LA SETTIMANA SEGUENTE – MATTINA – CAPITALE.
Il Presidente ed i suoi collaboratori, con la First Lady e Ms Brontenserious, giungono insieme alla scorta nel più grande parco della città.
Il sindaco e le principali autorità della città danno loro il benvenuto.
“Buongiorno a tutti voi. Signor Presidente, sono Jerry Morgan, sindaco della città e vi do il benvenuto alla festa del papà.”
“Grazie, buon uomo, grazie.” risponde Super Dan con la solita tracotanza. “Comodo, comodo.”
“È un grande onore ospitarvi qui oggi, come potete vedere l’intera zona è stata addobbata per celebrare i papà di tutto il paese.”
“Lo sappiamo, lo sappiamo, siamo qui per questo…” interviene Byjove sorridendo.
“Ehm…generale,” cerca di evitare figuracce Blanco, “credo che il sindaco si riferisca ai papà di tutto il paese…”
“Per l’appunto,” prosegue il militare, “i padri del paese, cioè il Presidente ed io.”
“E infatti eccoci qui. Allora, quando comincia la festa?” domanda Super Dan al sindaco sbigottito.
“Veramente, io…” balbetta Morgan.
“Ehm..signor sindaco,” interviene Blanco già allarmata, “il Presidente ed il generale hanno sempre voglia di scherzare, sono due veri mattacchioni. Volevano chiederle di guidarci durante la cerimonia…”
“Ma certo,” risponde Morgan, “ne sarò lieto. Seguitemi, ora andiamo ad assistere alla prima parata. Laggiù è stato montato il palco per noi.”
“Parata?!” bofonchia Byjove mentre seguono il sindaco.
“Palco?” borbotta Super Dan. “E che fine ha fatto la festa?”

Immediatamente il gomito della First Lady perfora il pancione del marito.
“Ma tesoro, è questa la festa. Le parate, la musica ed anche il discorso del sindaco Morgan, vero?”
“Ma certo, come ogni anno. E dopo dovrò tenere il mio discorso.”
“Cough…cough…” cerca di riprendere fiato Super Dan. “Certo…cough…certo, il discorso.”
“Cominciamo male.” borbotta Byjove. “Se il buongiorno si vede dal mattino…”
Accomodatisi sul palco, inizia la sfilata, guidata dalla banda municipale, con le tradizionali marce, poi seguono le majorettes e alcuni uomini con gli stendardi di varie associazioni, rappresentanti di tutti i papà.
“…la parata, le majorettes, la banda musicale…” borbotta Byove.
“…la marcia dei papà, gli stendardi, le associazioni dei genitori…” gli fa eco Super Dan.
“…cos’altro può capitare, ancora?…” bofonchia Byjove.
“Ed ora,” annuncia la voce dagli altoparlanti, “ecco a voi il sindaco Morgan!”
“Perfetto! Ecco cosa mancava: il discorso…”
“Sorridi e applaudi, disgraziato” gli sussurra la moglie con un sorriso tirato…. Swish! puntuale il frustino di Ms Brontenserious sibila a pochi centimetri dalle gambe del Presidente, facendolo sobbalzare.
“Sorridere, schnell, sorridere!”
Il Presidente e Byjove scattano in piedi e applaudono, con lo sguardo spento perso nell’orizzonte.
Il sindaco inizia ricordando le origini della festa, la sua diffusione, fino a divenire una vera celebrazione della figura paterna.
La mente di Super Dan inizia a vagare in un paesaggio fatto di birra e salsicce, Byjove sogna la sfilata dei carri armati.

Il primo cittadino locale sottolinea la generosità dei padri, il loro spirito di sacrificio, la loro importanza per la famiglia e la società.
I neuroni di Super Dan sono in un’altra dimensione, lo sguardo di Byjove trapassa il sindaco e si spegne tra la folla.
Il discorso si conclude sottolineando il ruolo di guida dei padri, un modello per i figli, il punto di riferimento per la famiglia.
Le sinapsi di Super Dan si sono ormai atrofizzate, le palpebre di Byjove si sono arrese.
Un caloroso applauso si alza dalla folla emozionata, mentre i due bei addormentati sobbalzano sulla poltrona.
Il pancione di Super Dan viene bombardato dal gomito della consorte, mentre le natiche di Byjove vengono “accarezzate” dal frustino di Ms Brontenserious.
