibald dalla sua folta capigliatura…assomiglia molto a quella del nostro Presidente…”

“Moore!!” grida Super Dan, mentre tra i soldati molti faticano a trattenere le risate.

“Ehm…sì, appunto…” riprende la parola Byjove, in grande imbarazzo, “ecco, il porcellino d’India sta correndo per tutto il paese con i capelli del Presidente…”

“Quindi, ragazzi,” interviene ancora Moore, “trovato Archibald, troverete i capelli del Presidente. Semplice, no?”

“MI scusi, signore,” parla un soldato dal plotone. “Chiedo il permesso di fare una domanda.”

“Permesso accordato.”

“Signore, mi scusi, ma cosa ci fanno tutti questi maiali in giro? Come dobbiamo comportarci con loro?”

“Dovete seguirli.” ordina Byjove.

“Prego?!” replica sconcertato il soldato.

“Loro vi porteranno dal porcellino d’India.” si intromette nuovamente Moore. “È questa la brillante idea del vostro generale…”

“Moore!” sbotta Byjove. “Glielo spiego io cosa devono fare! Dovete seguire i maiali, loro troveranno il porcellino d’India.”

“Se avete dei problemi con questi animali, potete mettere un guinzaglio a ognuno di loro e farvi guidare, come fossero dei bei cagnolini…”

“Moore!!” tuona ancora Byjove. “Sono soldati, non dog sitter!”

“Chiedo scusa, era solo un’idea. Volevo rendermi utile…”

“Avanti, march! Inseguite i maiali, trovate quel dannato ladro di capelli!” sbraita Byjove.

“Generale,” parla Super Dan, “quante possibilità avete di trovare la mascotte?”

“100% di possibilità, mio comandante!” scatta sull’attenti il militare. “Troveremo Archibald, troveremo i suoi capelli e fucileremo il colpevole!”

“Ben detto!” risponde Super Dan. “No, un momento! Fucilare la mascotte?! No, questo no, generale, la voglio viva. È pur sempre la mascotte del paese, se lo ricordi.”

“Ne è sicuro?” domanda dubbioso Byjove.

“Generale, ho detto di prenderlo vivo, sono stato chiaro?”

“Vabbè,” borbotta triste il militare, “se proprio devo…”

I maiali iniziano a scorrazzare per tutto il paese, inseguiti dai soldati armati, suscitando paura in alcuni, preoccupazione in altri e divertimento in molti, ma soprattutto creando una grande confusione. Alcuni minuti dopo…

“Aiuto!” grida una donna, scappando fuori da un negozio di frutta e verdura. “I maiali hanno invaso il mio negozio, stanno mangiando tutto!”

“Uomini, a me!” ordina Byjove. “Buttiamo fuori quei quadrupedi rosa e salviamo il negozio!”

Il generale entra con alcuni soldati, facendosi largo tra i suini e agitando la sua sciabola.

“Fuori, maledetti, fuori di qui! Vi ho fatto arrivare qui per trovare quel dannato porcellino d’India, non per mangiare!”

In quel preciso istante…

“Aiutatemi! Fatemi scendere!!” grida Bell, in groppa ad una scrofa di oltre un quintale, che corre per la strada davanti al negozio da cui da uscendo Byjove.

“Bell, ma che diavolo sta facendo in groppa a quel maiale?” strepita il militare.

“Aiuto! Generale, fermi questo mostro!” implora Bell.

“Bell! Ma cosa sta facendo, un rodeo? Quello è un maiale, non un cavallo! Scenda immediatamente!”

Ad assistere allo spettacolo ci sono gli altri membri del governo.

“I soldati, ma dove sono i soldati?” chiede Blanco a gran voce.

“Stanno inseguendo gli altri maiali…” risponde Wright, che cerca di scansare gli animali che vagano ovunque.

“Era inevitabile.” commenta Moore. “Il generale ha portato qui più maiali che soldati…”

“Ha ragione, il paese è invaso dai maiali!” concorda Blanco.