“Disgraziato, applaudi, applaudi e sorridi!” sussurra la First Lady sorridendo.
Swish! “Aahh! Maledetta crucca! Un giorno di questi…” Swish!
“Nein! Tu generale sei come Herr Presidente, stessa pancia, stesso sonno! Applaudire, applaudire!”
“Dopo faccio i conti con tutti e due…” bisbiglia minacciosa la First Lady.
“Bene signori,” dice Morgan tornando da loro, “e adesso, dopo il dovere, un po’ di piacere. Abbiate la compiacenza di seguirmi.”
“Dove diavolo ci porterà, adesso?” borbotta Byjove, “a un funerale?”
Il gruppo scende dal palco e si incammina tra la folla, che si avvicina stringendo loro le mani.
“Grazie, grazie,” sorride Super Dan, borioso come sempre, “gli autografi dopo, non temete…cough!” Arriva inesorabile la gomitata della First Lady a riprendere il marito.
“Autografi?” gli sussurra la consorte sforzandosi di sorridere. “Non sei mica un attore di Hollywood, sciagurato, sei il Presidente!”
Swish! “Stringi mani e ringrazia persone, pancia in dentro e petto in fuori, ja?”
“Quando torniamo a casa…” mugugna Super Dan a denti stretti.

“Se continui così,” gli sussurra sorridendo la consorte, “a casa non ci arrivi…” Super Dan si allenta il nodo della cravatta preoccupato.
Byjove impugna prontamente la sciabola, ma la sua mano si ferma sull’elsa, colpita dal frustino della governante austriaca.
“Signori,” interviene con fermezza Blanco, “cercate di essere all’altezza delle vostre cariche istituzionali, siete di fronte al popolo.”
“Bene,” si rivolge loro il sindaco, “è dunque arrivato il momento dei pic-nic!”
“Hip hip hurrà!” esclama Byjove.
“Era ora!” prorompe Super Dan, perforato dallo sguardo della moglie. “Ehm…volevo dire…ehm…i pic-nic sono la tradizione più antica di questa festa…”
“Assolutamente, mio comandante!” risponde Byjove.
“E sappiamo bene quanto voi siate attaccati alle tradizioni, vero?” domanda Moore con un sorriso.
“Attaccatissimi!” risponde Byjove.
“Le tradizioni sono sacre!” esclama Il grande capo.
“Bene, ne sono lieto,” prosegue il sindaco Morgan, “avrete modo di constatare voi stessi che qui questa tradizione è ancora importante…”
“Andiamo a constatare, andiamo…” replica Super Dan felice.
“Constatiamo, constatiamo…” lo segue il generale.
“Ecco signori,” continua il sindaco, “questo è il tavolo che ho fatto preparare. Come vedete c’è posto per tutti noi.”
“Lungo e largo,” commenta Byjove, “come piace a me, tanto spazio da riempire…”
“Ehm,” interviene subito Bell per evitare ulteriori considerazioni imbarazzanti, “la ringraziamo per la sua ospitalità, signor sindaco…”
“E sappia che la nostra partecipazione al pic-nic è solo dimostrativa…” chiarisce la First Lady. “Ci limiteremo a pochi assaggi per onorare la vostra ospitalità.”
“Cosa??” sbotta Super Dan. “Ma cara…ehm…non vorrai mica offendere queste care persone che si sono prodigate così tanto per noi…”
“Caro,” ringhia la moglie sforzandosi di sorridere, “ci attende una lunga giornata, per questo dobbiamo stare leggeri a tavola.”
“Appunto,” replica Super Dan, “e quindi abbiamo bisogno di avere le energie necessarie per affrontare questa lunga festa e…”
Ad un cenno del capo di Gwendoline puntuale Ms Brontenserious obbedisce. “Nein!” Swish! “Nein! Tu mangia cosa dice tua moglie!”
Ognuno prende posto a tavola, con un disperato Super Dan che non riesce ad evitare di ritrovarsi seduto tra sua moglie e la governante.
“Bene, signor sindaco,” prende la parola senza indugi Byjove, “ora che ci siamo seduti, vuole darci la possibilità di onorare la sua ospitalità? Come ha intenzione di riempire questo tavolo?”
“Ehm…il generale voleva sapere,” interviene deciso Wright, “quali sono le prelibatezze che la popolazione locale è solita cucinare in questa ricorrenza.”
“La popolazione locale?!” domanda stupefatto Byjove. “Ma che sta dicendo, io parlavo di noi…”
“…di noi tutti riuniti in questo magnifico parco per celebrare la figura paterna.” lo interrompe Blanco, già preoccupata.
“Veramente,” insiste Byjove, “io volevo sapere…”
“Qual è il menù del giorno, signor Morgan?” interviene ancora Wright.
“Beh, signori, le specialità culinarie locali sono ben conosciute ed apprezzate da tutti, credetemi, ed ora avrete modo di constatarlo di persona…”
Il sindaco si gira e con un cenno del capo chiama la persona incaricata di occuparsi del loro tavolo.
“Buongiorno, signori, sono Benny e vi do il benvenuto a questa festa. Spero che gradiate le nostre delizie culinarie, perché mi occuperò personalmente di questo.”
“Perfetto!” esclama Byjove. “Adesso sì che ragioniamo!”
“Ehm…” interviene Blanco preoccupata, “il generale intendeva chiedere delucidazioni riguardo il menu della festa, Benny.”
“Delucidazioni?? Io non delucido un accidenti! Voglio mangiare! Allora, Benny, come hai intenzione di riempire questo tavolo?”
“Ehm…” balbetta Benny intimorito, “ecco…noi…”
“E stai attento a cosa dici,” aggiunge con aria minacciosa Byjove, “chiaro?”
“Benny, il nostro generale scherza sempre, non dargli retta.” interviene Bell cercando di stemperare la situazione. “Esponici piuttosto il menu.”
“Abbiamo diversi tipi di carne, dai polli ai tacchini, dalle salsicce al capretto, dalle costine di agnello alle bistecche di bovino…”
“Sul serio?” commenta Moore guardando Super Dan. “Avete preparato tutto questo per noi? Beh, devo riconoscerlo, la vostra ospitalità non è seconda a nessuno, vero signor Presidente?”
“Sì, certo.” borbotta il grande capo nervoso.
“E non è finita qui,” continua Benny, “quindi, signori, posso permettermi un suggerimento?”
“Purché ti sbrighi a riempire questo tavolo…” osserva Byjove seccato.
“Ehm, potrei portarvi dei vassoi con tutte le specialità, così che possiate gustare tutto ciò che desiderate.”
“Finalmente hai detto una cosa giusta.” esulta il militare. “Benny, cominci ad essermi simpatico.”
“Ehm…Benny, credo sia un ottimo consiglio, certo.” interviene Blanco che lancia un’occhiataccia a Byjove.
“Mi sembra una buona idea, che ne dice signor Presidente?” dice Moore guardando Super Dan con un ghigno, “Tanti vassoi davanti a tutti noi…”
“Un’idea eccellente, comincia pure, Benny, fuoco ai fornelli!” esclama Byjove.
“Un momento, Benny, prima di andare…” interviene ancora Moore. “Generale, ma non abbiamo dimenticato qualcosa? Le bevande…?”
“Per mille cannoni!” sussulta Byjove. “Ha ragione! Bravo Moore! Benny, ascoltami bene, tra i piatti e i vassoi devi occupare ogni spazio vuoto con tanti bei boccali di birra fresca, chiaro?”
“Tranne davanti a noi,” chiarisce la First Lady, “noi ci limiteremo a un’insalata e una coscia di pollo. E acqua minerale non gasata, per favore.”
“Ma…” accenna invano una protesta Super Dan, ma sotto il tavolo la mano della consorte sulla sua coscia sembra una pressa idraulica.
“Tutto a posto, direi,” dice Moore sorridente, “Benny, siamo nelle tue mani…”
“Potete stare tranquilli, penso a tutto io. Birre comprese.”
“Bravo Benny.” esclama Byjove. “È un bravo figliolo questo Benny.”
“Eh sì, generale, davvero un ragazzo efficiente. Non trova, signor Presidente?” lo pungola Moore.
“No, cioè sì, certo, proprio un bravo ragazzo.” risponde Super Dan rosso in viso, mentre la mano della First Lady gli sta ormai stritolando la gamba.
Dopo alcuni minuti arrivano i camerieri con vassoi.
“Ma guardate,” esclama Moore sorridendo a Super Dan, “quanta grazia!”
Un’ondata di vassoi e di profumi invade la tavola, occupandola quasi completamente, e lasciando i pochi spazi restanti ai boccali di birra. Il sorriso beffardo di Moore diretto a Super Dan contrasta col malumore di quest’ultimo, mentre su tutti trionfa il viso del generale Byjove, paragonabile al sole di mezzogiorno.