La gigantesca scrofa di Bell si allontana, allora Byjove prende la rincorsa e salta in groppa ad un’altra scrofa enorme.

“Ihaaa! Galoppa, corri, dannato maiale!” strilla il militare, puntando la sciabola davanti a sé verso il maiale fuggitivo.

“Dios mio!” esclama Blanco esterefatta. “Ma…avete visto il generale?”

“Se non l’avessi con i miei occhi non ci avrei creduto…” mormora Moore.

“Non possiamo abbandonare così il povero Bell,” si preoccupa Wright. “E se il generale non ce la facesse?”

“Qui di fronte c’è un negozio di biciclette…” osserva Moore.

In un attimo i tre entrano nel negozio per uscirne in sella a tre biciclette.

Bell, in sella ad una scrofa gigantesca, Byjove, che lo insegue con la sciabola in mano, ed ora i tre colleghi di Bell.

“Eccolo, il generale, lo vedo, ci stiamo avvicinando!” esclama Wright.

Nel frattempo Super Dan, la sua consorte, la governante austriaca e Naive stanno camminando, inconsapevolmente, verso Bell.

“Guarda che disastro, che ha combinato il tuo generale!” dice Gwendoline arrabbiata.

“Via, via! Spostatevi! Schnell! Schnell!” intima Ms Brontenserious, agitando il frustino verso gli animali.

“Ma cara, cosa c’entro io con tutto questo?” cerca di giustificarsi Super Dan.

“Non sei nemmeno capace di tenerti i tuoi capelli sulla testa!” tuona la First Lady. “Maiali che corrono, soldati che corrono, persone che corrono e…Bell che corre?!”

“Bell?” domanda confuso il primo cittadino. “Ma cosa c’entra Bell?”

“Bell!” risponde la moglie, indicando proprio davanti a sé Bell, in groppa alla scrofa che si dirige a tutta velocità verso di loro.

“Bell?!” ha appena il tempo di dire Super Dan, prima che la scrofa, giunta davanti, a lui si fermi bruscamente, facendo decollare il Segretario del Tesoro, che atterra per la seconda volta addosso al suo Presidente, stendendolo a terra. Il parrucchino di Super Dan, staccatosi a causa dell’urto per la seconda volta, vola sopra la testa di un maiale in corsa.

“Aahhh! la mia schiena!” è il grido di Bell.

“Aahhh! la mia schiena!” è il grido di Super Dan.

“Aahhh! I capelli del Presidente!” è il grido di Naive, che indica il maiale che se li sta portando via di corsa.

“I miei capelli! Noooo!” è il secondo grido di Super Dan. “Eccomi! Bell, che ci fa lì per terra?” chiede il militare, saltato giù dal maiale con un balzo.“Aahhh! la mia schiena!” continua a lamentarsi Bell.

“Bell è arrivato su un maiale, proprio come lei, generale,” spiega la First Lady, “ma l’animale si è fermato di colpo e Bell è volato addosso a mio marito…”

“Cosa?!” sbotta Byjove. “Oggi è la seconda volta che mette ko il nostro comandante. Bell, le ricordo che l’attentato alla vita del Presidente in questo paese è punito con la pena di morte!”

“Oddio, mi sento male! La mia schiena, il mio inalatore…”

In quel momento arrivano in bicicletta Blanco, Moore e Wright.

“Che cos’è successo?” domanda Blanco, mentre gli agenti della scorta stanno aiutando Super Dan e il povero Bell.

“È successo che questo sciagurato ha steso a terra il nostro comandante per la seconda volta!” risponde adirato Byjove.

“E per la seconda volta,” aggiunge la governante austriaca, “il testone del Presidente è volato su grande maiale.”

In quel momento l’oggetto della discussione passa accanto a loro correndo, col parrucchino in testa.

“I miei capelli! Recuperate i miei capelli!” grida Super Dan.

“Due parrucchini a spasso per il paese nello stesso giorno…però,” è la considerazione di Moore, “credo che sia un record, lo sa, signor Presidente?”

“Moore!” grida Super Dan, con le mani a coprire la testa e le vene del collo gonfie.