“Molto bene, Benny,” echeggia la voce di Byjove, “un ottimo inizio, ti sei appena guadagnato i gradi di caporale!”
“Caporale…?! Ma io…”
“Non ci faccia caso, ragazzo mio, è il suo modo di esprimerle gratitudine. D’altronde, come dargli torto, di fronte a tali bontà, vero signor Presidente?”
“Moore,” sta per esplodere Super Dan, “sa dove può mettere le sue prelibatezze?…”
“Davanti ad ognuno di voi,” interviene prontamente la First Lady, “mentre per noi basteranno tre scodelle con un’insalata e una coscia di pollo, come ho detto prima. E due bottiglie di acqua minerale non gasata, per favore.”
“Cosa??” esclama Super Dan. “Ma…”
Swish! Il frustino di Ms Brontenserious sotto il tavolo sfiora le gambe del primo cittadino, mentre la mano della consorte stringe la sua gamba cercando di arrestarne la circolazione sanguigna.
“Bene,” prende la parola Blanco, “allora non ci resta che ringraziare ancora una volta il sindaco Morgan e la sua splendida organizzazione di questa festa e augurare a tutti buon appetito!”
“Fuoco alle polveri!” grida Byjove. “All’attacco!”
“Buon appetito a tutti,” risponde beffardo Moore, “e buon appetito a lei, signor Presidente.”
“Moore,” replica Super Dan paonazzo, “io la…”
“…la ringrazio e le auguro buon appetito.” lo interrompe la moglie. “Ed ora assaggiamo la coscia di pollo e questa gustosa insalata. Forza caro, buon appetito…”
“Buon appetito, signor Presidente!” si unisce a gran voce Byjove, mentre alza al cielo un boccale di birra.
I commensali assaggiano alcune specialità locali, parlando dei vari punti del programma del giorno, mentre Byjove procede a passo di carica verso ogni vassoio intorno a lui, lasciando intorno a sé solo ossa e boccali vuoti.

La coscia di pollo nel piatto di Super Dan, invece, è già stata mangiata, le foglioline dell’insalata pure, tutto ciò che rimane di fronte a lui è un ossicino in un piattino e una scodella vuota. E acqua, tanta acqua minerale…
Mentre di fronte a lui Byjove procede a divorare ogni cosa al ritmo di una pala meccanica, sul viso di Super Dan si spegne ogni forma di vita…
Torna Benny. “Signori, è stato tutto di vostro gradimento?”
“Ci puoi scommettere la testa, figliolo!” risponde Byjove pieno come una botte.
“Molto bene,” prosegue Benny, “perché ora ci sarebbero le nostre focacce, torte salate, torte rustiche e patate dolci al forno, il tutto accompagnato da varie salse. Posso proseguire o desiderate concludere qui il pranzo?”
“Giammai!” sbotta Byjove, “un vero soldato non si arrende mai!”
“Che eroe,” commenta Moore, “un vero combattente…”
“Ci può scommettere, non ho mai alzato bandiera bianca in vita mia!”
“Sentito, signor Presidente?” continua a punzecchiare Moore. “Mai arrendersi…”
“Moore, un giorno di questi…” sta per esplodere Super Dan, subito messo a tacere dalla moglie. “Noi invece ci arrendiamo. Il nostro pranzo è finito qui.”
“Cosa??” esclama Super Dan. “Ma se non abbiamo neppure…”
“Nein! Tu alza bandiera bianca!”
“Maledetta crucca,” inveisce Super Dan, “un giorno o l’altro…”
“…ci ringrazierai per questo.” conclude con fermezza Gwendoline.
Nel giro di pochi minuti altri vassoi, con le specialità elencate in precedenza, sostituiscono quelli vuoti, mentre Byjove dirige il viavai dei camerieri e dei vassoi come Herbert von Karajan dirigeva i Berliner Philharmoniker.

Focacce, torte salate, patate dolci al forno e birra di ogni colore riempiono ancora una volta il tavolo, mentre Byjove fa del suo meglio per svuotarlo nuovamente.
“Ahh…questo sì che è stato un pranzo…” commenta Byjove con un lungo sospiro. “Benny, ti proporrò per la promozione a caporal maggiore!” Di fronte a lui il tavolo sembra un campo di battaglia, vassoi pieni di ossa e boccali vuoti ovunque.