“Soldati a me!” ordina Byjove, puntando la sciabola verso il maiale. “Inseguiamo il fuggiasco!”

Il generale afferra la bicicletta di Wright e inizia a pedalare dietro l’animale rosa.

“Ms Brontenserious, andiamo” ordina la First Lady. Le due donne portano Super Dan in un negozio di vestito all’angolo perché indossi un nuovo parrucchino.

“E noi che facciamo?” domanda Wright. “Il generale sta inseguendo il maiale coi capelli del Presidente, i soldati stanno cercando Archibald…”

“Lo credi davvero, Wright?” domanda Moore. “Io penso piuttosto che i militari siano indaffarati a correre dietro ai maiali che il generale ha sparso per tutto il paese…”

“Sono d’accordo. Quindi a questo punto non ci rimane che cercarlo noi.” propone Blanco.

“D’accordo, Bell ed io andremo a piedi.” dice Wright. “Ma dove andiamo?”

“Dappertutto,” risponde Moore, “potrebbe essere ovunque. Buona caccia e…chi lo trova telefona agli altri, d’accordo?”

I quattro si dividono. Nel frattempo Byjove…

“Fermati, maledetta bestiaccia!” urla il generale, mentre pedala sbuffando. “Ridammi i capelli del Presidente, o ti trasformo in salsicce per il barbecue!!”

Il maiale continua la sua corsa, mentre Byjove cerca di evitare gli altri animali, compiendo acrobazie e slalom con la bicicletta.

Dopo alcuni minuti…

“Maledetto maiale!” grida Byjove, mentre compie una curva. “Pant…pant…ti ordino di fermarti!”

In quel momento, da dietro l’angolo spunta fuori Wright, a piedi, alla ricerca di Archibald.

“Aahhh!”

Wright si ritrova sul manubrio della bicicletta di Byjove, che continua imperterrito a pedalare.

“Wright, ma che diavolo ci fa sulla mia bicicletta? Si tolga di mezzo, non vedo niente!”

“La mia pancia, che botta!” si lamenta il Segretario degli Interni, piegato sul manubrio e aggrappato con le mani alle braccia di Byjove.

“Mi lasci le braccia, non riesco a guidare! Si sposti, non vedo un accidente!” grida il militare.

“MI lasci scendere! Mi lasci scendere!” implora Wright.

“Giammai! Chi si ferma è perduto!”

In quel momento i due si scontrano con una scrofa di centocinquanta chili. La bicicletta, con i due malcapitati, si libra nell’aria come la bicicletta nel film “E.T.”, disegnando un semicerchio, che si conclude nella vetrina di una pasticceria chiusa.

In quel momento Moore e Blanco arrivano sulle loro biciclette da parti opposte. Byjove e Wright sono ricoperti da frammenti di vetro e da ogni genere di dolci, dalle torte al cioccolato ai cannoli siciliani.

“Madre de Dios!” esclama Blanco. “Cos’è successo?”

“Era l’ora della merenda…” risponde Wright.

“Questo mammalucco è sbucato fuori dal nulla ed è saltato sulla mia bicicletta! Ecco cos’è successo!”

“Veramente io stavo semplicemente camminando..” risponde Wright, aiutato dai due colleghi ad uscire dalla vetrina.

“L’avevo quasi raggiunto! Adesso come lo ritroviamo? Wright, lei è quasi peggio di Bell!”

“Qualcuno mi ha chiamato?” dice Bell, giunto in quel momento.

“Bene, ci siamo quasi tutti.” commenta Moore ironico. “Manca solo il Presidente alla ricerca del parrucchino perduto…”

“No, Bell, non l’ha chiamata nessuno, può tornare da dove è venuto!” sbotta Byjove.

In quell’istante il maiale che stavano inseguendo passa nuovamente vicino a loro, correndo.

“Eccolo!” esclama Wright. “Ha ancora il parrucchino del Presidente!”

Il gruppo prova a corrergli dietro, ma non riescono a raggiungerlo.

“C’è soltanto una cosa…pant…pant…da fare…” sbuffa Byjove.