“Sono lieto che abbiate apprezzato la nostra cucina,” dice Morgan, “spero che sia così anche per gli altri momenti della festa. Signori, che ne dite di seguirmi?”
“Ma certo!” esclama Byjove scattando in piedi sull’attenti, “Andiamo, la seguo! A chi tocca adesso? Tacchini? Polli arrosto? Salsicce?”
“Lo scusi, signor sindaco,” interviene ancora Blanco, mentre il gruppo si alza e segue Morgan, “il generale intendeva chiedere cosa ci aspetta ora…”
“La sfilata dei papà sui carri.” replica il sindaco. “È una tradizione che ci avete chiesto di inserire quest’anno…”
“Già,” spiega Wright, “importata dalla Germania…sa, abbiamo esaminato le varie tradizioni che ci sono nel mondo.”
“Esatto,” prosegue Bell, “e abbiamo importato quelle che ci sembravano più adatte a questo clima di festa.”
“Beh, devo riconoscere che questa è alquanto pittoresca.” ammette Morgan. “Eccoci arrivati. Abbiamo fatto preparare questi carri per i papà secondo le vostre direttive: trainati da buoi e con una larga tavola di legno lungo tutto il bordo.”
“Così i padri potranno sfilare tra la folla…” spiega Blanco.
“…e intorno a loro piatti e birre appoggiati sulla lunga tavola!” conclude Byjove, con i bottoni della divisa che stanno per esplodere.
“Signori,” li invita Morgan, “volete essere i primi a salire?”
“Ma certo!” grida Byjove, ormai brillo. “Tutti a bordo, salpate le ancore, si parte!”
“Prego?!” esclama il sindaco.
“Niente,” interviene Wright cercando di salvare le apparenze, “sa come sono questi militari, sempre con il loro gergo…”
“È completamente ubriaco…” bisbiglia preoccupata Blanco a Moore.
Il gruppo sale su alcuni carri, mentre Super Dan tenta invano di salire con Byjove.
“No, caro,” ringhia la First Lady ostentando un sorriso, “noi dovevamo salire insieme, non te lo ricordi?”
“Ma certo,” interviene Moore, “non si ricorda cosa abbiamo deciso alla riunione? Il Presidente e la sua consorte insieme, il simbolo della famiglia.”
“Ma…ma io…” balbetta Super Dan affamato, mentre viene trascinato sul carro dalla moglie e dalla governante austriaca.
“State benissimo, tutti e tre insieme!” esclama beffardo Moore. “Non è vero Bell?”
“Certamente, il tipico ritratto familiare.”
Nel frattempo anche altri papà sono saliti sugli altri carri.
“Bene, signori,” riprende la parola Morgan, “vogliamo iniziare la sfilata? Partiamo.”
La folla applaude festante, tutti i papà sui carri salutano la folla e distribuiscono le vivande e le birre a coloro che si avvicinano. Tutti tranne uno…la mano di Super Dan afferra un piatto di salsicce e la porge verso le persone, mentre l’altra afferra una salsiccia e la porta verso la bocca, quando… ”Che fai??” il rimprovero della First Lady manda in fumo ogni espediente dell’affamato Super Dan e… Swish! Puntuale il frustino di Ms Brontenserious sfiora le natiche presidenziali di Super Dan, che, spaventato, sobbalza in avanti. Sbilanciato dal pancione rischia di cadere e si aggrappa alle redini scuotendole, facendo partire i buoi al galoppo.
“Oddio, guardate il carro del Presidente!” grida Wright indicando il carro presidenziale, partito senza alcun controllo tra la folla spaventata.
“Fermatelo, presto!” grida Blanco agli uomini della sicurezza, che si lanciano all’inseguimento.
“Cosa??” urla Byjove, rimpinzato di carne e ubriaco. “C’è una gara? Perché non me lo avete detto?” Immediatamente scuote le redini e grida. Con la mano sinistra tiene le redini, con la destra estrae la sciabola che agita verso il cielo.
“Non ho mai perso una battaglia in vita mia, figuriamoci una gara con degli animali cornuti!”
“Il Presidente, il Presidente!” gli grida Blanco quando le passa accanto.
“Il Presidente è in testa, l’ho visto, sta vincendo!” le strilla Byjove, ormai lanciato a piena velocità. “È un vero leader!”