Il generale, continuando a correre, afferra il vicino Bell per il bavero della giacca e per la cintura dei pantaloni e lo scaraventa sopra il maiale. Dopo un volo di alcuni metri, Bell si ritrova ancora in groppa al suino.

“Aahhh! Generale, ma che ha fatto? Fatemi scendere!” strilla il Segretario del Tesoro.

“Generale, ma è impazzito!” sbuffa Blanco, correndo.

“Bell!” strilla Byjove. “Lo abbatta! Fermi quell’animale ad ogni costo!”

“Lo abbatta?” mormora Wright, col fiatone.

Temendo di cadere, Bell afferra con le mani entrambe le orecchie dell’animale, e inizia a tirare per rimanere ben saldo in groppa, ma il suino non gradisce affatto, e inizia a sbandare.

“Ma cosa succede…pant…pant…” mormora Moore, “sta cavalcando un maiale ubriaco?”

Il dolore alle orecchie fa sbandare ancora il suino, che finisce la sua corsa su un carretto di gelati.

“Mmmmm!” mugugna Bell, steso a terra, ricoperto di gelato e col parrucchino in bocca.

Gli inseguitori si fermano.

“Bell, lei è un eroe, ha recuperato il parrucchino del Presidente!” esclama Blanco.

“Non ci posso credere…l’ha fermato davvero…” ammette Byjove sbalordito, mentre strappa via dalla bocca di Bell, con la consueta delicatezza, il prezioso oggetto.

“Aahhh! Generale, mi ha quasi strappato la mascella!”

“In piedi! Silenzio! Un vero soldato non si lamenta mai!”

“Ma generale, un po’ di comprensione,” interviene Blanco, “in fondo ha recuperato il parrucchino del Presidente…”

“Era suo dovere, il minimo che potesse fare,” replica Byjove, “che basta a cancellare una delle due aggressioni al nostro comandante! Bell, si ricordi che è ancora in debito di un’aggressione…”

“Gulp!” deglutisce Bell timoroso.

In quel momento Byjove riceve una chiamata da uno dei soldati.

“Signori,” proclama fiero il militare, “sono appena stato avvertito che il nemico della nazione Archibald è stato avvistato nei pressi del parco, poco distante da qui. Andiamo!”

“Il nemico della nazione?!” esclama Wright. “Ma non sta esagerando un po’?”

“È proprio vero, il colpevole torna sempre sul luogo del delitto…” commenta Moore.

Dopo alcuni minuti, in un vicolo vicino al parco…

“Eccolo, eccolo, l’ho visto!” grida Bell, indicando qualcosa che si muove.

“Dov’è quel marrano?” sbotta Byjove, con la sciabola in mano.

“Laggiù, l’ho visto laggiù!” ribadisce Bell.

“Miei prodi, seguitemi! All’attacco!” esclama Byjove.

“Miei prodi?!” mormora il Segretario del Tesoro basito. “Ma sta parlando di noi?”

“All’attacco?” si chiede Moore. “Qualcuno glielo spiega che non siamo in guerra?”

Ma il generale è partito come un razzo alla caccia del piccolo animale.

“È vero, qualcosa si muove, dietro questi bidoni della spazzatura.” riconosce Byjove. “Esci fuori con le zampe in alto e il parrucchino bene in vista! E niente mosse false, chiaro?”

“Ma è il generale Byjove o l’Ispettore Callaghan?!” domanda Blanco.

Il generale, aggira lentamente i bidoni, per sorprendere il porcellino d’India alle spalle.

“Preso!” urla il militare, che con un balzo si è tuffato tra la spazzatura.

“Eccolo!” afferma, mostrando un gatto che tiene per la coda. “Cosa? Ma questo è un gatto!” esclama, prima di scaraventarlo lontano.

“Bell! Era un dannato gatto! Ma lei cos’ha al posto degli occhi, due cipolle ammuffite?”

“Ma io, veramente…avevo visto qualcosa muoversi…” tenta di giustificarsi il povero Bell.

“Laggiù!” li interrompe Blanco. “È laggiù, l’ho visto!”

“Blanco, ne è sicura?” domanda Byjove, “Non sarà mica un altro gatto?”

“Generale, le ricordo che ho dieci decimi di vista…”

“Allora andiamo, all’inseguimento!” li esorta Byjove. “Avanziamo in ordine sparso!”

“In ordine sparso??” mormora Wright.

“Vuol dire vada dove le pare…” gli spiega Moore.

Il gruppo percorre il vicolo verso il suo inizio, nella piazza dove si trova il Parco.

“Sta scappando!” grida Wright.

“Eccolo, è tornato nella piazza!” osserva Bell.

Archibald torna correndo nel parco, tallonato dal gruppo di inseguitori e da alcuni soldati.

Sedie travolte dai soldati, persone urtate e spinte a terra, Byjove che grida e agita la sciabola.

“Prendete il nemico della paese!” ordina il generale. “Prendete il traditore!”

Nel parco la confusione regna sovrana, la gente inizia a fare il tifo per il povero animale spaventato, che corre veloce tra le persone, che saltellano per evitarlo, finendo così per ostacolare gli inseguitori.

Byjove abbatte qualunque essere animato o inanimato incontri sul suo percorso, come fossero birilli: persone, sedie, panchine, Bell…

Il pubblico incita il piccolo animale…

“Dai, forza, non fermarti!”

“Dai, ce l’hai quasi fatta, sali i gradini, vai sul palco!”

Archibald risale le scale del palco saltellando, il parrucchino di Super Dan gli cade sul pavimento del palco, ed infine si rifugia nella sua tana.

Tutti si fermano, nel parco scende il silenzio.

Il sindaco si avvicina al palco, sale lentamente la scala, poi si ferma.

Si volta verso la folla immobile, poi si dirige con passi lenti verso la tana. Solleva il suo bastone in aria e lo mostra al pubblico.

Ora si china verso a tana e bussa…gli occhi di tutti tutti si fermano, sta eseguendo il rituale, che questa volta riesce…la mascotte è uscita!

Il pubblico segue con trepidazione quanto sta avvenendo davanti alla tana. Il sindaco si è chinato verso il piccolo animale, lo sta ascoltando.

Poi si volta verso il pubblico: e annuncia: “Achibald non riesce a vedere la propria ombra perché il cielo è nuvoloso, quindi l’inverno finirà presto!”

Un lungo, caloroso applauso riempie il parco, la gente si abbraccia.

La banda del paese inizia a suonare una marcia, la gente sorride, la festa può finalmente cominciare.

“Tutto è bene quel che finisce bene…” sospira Moore.

“Il piccolo Archibald è tornato sano e salvo nella sua tana, i capelli del Presidente sono stati recuperati, le gente è tornata a sorridere…” commenta felice Naive.

“Ma certo.” interviene Moore. “Il generale ha riempito il paese di maiali e soldati, decine di negozi e bancarelle sono stati distrutti, i capelli del Presidente sono stati sparsi ovunque…e sì, una festa davvero indimenticabile.”

“Festa, ha detto?” interviene il sindaco Davies, prima che Super Dan e Byjove possano rispondere. “Proprio così, la festa comincia ora, e tra poco accenderemo i fuochi dei nostri barbecue. Spero che vogliate essere nostri ospiti…non per vantarci, ma i nostri barbecue sono famosi in tutta la regione!”

“Sentito, generale?” domanda Byjove con un largo sorriso. “Sono famosi in tutta la regione!”

“Possiamo mai deludere il nostro sindaco e i suoi cari concittadini?” domanda Super Dan.

“Giammai!” risponde Byjove.

“E allora, che la festa abbia inizio!” esclama Super Dan.

“Dopo tutto questo movimento, un po’ di ristoro ci vuole…” commenta felice Byjove.

“Parole sante, generale, parole sante…” approva il Presidente Kramp.

Così si conclude la partecipazione del Presidente Daniel Kramp alla giornata del porcellino d’India.

Al prossimo episodio! Sigla!

Super Dan
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