“Largo, fate largo il Presidente è in pericolo!” strilla Bell, che infila la mano in tasca alla ricerca del suo inalatore.
La folla corre in tutte le direzioni cercando di evitare i carri, mentre da quelli di Super Dan e Byojve iniziano a volare salsicce in testa alle persone.
Vedendo gli uomini della scorta inseguire Super Dan e sentendo le grida dello staff presidenziale, finalmente Byjove comprende la situazione.
“Il Presidente è in pericolo! Spostate quelle dannate carrette, dobbiamo salvare il padre della nazione!” urla il militare agitando la sciabola.
“Dios Mio!” esclama Blanco. “Questa volta si ammazza!”
“Dice che è la volta buona?” le fa eco Moore.
“Por favor, Moore, dobbiamo salvarlo! Wright, lei vada da quella parte con gli uomini della scorta, io cerco di fermarlo dall’altra parte! Bell, Moore, venite con me, datemi una mano!”
“Cosa?? Io??” strabuzza gli occhi Bell. “Fermare un carro in corsa?”
In quel momento delle salsicce atterrano intorno al collo di Blanco e una costina di maiale vola in bocca a Bell.
“Servizio a domicilio,” commenta sarcastico Moore, “non c’è che dire, il nostro Presidente pensa a tutto!”
“Mmmm…aiut…” bofonchia Bell con l’inalatore in mano e la costina infilata in bocca.

“Blanco, pensi a Bell,” prende in mano la situazione Moore, “io cerco di coordinare gli uomini della scorta.”
“Yippie ya ye!!” passa in quell’istante a tutta velocità il carro di Byjove, da cui una torta salata decolla per atterrare in faccia a Bell, che sviene tra le braccia di Blanco.
“Fermate il Presidente!” risuona la voce di Byjove. “Salvatelo, o vi passerò tutti per le armi per alto tradimento!”
“È impazzito,” grida Wright agli uomini della scorta, “fermate anche il generale!”
“Aiuto, fate qualcosa!” strilla Super Dan, in ginocchio nel carro, aggrappato alle redini, mentre sobbalza col parrucchino sugli occhi.
“Disgraziato, guarda cosa hai combinato!” lo strapazza la consorte. “Ferma questo carro, che aspetti?”
“E che sto cercando di fare?” sbotta Super Dan, aggrappato alle redini, sballottato a destra e a sinistra e incapace di rialzarsi.
“Largo, arrivo io, non abbia paura Presidente!” è il grido di Byjove che risuona nell’aria, mentre i buoi degli altri carri sono partiti anch’essi al galoppo, spaventati dal trambusto, dalle grida e trascinati dai carri di Super Dan e Byjove.
“Generale, che diavolo sta combinando?” strilla Blanco, mentre Bell, liberato dalla costina, si sta togliendo i pezzi di torta salata dal viso.
“Blanco, non si preoccupi!” strilla il generale mentre incita i buoi. “Ho visto il film di Ben-Hur decine di volte, la corsa della bighe alla fine è la mia scena preferita!”

“La corsa delle bighe di Ben-Hur?!” esclama Bell, che si riattacca all’inalatore.
“Aiutate il Presidente! Aiutatelo!” grida la giovane segretaria Naive, che saltella ovunque, cercando di evitare i carri in corsa. “I capelli del Presidente, si sono spostati i capelli del Presidente!”
“Oddio che disastro,” si dispera il sindaco Morgan, “che disastro!!”
“Fate allontanare la gente!” strilla Wright agli uomini della sicurezza. “Mettete in salvo la folla e appena il carro del Presidente è alla vostra portata, fermatelo!”
Ormai tutti i carri lanciati al galoppo sfrecciano senza meta per il parco, sollevando un enorme polverone, mentre gli scossoni fanno volare i boccali di birra e i piatti di pietanze sulla folla circostante.
“Spostatevi, questo è il carro di Ben-Hur, levatevi o vi calpesto!” è il grido di Byjove che echeggia nell’aria, mentre incita i buoi agitando la sciabola in aria.
Una bancarella di ciambelle e dolci viene travolta in pieno dal generale, provocando un’esplosione di frammenti di legno e paste al cioccolato scagliati ovunque.
“Il generale è completamente ubriaco,” strilla Blanco agli uomini della scorta, “fermatelo!”, mentre una torta salata la colpisce in pieno viso, gettandola a terra.
“Sta vincendo,” grida Moore, “il Presidente sta vincendo! Preparate il palco per la premiazione!”
“Fermate questa dannata carretta! Vi ordino di fermarla!” impreca Super Dan in ginocchio, sballottato da una parte all’altra. Il suo carro senza guida, correndo tra l’erba, colpisce una grossa pietra e si stacca da terra, atterrando pesantemente e facendo decollare il parrucchino del primo cittadino.
“Volano!” strilla Naive sbalordita, “I capelli del Presidente volano!”
“Uomini,” grida Moore, “correte a prendere i capelli del Presidente prima che spicchino il volo!”
“I miei capelli!” risuona la voce di Super Dan in tutto il parco, “i miei capelli!”
Alcuni uomini della sicurezza corrono a testa in su, inseguendo il parrucchino di Super Dan, che conclude la sua parabola e la sua carriera infilzato come un tordo, sulla sciabola di Byjove.
“La mia testa,” grida Super Dan, “la mia testa, ridatemi i miei capelli!”
Bonk! In quel momento una bistecca sbalzata da uno dei carri atterra proprio sul testone lucido del Presidente.

“Et voilà!” esclama Moore. “Detto fatto. Un copricapo degno di un Presidente. Bell, facciamo una foto ricordo?”
“Moore,” interviene Blanco, “non mi sembra il caso, i paparazzi ne stanno scattando già a sufficienza! Cerchiamo invece di fermare i carri!”
Le grida della folla terrorizzata riempiono il parco, un enorme polverone avvolge tutti, quando un altro brusco sobbalzo del carro fa volare a terra Super Dan. “Aiutatemi!” grida il grande capo a carponi. “Tiratemi su!”
Un istante dopo il suo carro e quello di Byjove si incrociano sfiorandosi.
“Yippie ya ye!!” è il grido del militare, dal cui carro volano spiedi di carne, che volteggiano in aria disegnando dei cerchi prima di andarsi a conficcare nelle chiappe di Super Dan.
“Aaahhh!!” è il suo grido di dolore che rimbomba nel parco.
“Tarzan! Il grido di Tarzan!” commenta Moore, mentre dal carro presidenziale vengono scaraventati in aria gli ultimi boccali di birra rimasti, che si rovesciano sul viso di Byjove.
“Puah!” strepita il generale. “Birra! Chi osa sprecare così la birra? Voglio sapere chi è il sacrilego,” continua agitando la sua lama col parrucchino di Super Dan ancora infilzato, “lo trapasso con la mia sciabola!”
All’ennesimo fendente in aria il parrucchino di Super Dan si sfila dalla sciabola e viene lanciato in aria, e dopo alcuni volteggi atterra sulla faccia di Bell.
“Ahh!” urla il Segretario del tesoro. “Aiuto, non ci vedo più, un animale mi ha aggredito! Aiuto, sono cieco!”
“Aaahhh!!” gli fa eco dal suo carro Super Dan, a terra a carponi, con gli spiedi infilati nelle natiche, sballottato contro le pareti del carro.
La First Lady e la sua sua fidata governante aggrappate al carro per non essere sbalzate fuori. “Hai combinato un altro disastro, a casa facciamo i conti…” esplode la First Lady.
“Le mia chiappe, le mie chiappe…”
“Sono cieco! Sono cieco!”
“Se proprio dovete buttare via la birra così, datela a me!” grida Byjove che, sfrecciando vicino al carro di Super Dan, vede gli spiedi!
“Cosa??” sbotta Byjove. “Togliete subito quegli spiedi dalle natiche presidenziali, è un oltraggio!”
“Non è possibile…” balbetta Wright incredulo, vedendo passare il carro col Presidente a carponi infilzato dagli spiedi.
“Oddio,” strilla Naive, lì accanto. “Gli spiedi! Lo hanno infilzato con gli spiedi!”
Byjove tira le redini cercando di compiere una inversione di marcia a tutta velocità. “Togliete quei maledetti spiedi dalle sacre natiche presidenziali ho detto!!”
Ma la sterzata improvvisa di Byjove e la velocità fanno dapprima sbandare il carro e poi procedere inclinato su due ruote sole, fino a fracassarsi contro una panchina. I buoi cadono a terra, storditi ma non feriti, però lo schianto è fragoroso…il carro decolla, disegnando un arco nel cielo, per poi atterrare su un tendone, che crolla.

Fine seconda parte.
Continua…
Alla settimana prossima. Sigla!